Scolastica: La filosofia insegnata nelle scuole ufficiali del medioevo latino. Il pensiero della S. ha un carattere profondamente religioso. Si tratta essenzialmente di determinare intelligibilità del dato rivelato. Fino al XII secolo anzi la filosofia non viene distinta dalla teologia, e si fonda sul principio credo ut intelligam. Le fonti filosofiche di questo primo periodo (IX-XII secolo) sono rappresentate soprattutto dalle opere di logica di Aristotele e Porfirio, oltre alla tradizione del platonismo cristiano di Agostino e Boezio. Anche per tale ragione l'interesse dei filosofi si incentra eminentemente sulla questione degli universali, e la filosofia è concepita come applicazione della dialettica (identificata con la logica) alla dottrina cristiana. Nel XIII secolo, considerata l'epoca d'oro della S., la filosofia assume una maggiore autonomia rispetto alla teologia, pur restandole finalizzata. La conoscenza diretta delle opere di Platone e di Aristotele, e la diffusione dei commenti arabi, determinano un allargamento degli interessi filosofici dal semplice campo logico al più vasto ambito dei problemi fisici, psicologici e metafisici. Nella prima metà del XIII secolo domina una sintesi tra teologia cristiana ed aristotelismo, largamente influenzata e mediata dal neoplatonismo di Avicenna (Alberto Magno e Bonaventura). Nella seconda metà del secolo si diffonde invece l'aristotelismo nella forma averroistica e tomistica. Tommaso d'Aquino si propone di difendere l'ortodossia contro l'averroismo latino, ricorrendo alla filosofia di Aristotele, ma le sue tesi sono spesso considerate estremistiche e vengono respinte dall'ortodossia platonizzante. L'ultimo grande tentativo di sintesi S. è quello di Duns Scoto, tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo. La terza fase della S. si apre con il XIV secolo, e vede un declino dell'interesse metafisico e la nascita di nuovi indirizzi logici, scientifici e di filosofia politica. La figura più rappresentativa di tutto il periodo è certo Ockham. Mentre la dialettica si raffina e si compiace di sottigliezze prima sconosciute, si afferma un nuovo interesse per il concreto, ed una curiosità scientifica che sembra preludere alla rivoluzione moderna. Talvolta si parla anche di una Seconda S., per riferirsi alla rinascita di studi teologici e filosofici ortodossi nel periodo della Controriforma. Per neo-S. si intende invece il movimento cattolico prevalentemente ispirato al neotomismo, promosso dall'enciclica Aeterni Patris di papa Leone XIII.

Scolpire: In gergo massonico è sinonimo di tracciare, e significa scrivere. Comunemente riferito ad una Tavola (v.), ovvero ad un Lavoro eseguito da un adepto a beneficio proprio e dell'Officina in cui opera.

Scomunica: Nella Chiesa cattolica è l'esclusione dai sacramenti e l'esclusione dalla comunione dei fedeli del battezzato che abbia peccato in modo gravemente scandaloso sul piano della fede e della morale. È quindi pena o censura di diritto canonico comminata solo alle persone fisiche od ai singoli componenti delle persone morali, con i relativi effetti definiti dai canoni. Y (Massoneria) I decreti di scomunica emessi dalla Chiesa di Roma contro la Massoneria datano dagli anni immediatamente successivi alla costituzione formale dell'Istituzione, nella sua versione speculativa codificata dalle Costituzioni elaborate nel 1717 dal pastore presbiteriano James Anderson e da John T. Desaguliers per conto della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, e poi pubblicate il 17 gennaio 1723: era questo l'atto formale di creazione della Massoneria Universale. La prima Bolla di S. è denominata "In Eminenti (v.) Apostolus Specula", e fu promulgata da papa Clemente XII il 28 aprile 1738. A questa seguì la Bolla "Providas Romanorum Pontificum", emessa da Benedetto XIV il 18 maggio 1751. Poi cronologicamente elenchiamo i decreti formali di S. più importanti, ovvero: l'Enciclica "Inscrutabili Divinae Sapientiae" di Pio VI (26 dicembre 1821); la Bolla "Ecclesiam a Jesu Christo" di Pio VII (13 settembre 1821); l'Enciclica "Ubi Primum" di Leone XII (5 maggio 1824), la Bolla "Quo Graviora Mala" ancora di Leone XII (13 marzo 1825); l'Enciclica "Traditi Humiliati" di Pio VIII (21 maggio 1829); l'Enciclica "Mirari Vos" di Gregorio XVI (15 agosto 1832); l'Enciclica "Qui Pluribus" di Pio IX (9 agosto 1846); l'Allocuzione "Multiplices Inter" di Pio IX; l'Enciclica "Quanta Cura" di Pio IX (8 dicembre 1864); la Bolla "Apostolicae Sedis" ancora di Pio IX, ed è la sua quarta conferma (12 ottobre 1869); l'Enciclica "Humanum genus" di Leone XIII (20 aprile 1884); la dichiarazione di Leone XIII del 19 marzo 1902. In parte tante ripetutissime condanne hanno evidenti motivazioni storiche. Infatti le prime scomuniche erano state conseguenza delle prese di posizione della Massoneria inglese, di natura prevalentemente anglicana, contro certi atteggiamenti od atti cattolici. Fino al Concordato i cattolici francesi credevano invece che le Bolle papali di scomunica non trovassero applicazione nel loro paese, poiché il parlamento non le aveva mai prese in alcuna considerazione. Quando la massoneria latina si evolse verso il razionalismo anticlericale, la politica della Santa Sede si fece ancora più dura. La motivazione più importante, premessa di ogni sentenza di condanna, è costituita dal fatto che la Massoneria affratella uomini di diverse religioni e sette, tanto che Benedetto XIV disse che veniva così turbata la purezza della religione cattolica. Ma se costituisce veramente delitto accomunare uomini di fede diversa, senza riguardo alcuno alla loro credenza religiosa, allora i massoni sono rei confessi di tale delitto. Fin dalle sue origini la Massoneria ha infatti riconosciuto la veridicità del fatto che nell'ambito di tutte le religioni vi siano uomini capaci e rispettabili, ben meritevoli di considerarsi tra loro fratelli, e quindi di amarsi. Come da sempre essa ha considerato la persecuzione dell'uomo, a causa della sua fede diversa, come un oltraggio all'umanità. Innumerevoli sono stati i delitti commessi in nome di questa fede. Il rogo di Giordano Bruno e di Giovanna d'Arco, il carcere a vita di Galileo Galilei, lo strangolamento di Cagliostro, il massacro degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo, le torture inflitte da Tommaso Torquemada capo della Santa Inquisizione. Senza dimenticare i crimini di Hitler e di Mussolini, i campi di concentramento, le torture ed il genocidio degli ebrei, tutti episodi avvenuti anche nel nome dell'unica buona fede cattolica. Conforta il fatto che l'adempimento dei doveri morali sia apprezzato dai massoni molto più di ogni credenza bigotta, e che i principi muratori siano diventate regole etiche dell'uomo colto moderno, trovando conferma della loro validità nelle leggi di tutti gli uomini civili. Se è per questa ragione che la Massoneria resta condannata, sono partecipi della stessa condanna anche il mondo della cultura e le nazioni civilizzate. La S. scagliata con questa motivazione non può avere oggi effetto infamante alcuno, rivelando invece la profonda ed insensata oscurità dell'intolleranza che l'ha originata.

Scopo: Fine, intento, proposito che si vuole raggiungere ed alla cui realizzazione è rivolto tutto un modo di agire. Y (Massoneria) La valutazione di una qualsiasi associazione umana impone l’esame dei suoi fini, degli scopi da essa perseguiti o che intende perseguire. L’esistenza di un’associazione appare valida qualora siano valide le finalità. È un aspetto che spiega il tramonto di vari partiti politici, di molte associazioni più o meno profane, di nazioni, di religioni e di intere civiltà. Un aspetto che potrebbe spiegare tutte le forme di crisi individuali e sociali, economiche e politiche, morali ed ideologiche. Non si spiega diversamente il suicidio di un grande personaggio ricco, colto ed intelligente: aveva semplicemente smarrito il senso della vita. Simile è il caso del collasso di un sistema economico, che non è più in grado di perseguire quegli scopi che lo avevano fatto nascere. La Massoneria dichiara che il suo scopo principale è la simbolica ricostruzione del Tempio di Salomone, ossia la costruzione di una Società conforme ai principi razionali, onde assicurare all’Umanità il suo perfetto sviluppo (Le Società Segrete, di Serge Hutin). Si tratta del miglioramento morale e materiale degli uomini, affinché lavorino al piano della Natura sotto le direttive del Grande Architetto dell’Universo. Così il fine da perseguire poggia su due presupposti fondamentali: la fede nel progresso illimitato dell’umanità e la tolleranza. Cade ogni barriera di ordine religioso, nazionalistico o razziale, per cui la patria del Massone è la terra intera, e non soltanto il luogo in cui si è nati o la collettività in cui ci si è sviluppati. La Massoneria si pone al di là ed al di sopra di ogni confessione religiosa e di ogni dottrina politica; essa non impone ai suoi membri alcuna credenza né alcun sistema dottrinale determinato, ma indirizza gli adepti verso un progresso indefinito. Suo scopo non è di sconvolgere le istituzioni, ma di compiere delle conversioni alla morale universalistica, i cui precetti, comuni a tutte le religioni storiche, superano i confini delle patrie e delle razze. I Fratelli Massoni non si sentono obbligati se non verso la religione in cui tutti gli esseri umani si trovano d’accordo: essi formano un’alleanza universale di tutti gli uomini di cuore, che sentono la necessità di unirsi per lavorare in comune al perfezionamento intellettuale e morale dell’umanità. Fin dalle sue origini la Libera Muratoria ha inteso costruire un legame morale tra gli uomini, tra persone che senza di essa sarebbero rimaste eternamente estranee tra loro, assumendosi il ruolo di ispiratrice per uomini di ogni condizione sociale nonché di guida nella storia dell’uomo. Se tutto ciò rappresenta la finalità universale perseguita dalla Massoneria, il suo scopo principale rimane quello di "sgrossare la Pietra Grezza" per farne una "Pietra Cubica" da inserire nel Tempio ideale, un’impresa avviata con l’Iniziazione. Opportuno enunciare alcuni punti della Regola Massonica elaborati da una Gran Loggia nel 1967: · La Massoneria è una fratellanza iniziatica che ha per tradizionale fondamento la Fede in Dio, il Grande Architetto dell’Universo; · La Massoneria è un Ordine al quale possono appartenere soltanto uomini liberi, indipendenti e degni, impegnati a praticare gli ideali di Pace, di Amore e di Fraternità; · La Massoneria mira, attraverso il perfezionamento morale dei suoi membri, a quello dell’umanità intera; · La Massoneria impone ai suoi membri la pratica esatta e scrupolosa dei rituali e del simbolismo, mezzi di accesso alla Conoscenza; · La Massoneria impone ai suoi membri il pieno rispettodi qualsiasi opinione e di qualunque credenza, proibendo ogni discussione o controversia sia politica che religiosa. L’Ordine si pone così come centro permanente di Unione fraterna, le cui caratteristiche fondamentali sono comprensione, tolleranza ed armonia che leghino tra loro tutti gli individui del genere umano (I Misteri esoterici, di Giuseppe Gangi, Ediz. Mediterranee 1986). Y (G.O.I) Scopo, fine e finalità sono termini equivalenti e facilmente comprensibili per la maggioranza dei casi pratici. Applicati però alla vita appaiono non del tutto equivalenti. In particolare, gli scopi sembrano maggiormente riferibili a qualcosa circoscrivibile e raggiungibile, mentre le finalità ci appaiono legate piuttosto ad una direzione del nostro cammino. Perciò lo S. appare legato alle forme, ed a quanto ci consente di esprimerci nel corso delle nostre manifestazioni. È anche possibile comprendere che lo S. implica ispirazioni, ricerche interiori, significati e capacità di esprimersi in forme che siano in grado di rappresentare l'azione del nostro Fuoco interiore. La sequenza degli scopi potrebbe darci una comprensione della direzione del nostro cammino, ossia delle finalità. Solo l'Arte è in grado di darci la coerenza d'orientamento nella scelta del nostro cammino.

Scorpione: In Egitto la dea S. era chiamata Selket, figura positiva perché adorata da un'antica corporazione di stregoni guaritori. Uno scorpione uccise Orione per vendicare l'offesa subita da Artemide, la dea greca della caccia, ed è per questo servizio che divenne una costellazione. Presso i Maya è il dio della caccia. All'ottavo segno dello Zodiaco sono attribuiti morte e sesso; non per nulla la cristianità commemora a novembre i defunti che, secondo i pagani, potevano addirittura uscire dagli inferi nel periodo (dal 23 ottobre al 21 novembre) in cui il sole era in questo segno. È segno d'Acqua. Il glifo consiste in una M terminante con una freccia: H. I nativi hanno le più disparate caratteristiche, dalle migliori alle peggiori, a seconda del livello evolutivo. Usano ed abusano della propria sessualità, come forza redentrice o distruttrice, vincitori sulla materia o schiavi: un'incarnazione davvero difficile. Sono dotati di grandissima volontà, sono spesso incompresi, non conoscono il giusto mezzo, quindi presentano umori oscillanti, talvolta sono persino violenti e litigiosi. Molto testardi, sono dotati di una notevole carica magnetica che attrae particolarmente il sesso opposto. L'impostazione del pensiero risulta sempre sottile, psicologica ed acuta. Bravissimi nell'indagare e nel conoscere i segreti altrui, sanno mantenere ben segreti i propri. Sono sensibili alle adulazioni, pur mai essendone schiavi. Vivono intensamente le proprie emozioni ed ogni episodio della loro esistenza. Amano la lotta, che li gratifica, mettendo a dura prova la loro ambizione. Coraggiosi, non si fanno condizionare dal mondo circostante. Estremamente diffidenti e sospettosi, vivono in una stato di continua tensione, affrontando con diffidenza quanto non comprendono. Attivi ed energici, sono intelligenti psicologi, anche perché sono curiosi e affatto superficiali. Orgogliosissimi, sono capaci di vendetta quando si sentono feriti, e non amano i consigli perché sono decisamente presuntuosi. Sanno essere spavaldi e violenti, come mistici e dolcissimi. Memorizzano molto i torti subiti. Avvertono istintivamente le forze nascoste dell'essere umano ed i suoi segreti poteri, come rivelazione dell'inconscio, che dovrà poi essere filtrato prima d'essere mentalmente accettato. I più evoluti tendono a realizzarsi sui piani superiori, padroni dei loro istinti e delle loro passioni. Già in questa dimensione essi hanno appreso la lezione di questa incarnazione, acquisendo la consapevolezza, la presa di coscienza dell'appartenenza all'universo, e la possibilità di varcare la soglia che porta all'illuminazione attraverso la via della rinascita.

Scriba: Termine dal significato di scrivano, scrittore od amanuense. Nell’Egitto faraonico lo S. aveva una posizione preminente nell’organizzazione dello Stato (tasse, contabilità, controllo delle messi, censimenti ed amministrazione della giustizia). La carica di S. era ereditaria, e venne conservata durante tutta la storia egiziana. Nell’antico stato d’Israele, lo S. (sofer) era il segretario di corte (2 Samuele 8, 17). Nell’epoca del secondo Tempio, con Ezra venne chiamato sofer il maestro, interprete della legge scritta (Torah) per mezzo della legge orale (Ecclesiastico 39, 1-11). Gli S. formarono allora una classe che agì accanto ai sacerdoti, sovente in lotta con essi. Nel Nuovo Testamento sono spesso confusi con i farisei (Matteo 22, 35; Luca 5, 17; 11, 42-52). Nell’antica Grecia gli S. ricoprivano le funzioni di segretari di diversi uffici pubblici (grammateiz), mentre a Roma erano in genere segretari delle persone politicamente più influenti (scribae questorii, aedilici, tribunicii, ecc.).

Scrittura: Sono definite S. sacre il complesso di testimonianze dottrinali, cultuali e liturgiche di una certa fede, che rispondono al bisogno, comune a tutte le religioni, di fissare il contenuto di formule, racconti e gesti rituali. La S. è ritenuta strumento privilegiato di obiettivazione di credenze e culti avendo potenzialmente in sé la capacità di esprimere ogni cosa, come prova l’antichissimo uso magico-superstizioso dell’alfabeto, basato appunto sul valore sacrale della S. in quanto virtualmente già contiene ogni espressione dello sviluppo del sapere. A seconda delle caratteristiche del contenuto, le S. si distinguono in magiche (testi babilonesi, Atharvaveda dell’antica India, il Libro dei Morti egizio, le laminette orfiche); rituali con descrizioni analitiche di riti e formule (testi egizi piramidali, inni dei Veda, dell’Avesta, del Corano, salmi dell’antico testamento, l’Akitu o rituale del capodanno babilonese): mitologiche, a volte facilmente confondibili con fonti letterarie che contengono racconti mitologici-cosmogonici (Kojiki con miti cosmogonici e leggende della protoatosia giapponese, Poema di Gilgames mesopotanico), oracolari (I-ching cinese, libri sibillini romani); profetiche (libri dei Profeti dell’Antico Testamento). Un gruppo a sé, per le loro caratteristiche peculiari, compongono le S. di popoli minacciati dall’estinzione, che insieme al patrimonio religioso cercano di tramandare un’immagine più ricca del proprio pensiero e della propria storia (Popul Vuh e Chilam Balam dei Maya). A volte le S. contengono precipuamente le leggi religiose, come accade per le leggi di Mani in India; talvolta assumono innanzitutto la natura di libri dottrinali (il Tao-tè-ching che contiene le enunciazioni fondamentali del taoismo, le Upanisad che costituiscono la sistemazione organica di un corpo dottrinale-normativo e pratico risalente ad un’elaborazione teorico-religiosa più antica). Le succitate divisioni non vanno comunque intese rigidamente, e non sempre sono nettamente rilevabili nella pratica. In particolare vi sono S. incentrate sulla figura di un maestro rivelatore che si articolano in diverse parti, storica, dottrinale, rituale, legislativa, normativa, morale, profetica (Pentateuco per la religione di Mosé, Vangeli e Corano). Spesso le S. si presentano come sistema complesso, canone generale di teorie e pratiche religiose (Tipitake buddhistico, contenente una parte disciplinare ed organizzativa, una dottrina ricavata dalla predicazione di Buddha, ed una parte filosofico-speculativa con legami ad argomenti più generici di carattere profano. Anche i libri canonici del Confucianesimo (Wu-ching) hanno contenuti diversi: normativo, rituale ed oracolare. In senso più tecnico, con S. si designano i testi dotati di carattere canonico, posti a fondamento di una determinata religione, in genere perché ritenuti di origine divina. Le maggiori religioni sono fondate su libri direttamente ispirati dalla divinità(Bibbia e Corano). Questi libri, pur essendo il risultato di un lungo processo storico di elaborazione e di sistemazione, ad un certo punto del loro sviluppo si fissano in una redazione che da quel momento diventa intoccabile, e costituisce propriamente le S., come testo base di origine soprannaturale del patrimonio dottrinale e pratico-rituale della religione.

Sechat: Divinità egizia, madre o figlia di Thoth, rappresenta il principio della scrittura. Infatti se fu Thoth a donare i geroglifici agli uomini, fu però S. a fissarne definitivamente la forma. La dea è raffigurata ricoperta della pelle di felino delle sacerdotesse. Ha sull'acconciatura una stella a sette punte, talvolta a sei, sormontata da una forma singolare che ricorda delle corna capovolte od un compasso. Protettrice delle piante architettoniche e degli scritti, S. veglia sulle biblioteche sacerdotali in cui sono conservati i testi dei rituali, la cui efficacia è garantita da una codificazione rigorosa ed immutabile. Insieme a Thoth tiene le cronache dei re, ma è colei che trucca gli dei ed ispira gli architetti. La dea presiede al rito di fondazione dei templi. Thoth e S. formano la coppia della Conoscenza. Una Conoscenza che per gli Egizi non è mai esclusivo appannaggio degli uomini. Formulando i geroglifici, S. è la vita in spirito nel suo principio di formulazione. "Ti rinfreschi sotto l'albero mery presso Ur Kekau; Sechat è assisa davanti a te, e Sia ti protegge" (Libro dei Morti).

Secondo Esperto: Ufficiale di Loggia, il cui compito consiste nell’ordinare ed allineare le polarità positive e negative dei Fratelli. Essendo analogicamente legato all’Acqua seconda di Scorpione, deve far comprendere ai Fratelli, ma soprattutto all’Iniziando, il significato esoterico ed operativo di Venere (Bellezza) e di Ercole (Forza), nel senso della conoscenza perfetta di queste due energie planetarie che sono dentro e fuori ogni essere. Il S.E. mette alla prova l’iniziando dopo che il Maestro delle Cerimonie ed il Primo Esperto hanno completato l’istruzione del neo Apprendista. In particolare egli rappresenta la rigenerazione sul piano animico ed emozionale, quindi assume un ruolo di primo piano nella cerimonia di passaggio al Grado di Compagno d’Arte e nella Camera relativa. Nell’esercizio delle sue funzioni il S.E. può deferire al Fratello Ospitaliere i Fratelli che non rispondano alle indicazioni fornite sia nel corso dei Lavori sia nei lavori individuali vertenti alla conoscenza della Legge Binaria, cioè del principio ermetico di dualità.

Secondo Sorvegliante: Dignitario di Loggia, tutore della metà notturna, sempre nelle tenebre, cioè della Colonna di Settentrione. Come tale è in grado di rendere realizzabile il Silenzio interiore, specie nei fratelli Apprendisti, dei quali è responsabile per l’istruzione informativa e formativa. Il S.S., che nella Terna di Fuoco (v.) della Loggia esplica la qualità del Fuoco terzo di Sagittario, attinente alla conoscenza superiore ed alla speculazione supercosciente, contribuisce alla nascita del Sole di Mezzanotte. Poiché esprime l’attività di Giove nel suo domicilio diurno, il S:S: deve possedere la "Giustizia", ed applicarla continuamente nel giudicare il Lavoro dei Fratelli Apprendisti, consigliandoli e seguendoli da presso nelle operazioni di sgrossatura della Pietra, guidandoli alla padronanza nell’impiego della squadra. Egli deve inoltre essere capace di captare gli stati d’animo dei Fratelli, e di far proprie le parole inespresse dagli Apprendisti, onde farli parlare nel rispetto del silenzio rituale più assoluto. Infine il S.S. coadiuva il Fratello Tesoriere nella gestione del Tesoro di Loggia, specie nel sollecitare al pagamento delle capitazioni i Fratelli morosi. Caratteristiche ed attributi statutari del S.S. sono riportati alla voce Dignitari di Loggia (v.).

Sedute Straordinarie: Le sedute straordinarie sono convocate quando il Maestro Venerabile lo ritenga opportuno, o quando ne faccia richiesta motivata almeno un quinto dei Fratelli Maestri in piè di lista. L'avviso di convocazione dev'essere recapitato, a cura del Segretario di Loggia, almeno cinque giorni prima della riunione, anche ai Fratelli dispensati dalla frequentazione. In caso di particolare urgenza, il Segretario provvede alla convocazione utilizzando anche altri mezzi di comunicazione. Tutte le convocazioni devono essere notificate all'Ispettore di Loggia (Art. 52 del Regolamento dell'Ordine).

Sefarditi: Ebrei residenti nella penisola iberica, che vennero duramente perseguitati ed espulsi dalla Spagna a partire dal 1492. Contale termine vengono designati tuttora i discendenti di quei gruppi. I più numerosi vivono nella penisola balcanica in comunità di lingua spagnola che, con riferimento alla forma letteraria antica, viene detta ladino. Altre comunità S. si trovano in varie parti d’Europa, specie in Olanda (Amsterdam) ed in Italia settentrionale (Firenze, Ferrara, Venezia, Belluno), Africa settentrionale ed Asia.

Sefirot: Termine plurale derivato dall’ebraico, significante i Numeri, facente parte della dottrina della Qabbalah (v.). È sinonimo di Sephirot (v.). Il suo singolare è Sefira, o Sephira.

Segno: Forma di saluto palese di riconoscimento ed identificazione, usato in Tempio dai Liberi Muratori per svelare la loro qualifica iniziatica (v. Ordine). Diverso è invece il segno di riconoscimento celato o non palese, che in tal caso viene definito "Toccamento" (v.) v. anche Segni massonici.

Segretario: Dignitario di Loggia, nominato direttamente dal Maestro Venerabile in carica. Oltre a redigere le Tavole delle Tornate rituali (verbali) annotando quanto avvenuto nel corso dei Lavori, il S. funge da filtro a livello intuitivo e spirituale dei Lavori di Loggia. Egli realizza così l’Aria terza di Acquario, sia nella Loggia che nel mondo, a beneficio dei Fratelli e dell’intera Umanità. Nella Terna d’Aria (v.) il S. registra ad un livello superiore (tutti gli elementi terzi agiscono sul piano spirituale ed intellettuale) quanto l’Oratore (Aria prima di Gemelli) ha giudicato consono, e che il Copritore Interno (Aria seconda di Bilancia) ha tenuto sotto controllo nel corso della Tornata. Nel redigere la Tavola architettonica, il S. ricostruisce non solo il filo dei discorsi degli interventi dei Fratelli e la sequenza di svolgimento dei Lavori, ma l’indissolubilità della Catena formata dai Fratelli. Egli deve ricondurre i fratelli nel tempo sacro dei lavori operativi e speculativi, che è al di fuori del tempo cronologico, nel quale non esiste soluzione di continuità. Il S. deve insomma sforzarsi di ricostruire l’atmosfera e gli stati di coscienza acquisiti, facilitando la ricollocazione dei Fratelli nel punto geografico o geometrico o geodetico noto ai soli Figli della Vedova. L’Aria terza di Acquario attiene alla formulazione degli ideali universali ed alla capacità di intuizione. Analogicamente il S. svolge la funzione di memoria intelligente e non meccanica della Loggia, conservando ogni acquisizione del Lavoro singolo e collettivo svolto, sempre ricordando le finalità da raggiungere. Y (G.O.I.) Dignitario di Loggia, avente le seguenti funzioni: a) riceve e conserva nei locali della Loggia, od in altro luogo ma su autorizzazione del Maestro Venerabile, tutte le carte, i registri ed i documenti della Loggia; b) provvede all'adempimento di tutte le funzioni di carattere amministrativo; c) cura e sottopone al Maestro Venerabile la corrispondenza, e ne tiene i protocolli della posta in arrivo e di quella in partenza; d) provvede, su incarico del Maestro Venerabile, alle convocazioni; e) compila e tiene i verbali delle tornate di Loggia in appositi registri a fogli fissi e numerati, forniti dal G.O.I. e firmati in ogni pagina dal Maestro Venerabile; f) custodisce ed aggiorna il Libro matricola da cui si ricavi il piè di lista dei Fratelli, il registro delle presenze, nonché gli altri documenti di Loggia. Il S. deve tenere in ordine, per ciascun Grado e per ciascuna seduta di Consiglio e di Commissione, un registro contenente i verbali firmati, dopo approvazione, dal Maestro Venerabile, dall'Oratore e dal S. stesso. Al termine del proprio mandato, il S. consegna immediatamente al suo successore tutto quanto gli è stato affidato dalla Loggia in funzione del suo incarico. Della consegna viene redatto un verbale che, vistato dal Maestro Venerabile, rimane depositato tra gli atti della segreteria di Loggia. Il S. aggiunto coadiuva il S. titolare nelle sue funzioni ed attività, e lo sostituisce in sua assenza (Art. 37 del Regolamento dell'Ordine).

Segreto Massonico: Termine che di norma viene citato per definire un o più conoscenze che il massone è impegnato a non rivelare, specie al mondo profano. Ha originato varie ipotesi e congetture, che negli anni ’80 hanno implicato la definizione della Libera Muratoria come società od associazione segreta, i cui membri sono legati tra loro da un severo giuramento, i termini del quale sono stati giuridicamente definiti contrastanti con altri impegni solenni, come quelli assunti da militari e magistrati di assoluta fedeltà nei confronti dello Stato e delle sue leggi e Carta Costituzionale. In effetti il S. esiste, ma ha una natura particolare, ben diversa da quella abitualmente attribuita dal mondo profano. Giacomo Casanova, più noto come incallito libertino che come Massone (iniziato a Lione nel 1750), scrisse nelle sue memorie: "Gli uomini che si fanno ammettere alla Libera Muratoria solo per penetrarne i segreti, corrono il grave rischio d’invecchiare sotto la Cazzuola (v.) senza mai raggiungere tale obiettivo. Vi è tuttavia veramente un S., ma è talmente inviolabile che non è mai stato riferito o confidato a nessuno. Quanti si fermano alla superficie delle cose pensano che il S. consista in parole, in toccamenti (v.), od infine nella parola sacra (v.) del Grado più elevato, quello di Maestro. Errore. Colui che afferra il S. (conoscibile solo per intuizione) arriverà a tale conoscenza solo attraverso la frequenza ai Lavori di Loggia, a forza di riflettere, di ragionare, di paragonare e di dedurre. Egli non lo confiderà neppure al suo migliore amico di loggia, perché egli sa che, se non l’ha afferrato come lui, non avrà talento di servirsene quando glielo avrà detto in un orecchio. Egli tace, e questo S. rimane sempre tale" (v. Esoterismo). Un’asserzione satura di suggestiva pregnanza, la cui ineffabilità può sembrare impensabile in quel personaggio, che ha così collocato il S. oltre i gretti limiti della convenzione associativa o della tentazione settaria. Il S. in verità non è attaccabile sotto il profilo della liceità morale né sotto quello della legittimità giuridica, in quanto è attinente ad un diverso livello del reale. Esso si configura come il riflesso del mistero cosmico lungo il cammino iniziatico. Come la Verità è celata nel silenzio degli abissi siderali e dei processi creativi della vita, così la conoscenza muratoria è protetta dal S. contro i clamori e gli attacchi del mondo profano. La consapevolezza del fatto che l’Ignoto domina l’orizzonte umano, rotto solo dai bagliori della fede e della scienza, spinge il Massone a scegliere l’imitazione di tale modalità del Reale, facendosi agente silenzioso del Grande Architetto dell’Universo (v). Il cerchio del S. si restringe così intorno alla disciplina della Tradizione, la ricezione e l’emanazione comportamentale delle intuizioni arcane, recepite nella muta quiete del Tempio, che può essere di volta in volta la foresta, il cenobio, la cattedrale gotica o la cima di una montagna, ma è sempre ripiegamento sul Centro, solitaria e corale intimità con Dio. Un passo dell’Antico Testamento descrive Elia alle prese con la divinità in questi termini: "Un vento forte ed impetuoso schiantava i monti e spezzava le rocce dinanzi all’Eterno, ma l’Eterno non era nel vento. E dopo il vento venne un terremoto, ma l’Eterno non era nel terremoto. E dopo il terremoto un fuoco, ma l’Eterno non era nel fuoco. E dopo il fuoco un suono dolce e sommesso. Come Elia l’ebbe udito, si coprì il volto col mantello, uscì e si fermò all’ingresso della spelonca: ed ecco che una voce giunse a lui e disse. "Che fai tu qui, Elia?"" (I Re 19, 11-13). Il G.A.D.U. (v.) si manifesta qui nell’intersezione tra suono-parola e silenzio, esattamente nel punto in cui questo cessa di essere separazione e vuoto, e quello perde clamore e rimbombo. Elia ode il sussurro divino solo dopo che il mondo si è tacitato, e testimonia così che il silenzio è la sorgente della parola viva, di quella Parola Perduta che i Liberi Muratori vanno cercando nella segreta ed armoniosa atmosfera dei loro Templi (Nuova Enciclopedia Massonica, di M. Moramarco, Ediz. CE.S.A.S., Vol I, pag. 521, 1989).

Sei: Numero che nell’antichità era consacrato a Venere, e considerato simbolo della Bellezza e della Perfezione. Negli antichi Misteri era importante perché offriva le sei dimensioni di tutti i corpi più quelle di altezza e profondità, ovvero i quattro punti cardinali sommati allo Zenit ed al Nadir. Secondo Eliphas Levi (v.), "S. è il numero dell’equilibrio, il geroglifico della scienza del Bene e del Male. Colui che cerca l’origine del male ricerca da dove proviene ciò che non esiste" (Dogma dell’Alta Magia, Ediz. Atanor, 1975).