Tempio dellUomo: Complesso sotterraneo costruito nel territorio della comunità di Damanhur (v.) dagli stessi suoi membri, in 16 anni di attività manuale. È composto da diverse stanze ubicate su cinque diversi livelli, collegati da centinaia di metri di corridoi. Il volume totale del T. è di oltre 4.000 metri cubi, che si sviluppano in altezza per circa trenta metri, lequivalente di un palazzo di undici piani. Ogni elemento architettonico e ciascun particolare seguono un preciso ordine di forme e proporzioni, secondo un linguaggio esoterico plurimillenario. Ogni ambiente è dedicato ad una specifica funzione magica, e lintero complesso rappresenta lapplicazione di ventanni di ricerca spirituale. Il
T.
viene considerato un libro tridimensionale leggibile solo da parte di chi ne possiede le
conoscenze, esattamente come le piramidi e le cattedrali gotiche. Per i cittadini di
Damanhur, lumanità ha una posizione unica, a cavallo tra spirito e materia, come un
ponte tra differenti realtà. Il T. stesso è un ponte tra le forze più elevate e la
Terra e, attraverso le linee sincroniche (v.), tra la Terra ed i suoi abitanti. Il gruppo
di artisti che ha creato le decorazioni interne della struttura del T. ha utilizzato
tecniche ormai quasi scomparse, come il mosaico di vetro e di pietra, vetro colorato e
cattedrale, affreschi, intarsio, rame battuto, scultura in marmo e pietra. La superficie
totale delle aree dipinte ed affrescate è di oltre 400 metri quadri, i mosaici coprono
oltre 300 metri quadri di pareti e pavimenti. Il T. è contemporaneamente laboratorio
alchemico e luogo di meditazione; è un lavoro collettivo, una metafora del modo in cui
Damanhur edifica sé stessa. Contiene lelaborazione dei simboli e dei percorsi
spirituali di tutti i tempi e di tutti i
mondi. Il T. è la dimostrazione di quanto possa
realizzare la creatività di un gruppo umano animato da un ideale comune. Intende essere
un percorso verso il divino, dentro e fuori dellindividuo, per entrare in contatto
con le Forze che collaborano alla creazione di un nuovo futuro per lumanità. "Oggi
il T. può essere visitato da chiunque lo desideri, purché non sia mosso solo da semplice
curiosità, ma dal sincero desiderio di immergersi in questa particolare esperienza umana
e spirituale. Visite e meditazioni sono sempre precedute da esercizi preparatori, in modo
da far vivere questa esperienza nel modo più intenso e profondo". Y (Le Sale del T.) · Sala
dellAcqua: dedicata al principio femminile ed allelemento Acqua, ha la
forma di un calice. Il pavimento circolare in marmo ed onice è decorato con un mosaico
che rappresenta sei delfini che si rincorrono. Sulle pareti vi
sono dipinti degli schemi selfici (v.
Selfica).Questa sala è una vera e propria biblioteca, con testi scritti in dodici
alfabeti antichissimi. Serpenti dragoni realizzati in lamina doro, indicano il
preciso fluire delle linee sincroniche in quel punto. Di fronte allentrata vi sono
sette gradini, che portano ad una finestra dedicata alla luna, realizzata in vetro con la
tecnica Tiffany, combinata alla pittura a freddo. La cupola si compone di dodici settori
di mosaico ancora in vetro Tiffany, e rappresenta le onde del mare. Il colore dominante è
il blu, e le luci nascoste dietro alla cupola diffondono unilluminazione soffusa che
crea una suggestiva atmosfera marina. · Sala della Terra: dedicata al principio maschile, alla terra ed alla memoria delle incarnazioni passate. È di forma circolare, con due porte di vetro colorato che raffigurano il Sole e la Luna, che danno accesso a scalinate e corridoi per altre stanze. Otto colonne alte sette metri, ricoperte di ceramica bianca decorata con oro zecchino, sostengono un soffitto interamente dipinto. La sua realizzazione ha richiesto l’opera di quindici persone che hanno dipinto supine su una speciale impalcatura, lavorando ininterrottamente ed a turni per un periodo di tredici mesi. Il disegno è un ricamo che crea un Mandala
policromo, formato dai segni duna preghiera in lingua sacra tibetana ripetuta 66
volte. Il rosone centrale è in vetro dipinto, e rappresenta sette volti ispirati
allantica leggenda delle maschere di Zaffiro, che narra la storia del viaggio di un
eroe di Atlantide. In un punto laterale del soffitto una roccia a vista ricorda che ci si
trova a trenta metri sotto il livello del suolo del monte sovrastante. Al centro del
pavimento quattro tori in mosaico si rincorrono attorno ad un ottagono. Il numero 8 è
unespressione del sistema binario in tre dimensioni che, disegnato su un lato,
rappresenta linfinito. Intorno a questo disegno, lungo lintero perimetro della
sala, si sviluppa un labirinto pavimentale composto con pietre provenienti da tutto il
mondo, a rappresentazione del collegamento simbolico con lintero pianeta. · Sala degli Specchi: ha lampiezza di 1.200 metri cubi,
ed è dedicata al cielo, allaria ed alla luce. Qui si trova la cupola in vetro
Tiffany più grande del mondo. Il disegno è ispirato dal viaggio compiuto dalla luce del
Sole fino alla terra, e si compone di diverse fasce decorative, contenute nelle ali di un
grande falco. La cupola ha un diametro di dieci metri, una superficie di 100 metri quadri,
ed è costituita da 84.000 pezzi di vetro saldati tra loro a piombo. Sulla parte alta
delle pareti, al di sotto della cupola, vi sono preziosi mosaici di vetro, che fanno
riferimento ai ritmi del giorno ed alle fasi lunari. Quattro metri al di sotto della
cupola corre una balconata, sostenuta da quattro falchi bianchi scolpiti che si trovano
agli angoli della sala. Sotto la balconata le pareti inclinate sono interamente rivestite
di
specchi. Il pavimento è in granito rosso, impreziosito da uno splendido
mosaico centrale. Sotto il pavimento, ed allinterno delle pareti, si trova un
complesso sistema selfico in rame, pietre preziose ed altri metalli. Una delle sue
funzioni è di amplificare le diverse attività della città sotterranea, come se fosse
unemittente planetaria. · Sala delle Sfere: ha le
dimensioni di quattro metri per sette. Il soffitto e la parte alta delle pareti sono
coperte da lamine doro a 24 carati. Otto sfere di cristallo sono esposte in
altrettante nicchie impreziosite da mosaici, ed unaltra si trova allinterno di
unapertura nella roccia viva, al centro di una parete. In questa sala ci si trova
nellesatto punto di intersezione di tre linee sincroniche. Da qui è possibile
contattare qualsiasi luogo del pianeta, mandare messaggi, idee e sogni, per rendere più
armonica la coesistenza tra le nazioni, e per stimolare levoluzione spirituale dei
popoli. · Il Labirinto: questa vasta sala è ancora
incompiuta, a causa dellordinanza di fermare i lavori emessa dalla magistratura
italiana. Attualmente è formata da tre alte navate a sesto acuto, collegate tra loro da
altre tre a formare una sorta di labirinto, dove moltissimi sono i possibili sentieri. La
sala è dedicata al racconto della storia dellumanità, attraverso le forze divine
adorate dagli uomini nel corso dei secoli. Le divinità sono rappresentate in 17 finestre
realizzate con la tecnica Tiffany, combinata a quella della pittura su vetro, come dal
particolare canone damanhuriano. Le finestre riprendono il sesto acuto delle volte, e sono
situate in 17 piccole nicchie lungo i corridoi. Il progetto artistico di questa sala è
molto complesso. I primi esperimenti di affresco sui muri vengono effettuati in questo
momento, mentre il mosaico per il suo pavimento è ancora in fase di studio.
Tempio di Gerusalemme: Unico edificio del culto ufficiale nellantico stato di Israele, considerato centro nazionale e luogo della presenza divina. Fatto costruire da Salomone (I Re 6) tra il 970 ed il 950 a.C. sul monte Moria, aveva la porta rivolta ad Oriente, ed era costituito da tre ambienti; il vestibolo, il Santo ed il Sancta Sanctorum (Santo dei Santi). Nel Santo si trovavano laltare doro per i profumi, la mensa dei pani della proposizione e dieci candelabri. Nel Sancta Santorum (v.) era custodita lArca dellAlleanza (v.). Distrutto dallesercito del re babilonese Nabucodonosor (586 a.C.), fu ricostruito da Zerubabel (516 a.C.). profanato da Antioco IV Epifane (165 a.C.), venne riconsacrato da Giuda Maccabeo (165 a.C.). Erode rinnovò la costruzione (19 a.C.), che fu terminata nel 64 d.C. da Erode Agrippa II, appena sei anni prima della sua definitiva distruzione da parte delle legioni romane (70 d.C.). In seguito agli scavi che sono stati eseguiti negli ultimi tempi, sono stati riportati alla luce interessanti resti dei vari strati che componevano il T. Fantasiosa ma interessante la descrizione dettagliata del T. proposta dal Marconis, che sostenne di averla ricavata da Thomas Moore, nel suo "Ramo dOro dEleusi".
Templari:
Ordine religioso militare di laici e sacerdoti, fondato a
Gerusalemme da Hughes de Payns e da Goffredo de Saint-Omer, per la protezione dei
pellegrini diretti in Terrasanta, che avevano la loro sede originale nel palazzo reale di
Omar, eretto sul luogo dove si diceva fosse stato il tempio di Salomone e poi quello di
Erode. La regola dei T., ispirata a quella agostiniana, era stata redatta da Bernardo di
Chiaravalle, fu ufficialmente riconosciuta da Onorio II nel 1128 al Concilio di Troyes.
Oltre ai tre solenni voti di povertà, castità ed obbedienza, comprendeva una triade di
doveri: 1) accettare il combattimento contro gli eretici, anche se questi sono in tre
contro uno; 2) lottare per la propria vita contro altre persone diverse dagli eretici
senza reagire se non dopo essere stati assaliti tre volte; 3) chi non rispetta tali doveri
sarà flagellato tre volte. Nella vita comune i Cavalieri T. dovevano: a) mangiare carne
tre volte la settimana, e nei giorni in cui non ne mangiano potranno mangiare tre portate;
b) comunicarsi tre volte allanno, assistere alla Santa Messa e fare lelemosina
tre volte la settimana. LOrdine era costituito da monaci cavalieri che portavano un
abito bianco simile a quello adottato dai Cisterciensi, ed a quello dei Leviti posti a
guardia dellArca della Santa Alleanza (v.). Nel 1146 venne adottato un mantello
bianco, con laggiunta di una visibile croce rossa su lato sinistro del petto. Tutti
i cavalieri T. dovevano portare la barba. A capo dellOrdine stava il Magister
militiae templi, o Gran Maestro. Fino al 1188 lOrdine del tempio e lOrdine
(poi Priorato) di Sion avevano un unico Gran Maestro. Dopo lepisodio dellOlmo
di Gisors (v.) però, i due Ordini si separarono del tutto, eleggendo ognuno il proprio
vertice. Diffusisi in molti paesi europei, i T. combatterono più volte in Terrasanta,
acquistando grande potenza; accumularono anche enormi ricchezze, e si occuparono di
servizi di esattoria e di attività bancarie. Per questa ragione vennero perseguitati dal
re Filippo IV di Francia detto il Bello, fortemente indebitata con loro, che nel 1312
otteneva da papa Clemente V la soppressione formale dellOrdine (Concilio di Vienna)
e la confisca di tutti i loro beni. La persecuzione dellordine era stata però
avviata molto prima, fin dalla mattina del 13 ottobre 1307, con lintervento
dellesercito francese.. Circa 15.000 cavalieri T., tra i quali il loro ultimo Gran
Maestro Jacques de Molay, vennero arrestati, processati e torturati per ordine del re di
Francia, mascheratosi sotto lemblema della Santa Inquisizione. Molti furono quelli
condannati al rogo, poiché giudicati colpevoli di vari reati deresia, tra cui: 1)
daver giurato allammissione allOrdine di mai abbandonarlo, perseguendone
gli interessi con qualsiasi strumento, giusto o sbagliato che fosse; 2) daver
stretto alleanze segrete con i saraceni, permettendo allinfedeltà musulmana di
eclissare la fede cristiana, arrivando a sputare sulla croce calpestandola; 3)
dessere eretici, crudeli e sacrileghi, avendo trucidato od incarcerato i neofiti che
intendevano lasciare lOrdine dopo averne scoperte le iniquità, 4) di aver istigato
allaborto le donne gravide dei loro figli, e daver ucciso in segreto i
neonati; 5) di disprezzare il papa, lautorità ecclesiastica ed i sacramenti, specie
quelli della penitenza e della confessione; 6) dessere dediti ai più infamanti
eccessi della depravazione (sodomia, ecc.), punendo con il carcere a vita i cavalieri che
mostrino ripugnanza a tale condotta; 7) daver favorito la consegna della Terra Santa
nelle mani dei saraceni; 8) daver adottato norme incompatibili con le leggi profane
ed avverse al cristianesimo, vietando ai cavalieri di rivelarle a chicchessia; 9) di
imporre la considerazione che ogni sregolatezza o crimine commesso per il bene
dellOrdine non viene considerato peccato; 10) di imporre ladorazione di un
simbolo femminile satanico, denominato Baphomet (v.). Molti T. trovarono rifugio in
paesi ospitali, i cui sovrani avevano volutamente ignorato le direttive pontificie, come
Spagna, Portogallo, Inghilterra e soprattutto Scozia. I superstiti vennero assimilati ad
altri ordini cavallereschi, quali i cavalieri di Calatrava, i cavalieri di Gesù Cristo e
la massoneria di Kilwinning o di Heredom (v. Ordo Templi).
Temporale, Potere: Sovranità territoriale del pontefice della Chiesa di Roma, definita "inseparabile dalla sua persona, ed esercitata a garanzia della sua potestà spirituale" (v. Potere temporale).
Tenebre: La natura delle tenebre spirituali è veramente misteriosa, a tale punto che talvolta siamo anche portati a dubitare seriamente che esse esistano. Eppure, in aggiunta alle esperienze dirette di moltissimi uomini di oggi, esistono testimonianze molto autorevoli che provengono dal passato. Come succede per le esperienze esistenziali, anche in questo caso le persone si comprendono su quello di cui si parla, senza che sia necessario ricorrere a impossibili descrizioni di qualcosa che descrivibile non è. Questo farebbe pensare ad una reale oggettività delle tenebre. In analogia alle tenebre fisiche, le tenebre spirituali si accompagnano, quasi come presenza ambientale, alla percezione del nostro universo interiore. Come nel mondo fisico le esperienze ci appaiono differenti se effettuate di notte oppure alla luce del sole, così avviene nella nostra interiorità, al passare dalle tenebre alla luce interiore. Tutto questo dovrebbe farci riflettere profondamente, perché dovremmo comprendere quanto poco siamo in grado di godere veramente di una libertà interiore. D'altra parte dovremmo anche comprendere che ci è concessa la possibilità di superare il condizionamento che deriva dalla mancanza di luce.