Tabernacolo: Termine indicante la tenda da campo usata dall’esercito romano, e per gli Ebrei il santuario portatile contenente le tavole della legge. Nella chiesa cristiana passò poi ad indicare dal XII secolo l’edicola chiusa contenente l’eucarestia, inizialmente murata presso l’altare e, dopo il XVI secolo, collocata sopra l’altare stesso. Tra gli esemplari più significativi vi sono i T. rinascimentali e barocchi in marmo, terracotta e pietra, la cui forma è mediata dall’architettura (piccoli templi con colonne e statuette, in cui viene innalzato il simbolo della croce, corredati nel centro di uno sportello riccamente ornato ed impreziosito da metalli pregiati e pietre preziose), quali il T. dell’Orcagna in Orsanmichele a Firenze, del Bernini nella cappella del SS. Sacramento a Roma.

Taboriti: Corrente estremista degli Hussiti (v.), fondata nel XV secolo da Jan Zizka (1360-1424). Richiamandosi alla dottrina hussita, negavano in quattordici articoli la validità della confessione, della cresima, dell’estrema unzione, della reale presenza di Cristo nell’eucarestia, delle cerimonie liturgiche ed il culto dei santi. Ritiratisi nel villaggio di Tabor presso Praga (1420), vennero dispersi da Sigismondo di Lussemburgo nella battaglia di Lipany (1434). Una parte dei T. superstiti successivamente si fuse con i Fratelli Boemi (v.). Furono anche denominati T. i seguaci dell’arcivescovo di Tessalonica, Gregorio Palamas (XIV secolo), che sostenevano che le anime dei beati potessero vedere Cristo così come apparve nella sua Trasfigurazione (v.) sul monte Tabor.

Tabot: Oppure Tapet, o Theba, secondo il testo sacro ebraico degli etiopi falasha, denominato Kebra Nagast, sarebbe l’Arca dell’Alleanza (v.), sottratta al Tempio di Gerusalemme da Menelik, figlio della regina di Saba (v.) e di re Salomone, intorno al 600 a.C., poco prima dell’invasione di Nabucodonosor, culminata con la distruzione del Tempio e la successiva deportazione del popolo d’Israele. Si tratta di un’ipotesi affatto fantasiosa, dato che è sempre più confermata dai risultati di svariate ricerche condotte negli ultimi anni dagli studiosi. Ogni chiesa etiopica, da Axum al lago Tana, custodisce un T., una sorta di pietra considerata sacra. Viene maneggiata esclusivamente da sacerdoti particolari, ed è sempre occultata agli occhi della gente, anche in occasione dei festeggiamenti del Timkat (17 gennaio, v.) in cui viene portata solennemente in processione.

Tabù: Dal francese tabou e dal polinesiano tapu, il termine è già registrato dagli Inglesi a Tonga sin dal 1771. Adottato poi in Occidente, indica quanto è proibito, non tanto in forza di leggi esplicite, quanto per tradizione morale e sociale. Tale termine ha incontrato grande fortuna nell’antropologia sociale europea della fine del XIX secolo, nell’ambito della teoria del totemismo (v.), nella quale T. indicava tutto ciò che nelle società primitive non è profano, cioè accessibile a tutti, bensì sacro, cioè intoccabile e proibito, come elemento di un sistema di complesse proibizioni religiose. Dall’antropologia sociale il termine è passato alla psicologia: per oggetto T. si intende qualcosa che è inavvicinabile od inconsumabile in forza di un divieto interiore ed emotivo, razionalmente ingiustificato, ma spesso socialmente condiviso. Y (Etnologia e Storia delle religioni): Nella maggior parte delle religioni primitive, le conseguenze dannose della violazione del T. sono ritenute automatiche e derivanti dalla carica di sacralità propria dell’oggetto interdetto, senza tenere in alcuna considerazione l’intenzionalità dell’infrazione. Nelle religioni superiori tali infrazioni assumono il carattere di una punizione divina. Il divieto può essere definitivo o temporaneo, può riguardare l’intera comunità o soltanto certe categorie o persone che si trovano in determinate situazioni. Talvolta il T. può interessare parole o nomi, come nel caso del divieto di nominare il nome di Dio invano, sancito dalla legge di Mosè; presso alcuni popoli primitivi sussiste la proibizione di nominare cose inerenti la caccia. Diffuso presso i primitivi, il T. si esprime anche nelle culture più evolute, soprattutto nel campo delle proibizioni alimentari e sessuali, o nell’uso di simboli ritenuti dotati di particolari poteri, che proprio per la loro intoccabilità sono posti a protezione di campi, piante ed abitazioni. Nelle società primitive gli uomini investiti di cariche o svolgenti determinate funzioni (capi, sacerdoti, stregoni, guerrieri, tessitori o fabbri in Africa, ceramisti in Nuova Guinea) o legate a pratiche magico-religiose (specialisti in tatuaggi), emanano i T., ma ne sono a loro volta oggetto, diventando intoccabili, ed acquistando tutti i dannosi influssi che ne derivano. In Polinesia il T. è spesso connesso al totem (v.), e la relazione degli uomini di uno stesso clan col proprio totem viene proprio rafforzata dal t. che lo ricopre, impedendo di cacciarlo, danneggiarlo o consumarlo, a seconda dei casi. Tale impedimento può essere legittimamente trasgredito dal gruppo in situazioni eccezionali, per ottenere dal proprio totem particolari energie vitali: presso molte tribù che hanno come totem un animale è proibito cibarsi delle sue carni per tutto l’anno, salvo un giorno in cui è espressamente comandate di mangiarle per trarne forza e benefici. Y (Sociologia): Il carattere distintivo del T. consiste nel fatto che l’interdizione non è motivata, e che la sanzione prevista, in caso di violazione, non è una punizione emanata dalla legge civile, ma una calamità, come la morte o la cecità, che colpisce l’individuo colpevole. I T. possono essere considerati come simboleggianti la struttura dei rapporti peculiari ad un gruppo. La loro osservanza da parte degli individui serve a contrassegnare l’appartenenza al gruppo, l’impegno nei confronti dei propri ruoli ed il riconoscimento degli altri ruoli e delle forze interdipendenti con i propri. La violazione del T. è perciò distruttiva del sistema morale e della posizione dell’individuo in questo sistema.

T’ai-P’ing: Movimento nazionalista cinese (Grande pace) a base sociale contadina, fondato nel 1849 da Hung Hsiu-ch’uan, che mescolò nel suo programma vaghi motivi di rinnovamento religioso, con ispirazioni cristiane, un sostanziale programma di rovesciamento della dinastia mancese, di abolizione del feudalesimo e di distribuzione delle terre. Nel 1851 i suoi seguaci controllavano buona parte della Cina meridionale, e proclamarono a Nanchino il loro impero. Solo nel 1864, grazie all’aiuto militare delle potenze occidentali, preoccupate dagli sviluppi nazionalistici che il movimento poteva assumere, il governo di Pechino riconquistò Nanchino, e represse il movimento, mentre Hung Hsiu-ch’uoan si uccise.

Taizè: Comunità religiosa protestante, istituita a .T, in Francia, dal pastore R. Schulz (1942). I suoi membri accettano l’obbligo del celibato e della comunanza dei beni, e si adoperano, nello spirito dell’Ecumenismo (v.), per la riunione delle chiese riformate alla Chiesa di Roma.

Talete di Mileto: Dal greco Qalhz, filosofo greco (Mileto 624-545 a.C.). Secondo una tradizione risalente ad Aristotele, si fa iniziare da T. la storia della filosofia greca ed occidentale. È il capostipite della scuola ionica, i cui prevalenti interessi speculativi furono di tipo naturalistico-cosmologico. Comune ai filosofi di Mileto (v.) è infatti la ricerca del "principio" o "causa materiale" (arxh) che spiega il divenire naturale, la generazione e la corruzione, cioè i fenomeni della vita cosmico-universale. Secondo la tradizione T. sarebbe stato il primo ad individuare nell’Acqua il principio di spiegazione della realtà nei suoi mutamenti qualitativi. La scelta dell’acqua come principio o causa materiale si ricollega all’osservazione che l’elemento umido è presente in tutti i corpi, costituendo l’ambiente indispensabile per lo sviluppo di tutti gli esseri viventi. Tuttavia in tale scelta forse possono essere confluiti elementi mitologici tradizionali, ripresi da antiche teogonie. Particolare importanza assume tuttora il cosiddetto "Teorema di T.", per il quale "un fascio di rette parallele tagliate da due trasversali determina su queste due classi di segmenti corrispondenti tra loro proporzionali".

Talmud: Termine ebraico avente il significato di studio od insegnamento. Rappresenta il titolo di due vaste opere ebraiche: T. palestinese e T. babilonese, in cui i dottori della Legge ('amorraim) di Palestina e di Babilonia riunirono la dottrina tradizionale ebraica nel corso del III-V secolo a.C. I testi del T. comprendono la Misnah (v.) e la Gemarah, serie di osservazioni, discussioni, sentenze, aneddoti e parabole suggeriti agli 'amorraim dallo studio della Misnah stessa. Il T. palestinese (IV secolo), molto conciso, oscuro ed incompleto, è ricco di leggende e di considerazioni d'ordine morale. T. per antonomasia, per la sua diffusione ed autorità, è considerato il T. babilonese (V secolo), ben otto volte più esteso di quello palestinese. Vi prevale l'elemento giuridico e ritualistico. Gli argomenti del T. consistono in halakhah, spiegazioni ed esposizioni di testi giuridici (norme legali, costumi rituali, regole pratiche di vita pubblica), ed haggadah, dogmatica, predicazione, questioni sociali, tradizioni storiche, leggendarie e folcloristiche. Il T. è quindi importante non solo per la focalizzazione di tradizioni giuridiche , ma anche come fonte di notizie sulla vita, la storia ed il pensiero dell'età precristiana cristiana primitiva. Mal compreso per difficoltà linguistiche, suscitò prevenzioni e diffidenze da parte cristiana. Fu ripetutamente oggetto di divieti, sequestri, e roghi. Se ne conoscono pochi manoscritti antichi, mentre la prima edizione a stampa dei due T. risale al 1520-1523.

Tanchelini: Seguaci di una setta eretica sorta nei Paesi Bassi all’inizio del XII secolo per iniziativa del monaco Tanchelmo (Tanckelijn), che si diceva figlio di Dio e sposo della Madonna, e predicava la ribellione al clero corrotto. Alla morte del fondatore (1115) la setta scomparve. Tra l’altro egli combatteva la gerarchia della Chiesa, ritenendola fonte di tutti i mali, soprattutto perché si opponeva alla primitiva povertà evangelica (v. anche Setta dei Lombardi).

Tantra: Testi sacri indiani dell'induismo, comprendenti insegnamenti di ordine magico-operativo, speculazioni filosofiche, inni e trattazioni relative alla medicina, alla chimica ed al dharma, o legge. I T. si dividono in tre diversi gruppi: le Samhita (raccolte) visnuite, gli Agama (tradizioni) sivaiti ed i T. veri e propri, imperniati sulle figura della sakti, l'energia cosmica.

Tantrismo: Indirizzo dell'evoluzione religiosa indiana, sia induista che buddhista, fondato sui Tantra (v.), individuabile nei seguenti punti: reinterpretazione delle nozioni religiose alla luce della pratica rituale, con conseguente sostituzione dell'esperienza alla speculazione, processo simile all'empirismo religioso; potenziamento della personalità fino a conseguire la transumanazione, che nell'induismo significa identificazione con la divinità, mentre nel buddhismo significa il superamento della condizione umana o conseguimento della buddhità. L'ascesi tantrica, distinta dall'ascesi tradizionale, è quella che comunemente viene chiamata yoga (v.).

Taoismo: Dal cinese tao, via della felicità, retto cammino, principio, metodo, ordine universale. Rappresenta il concetto fondamentale del pensiero filosofico cinese. Tao indica il flusso che forma la realtà, muovendosi tra due principi opposti, quello femminile dello Yin (v.), passivo e freddo, e quello maschile dello Yang (v.), attivo e caldo. È il sistema filosofico sviluppatosi in Cina nel VI secolo a.C., dal quale ebbe poi origine una religione. Fondatore del T. è comunemente ritenuto Lao-tzu, cui si attribuisce la tzu, cioè la redazione del Tao-te-ching (v.). Altri grandi rappresentanti del T. furono Chuang-tzu (IV secolo a.C.) e Lieh- (III secolo a.C.). La trasformazione del T. da filosofia a religione organizzata è opera di ChangTao-ling (I-II secolo d.C.). Il T. si presenta come una concezione individualistica, il cui fine è la conservazione dell'esistenza del singolo, evitando ogni possibile danno alla propria persona attraverso la fuga dal mondo ed il ritiro a vita eremitica. Nel Tao-te-ching sono aforisticamente esposte le regole dell'autoconservazione, in base ai principi della prudenza, dell'umiltà, delle modeste pretese e del disinteresse per i beni mondani. Concetto base è quello del wu-wei, la non volontà e l'inazione, che ognuno può raggiungere attraverso lo svuotamento di sé, ovvero il disimpegno di fronte a tutti i legami, i problemi ed i conflitti materiali, che possono far entrare in contrasto con l'ordine cosmico portando all'insuccesso, e quindi alla perdita della tranquillità personale. Per questo il governante saggio non si preoccupa di istituire molte leggi e divieti, ma prende solo le iniziative indispensabili, lasciando al popolo la libertà di fare ciò che vuole. Per conseguire la perfezione interiore l'individuo vivente deve dare valore soltanto a sé stesso, e non agli oggetti della sua esperienza, condannati a restargli irrimediabilmente estranei. All'epoca delle grandi lotte tra i regimi feudali (IV-III secolo a.C.) il T. costituì un momento di opposizione contro la logica del predominio. Al tempo della dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) il T. si sviluppò, raccogliendo nuovi fedeli con la promessa della vita eterna, conseguibile in questa vita attraverso pratiche di vario tipo (alchemiche, dietetiche, ginnastiche, respiratorie e sessuali) capaci di sostituire gli organi corruttibili con altri immortali. Sotto l'influenza del buddhismo, il T. si organizzò in forme conventuali, favorito dai governanti che intendevano opporre una religione indigena alla penetrazione del buddhismo straniero. In seguito gli imperatori della dinastia T'ang (618-907) aderirono al T., ed anche la rinascita del confucianesimo (v.) avvenne grazie alla simbiosi con elementi fondamentali della dottrina taoistica. L'alto clero del T. osservava il celibato, e faceva vita conventuale nelle grandi città od in monasteri, mentre il basso clero praticava le arti divinatorie. Tutti si dichiaravano dipendenti dal T'ien-shish (maestro del cielo), che risiedeva su un monte nell'interno della Cina. Con l'avanzata delle lotte rivoluzionarie cinesi il T. entrò in progressiva decadenza. Il suo pensiero ebbe grande influenza sull'arte e sulla religione cinese, trasmettendovi il senso dell'individualismo, il disprezzo della vita materiale, e soprattutto l'esercizio dell'ironia come arte del distacco dalle caduche cose del mondo.

Tao-Te-Ching: Opera poetico-filosofica dell'antico pensiero cinese, attribuita a Lao-tzu, ma costituente probabilmente una raccolta di scritti di epoca diversa. A causa del suo contenuto altamente esoterico risulta di estremamente difficile comprensione. Veniva usata dai seguaci del Taoismo (v.) come testo per l'insegnamento della dottrina e soprattutto come base per la meditazione.

-Tappeto di Loggia: Arredo di Loggia impiegato unicamente nelle Obbedienze nordiche, specie in Germania presso le Logge A.F.u.A.M. (corrispondente all’italiano A.L.A.M.). Qui il T. sostituisce il Quadro e la Tavola di Loggia, ed è costituito da un tappeto pesante a fondo nero e spartanamente decorato in bianco. Solitamente ha le dimensioni di circa centimetri 170x100. Esso presenta: una doppia cornice, le indicazioni cardinali, il cordone con nappe e cinque nodi d’Amore, il Pavimento a scacchi prospettivato e terminante con sette gradini, le due Colonne identiche e senza scritte, il Sole, la Luna, la Stella fiammeggiante, il righello, Squadra e Compasso in posizione di Apprendista Libero Muratore, la Livella, il Filo a Piombo, il Martello e la Cazzuola. Viene sistemato al centro del Tempio, tra le tre Luci dei Dignitari (come nel Rituale Simbolico Italiano, in figura rappresentate da cerchi), ripiegato in due verso l’Oriente. Nel corso della cerimonia di Apertura dei Lavori, allorché previsto dal rituale, due Fratelli gli si avvicinano (uno da meridione ed uno da settentrione), ne afferrano gli angoli e lo aprono al colpo di maglietto del Maestro Venerabile, con movimento da Oriente ad Occidente, secondo il percorso del Sole. Immediatamente dopo i tre Dignitari di Loggia provvedono alla progressiva accensione delle rispettive Luci, pronunciando formule rituali del tutto simili al Rito Simbolico Italiano. Alla chiusura dei Lavori, dopo che i Dignitari hanno provveduto a spegnere ritualmente le proprie Luci, il T. viene ripiegato, procedendo in senso opposto a quello d’apertura: i due angoli ad Oriente vengono afferrati, sollevati e portati verso Occidente, sempre secondo il moto del Sole, ripiegandolo in due ma verso l’Occidente. L’impiego di questo stesso T. è previsto nei tre Gradi, ma in Camera di Mezzo viene in genere sostituito da un T., decorato ancora in bianco con gocce o lacrime, Bara, Squadra e Compasso ed un ramoscello d’Acacia.

Tarocchi: Termine riferito ad un antichissimo gioco di carte, che gravita intorno ad un complesso ed affascinante mondo di simboli, ricco di insegnamenti, messaggi e stimoli esoterici. È ignota la loro origine, ipotizzata in Cina, in India ed in Egitto, e sono stati attribuiti addirittura ad Ermete Trismegisto (v.). Il gioco si compone di 78 carte figurate, le quali si suddividono in due gruppi: 22 Arcani Maggiori o Trionfi, e 56 Arcani Minori, a loro volta suddivise in 14 carte di quattro semi diversi, denari, coppe, bastoni e spade. Tra gli Arcani Maggiori si distingue il Matto che non è numerato (0), mentre gli altri Trionfi sono numerati da 1 a 21 come segue: 1) il Bagatto, 2) la Papessa; 3) l’Imperatore; 4) il Papa; 6) gli Amanti; 7) il Carro; 8) la Giustizia; 9) l’Eremita, 10) la Ruota della Fortuna; 11) la Forza; 12) l’Appiccato; 13) la Morte; 14) la Temperanza; 15) il Diavolo; 16) la Torre (casa di Dio); 17) la Stella; 18) la Luna; 19) il Sole; 20) il Giudizio; 21) il Mondo. Come gioco viene praticato soprattutto in Piemonte, da tre o quattro giocatori, ognuno dei quali deve sottrarre agli avversari le carte più alte rispondendo sempre al seme di uscita di ciascun giro; in mancanza di carta del seme del giro viene giocato uno dei trionfi. . I T. vengono molto impiegati nella Cartomanzia (v.), un metodo divinatorio basato sulla consultazione delle carte, poiché consentono una vasta gamma di interpretazioni resa possibile da diversi raggruppamenti (ternari, quaternari, a ruota, ecc.), nonché dalle infinite corrispondenze astrologiche, cabalistiche e mistiche, di cui il simbolo di ciascuna carta può essere caricato. In particolare gli Arcani Maggiori sono strettamente connessi alla realtà della vita umana. Secondo Stuart R. Kaplan (I Tarocchi, Ediz. Mondadori, 1972), "Ciascuno di noi ha in sé qualcosa delle facoltà creative e magiche del Mago, una vena di follia del Matto, ed un quid di demoniaco del Diavolo. Ci si imbatte ripetutamente nell’uomo d’affari o nel politico, simboleggiati dall’Imperatore, come nella donna efficiente, razionale e dinamica, l’Imperatrice. Convinzioni religiose o sentimenti d’amicizia fanno sperimentare il tradizionalismo del Papa. Si vivono momenti di ammirazione mescolata ad un senso di disagio di fronte alla sapienza della Papessa, saggia e dotta quanto incapace ri emozione e reazione. La vita è frenetica e trascinante, come un guerriero del Carro tirato da due cavalli, diretti verso direzioni opposte, verso l’ultimo fallimento od il massimo trionfo, dimentichi delle virtù cardinali della Temperanza, della Giustizia e della Fortezza. Il tempo (l’Eremita) è il bene più fugace. Dopo una vita spesa alla ricerca del vero Mondo, si è finalmente chiamati al momento del Giudizio. Si scopre con amarezza che ogni giorno trascorso avvicina lentamente la fine, il termine della vita.. Questa è la processione dei T., dalla nascita e creazione del Mago e l’innocenza del Matto, agli ultimi momenti che conducono inesorabilmente alla Morte". Oltre al tipo classico italiano, la Cartomanzia impiega diverse versioni delle carte dei T., più noti con il termine francese Tarot, ognuna riferita ad incerte origini o di recente edizione, quali: T. delle Stelle o la Forza Celeste; i Misteri della Sibilla; T. di Giulietta e Romeo; Antichi T. divinatori; Antichi T. lombardi; Antichi T. marsigliesi; Antichi T. italiani; Antichi T. esoterici; T. della Zingara (solo 24 carte); T. di vetro; T. degli Gnomi; T. dell’Indovino; T. piemontese; T. bolognese; T. di Kazanlar; Antichi T. illuminati; T. del Rinascimento; T. liguri; T. cabalistici; T. specchio dell’Anima; T. Egiziani; T. classico, T. di Nostradamus; T. spagnolo; T. dorato di Bellini; T. di Oswald Wirth; T. del Golden Dawn, ecc. ecc. In tali versioni la struttura, riguardante le corrispondenze astrologiche e quelle con l’Albero della Vita cabalistico, rimane pressoché invariata, essendo quella in linea di massima elaborata nell’ambito ed all’interno della dottrina dell’Ordine ermetico del Golden Dawn (v. Tarocchi del nuovo Eone).

Tarocchi del Nuovo Eone: Assai prima che il termine New Age (Nuova Era) diventasse di gran moda per indicare il cambiamento ciclico delle epoche mondiali dovuto al movimento dell’asse terrestre rispetto alle stelle fisse, il fenomeno della precessione degli equinozi, lo stesso concetto era espresso con il termine Eone (v.), dal nome del dio persiano del tempo Aìon. Questo concetto era particolarmente diffuso in ambito gnostico ma accettato da quasi tutto il pensiero esoterico. Secondo questa divisione delle epoche mondiali in Eoni, ere che hanno una durata di poco più di 2000 anni, la nostra sarebbe l’Era dei Pesci che va finendo per dar luogo alla nuova Era dell’Acquario. Sulla data di inizio di ogni era non è possibile essere matematicamente precisi, anche se l’attesa per questa nuova è tra la fine di questo millennio e l’inizio del prossimo. Chi non ha avuto molti dubbi su quando collocare l’inizio del Nuovo Eone è stato Aleister Crowley, "il più grande mago moderno" o "la grande Bestia" come amava autodefinirsi. Dall’8 al 10 aprile del 1904, nelle ore intorno a mezzogiorno, al Cairo, egli sostenne di aver ricevuto attraverso l’intermediazione di Aiwass, un’intelligenza extraterrestre, il Liber AL vel Legis (Il Libro della legge) che annunciava l’inizio di una nuova epoca: "Ciò fu compiuto nell’anno 1904 dell’era volgare, quando il dio igneo Horus soppiantò il dio aereo Osiride nell’Oriente come Ierofante. All’inizio perciò di questo nuovo Eone, è opportuno esporre il messaggio di quell’angelo che ne ha portato la notizia alla terra." (A. Crowley, Il Libro di Thoth, p.97 Ediz. Sarva). Diversi anni dopo questo evento, il 21 marzo 1944 e.v. h.5.29 p.m., Sol in 0°0’0" Aries, veniva pubblicato, in edizione limitata a 200 copie, The Book of Thoth, il Libro di Thoth, il nuovo mazzo di Tarocchi che l’artista Lady Frieda Harris, sotto la direzione dello stesso Crowley, aveva disegnato nel corso di cinque anni di lavoro, e che doveva "servire da mappa agli intraprendenti navigatori del nuovo Eone, per guidarli attraverso il Grande Mare della Comprensione Intellettiva fino alla Città dellle Piramidi". (A.C., op.cit. p.7-8). Ma andiamo con ordine: chi era Aleister Crowley? Rispondere a questa domanda non è facile, perché attorno alla sua figura sembra essersi addensata tutta l’ombra collettiva, che sorge quando si parla di occulto. Del resto, per tutta la vita lo stesso Crowley godette ad accreditare questa fama oscura, a partire dallo stesso nome che si scelse come mago: "TO MEGA THERION", la Grande Bestia 666 dell’Apocalisse. Tutta la sua vita fu dedicata all’eccesso e quasi tutti coloro che furono attratti da lui fecero un’amara esperienza di questa attrazione. La sua fama negativa, "il più nero dei maghi neri", accompagna anche la sua opera e, quindi, il suo mazzo di Tarocchi nonostante questo sia sicuramente uno dei più interessanti mazzi moderni, sia dal punto di vista pittorico che da quello simbolico. Aleister Crowley, nato in Inghilterra il 12 ottobre del 1875, entrò a far parte dell Ordine Ermetico della Golden Dawn nel 1898 e iniziò i suoi studi sui Tarocchi che sarebbero durati tutta la vita, insieme agli studi alchemici e alla conoscenza dello yoga e dell’I Ching. I suoi viaggi intorno al mondo lo portarono anche in Sicilia dove nel 1920, nei pressi di Cefalù, fondò l’Abbazia di Thelema, una comunità magico - sessuale, che doveva attuare i dettami del Liber Legis ( "Fa’ ciò che vuoi, sii la Legge") fin quando, nel 1923, le autorità fasciste lo espulsero dall’Italia. Dopo diversi anni trascorsi in giro per l’Europa, Crowley ritornò in Inghilterra, dove morì nel 1947. Ma, al di là della sua vita vissuta sempre sopra le righe e delle accuse di satanismo che lo circondarono, egli fu sicuramente un vero studioso e conoscitore delle dottrine esoteriche non solo occidentali; e questa conoscenza e questi studi, a volte esuberanti e traboccanti anch’essi, furono riversati nella costruzione del suo mazzo di Tarocchi, il Libro di Thoth, che risulta essere un compendio delle sue teorie e di quelle rivelazioni che Crowley sostenne aver ricevuto dai Capi Segreti dell’Ordine appunto nel 1904. La creazione di questo Tarocco però non sarebbe stata possibile se, nel 1937, Aleister Crowley non avesse incontrato l’artista Lady Frieda Harris che, già attratta dalla ricerca magica e spirituale, rimase affascinata dal suo carisma anche se non cedette mai alle sue avances. Ella non conosceva quasi nulla del Tarocco, ma "possedeva nella sua stessa destra lo Spirito Essenziale del Libro" (A.C. op.cit. p.7), e rimase completamente coinvolta e assorbita da questo lavoro che, come abbiamo visto, durò ben cinque anni. Il mazzo dei Tarocchi fu completamente ridisegnato, secondo le istruzioni di Crowley, non solo per quanto riguarda i 22 Arcani Maggiori o Atu. Lo furono anche le 56 Carte Minori, anche se la struttura riguardo le corrispondenze astrologiche e quelle con l’Albero della Vita Cabalistico rimase, in linea di massima, quella elaborata all’interno della Golden Dawn. Inoltre, nel Tarocco Thoth, alcuni Atu portano nomi diversi dai tradizionali, mentre altri sono stati completamente rivoluzionati.

Tartaro: Termine che, nella mitologia classica, indica una località ultraterrena, generalmente rappresentata come una pianura squallida e buia cinta da invalicabili mura e porte di ferro con soglie di bronzo (Iliade, di Omero,8, 17-20), dove stanno i Titani sconfitti da Zeus. Nel T. venivano collocati anche alcuni grandi colpevoli del mito, quali le Danaidi, Sisifo, ecc. Su di esso poggerebbero le radici della terra, del mare e del cielo. Secondo il Graves (I Miti Greci, Ediz. Longanesi, 1983), "Quando le ombre scendono al T., il cui ingresso principale si trova in un bosco di pioppi bianchi, presso il fiume Oceano, ciascuna di esse è munita di una moneta, che i parenti le hanno posta sotto la lingua. Possono così pagare Caronte, il tristo nocchiero che guida la barca al di là dello Stige. Questo lugubre fiume delimita il T. ad occidente, ed ha come tributari l’Acheronte, il Flegetonte, il Cocito, l’Averno ed il Lete. Le ombre che non hanno moneta devono attendere in eterno sulla riva, a meno che non riescano a fuggire ad Ermete, la loro guida e custode, introducendosi nel T. da un ingresso secondario, come Tenaro, in Laconia, od Aorno, nella Tesprozia. Un cane con tre teste, chiamato Cerbero, monta la guardia sulla sponda opposta dello Stige, pronto a divorare i viventi che osassero introdursi laggiù, oppure le ombre che tentassero di fuggire". Y (Massoneria): Il T. è una sostanza alchemica dalla quale si ricava la forza per operare nella Maestria. È simboleggiato da un quadrilungo (v.), ovvero da un quadrato allungato. Esso ricorda il Tempio dove si radunano i Fratelli per lavorare, ed è anche il simbolo della Pietra Grezza (v.) che ogni Massone deve sgrossare attraverso il suo affinamento spirituale, levigandone la superficie fino a farla diventare Pietra Cubica (v.).