Società di Antroposofia Universale:  Movimento religioso moderno che si ispira alle teorie di R. Steiner (v. Antroposofia);

Speranza: Una delle tre virtù teologali, con la Fede (v.) e la Carità (v.), che, secondo la teologia cattolica, consiste nella sicura attesa della beatitudine eterna e dell'assistenza della Grazia per conseguirla. Attesa fiduciosa di qualcosa di cui si è certi o ci si augura che consista il proprio bene, oppure di qualcosa che ci si augura avvenga secondo i propri desideri. Y (Massoneria) Si sa che il filo a piombo, o perpendicolare, unisce il cielo e la terra, lo Zenit con il Nadir. L’uomo, nel formulare una speranza e nell’esprimere un desiderio appellandosi alla Grazia divina, leva gli occhi al cielo. Al contrario l’uomo disperato abbassa il capo verso la terra. Sono constatazioni che giustificano come, nella Tetraktys alchemica, la perpendicolare venga associata alla S. La S. è l’anima stessa della Massoneria; infatti ciò che caratterizza quest’ultima è la sua fede inalterabile in un avvenire migliore; è la certezza che, in ogni caso, l’Umanità continuerà progredire, a marciare verso il fiorire del benessere, ovvero verso una realizzazione, indefinita ed illimitata, del tutto ideale. A quanti pongono le loro speranze in una rivoluzione unica, legittima ma sanguinosa e brutale, la S. fa rilevare che la rivoluzione è soprattutto ri-evoluzione, ovvero un’evoluzione ininterrotta. Sebbene talune dottrine vogliono che l’uomo chini il capo al cospetto di una colpa commessa da un suo antico progenitore, la Massoneria fa propria la parola di Mosé: "Non si faranno certo morire i figli per i padri, ma ciascuno non morrà che dei propri peccati" (Deuteronomio 24, 16; 8, 310). I migliori agenti del progresso restano il malcontento e l’insoddisfazione. Senza questi l’uomo sarebbe tuttora vestito di una pelle d’orso a fare la guardia alla sua caverna. Questa fede massonica nell’avvenire è ben espressa da due delle celebri Triadi dell’Isola di Bretagna, e cioè: "Tre cose vanno, senza tregua, crescendo nell’Universo, ed esse sono la Luce, la Verità e la Vita. Tre cose vanno, senza tregua, diminuendo nell’Universo, ed esse sono l’Ignoranza, l’Errore e la Morte". Si può affermare che la tradizione massonica, passando attraverso la Scozia, si è impregnata di numerosi elementi Duidici, e quindi celtici, quali il Ternario (Triade), le Colonne (Megaliti celtici), l’Oriente (il Sole levante), il Delta (Dio a tre raggi) ed il culto della Luce, che corrisponde alla S. nell’avvenire. Nell’anima del Massone la S. è quella virtù che fa volgere la sua volontà verso l’approfondimento degli insegnamenti iniziatici, quali rivelati dalla simbologia, acquisendo gradatamente l’illuminazione totale. Una virtù questa del tutto inaccessibile se non stimolata dalla fede muratoria, che sola dà alla S. il suo oggetto ed il motivo su cui appoggiarsi. Y (G.O.I.) Secondo le antiche tradizioni la S. rappresenta una virtù. La S., in quanto virtù, può essere perciò associata a una delle forze vitali che ci accompagnano perennemente lungo il nostro cammino. Di volta in volta essa prende forza dalla presa di coscienza di uno scopo vitale, come può servire a consolidare in noi tale coscienza. Il riuscire a cogliere l'essenza della S. ci consente di focalizzare la nostra stessa centralità. La S. è del tutto indipendente dalle situazioni contingenti, quindi non ha significato il fissare obiettivi alle nostre S., confondendole con i nostri desideri. Occorre invece considerare il modo di essere associato alla piena coscienza di vivere secondo S., poiché è allora che si percepiscono le forze della virtù. Simbolo della S. è l’Ancora. Y (Esoterismo) Le esperienze esoteriche ci portano in contatto con un Universo del tutto particolare, che presenta aspetti e regole che valgono per tutti, e che per questo dev'essere considerato come oggettivo. Tali esperienze vengono vissute solo su base individuale, cioè esclusivamente soggettiva, e non sono comunicabili ad altri. Questo vale anche per le introspezioni, cioè durante le comunicazioni con noi stessi. Si deve intendere con chiarezza l'errore che si può commettere allorquando si indulge troppo in un colloquio interiore, che può trasformare un'esperienza esoterica in una essoterica, senza valore alcuno. L'exoterismo, se rivolto verso l'interiorità, diventa del tutto soggettivo. È allora che si manifestano le false speranze, che non possono che implicare l'apporto di illusioni e delusioni. Forse opportuno ricordare il proverbio. "Chi perde denaro perde qualcosa, chi perde l’onore perde molto, chi perde la S. perde tutto".

Spiga di grano: Simbolo massonico che, nella ritualità anglosassone, compare nel grado di Compagno d’Arte, in riferimento all’episodio biblico della guerra tra gli uomini di Efraim e gli Ammoniti: "I Galaaditi intercettarono gli Efraimiti al guado del Giordano; quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: Lasciatemi passare, gli uomini di Galaad gli chiedevano: Sei un Efraimita? Se quegli rispondeva: No, i Galaaditi gli dicevano: Ebbene, dì Shibboleth, e quegli diceva; Sibbolet, non sapendo pronunciare bene la parola. Allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano" (Giudici 12, 5-6). Il termine ebraico shibboleth compare nella Massoneria nell’opera francese L’Ordre des Francs Maçons Trahi del 1745, e dal 1760 in poi lo si ritrova in tutti i rituali inglesi. La S. è simbolo d’abbondanza (come il melograno, v.) che presenta però valenze specificatamente misteriche. La vicenda del grano rientra infatti nell’ambito delle passioni vegetali, manifestando un nucleo centrale di morte-rinascita e di cibo-coscienza, tipico dei simboli collegati al ciclo alimentare. È significativo il precedente eleusino, nei cui rituali compariva processionalmente il kikeon, ovvero la S.

Spinta: (Massoneria) Il termine può dar luogo a molte interessanti riflessioni. Una S. può sicuramente dare origine a un moto. In questo senso il risultante movimento è del tutto equivalente a quanto si può ottenere seguendo un'attrazione. Tuttavia i fenomeni non ci appaiono del tutto equivalenti se passiamo ad un più attento esame da un punto di vista esoterico. La S. implica una sorta di passività da parte di chi la riceve, che non può fare molto per provocarla. Al massimo può cercare di comprenderne le origini, ma tale conoscenza non porta necessariamente ad un aumento della forza originaria alla base della S.. L'attrazione può invece portare ad un maggiore coinvolgimento di chi ne è oggetto. L'attrazione, quella esoterica naturalmente, è in genere legata alle ispirazioni. Un artista capace di portare chiarezza alle proprie ispirazioni, determina un aumento degli effetti della forza attrattiva, eliminando le scorie che si frappongono generando inutili resistenze dissipatrici.

Spirale: Antichissimo segno reperibile nelle incisioni rupestri, specie quelle eseguite nelle grotte o nelle caverne. La S. simboleggia l’esistenza umana ed il suo ritorno verso l’origine, nonché la potenza dinamica universale, il principio Creatore, il G.A.D.U. (v.). Essa è costituita da una linea curva aperta, che si arrotola intorno al punto di partenza. Secondo M.G. Wiesen (La danza sacra, Ediz. Senil, 1961), "La S., immagine schematica dell’Universo in costante evoluzione, simboleggia il movimento impresso dallo spirito, ponendo in risalto la relazione del Centro (v.) con il Cerchio (v.). Tutte le danze con tema di Spirito o di Labirinto (v.) imitano il viaggio dei defunti ed i meandri del cammino, simboleggianti le peregrinazioni dell’anima".

Spiritismo: Dottrina basata sull'esistenza e manifestazione degli spiriti, fondata da Allan Kardec, che nel 1857 ne ha codificato basi, natura e finalità nel suo "Le Livre des esprits". La convinzione di poter stabilire contatti con gli spiriti era diffusa fin dai tempi più antichi, specie in Egitto ed in Mesopotania, ed ebbe sempre largo credito presso i popoli primitivi (Haiti, Americhe, Africa ed Oceania). La dottrina cristiana condannò lo S. ritenendolo di ispirazione diabolica, una condanna recentemente mutata in raccomandazione alla massima cautela. Ufficialmente negato, sopravvisse come pratica di minoranze emarginate nella stregoneria e nell'occultismo. Verso la fine del XVIII secolo si determinò un terreno favorevole alla ripresa dello S. Dall'America, dove si erano effettuate le prime esperienze di S., la pratica delle sedute spiritiche si diffuse in Europa, specie tra i ceti più abbienti come la nobiltà. Una prima sistemazione teorica del fenomeno fu opera di Andrew Jackson Davies (v. Relations with the Spirits, del 1848). Poi vennero gli studi di Allan Kardec (Il Libro degli Spiriti, del 1857), che pose alla base della sua dottrina la constatazione che l'uomo è formato da tre principi: un corpo fisico, che si corrompe dopo la morte; un corpo fluido, o perispirito, od astrale, che rende possibili le attività paranormali dei viventi, costituendo un tramite d'unione tra questi ed i defunti; un corpo etereo, uno spirito perfetto ed indistruttibile. Altri concetti fondamentali dello S. sono: l'esistenza di Dio, causa prima di ogni realtà; l'esistenza di uno spirito immortale, unito al corpo fisico durante la vita terrena per mezzo del corpo astrale, conservato fin dopo la morte; la possibilità di stabilire rapporti tra il mondo dei viventi e quello dei defunti attraverso un medium; la progressiva evoluzione (v.) dello spirito verso la perfezione. Gli spiritisti negano l'esistenza del demonio, ma ammettono l'interferenza di entità involute che si trovano in condizioni astrali, definite larve. Respingono quasi del tutto anche la tesi dantesca, interpretata letteralmente, sull'esistenza del giudizio divino al termine d'una singola esistenza (ritenuto incompatibile con la perfezione divina), e sull'esistenza dei tre regni ultraterreni dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, intesi rispettivamente come luoghi di espiazione, di pentimento e di premio. Per loro l'Inferno è identificabile con la vita terrena, il Purgatorio con il mondo astrale, ovvero simile al Bardo Todol (v.) del buddhismo tibetano, ed il Paradiso con il mondo etereo o dello spirito. Occorre infine notare che ormai tutti i seguaci dello S. credono almeno nella reincarnazione, molti nella metempsicosi (v.), mezzi indispensabili per logicizzare ed anche per conseguire l'evoluzione, viste le restrizioni, i condizionamenti e le enormi limitazioni imposte all'essere umano da una sola singola vita terrena.

Spirito: Sostanza incorporea che costituisce il principio delle attività intellettuali, della vita morale e religiosa. Del termine S. si possono distinguere diversi significati: 1) Anima razionale od intelletto, significato prevalente nella filosofia moderna e contemporanea, e nel linguaggio comune; 2) Pneuma od energia che anima la realtà, così concepito dalla fisica stoica e da essa passato a varie dottrine antiche e moderne; 3) Nella filosofia cristiana sono le sostanze incorporee, cioè gli angeli, i demoni e le anime dei defunti. Il significato più frequentemente presente nella problematica filosofica è il primo. Con tale significato il termine fu introdotto da Cartesio, ed è al centro del dibattito gnoseologico del razionalismo e dell'empirismo di Hegel (S. soggettivo, S. oggettivo e S. assoluto) e dell'idealismo italiano del XX secolo. Per lo Spiritismo (v.) è il corpo etereo, ovvero la coscienza, l'essenza immortale dell'essere, del quale rappresenta l'identità effettiva risultante dall'insieme di tutte le esperienze acquisite nelle successive incarnazioni. Per i primitivi l'idea dello S. è legata all'opinione che esistano due anime: una che dà la vita e ne garantisce le funzioni essenziali, l'altra che consente la continuazione dell'esistenza dell'uomo dopo la morte. La presenza dello S. non è però limitata agli esseri umani, ma è estesa a tutti gli esseri, in un quadro di rapporti dominato da una forza misteriosa ed attiva che si rivela come S. che agisce sulle cose, È il mana per i Melanesiani, l'orenda per gli Irochesi, il wakonda per i Sioux, manitù (v.) per gli Algonchini, oki per gli Uroni, zemi per le popolazioni delle Antille e sila per gli Esquimesi. Queste credenze rimasero come elemento costante nella tradizione del pensiero popolare, arrivando fino ai nostri giorni attraverso certe forme di folklore, che affermano un intervento costante di S. benefici o malefici nella realtà fisica e psichica umana.

Spirito guida: Ogni religione ha insegnato all’uomo che qualcuno, un essere spirituale, uno spirito eletto, uno spirito amico od un angelo lo segue sempre lungo l’intera esistenza, dalla nascita alla cosiddetta morte. In effetti ogni creatura dispone di una guida spirituale, la quale rappresenta quel centro di coscienza che riassume tutte le creature viventi guidate. È nota l’esistenza della comunione dei Santi, di tutti i sentire degli esseri, la comunione di tutti gli esseri verso cui si procede per costituire in consapevolezza un solo immenso essere spirituale, fino ad un solo essere cosmico. Scendendo lungo la scala della gerarchia spirituale, si incontrano le guide spirituali, che sono la fusione di tutti gli esseri sensitivamente sottostanti. Le guide spirituali hanno lasciato, almeno temporaneamente, la ruota delle morti e delle rinascite, i mondi delle percezioni, e sono esseri di un’altezza evolutiva indefinibile, di norma superiore a quella del vivente loro affidato. La parapsicologia definisce S. quest’entità spirituale che affianca ogni essere vivente, che fin dalla nascita fa praticamente parte della coscienza (v.) individuale. Nei momenti in cui l’individuo si ritrova ad un bivio, essendo costretto a prendere una decisione, la coscienza, di cui fa parte lo S., trasmette segnali destinati a rappresentare la realtà in modo preciso e netto. È quello che usualmente viene chiamata la voce della coscienza. Questa non è che una comunicazione proveniente dall’intimo degli esseri, che induce ad operare la scelta migliore, più conveniente perché più congeniale, più compatibile con la natura ed i parametri costitutivi dell’individuo. In sintesi la guida spirituale individuale, S. od Angelo (v.) custode che dir si voglia, non andrebbe vista come entità estranea, anche se in effetti lo è, un essere amico che ripara dai colpi e protegge, bensì come qualcosa che affiora dal nostro intimo al momento opportuno, facendo sbocciare la coscienza, che tende a far affermare i principi superiori nei confronti degli impulsi deteriori ed animaleschi che provengono dall’ambiente e dai veicoli inferiori di ogni individuo. Lo S. assume peculiare importanza se affiancato a soggetti destinati ad insegnare qualcosa di spiritualmente utile agli altri. Egli diventa allora un suggeritore di idee, che il protetto fa inconsapevolmente proprie, mettendole subito in pratica. Questo avviene perché quella persona, da sola, non riuscirebbe a fare quanto invece deve fare e che serve agli altri, spesso come esempio. Si tratta di un’impresa di profonda unione tra le creature. Talvolta tra lo S. e l’incarnato esiste un legame che risale a vite precedenti, in quanto l’affetto ancestrale facilita il legame telepatico richiesto per la sicura efficacia dell’intervento assistenziale effettuato.

Spiritualismo: Movimento di pensiero sorto in Francia nel XIX secolo che, reagendo al positivismo, intese la filosofia come analisi e chiarificazione della coscienza, ispirandosi spesso a valori cristiani. Fu rappresentato da Maine de Biran, Bergson, Blondel, Bavaisson e Lachelier in Francia, e da Rosmini e Gioberti in Italia.

Spiritualità: Il termine definisce le modalità attraverso le quali un credente od un gruppo di credenti esprimono la loro fede in un dato tempo. Oggi la vita di fede risente dell’influenza della scienza, specie della psicologia, nelle ricerche spirituali di religioni non cristiane, e dei cammini di liberazione di taluni popoli oppressi. Il recente ritorno alla S. dev’essere oggetto di attenta valutazione, poiché talvolta risponde ad una necessità affatto religiosa. La vita spirituale è stata talvolta minimizzata per essere trasformata in morale sociale, con conseguente riduzione della fede ad un piano etico, tanto da impegnare le comunità religiose nel campo sociale, senza coinvolgimento alcuno nella trasmissione della fede e nel cammino spirituale dei credenti. Di qui l’urgenza del ritorno alle sorgenti della S., specie se cristiana, ridando senso alle espressioni di fede spesso svuotate dei loro contenuti essenziali o ridotte a veicoli di ipocrisia. Frutti primari della S. sono l’amore, la gioia e la pazienza (Galati 5,22). In senso esoterico, la S. si contrappone al materialismo, così come la virtù al vizio, il bene al male ed il bianco al nero, esaltando l’importanza primaria che l’essere umano, portatore della scintilla divina e in quanto tale teso verso l’evoluzione singola e collettiva, affidata alla ricerca della Verità.

Squadra: È considerata una delle Luci Maggiori della Loggia, il simbolo più importante del Lavoro massonico, e viene disposta sull'Ara con il Compasso (v.) ed il Libro della Sacra Legge (v.). Per gli operativi era lo strumento idoneo ad erigere un muro, un edificio, una cattedrale. Viene ancora impiegata per controllare l'accuratezza della lavorazione delle pietre sgrossate. Utensile fisso, quindi passivo, comprende in sé il filo a piombo e la livella. Simboleggia il rigore morale e la perfezione, assumendo anche il significato di equilibrio tra gli opposti, di conciliazione tra piano fisico ed intellettuale, tra spirito e materia, tra attivo e passivo, tra iniziativa ed obbedienza. È preziosa in quanto disciplina, precisa ed orienta senza costringere. La S. suggerisce dirittura morale, frutto di educazione e di volontà ma spesso dote naturale, veracità nelle opinioni e nei pensieri, equilibrio ed onestà di propositi. È la luce interiore, ed è simbolo delle idee del diritto e del dovere, dell'attività etica e della Materia. È infine simbolo di Rettitudine, di Legge e di Giustizia. All'Oriente la S. adorna il trono ed il petto del Maestro Venerabile, perché i suoi insegnamenti e le sue direttive debbono essere sempre sagge e rette, e perché è da lui che si deve irradiare e diffondere la Luce massonica su tutti i Fratelli della Loggia. Il Wirth fa infine notare come sia la Croce che il Quadrato possano essere considerati come formati da due o quattro S. a braccia uguali, riuniti alla loro sommità od alle loro estremità. Il concetto viene ripreso dall’illustre Fr. Ivan Mosca, che lo estende all’impiego di quattro squadre "a forca", ovvero asimmetriche, l’unica considerabile da muratore (quella simmetrica è da falegname). Egli sostiene che nelle Logge operative tale tipo di squadra era indossata da tre Maestri (simbolicamente rappresentanti Re Salomone, Hiram di Tiro ed Hiram Abif) che, all’apertura dei Lavori, deponevano le loro squadre sulla Bibbia, ove già se ne trovava una quarta. Le quattro squadre formavano così la "swastika", rappresentazione del Sole, e quindi dello Spirito, la scintilla divina. Disposte invece divergenti, formavano un quadrilungo, emblema della materia, della Terra e quindi del Corpo fisico. Disposte infine in modo convergente, formavano la Croce Cosmica. Quindi le quattro squadre "a forca" potevano formare gli emblemi sia dello spirito che della materia, come anche l’emblema di ciò su cui il corpo è crocifisso affinché l’anima possa purificarsi. Y (G.O.I.) Come tutti i Simboli, anche la S. propone un modo di essere. Mentre il significato della S. può essere considerato sotto molteplici punti di vista, in relazione con i più svariati eventi, tuttavia il modo di essere ad essa associato rimane sostanzialmente il medesimo. La S. ci appare come un mezzo di osservazione e misurazione di una realtà percepita. Essa si presenta con due bracci ad angolo retto, che implicano due punti di vista o riferimenti del tutto indipendenti fra di loro. In tal modo è possibile avere una misurazione imparziale, senza che uno dei punti di vista prevalga sull'altro. Appare quindi chiaro che la S. proponga il dovere di essere imparziali ed equilibrati nelle nostre osservazioni. Ma in aggiunta la S. propone alla nostra attenzione soprattutto il modo di essere che si accompagna ad ogni imparziale osservatore, prima e dopo le osservazioni e le misurazioni.

Squadrare: In gergo massonico, questo verbo assume due diversi significati: · 1) camminare od ambulare secondo un percorso quadro lungo il perimetro del Pavimento a scacchi (v.) del Tempio, all'ingresso in senso orario (Rito Emulation) od antiorario (Rituale Moderno) ed all'uscita (ambulazione in senso contrario al precedente) dei Fratelli della Loggia. Al riguardo molti ritualisti ritengono fondamentale per la consacrazione del Tempio massonico che la squadratura all’ingresso sia effettuata rivolgendo il lato sinistro del corpo, ovvero il lato solare-maschile-sacro (v. Rebis), verso le tre Luci minori (le candele) onde energizzarle dopo la spoliazione dai metalli, Luci che saranno poi accese attraverso il Testimone (v.) all’apertura dei Lavori. Questo spiegherebbe l’opposta ambulazione succitata, in quanto nel Rituale Emulation tali Luci sono poste oltre il perimetro del Pavimento, mentre in quello Moderno sono al suo interno. · 2) con riferimento alla Pietra grezza, significa l'operazione di sgrossatura e finitura in forma cubica effettuata su di essa, simbolicamente così rappresentando il compito primario affidato dalla Libera Muratoria soprattutto agli Apprendisti.

Stagioni e Massoneria:  Stabilito come dato di fatto che la Libera Muratoria sia erede di tutte le Tradizioni esoteriche, avendo incorporato nella propria dottrina quanto di meglio l'Umanità abbia saputo esprimere nel corso del sua epopea evolutiva, tra queste non può certo mancare uno stretto legame con la natura. Le stagioni annuali ed i loro limiti, costituiti a equinozi e solstizi, rappresentano indubbiamente la parte più importante delle leggi che le regolano. Se ne deduce che la Massoneria è strettamente legata a tali leggi. Ne consegue che l'attività massonica non può che essere connessa con queste, e da queste in qualche modo dipendenti. Evidenziato il legame con i due solstizi (v.), già definite porte di comunicazione verso il basso (Estate) o verso l'Alto (Inverno), si può affermare che gli equinozi siano pure essi porte, ma a duplice direzione, ovvero di interscambio tra Creato e Creatore. Occorre qui sottolineare la sequenza degli eventi naturali che nel corso d'ogni anno solare definiscono le fasi attive dell'anno massonico. ¨ 

Si ritiene che qualsiasi deviazione alle leggi citate costituisca offesa alla natura, e quindi grave attentato alla regolare sopravvivenza dell'Istituzione Massonica Universale.

Stagno: Metallo al quale i filosofi ermetici conferiscono il nome di Giove, figlio di Saturno (v.). L’Alchimia impiega tale termine per indicare il colore grigio prodotto nel corso delle fasi dell’Opera, che succede al nero (Saturno) come prodotto intermedio del processo di trasmutazione.

Statuti generali: Dal frontespizio della pubblicazione edita a Torino nell’ottobre 1972, si rileva il titolo completo dell’opera, ovvero "Statuti Generali della Società dei Liberi Muratori del rito Scozzese Antico ed Accettato, pubblicati in Napoli nel 1820". Contiene 579 articoli , sanzionati e firmati dai tre Grandi Oratori del Grande Oriente delle due Sicilie: Domenico Gigli, della Loggia di Amministrazione; Tommaso Mazza, del Sovrano Capitolo generale; Orazio De Attelis, della Gran Loggia Simbolica. Riprodotta integralmente e fedelmente da un esemplare dell’edizione "Roma Stabilimento Giuseppe Civelli 1908", vuole rappresentare un documento storico, ovvero il primo tentativo ufficiale di formalizzare una Costituzione Massonica nel territorio italiano. Eloquente la prefazione anonima agli S., che all’inizio recita: "Quella unione di uomini saggi e virtuosi, che con allegorico significato si appella ordinariamente "Società dei Liberi Muratori", è stata in ogni tempo considerata come il santuario dei buoni costumi, l’asilo dell’innocenza, la scuola della virtù ed il tempio della filantropia. Essa ha per principio l’esistenza di un Dio, che rispetta e venera sotto il convenuto titolo di Grande Architetto dell’Universo; ha per fine il perfezionamento del cuore umano, e si propone, qual mezzo necessario per ottenere questo fine, l’esercizio e la pratica della virtù. Lo stesso suo nome evidenzia la sua natura eminentemente umanitaria, indicando chiaramente che dessa è incessantemente occupata ad erigere e fabbricare templi alla virtù e scavare profonde prigioni al vizio. La virtù che si coltiva con preferenza dai Fratelli Liberi Muratori, è quella della carità e della beneficenza. Il vizio a cui, per forzata illazione, fanno essi di continuo la guerra, è l’egoismo. Il Fratello Libero Muratore deve per necessità essere uomo probo, sobrio, onesto e virtuosamente benefico. Chi non possiede queste necessarie doti non può affatto aspirare al merito di poter far parte di questa unione di saggi".

Steiner Rudolf:  Filosofo austriaco (1861-1925) di origine croata, ammiratore e studioso di Goethe, collaborò alla pubblicazione delle sue opere (1883-97), dedicandosi soprattutto all'analisi dei suoi scritti naturalistici e filosofici, sviluppandone i motivi di fondo. Nel 1902 si iscrisse alla Società teosofica (v.) di cui diventò presto autorevole rappresentante. Ma della teosofia S. non gradiva dottrinalmente l'insensibilità al ruolo della figura di Cristo nell'evoluzione cosmica, e l'investitura messianica conferita a Jiddu Krishnamurti, mentre sul piano operativo diffidava della compiacenza dei teosofi nei confronti dello spiritismo allora in voga. Pertanto abbandonava la Società Teosofica per fondare la sua Società Antroposofica (1913), creata allo scopo di indagare sulle possibilità di affinamento delle attitudini psichiche dell'uomo, attraverso esercizi spirituali che permettessero la diretta percezione del divino presente nella realtà. Elaborò pertanto una dottrina sull'origine e sullo scopo della vita umana, in cui confluivano idee della reincarnazione, della centralità della venuta di cristo come evento cosmico che segna un netto distacco nell'evoluzione, dell'esistenza di entità spirituali e creatrici intermedie tra l'uomo e Dio, del quale però parla pochissimo. Studiò le tecniche che avrebbero permesso all'uomo di entrare nella visione diretta delle dimensioni sovrasensibili, indicando particolari retroscena della musica e delle arti visive. Si interessò perfino di agricoltura, caldeggiando il metodo biodinamico, oggi in gran voga, fondato sul rifiuto dei concimi chimici e sul rispetto di ritmi e cicli naturali. S. fondò a Dornach (Basilea) una Libera Università di Scienze dello Spirito, tuttora operativa e sostenuta da ricercatori seri ed accademicamente qualificati, anche se nel complesso la cultura contemporanea snobba o deride l'antroposofia come un sottoprodotto fantastico od una moda occultistica. In realtà nel pensiero di S. abbondano aspetti che suscitano nello studioso perplessità: si tratta di incrinature, tesi non verificabili o storicamente inesatte, con una cosmologia che può sembrare neo-mitica. La sterminata opera di conferenziere del «visionario austriaco», presenta effettivamente varie lacune, aspetti magmatici, sovrapposizioni, reiterazioni ed elucubrazioni fantasmatiche. Resta comunque indiscutibile l'impulso offerto da S. ad una lettura parallela del reale, nella migliore tradizione analogica, nonché il suo tentativo di riproporre tematiche gnostiche entro coordinate di pensiero e di linguaggio adottate fin dall'epoca post-illuministica. S., al contrario di Goethe, non ha mai fatto parte della Massoneria, anche se ne adottò l'impianto rituale degli Alti Gradi; a questo contribuì certamente l'insegnamento avuto dal suo parroco già in età giovanile, nella cittadina di Neudorfl, che dal pulpito era uso tuonare: «Cari fratelli cristiani, ricordatevi bene che è nemico della verità, come per esempio un frammassone ed un ebreo». Occorre invece evidenziare che molti suoi discepoli, come lo Zeylmans e soprattutto Albert Steffen, non esitarono ad aderire all'Istituzione massonica. Le opere principali edite da S. furono: Einleitung zu den naturwissenschaflichen Scriften Goethes (1883-97); Theosophie (1904); Die Geheimwissenschaft im Umriss (1910); Anthroposophie (1924); Das Initiatenbewusstsein (1927).

-Stele di Rosetta: Rosetta (in arabo ar-Rasid) è un centro egiziano, nel Delta. Durante la spedizione napoleonica in Egitto, organizzata per colpire il predominio britannico nel Mediterraneo ed aprire all’imperatore la strada per le Indie, nel corso dei lavori di ampliamento di Fort Rasid, un soldato francese casualmente scoprì (1799) la cosiddetta S. (o pietra di Rosetta). Si tratta di un blocco di basalto nero (114 x 72 cm.), che era ricoperto da un testo in tre diverse grafie: greca in basso, demotica al centro e geroglifica in alto, poi pubblicato nella "Description de l’Egypte ou Recueil des Observations et des recherches qui ont été faites en Egypte pendant l’expedition de l’Armée française" (1809-1828). Fallita la ambiziosa impresa napoleonica con la vittoria del grande ammiraglio Nelson che, ad Abukir, distrusse la flotta francese, la S. venne assegnata all’Inghilterra come bottino di guerra, e come tale fu consegnata a re Giorgio III, che la fece collocare nel British Museum di Londra, dov’è tuttora conservata. Il testo è la copia di un decreto del clero di Menfi, in onore del faraone Tolomeo V Epifane (196 a.C.), nel primo anniversario della sua incoronazione, avvenuta dopo otto anni di reggenza. Il decreto contiene la lista dei benefici da lui resi al paese, e la decisione del clero di erigere in tutti i templi d’Egitto una statua al sovrano, nonché statue d’oro da porre accanto a quelle degli dei, indicendo grandi festeggiamenti in suo onore. Sul testo della S., Jean François Champollion (1790-1832), studioso di lingue antiche, riuscì ad intuire che il cartiglio, evidenziato in rosso in alto, riportava il nome del faraone, identificato anche nel sottostante testo greco. Sarebbe risultata essere la chiave per chiarire definitivamente il segreto della scrittura geroglifica egiziana che, da quel momento, non avrebbe più avuto segreti.

Stella fiammeggiante: Simbolo presente nel Tempio massonico, in particolare nella Camera di Compagno d’Arte. Essa viene anche denominata Pentagramma e Pentalfa (v.).

Stelle d’Oriente: Denominazione comunemente attribuita ai membri dell’Ordine della Stella d’Oriente (v.) un’organizzazione massonica fondata negli Stati Uniti nel 1850 che ammette persone dei due sessi ma di preferenza femminile, oggi diffusa in molti paesi del mondo occidentale.

Stendardo: Corrispondente a Bandiera (v.) o vessillo, il termine definisce l’insegna di un esercito, si un’associazione o di una nazione. In genere ha forma rettangolare, ed è fissata ad un’asta lungo il suo lato più corto. Lo stendardo nazionale è presente nella Loggia Massonica, appoggiata all’angolo Nord-Est del Tempio, simbolo del rispetto dovuto dai Fratelli alla Costituzione ed alle Leggi dello Stato in cui vivono ed operano. Si tratta di un vero e proprio dovere imposto dagli Antichi Doveri, dalla Costituzione di Anderson del 1723 e dalla Costituzione di ogni singola Obbedienza Muratoria. Al riguardo l’Art. II degli Antichi Doveri recita: "Un Muratore è un pacifico suddito dei poteri civili, ovunque egli risieda o lavori, e non dev’essere mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace ed il benessere della Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori; poiché la Muratoria è stata sempre danneggiata da guerre, massacri e disordini, così gli antichi Re e Principi sono stati assai disposti ad incoraggiare gli uomini dell’Arte, a causa della loro tranquillità e lealtà; per cui essi praticamente risposero ai cavilli dei loro avversari e promossero l’onore della Fraternità, che sempre fiorì nei tempi di pace. Cosicché se in fratello divenisse un ribelle contro lo Stato, egli non dev’essere favoreggiato nella sua ribellione, ma piuttosto compianto come uomo infelice; e, non convinto di altro delitto, sebbene la leale fratellanza possa e debba sconfessare la sua ribellione, e non dare ombra o base per le gelosia politica del Governo in essere, egli non può venire espulso dalla Loggia, ed il suo vincolo rimane irrevocabile". Per quanto riguarda il G.O.I., all’Art. 9 della sua Costituzione recita: "I Liberi Muratori devono osservare gli Antichi Doveri ed essere fedeli alla tradizione dell’Ordine Massonico Universale, sempre comportandosi da buoni e leali cittadini, rispettosi della carta Costituzionale della Repubblica Italiana e delle leggi che alla stessa si conformino" (Decreto approvato dalla Gran Loggia del 19-20 Marzo 1994). Da notare che il Rito Americano (v.) o di York prevede ed impone l’esposizione sia dello S. della Nazione in cui si opera che di quello degli Stati Uniti. Quest’ultimo viene disposto nel Tempio all’angolo Nord-Est, mentre quello nazionale viene collocato nell’angolo Nord-Ovest, dove normalmente è ubicato il Labaro (v.) di Loggia.

Stigmate: Dal greco stigma, -matoz, marchio, è la denominazione del fenomeno miracoloso nella tradizione cristiana, per cui alcuni santi portano impresse sul proprio corpo delle piaghe simili a quelle di Cristo sulla croce. Si tratta di vere e proprie ferite, quasi sempre in apparenza fresche e sanguinanti, inspiegabili allorché esaminate e valutate dalla scienza medica, analoghe a quelle inferte al corpo di Gesù Cristo nel corso della sua crocifissione, che soltanto in rari casi compaiono sul corpo dei mortali. Celebri sono stati i casi di San Francesco d’Assisi e del beato padre Pio da Pietrelcina. La tradizione cristiana attribuisce anche al demonio il potere di marchiare con S. le streghe ed altri collaboratori diabolici. "Stigmata diaboli" per eccellenza sono invece le zone di anestesia del corpo, oltre che i naevi, macchie pigmentate.

Stiliti: Anacoreti del V secolo che, a scopo di penitenza, trascorrevano l’esistenza sulla sommità di colonne circondate da balaustre. Il primo S. fu San Simeone il Vecchio, che visse in tal modo per circa quarant’anni, fino alla morte avvenuta nel 459. Ne parla G. Douillet (Chi è un santo?, Ediz. Paoline), che scrive: "Venivano a vederlo da lontano, poiché la sua fama aveva oltrepassato di molto i confini della Siria. Gli Arabi accorrevano a centinaia, e numerose erano le conversioni. La morte di Simeone venne costatata due giorni dopo: aveva settant’anni, e per trentasette aveva condotto vita da S. Sono particolari che non appartengono alla leggenda, ma ad autentiche documentazioni contemporanee. L’immensa fama guadagnata gli procurò, dopo la morte, numerosi imitatori, chiamati S., ma questa particolare forma eremitica non attecchì mai in Occidente". V. anche Padri del Deserto e Xenitia.

Stoicismo: Una delle principali scuole filosofiche dell’età ellenistico-romana, fondata verso il 300 a.C. da Zenone di Cizio. Si suddivide in Antica, Media e Nuova Stoa. Nell’Antica Stoa (III-II secolo a.C.) si distinsero, oltre a Zenone, anche Cleante di Asso e Crisippo di Soli, che furono i sistematizzatori ed i divulgatori della dottrina. Le figure centrali nella Media Stoa (II-I secolo a.C.) furono Panezio di Rodi e Posidonio di Apamea, che diedero alla scuola un’impronta eclettica (v.), ed esercitarono una grande influenza sulla filosofia e sulla cultura romana. La Nuova Stoa, in epoca imperiale, (I secolo a.C.- III secolo d.C.), cercò di ritornare allo spirito originario della scuola, soprattutto con Epitteto, mentre Seneca e Marco Aurelio restarono più eclettici (v.). La dottrina stoica comprende tre grandi discipline: logica, fisica ed etica, gerarchicamente ordinate. Il fine della filosofia è per lo S., come anche per l’epicureismo (v.) e lo scetticismo (v.), prevalentemente morale. Esso afferma un ideale di vita contemplativa, che liberi l’uomo dalle passioni e dal dolore. Lo stato di perfezione etica è concepito negativamente, come apatia od atarassia. A tal fine gli stoici inseriscono la loro concezione dell’uomo in una visione deterministica del cosmo naturale. Riprendendo dalle antiche cosmologie ioniche (Eraclito) l’idea di un fuoco-logos immanente all’universo, la interpretano in senso deterministico (v.). La libertà dell’uomo consiste nel riconoscere, mediante il proprio istinto razionale, la necessità universale, liberandosi dalle passioni e dalle paure che la condizionano. Etica e fisica presuppongono una logica essenzialmente dialettica, fondata sull’evidenza immediata della sensazione. Un certo interesse, per gli sviluppi che avrà successivamente nella logica terministica medievale, ha anche la teoria dei segni, di cui gli stoici danno il primo esempio. Lo S. sostiene il carattere naturale del diritto, ed il valore cosmopolito della società. In ciò esso si rivela in pieno come manifestazione della crisi definitiva dello stato antico. Anche le sue più generali teorie etiche sono il sintomo di un’epoca di crisi, in cui l’individuo, abbandonate le antiche virtù politiche, ricerca nell’autocoscienza razionale i principi di un nuovo sviluppo.

Stoico: Dal latino stoicus, derivato dal greco stwicoz, proprio della filosofia dello Stoa, filosofo seguace dello Stoicismo (v.).