Tavola rotonda: Ciclo di poemi cavallereschi medioevali, prevalentemente francesi, relativo alle leggende dei cavalieri che operavano al fianco di re Artù. Il termine T. deriva dalla consuetudine del re di riunire i suoi cavalieri ad una tavola rotonda, adottata per esaltare in quelle assemblee lo spirito di fratellanza e di uguaglianza che doveva unire tutti i presenti. La fonte è costituita dall'Historia regum Britanniae, di Goffredo di Monmouth (1135), divulgata dal Roman de Brut (1155) di Wace. L'autore artisticamente più valido è Chrètien de Troyes (Lancelot, Perceval ed altri). Sulla vicenda dei cavalieri arturiani si innestano poi altre affascinanti leggende, come quella del Santo Graal e quella di Tristano ed Isotta. Questi poemi furono anche tradotti in vari idiomi volgari europei, conoscendo una vastissima diffusione che si protrasse fino al tardo Rinascimento.

Tavole della Legge: Note anche come Decalogo (v.), identificano i dieci comandamenti ricevuti da Mosè (v.) sul monte Sinai, a fondamento della prima alleanza tra Yahweh ed il popolo d'Israele. Furono impressi dal dito di Dio su due tavole di pietra (Esodo 20, 1-17; Deuteronomio 5, 6-21) denominate T., e furono poi deposte e conservate nell'Arca Santa, od Arca dell'Alleanza.

Taxil Leo: Autore di un libro considerato esplosivo al tempo della sua pubblicazione (1885), Les Mystères de la Franc-Maçonnerie. Nato in un clima di conflitti infuocati tra autorità ecclesiastiche e massoneria francese, che portò quest’ultima alla soppressione della dedica delle Logge alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo e del Libro sacro sulle Are. Sorse così il distacco definitivo del Grande Oriente di Francia dalla gran Loggia madre d’Inghilterra, creando le premesse per la nascita della tradizionalista Gran Loggia Nazionale Francese. L’opera del T. emerge sulla marea di pubblicazioni e libelli antimassonici editi in quel periodo. T. era uno dei pionieri dell’anticlericalismo, già autore di varie opere definite edificanti, come la Bible amusante e gli Amours de Pie. Nel 1885 annunciò pubblicamente ed inaspettatamente la sua conversione al cattolicesimo e, con l’opera citata, raccontò gli orribili delitti della spregevole setta massonica, rivelando una nefasta e spesso macabra fantasia. Vi viene sostenuto il carattere satanico dell’Istituzione, incontrando grande attenzione e larga diffusione tra i lettori cattolici, ansiosi di reperire nuove motivazioni per combattere ed annientare il secolare nemico. Mentre il gran pubblico rimane affascinato e convinto dalle rivelazioni di T., le autorità religiose si mostrarono scettiche e riservate. Il vaticano nominò una commissione speciale, incaricandola di un’inchiesta sull’opera del T. Soprattutto due gesuiti fiutarono l’inganno, P. Gruber e P. Portalié: il primo denunciò per falso il T. attraverso un giornale di Colonia, mentre il secondo ne Les Etudes pubblica due articoli intitolati "La fine di una mistificazione". Il T. è così definitivamente scoperto. Nel 1897 egli confessò pubblicamente di aver beffato il mondo, e di aver inventato fin nei minimi particolari la sua opera storica. Il suo scopo era di gettare il discredito sui massoni e contemporaneamente ridicolizzare i cattolici. In parte c’era riuscito, e forse certi cristiani considerano tuttora quelle assurde falsità come documentazione autentica e reale.

Teantropismo: Termine teologico derivato dal greco che indica una dottrina, secondo la quale la natura umana e quella divina sono unite nella persona di Cristo.

Tebe: Antica città dell’Alto Egitto (Weset), situata sulle sponde del Nilo, sul luogo dell’attuale Luxor (v.) e Karnak (v.). Di origini ignote, con l’XI Dinastia divenne la capitale del paese. Centro importante anche durante il periodo degli Hyksos, fu proprio da T. che partì la reazione nazionale egiziana contro i conquistatori. Capitale del Nuovo Regno per tutto il periodo successivo, perse importanza durante lo scisma di Akhenaton (v.), poi in periodo saitico, e fu talvolta sottoposta all’influenza della dinastia etiopica. Saccheggiata dagli Assiri (672 e 665 a.C.), fu occupata dai Persiani (525 a.C.). In età tolemaica fu centro di rivolte nazionalistiche (206 ed 88 a.C.). nel 29 a.C. venne saccheggiata da Cornelio gallo. Strabone la conosceva già ridotta alle dimensioni di un villaggio. Dell’antica T. resta il grandioso complesso cerimoniale, che costituisce una impressionante testimonianza del fervore costruttivo dei faraoni. Il centro religioso si estendeva tra Luxor e Karnak, i cui templi erano collegati da un lungo viale fiancheggiato da sfingi. Il tempio di Luxor era dedicato ad Amon, e le costruzioni più importanti furono fatte erigere da Tuthmosis I e III, Hasepsowe, Amenophis II e III, Sethi I, Ramses II, Sethi II, Ramses III, Taharqa, Osorkom III, Nectanebo II, Tolomeo Filadelfo, Tolomeo Evergete I; II e III, e dall’imperatore Augusto. La zona di T. comprende, sulla riva opposta del Nilo, i grandi complessi funerari di Medinet Habu, Deyr el-Bahri, Gurna, Ramesseum, ed i famosi colossi di Memnone. Ai piedi delle colline si trovano, oltre a necropoli private, la Valle dei Re, la Valle delle Regine, ed il villaggio operaio di Deyr el-Medina. L’obelisco trasportato a Roma da Costantino nel Circo Massimo (ora in piazza del Laterano) proviene da T. Gli interventi di ricerca archeologica sono tuttora in corso, e si presentano ancora lunghi e ricchi di interesse.

Tegolatura: Operazione massonica con la quale la Loggia esamina ogni Fratello visitatore che intende partecipare come ospite ai suoi Lavori. Tale operazione di T. diventa complessa e delicata allorché viene esaminato un profano postulante che ha bussato alla porta del Tempio. Y (Fratelli Visitatori) La T. è compito del Fratello Tegolatore, stazionante al di fuori del Tempio nella Sala dei Passi Perduti. Consiste nel verificare la condizione di regolarità dei Fratelli membri di altre Logge od Obbedienze che intendono partecipare ai Lavori in qualità di ospiti. Decisamente complessa e severa nelle Obbedienze anglosassoni, ove consiste in varie domande rituali e simboliche cui debbono corrispondere risposte ben precise, diventa più semplice nei paesi latini, ove viene semplicemente richiesta l’esibizione del passaporto o della tessera massonica di identificazione personale. Il consenso all’accesso viene accordato dopo la verifica dell’Obbedienza di appartenenza del visitatore, che dev’essere in relazioni di amicizia e di reciproco riconoscimento con il G.O.I. Y (Profani postulanti - Paesi latini) Viene praticamente condotta da tre diversi Fratelli, designati al compito dallo stesso Maestro Venerabile. È condotta soprattutto all'insegna della massima discrezione, caratteristica fondamentale per assicurare un risultato che rispecchi le aspettative della Loggia. Queste sono centralizzate sul mantenimento dello spirito collettivo che identifica la Loggia, garantendovi l'armonia, la qualità indispensabile al progresso singolo e globale dell'Officina, anche con l'eventuale immissione di un nuovo membro. Si tratta quindi di verificare se il postulante ha in sé le doti, le caratteristiche psicofisiche, l'embrione degli ideali, le basi culturali, le tendenze e gli interessi etici ed evolutivi che siano compatibili con quelli caratterizzanti la Loggia, onde dare le maggiori garanzie possibili per il successivo successo nel processo di integrazione. Sarà quindi con oculatezza che il Maestro Venerabile sceglierà personalmente i tre Fratelli ritenuti idonei ad effettuare la T., come sarà con estrema discrezione che separatamente li informerà dell'incarico loro assegnato, consegnando ad ognuno i dati necessari ad identificare e localizzare il postulante. Ciascun Fratello Tegolatore contatterà poi l'interessato, per incontrarlo in tempo e luogo opportuni, per analizzarne e valutarne le qualità. Lo scopo sarà raggiunto attraverso una pacata discussione, ponendo le domande più opportune atte a rivelare la reale natura della persona esaminata. Ciascun Tegolatore valuterà l'opportunità di fornire al postulante informazioni sull'Istituzione massonica, sui suoi ideali, principi e regole (capitazioni incluse), nonché sui tempi di norma richiesti per la conclusione delle pratiche burocratiche e l'iniziazione. Ogni Tegolatore provvederà poi, il più tempestivamente possibile, a relazionare discretamente, direttamente, riservatamente e per iscritto al Maestro Venerabile sull'esito della T. effettuata, firmando chiaramente la relazione. Allorché il Maestro Venerabile avrà ricevuto le tre relazioni, se necessario sollecitandole ai Fratelli tegolatori ritardatari, provvederà a darne diretta lettura in Camera d'Apprendista (per assicurare l'anonimato assoluto dei redattori), dando così modo a tutta la Loggia di valutare il postulante e decidere infine, attraverso due diverse votazioni, se approvarne all'unanimità la candidatura a nuovo membro dell'Officina. Y (Profani postulanti - Paesi nordici) La T. viene effettuata direttamente da tutti i Fratelli della Loggia. È opportuno premettere che di norma nei paesi nordici l'Officina si ritrova ogni settimana, ma lavora ritualmente in Tempio una sola volta al mese. Le altre Tornate possono essere definite "bianche" od "aperte", in quanto ci si raduna intorno ad un tavolo ove vengono servite bevande, in genere birra, ed anche portate di cibo. La partecipazione alle bianche è riservata ai Fratelli, ed a capo tavola prende posto il Maestro Venerabile, che davanti a sé tiene il maglietto. All'altro capo della tavola viene sistemato un leggìo, a disposizione dell'oratore di turno. Al termine della masticazione, il Venerabile invita la Loggia all'apertura dei Lavori, costituiti dalla scolpitura di una Tavola di contenuto massonico e dai successivi commenti dei Fratelli. Alle Tornate aperte può partecipare chiunque, anche i profani. Vi si dibattono temi d'interesse generale, e sono sfruttate proprio per valutare i postulanti. In due o tre diverse serate il profano, invitato espressamente a presenziare, viene ogni volta circondato da Fratelli diversi, e quindi così scandagliato da tutti. Evidente che l'intera operazione richieda alcuni mesi. La votazione della Loggia sull'idoneità, ancora espressa all'unanimità, evidenzia poi l'opinione ricavata nel corso della T. collettiva. Y (Nel Tempio) La T. è l'operazione rituale condotta nella Loggia prima dell'apertura formale dei Lavori. Consiste nel riconoscimento eseguito dai Sorveglianti della condizione di massoni di tutto coloro che presenziano ai lavori. La T. viene anche effettuata a cura del Fratello Tegolatore, coadiuvato se necessario dal Copritore Interno, nella Sala dei passi perduti, sui Fratelli visitatori, onde accertarne l'effettiva appartenenza all'Ordine. Nelle obbedienze nordiche consiste in una serie di precise domande cui debbono corrispondere ben determinate risposte. Mancando queste o parte di queste, l'accesso ai Lavori è affidato al buon senso ed alla tolleranza dei Fratelli Tegolatori, che restano considerati comunque garanti dei Fratelli tegolati.

Teismo: Termine di derivazione greca, da deoz, dio, in senso lato identifica qualsiasi dottrina filosofica che ammetta l’esistenza di Dio. In tal senso il T. si oppone all’ateismo. Secondo la distinzione del platonico inglese R. Cudworth, il T. è una dottrina filosofica che si distingue dal panteismo, in quanto ammette il carattere trascendente di Dio, e dal deismo, poiché sottolinea il carattere personale della divinità, ammettendo di conseguenza la possibilità dei miracoli e della rivelazione positiva. La storia del T. filosofico inizia con il pensiero del cristianesimo, e si incentra soprattutto sulla discussione speculativa della Trinità divina. Il pensiero moderno di ispirazione razionalistica, porta al panteismo ed al deismo, in quanto nega il carattere provvidenziale e finalistico della realtà. La distinzione concettuale tra T. e deismo (che venivano usati indifferentemente dall’Illuminismo) si ha in Kant: esiste una teologia trascendentale che determina il proprio oggetto con la ragione pura, mediante il semplice concetto di ente originario, realissimo (ed è il deismo), ed esiste invece una teologia naturale che concepisce Dio mediante un concetto che essa ricava dalla natura dell’anima (e questo è il T. vero e proprio).

Telecinesi: Fenomeno paranormale consistente nello spostamento di oggetti da un luogo ad un altro, operato da parte di un medium (v.) attraverso l'impiego di energie di natura mentale.

Teleologia: Dottrina di genere olistico, dal greco telos, fine. Quindi dottrina che considera la finalità delle cose. Secondo Aristotele, sia i singoli soggetti che i sistemi subordinano il loro comportamento ad un piano globale, da cui dipendono ed in armonia col quale si muovono. Le implicazioni filosofiche e religiose di tale dottrina sono enormi. L’esistenza di un disegno finale inserisce il concetto di destino, e dunque di predestinazione, nonché dell’ipotesi di Dio (v. Olismo). Secondo Hartmann, il bisogno di una spiegazione teleologica della realtà nasce dall’istinto di ricercare un senso delle cose. Tale bisogno ha innanzitutto originato le cosmologie religiose, in cui tutta la realtà appare finalizzata alla volontà di Dio. Anche dopo che la moderna scienza della natura ha escluso dalla spiegazione dei fenomeni naturali l’intervento delle cause finali, questo bisogno è sopravvissuto non solo nei pensieri della vita quotidiana, ma nella stessa filosofia. Secondo Kant, l’esigenza di una spiegazione teleologica della natura esiste soprattutto in rapporto alla sfera della natura organica, dove si realizza una sorta di finalità senza scopo, che non ha nulla a che fare con le teodicee superficiali dei suoi predecessori. Infine Marx considera la T. in rapporto all’attività pratica del lavoro.

Telesma: Termine alchemico indicante la sostanza primordiale dalla quale sarebbe scaturita ogni cosa. Secondo una definizione tradizionalmente attribuita ad Ermete Trismegisto (v. Ermetismo), è contemporaneamente Cielo e Terra, movimento e stasi (v. Tavola di Smeraldo).

Tell el-Amarna: È uno dei luoghi più suggestivi dell'antico Egitto perché evoca la personalità e l'opera del faraone eretico Amenophis IV, noto con il nome di Akhenaton (v.). In questa zona Akhenaton decise di fondare, sul suolo vergine, una città nuova, cui diede il nome di Akhet-Aton (l'orizzonte di Aton). L'iniziativa di Akhenaton era destinata, attraverso una rivoluzione che doveva coinvolgere religione, letteratura ed arti figurative, a porre il sovrano nuovamente al centro della vita del Paese. La città era destinata a contenere i templi in cui veniva praticato il culto del dio Aton, il palazzo reale e le case dei fedelissimi del sovrano. Akhetaton fu abbandonata circa 15 anni più tardi, subito dopo la misteriosa morte di Akhenaton. Vi sono state trovate opere d'arte del tipico stile amarniano di grande valore, ma nella città sono anche molto evidenti infiniti indizi della fretta con cui furono eseguite le costruzioni. Nelle stele confinarie che delimitano la plaga della capitale erano indicate le circostanze della fondazione. Vi si dice come "nel tredicesimo giorno dell'ottavo mese dell'anno sesto (di regno), il faraone, salito su un cocchio d'oro, fosse partito dalla ricca tenda dove aveva trascorso la notte e si fosse recato a nord per stabilire i confini della progettata città di Akhetaton. Dopo aver sacrificato al dio, si diresse a sud in un punto dove i raggi del sole, brillando su di lui, gli indicarono che lì si doveva porre il confine più meridionale. Il faraone giurò sul padre Aton di non oltrepassare mai questo confine, né gli altri due sulla riva orientale e i tre sull'occidentale. Nella necropoli dell'anfiteatro roccioso che circonda la capitale vi sono le tombe dei dignitari della corte amarniana, solitamente risultanti di un atrio esterno, di due sale ipogeiche, talvolta con colonne e della nicchia per la statua del defunto. I rilievi di queste tombe danno un quadro vivace e suggestivo della vita della corte amarniana, secondo l'angolo visuale dei vari personaggi e delle loro funzioni. Vi si trovano gruppi della famiglia reale, scene di preparazione dei cibi e di banchetti della famiglia reale a palazzo, con musicanti, ritorni di spedizioni con portatori di tributi negri o asiatici, cerimonie di insignimento di onorificenze al defunto in presenza del faraone, ricevimenti di delegazioni di stranieri, parate di reparti militari egiziani, sacrifici al sole del faraone e della famiglia e così via. In un uadi che si addentra nella montagna vi è infine la tomba profanata del faraone Akhenaton e della sua famiglia.