Salomone: Terzo re di Israele (065-928 a.C.), figlio di Davide e Betsabea: Proclamato successore del padre in seguito ad una congiura di palazzo ordita ai danni del fratellastro Adonia, ebbe un lungo regno di pace. Con abilità politica concretò alleanze con il re d’Egitto (ne sposò la figlia), con Fenicia, Ammon ed Arabia. Stabilì un’efficiente amministrazione a scopo difensivo ed erariale, dividendo il territorio dello stato in dodici distretti, come le tribù giudaiche. Costruì varie città fortificate come Gezer, Beth Horan, Hazor e Megiddo. A Gerusalemme fece innalzare il palazzo reale ed il famoso Tempio, centralizzando così il culto. S. fu un vero principe orientale; unì alla saggezza di giudice e letterato la capacità di accentramento politico; promosse un notevole movimento commerciale, sfruttando le miniere di rame di Etzion Geber e stabilendo scambi con i paesi confinanti. A questi aspetti positivi si contrapposero però il sistema impositivo troppo gravoso, il lusso smodato, le numerose concubine, e la corte corrosa dalle congiure. Il malcontento sociale ed il non sopito spirito tribale provocarono alla sua morte la scissione del suo dominio in due regni: Giuda a NE ed Israele a SO. S. ebbe fama di uomo giusto e di letterato: gli sono state attribuite molte opere bibliche ed apocrife, come il Cantico dei Cantici, l’Ecclesiaste, i Proverbi, la Sapienza, i Salmi e le Odi. Nella letteratura rabbinica e cristiana S. è protagonista di molte leggende. Nel Medioevo fu considerato un mago, mentre nel Corano appare come dominatore dei demoni, simbolo dell’uomo che sa controllare i propri impulsi inferiori, e precursore di Maometto. Al riguardo i versetti della Sura XXXIV (12-13) evidenziano come egli seppe imporre ai demoni (ginn) di cooperare nella lavorazione del rame ed in varie opere costruttive Y (Massoneria) Nell’impianto massonico S è stato inserito come simbolo, considerandone il ruolo di committente del Tempio, ed alla sua funzione simbolica di ordinatore dell’Arte e, per estensione, del mondo intero. Re di saggezza e di pace, è l’immagine del sovrano universale, nel quale regalità e sacerdozio sono indissolubilmente saldati, ed ha il suo prototipo in Melkitzedek, sovrano di Salem, che appare solo fugacemente nella Genesi. La tradizione templare (XII secolo) gli ha accostato la regina di Saba, e dalla loro unione sarebbe nato Menelik, salvatore dell’Arca dell’Alleanza (v.), poiché da lui trasportata nella lontana Etiopia, ove si troverebbe tuttora. L’alchimia medievale utilizzò il simbolo di S. per indicare la sapientia che feconda la materia prima purificata (rappresentata dalla biancovelata regina i Saba), dunque come partner nelle nozze chimiche. Tale interpretazione alchemica del grande saggio israelita trova pieno riscontro nella tradizione esoterica ebraica, ad esempio nello Zohar (III, 107a), dove a proposito dei simboli salomonici della Rosa di Sharon e del Giglio delle Valli (Cant, 2: 1) si afferma che essi rappresentano rispettivamente la comunità dell’Israele spirituale, ricettacolo della presenza divina nel mondo, prima e dopo la congiunzione con il suo Re (Dio). La Massoneria appare così l’ultima fruitrice in ordine di tempo di un simbolo biblico antropico in cui la regalità spirituale si coniuga ad un’esuberante fecondità e ad una proiezione universale; tali caratteristiche fanno di S. uno strumento offerto esotericamente al mistico, perché, superata la contingenza fenomenica, vi scorga un messaggio utile all’evoluzione del Sé. Fuori da quest’accezione c’è solo la vicenda, più o meno illuminata o grossolana, di un despota mediorientale i cui costumi ed il cui comportamento spiazzerebbero oggi i parametri morali dei più. Occorre infine ricordare il cosiddetto Sigillo di S., definito anche Scudo di Davide, costituito da due triangoli equilateri intrecciati, uno bianco con vertice rivolto verso l’alto ed uno nero con vertice verso il basso, che formano così l’Esagramma (v.), simbolo dell’Arco Reale, dello stato d’Israele e più genericamente dell’ebraismo.

Salvezza: Liberazione da un male fisico o morale atteso attraverso l'intervento della divinità. La dottrina della S. (Soteriologia) costituisce una delle parti fondamentali di ogni religione. Nel cristianesimo è legata al senso della colpa originaria ed all'intervento salvifico dell'incarnazione. In talune religioni orientali appare come liberazione dal ciclo o ruota delle reincarnazioni, e quindi dal mondo inteso come male radicale. Y (Massoneria) La S. riguarda l'essere umano portato da uno stato materiale ad uno spirituale. Il grado di Maestro Massone simboleggia l'età matura, che consente di riflettere quietamente sulla vita ben spesa, e di morire nella speranza di una gloriosa immortalità. La S. è vista come apprendimento graduale, acquisito attraverso l'iniziazione nei gradi muratori e nei loro misteri. Nel 19° Grado del R.S.A.A. viene detto agli iniziati che la fedeltà agli "statuti ed alle regole dell'ordine massonico" farà loro meritare l'accesso alla Gerusalemme Celeste (Regno dei Cieli), mentre nel 28° Grado viene chiarito che "vero Massone è colui che si innalza fino a meritare il Regno dei Cieli". I Massoni sono quindi sostenitori di una S. conquistata attraverso l'operato coerente con i principi e le regole muratorie, così come mediante lo sviluppo evolutivo caratteriale.

Samadhi: Termine sanscrito che, nello Yoga (v.), indica l’ultimo stadio, ovvero la condizione di assoluta imperturbabilità della coscienza, che genera l’annullamento del Karma (v.) e del Samsara (v.). Secondo Annie Besant (Yoga, ediz, Aryasanga, 1968), "S. è uno stato nel quale la coscienza è dissociata dal corpo, al punto che quest’ultimo rimane insensibile. È uno stato di trance, nel quale la mente è pienamente cosciente di sé, sebbene il corpo sia insensibile, e da cui la mente ritorna al corpo con le esperienze avute nello stato iperfisico, ricordandole quando è nuovamente immersa nel cervello fisico, S. è sempre relativo alla coscienza di veglia, ma implica insensibilità del corpo".

Samaria: Regione storica della Palestina, costituita da un altopiano ondulato digradante verso il fiume Giordano, con discreta piovosità, il cui centro principale è Nabulus. Politicamenmte appartiene alla Giordania, ma dal 1967 è sotto occupazione militare israeliana. Fra i suoi monumenti, vanta i resti della grandiosa moschea di Bibi-Hanum (1309-1404) fatta costruire da Tamerlano, nonché quelli: del complesso monumentale del Rigistan, con le tre enormi madrase di Ulug-beg (1420), di Sir-dar (1619-36) e di Tala-kari (1640-60); dei sepolcri dello Sah-i Zinda, con una serie di mausolei dalla caratteristica cupola bulbosa rivestita di maioliche turchesi, e del famoso Gur-i Mir (1403-04), il mausoleo di Tamerlano, sontuoso nella sua semplice monumentalità, innalzata dall’ardita cupola a costoloni su un alto tamburo, entrambi ricoperti di mosaici in ceramica azzurra ed oro.

Samaritani: Gruppo dissidente dell’ebraismo, sorto all’epoca del II Tempio (V secolo a.C.). Era costituito da coloni babilonesi, stabiliti nel territorio di Samaria (v.), dopo la distruzione del 722 a.C. (2 Re 17, 24) e da resti delle dieci tribù. Secondo una più recente ipotesi, i S. sarebbero diretti discendenti delle tribù di Efraim e Manasse. Tra i testi biblici accettano solo il Pentateuco, che conservano in lingua S., una varietà di aramaico-galileo, nel rotolo detto di Abisa, del XII-XIII secolo. I S. hanno una propria letteratura liturgica (in aramaico ed ebraico). Nella festa di pasqua praticano tuttora il sacrificio del capretto sul monte Gerizim.

Samkhya: In sanscrito significa enumerazione. Antico sistema filosofico (darsana) indiano, che enumera le categorie cosmiche (tattva) secondo cui si sviluppa il processo creativo. Il primo testo pervenutoci sel S. è il Samkhya-karika (le strofe del S.) di Isvarakrsna (IV sec. d.C.), commentato da Gaudapada e poi da Vacaspatimisra nel IX secolo. Secondo il S., la creazione si fonda su due principi polari, quello maschile o purusa, intelligente e passivo, e quello femminile o prakrti, inintelligente ed attivo. La prakrti è costituita da tre diverse energie o qualità (guna): · sattva, che ha la natura della limpidezza e dell'immobilità; · rajas, che ha la natura del movimento, e · tamas, dell'offuscamento. Quando l'equilibrio tra queste tre guna si rompe, la prakrti si evolve, dando luogo alla creazione, secondo 23 diverse categorie in ordine discendente: buddhi, (anima), ahamkara (principio dell'ego), manas ((mentale), 5 buddhi-indriya (facoltà di conoscenza: udito, tatto, vista, gusto ed odorato), 5 karma-indriya (facoltà d'azione: parola, prensione, moto, evacuazione e generazione), 5 tanmatra od elementi sottili (suono, sensibilità, forma, sapore ed odore), che costituiscono le quiddità essenzianti, ed i 5 sthulabhuta (elementi grossolani: etere, aria, fuoco, acqua e terra). Il S. rappresenta la base speculativa e teorica su cui si sviluppa la pratica Yoga (v.).

Samotracia: Dal greco Samodrach, isola (178 Kmq.) della Grecia, ubicata nel mare Tracico, nell'Egeo nord-orientale. Montuosa, culmina a 1700 m. nel monte Fengari, la cima più elevata delle isole egee. Nell'età del ferro fu colonizzata dai Traci, che vi lasciarono forti influssi nella lingua e nella cultura. In questo periodo si sviluppò il culto imperniato intorno al santuario dei grandi dei. Accanto ad esso i Greci costruirono, nel 700 a.C., la città di Palaeopolis. Celebre per l'antico culto dei Cabiri, fu poi sede del culto degli dei di Eleusi (v.): Demetra, Core, Hades e Dionisio (v.). Verso la metà del VI secolo a.C. furono avviati i lavori che conferirono al complesso dei modesti templi esistenti un carattere monumentale. Dalla regina Arsinoe, verso il 281 a.C., fu dedicato l'Arsinoeion, il più grande edificio circolare della Grecia. Era sormontato da tetto piramidale, con tegole in terracotta, squamate, e con apertura che serviva a far uscire il fumo dei sacrifici. Tra le importanti opere di scultura restituite dagli scavi, spicca la Vittoria di S., dedicata forse dai Rodii dopo la pace di Apamea (185 a.C.), il più grande capolavoro della scultura ellenistica.

Samsara: Termine sanscrito derivato da sam e sr, scorrere insieme, ovvero trasmigrazione. Indica il concetto cardine di tutta la speculazione indiana strettamente connessa alla nozione di karman (v.). Definisce l'ininterrotto ciclo delle morti e delle rinascite cui lo spirito è soggetto per una dolorosa necessità cosmica individuale, alla quale ci si sottrae soltanto attraverso la liberazione (moksa). Rappresenta il fine a cui tendono tutte le pratiche yoghiche indiane. Il concetto di S. viene negato unicamente dai materialisti (Carvaka), che però negano l'immortalità dello spirito.

Samuele, Libri di: Inizialmente libro unico nella Bibbia dei settanta (v.), più tardi suddiviso in due. Il contenuto comprende: vita di S., inizio del regno di Saul ed istituzione della monarchia (1 Samuele 1-12); regno di Saul, incontro e dissidi tra Saul e Davide (1 Samuele 13-31); regno di Davide (2 Samuele). Scopo del libro è stabilire il significato nazionale e religioso della monarchia per Israele. La sua composizione non è omogenea: vi si ritrovano nuclei più antichi (X-IX secolo a.C.) ed altri più recenti (VII secolo a.C.). La tradizione talmudica attribuisce comunque la maggior parte del libro a S. Sembra preferibile pensare a tradizioni e cicli riferiti alle tre principali personalità del libro: S., Saul e Davide. Lo stile vivace nella descrizione dei personaggi e delle loro passioni, variato nei generi letterari (annalistica, discorsi, inni, oracoli, lamentazioni) potrebbe suggerire che un unico redattore abbia dato al libro l’attuale struttura e forma linguistica (VII secolo a.C.), Importanti e noti per bellezza poetica e significato religioso sono la preghiera di Anna (1 Samuele 2, 1-10), e la lamentazione di Davide per la morte di Saul e Gionata (2 Samuele 1, 18-27).

San Bartolomeo, notte di: Episodio della storia francese (24 agosto 1572), che ebbe come protagonisti la regina di Francia, Caterina de’ Medici, vedova di Enrico II e madre del giovane re Carlo IX, appoggiata da una parte dell’alta nobiltà. Fallito l’attentato (22.8.1572) contro G. de Coligny, capo degli Ugonotti (v.), Caterina promosse l’uccisione di tutti gli Ugonotti, convenuti a Parigi per tentare di rappacificarsi con i cattolici. Lo sterminio, iniziato al segnale delle campane della chiesa di Saint-Germain-l’Auxerrois, si estese ad altre province francesi, e causò la morte di oltre 50.000 Ugonotti.

San Giovanni, Vangelo di: Rappresenta il componente predominante del Nuovo Testamento, ed è considerato la massima testimonianza della Rivelazione di Dio manifestatasi in Gesù Cristo. Pur ammettendo che Giovanni Battista era venuto a spianare la strada a Cristo, San Giovanni Evangelista ammonisce che non può essere stabilito alcun paragone tra questi due personaggi, poiché mentre il primo battezzava con l’acqua, il secondo impartiva il Sacramento (v.) del Battesimo (v.) in spirito e Verità. La Libera Muratoria Universale per Tradizione considera suoi Patroni entrambi i ss. Giovanni, ed avvia i suoi Lavori rituali con l’apertura del Libro della Sacra Legge (v.) esattamente sull’inizio di questo Vangelo, il cui testo in molte Logge viene letto ad alta voce dall’ex Maestro Venerabile (R. Emulation) o dal Primo Sorvegliante (R. Simbolico), ovvero dal Fratello che l’ha aperto: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste".

San Michele Arcangelo:  v.  Michele Arcangelo (San).

Sancta Sanctorum: Espressione latina che significa Santo dei Santi, che indicò la parte criptica, la più segreta dei templi ebraici, in particolare del Tempio di Gerusalemme (v.), che era ritenuta dimora di Dio. Al tempo di Salomone (X secolo a.C.), vi era custodita nascosta da un velo l’Arca dell’Alleanza (v.), una cassa di legno d’acacia portatile sormontata da una placca d’oro, il propiziatorio, alle cui estremità vi erano due cherubini d’oro con le ali spiegate. L’Arca custodiva le tavole del Decalogo (Deuteronomio 10, 1-5). Ogni anno, nel giorno della festa dell’Espiazione, celebrata il giorno 10 del mese di tishiri (settembre), vi entrava il solo sommo sacerdote con il sangue del sacrificio espiatorio. Rimase vuota dopo l’occupazione di Gerusalemme da parte dell’esercito babilonese guidato dal re Nabucodonosor (586 a.C.) che, secondo vari studiosi, avrebbe fatto distruggere l’Arca. La tradizione cristiana interpreta la lacerazione del velo alla morte di Cristo come la fine della separazione tra la dimora di Dio e gli uomini. Il giudaismo postbiblico interpreterà in questa stessa direzione la caduta definitiva del Tempio nel 70 d.C. (v. Tabot e Timkat).

Sanfedismo: Termine storico-politico nato per indicare il movimento legittimista che si oppose alla Repubblica partenopea (1798-99), organizzandosi nell’esercito della "Santa Fede". Il movimento si estese nel corso del XIX secolo a tutte le organizzazioni legittimistiche che, attraverso l’ideologia religiosa, raccoglievano ampie adesioni a livello di sottoproletariato, per poi servirsene in funzione reazionaria. Nella pubblicistica politica si parla tuttora genericamente di S., nel senso di reazione, con intenti anticlericali, ma senza precise allusioni al movimento storico da cui il termine è nato.

Sankara: Anche denominato Sankaracarya. Filosofo indiano (788-820), massimo rappresentante del Vedanta (v.). Sostiene un monismo idealistico assoluto (kevaladvaita, negazione assoluta della dualità). Le sue opere principali sono il commento al Brahmasutra, o Vedantasutra di Badarayana (II secolo d.C.) e la Gitabhasya, o commento alla Bhagavadgita.

Sanscrito: Antica lingua indoeuropea del gruppo indo-iranico, particolarmente simile all’avestico. L’epoca d’inizio del S. classico, succeduto al più antico vedico nella funzione di lingua di cultura dell’India, risulta chiaramente fissato nelle opere dei grammatici, intorno al V secolo a.C., in opposizione agli idiomi correnti, essenzialmente dialettali. Il S. fu quindi la lingua letteraria indiana, usata solo dalle persone di cultura elevata.

Sansimonismo: Movimento filosofico-politico, sviluppatosi in Francia dopo la morte di Claude H. de Saint-Simon (1780-1825), con lo scopo di attuarne le teorie economiche e sociali. Guidato in origine da Armand Bazard, B.P. Enfantin, Ph. Buchez, P. Leroux, E. Fournel ed altri, diffuse la propria dottrina attraverso vari periodici, quali Le producteur, Le Globe e soprattutto l’opera Doctrine de Saint-Simon, redatta dal Bazard (1830). Propugnava un programma di rinnovamento politico e sociale da attuarsi attraverso il mantenimento della pace, l’abolizione della proprietà capitalistica e del diritto di proprietà, e l’istituzione di uno Stato possessore di tutte le ricchezze. Questo avrebbe dovuto distribuire il lavoro in considerazione delle attitudini e delle esigenze di ogni cittadino. Si proponeva di migliorare le condizioni dell’umanità, specialmente delle classi più povere. La direzione di questa nuova società sarebbe spettata ad un’aristocrazia di nuovo tipo, costituita da sapienti, artisti, industriali, e da quanti fossero capaci di produrre per il bene comune. Il movimento propugnava inoltre l’uguaglianza assoluta tra uomo e donna, l’abolizione del matrimonio e la modifica radicale dell’istituto familiare. Il S., organizzato in famiglie, assunse l’aspetto di una chiesa con un ordinamento gerarchico avente a capo due padri, il Bazard e l’Enfantin, e creò una propria liturgia ed una sua dogmatica. Scissosi in due correnti, facenti capo ai due padri, nel 1833 venne considerato un attentato alla pubblica morale, r sciolto con sentenza giudiziaria. Tra gli italiani che aderirono alle idee del S. vi furono Giuseppe Mazzini, Silvio Pellico, Niccolò Tommaseo e Carlo Cattaneo. La teoria base del S. è sintetizzata dall’opera del suo ispiratore, Il Nuovo Cristianesimo, ove si legge: "Tutta la morale sarà dedotta da questo principio: gli uomini si debbono comportare come fratelli, gli uni verso gli altri, un principio che appartiene al cristianesimo primitivo e che subirà una trasfigurazione. Per suo merito sarà presentato come lo scopo attuale e necessario di tutti gli intenti religiosi. Questo principio rinnovato sarà così formulato: la religione deve dirigere la società verso il grande scopo del miglioramento più rapido possibile delle condizioni di vita delle classi più povere. Fondare il nuovo Cristianesimo e diventare capi della nuova Chiesa è compito degli uomini che maggiormente sono capaci di contribuire con i propri sforzi ad accrescere il benessere delle classi più povere. Al confronto di questo nuovo Cristianesimo, tutte le pretese religioni cristiane oggi professate non sono che eresie, perché nessuna tende veramente al rapido miglioramento di chi sta peggio, secondo l’insegnamento originale del cristianesimo".

Sant’Agostino: Agostino Aurelio (v.).

-Santiago de Compostela: Città della Spagna nord-occidentale, nella Galizia, in provincia di La Coruna. Possiede un prospero mercato agricolo e del bestiame, ed è sede di industrie alimentari, tessili, chimiche e delle calzature. La vita economica di S. è tuttavia in buona misura funzione del cospicuo numero di turisti e pellegrini, attratti dal suo prestigio religioso e culturale. La sua università risale al 1752, ed è nota in tutto il mondo. Di origine romana, divenne celebre fin dal IX secolo come meta di grandi pellegrinaggi al sepolcro dell’apostolo Giacomo, dal quale trae origine il nome Santiago. Tali pellegrinaggi erano organizzati sia dalle autorità politiche che da quelle religiose, ed erano effettuati soprattutto a piedi. Solo ricchi e nobili potevano permettersi mezzi di trasporto, come cavalli e carrozze. Fu anche sfruttato il nolo del pellegrinaggio, consistente nell’ingaggio di terze persone che, dietro equo compenso, s’impegnavano ad affrontare i disagi del viaggio in nome e per conto del fedele impossibilitato a compiere direttamente quell’impresa lunga e rischiosa. Infatti le varie vie che portavano a S. vedevano purtroppo all’opera sfruttatori e rapinatori, per cui era necessario organizzare comitive che potessero autodifendersi, o che noleggiassero la protezione di scorte armate. Molte vie vennero tracciate ed organizzate dai Cavalieri dell’Ordine del Tempio, che costruirono lungo il percorso cittadelle, ostelli e castelli per fornire ai pellegrini ricovero, assistenza, protezione, conforto ed anche cure mediche. Oggi il monumento più importante di S. è la cattedrale (XI secolo) con un portale detto de las Platerias, ricco di sculture romaniche di pregevole fattura, e con il Portico de la Gloria, con altre sculture romaniche di Maestro Matteo (1188).

Santità: Termine con cui la Chiesa designa il mistero della vita divina ed il modo con cui gl uomini, per grazia, vi partecipano. Riferita ai credenti, la S. consiste nel vivere secondo la fede e l’amore. Per questo il concilio Vaticano II ha dedicato il capitolo V della Lumen gentium "ad insegnare l’universale vocazione alla S., riprendendo l’antico discorso biblico che presentava i cristiani come santi ed eletti, e valorizzando una tradizione teologica che vedeva la Chiesa come comunione dei santi. Il concilio ha insegnato che tutti coloro che credono in Cristo sono chiamati alla pienezza della vita cristiana ed alla perfezione della carità". Il termine S. indica oggettivamente l’inviolabilità che caratterizza determinati valori (per Platone la S. compete alle leggi umane e divine), soggettivamente il grado più elevato della virtù morale o religiosa (San Tommaso identifica S. e religione). Questa concezione della S. è tipica della dottrina morale di Kant, che raccomanda il rispetto e l’inviolabilità della persona, e mette in relazione la S. alla perfezione morale, che definisce infinita.

Santo Sepolcro: Denominazione attribuita al sepolcro di Cristo, situato nei pressi del Calvario, che, secondo il Nuovo Testamento apparteneva a Giuseppe di Arimatea. Consisteva in una grotta naturale, la cui apertura veniva chiusa da un pesante blocco di granito a forma di ruota. Elena, madre dell’imperatore Costantino, vi fece costruire un gruppo di edifici sacri che, nel 614, furono distrutti dall’esercito persiano. Nel XII secolo i Crociati vi edificarono una grande basilica. Attualmente sacerdoti Cattolici, Greco-ortodossi, Armeni, Copti e Giacobiti vi celebrano le loro funzioni, su distinti altari.

Santone: Termine di norma attribuito all’asceta, al mistico ed all’eremita, venerati come santi uomini in molte culture ed in varie religioni. Generalmente preferiscono un’esistenza solitaria, nutrendosi con quanto fornisce loro la natura, dedicandosi alla vita contemplativa, alla meditazione ed alla preghiera. Alcuni si guadagnano fama di santità (v.), e diventano anche oggetto di devozione da parte della gente. I S. indù (sadhu) assommano, secondo H. Louis Mencken (Trattato sugli dei, Ediz. Saggiatore), forse a tre milioni un’antica regola. Cospargono i loro sparuti corpi di cenere, si rassegnano pazientemente all’assalto dei pidocchi, e dormono sulla nuda terra. Vivono di elemosine che non possono chiedere, né possono avvicinarsi ad un’abitazione nell’ora dei pasti. I S. più austeri sono usi adottare svariati comportamenti contemplativi come: sedersi su tavole cosparse di chiodi; stare in continuazione con le braccia sollevate in alto per settimane e mesi; tenere i pugni chiusi finché le unghie forano loro i palmi; masticare carboni ardenti; trafiggersi le gambe con lunghi aghi; restare seduti nell’acqua fino al collo; stando in compagnia di serpenti velenosi. Non possono uccidere alcuna creatura, neppure un’ape che li punga. I loro pasti non possono contare più di otto bocconi.

Sanzioni contro i membri: Il Regolamento dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia, all’Art. 27 prevede che "I Fratelli riconosciuti responsabili di colpa massonica, sono punibili, secondo la gravità dei fatti compiuti e le circostanze del fatto: a) con l’ammonizione; b) con la censura semplice; c) con la censura solenne; d) con l’espulsione dall’Ordine. La censura semplice importa l’interdizione da qualsiasi carica per un periodo da uno a tre anni. La censura solenne importa l’esclusione dalla partecipazione ai lavori Massonici per un periodo non superiore ad un anno, nonché l’interdizione da qualsiasi carica per un periodo minimo di tre anni".

Sanzioni contro le Logge: Nei confronti delle Logge della Comunione, il Regolamento dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia, all’Art. 78 prevede che "Le Logge riconosciute responsabili di colpa massonica sono punibili, secondo la gravità dei fatti compiuti e le circostanze del fatto: a) con l’ammonizione; b) con la censura semplice; c) con la censura solenne; d) con la demolizione. La censura semplice importa l’interdizione della Loggia nell’esercizio del diritto di voto in Gran Loggia e nel Collegio Circoscrizionale per un periodo da uno a tre anni. La censura solenne importa la medesima interdizione per un periodo a tre a cinque anni. La sentenza che disponga la demolizione commina l’espulsione dall’Ordine dei Fratelli che abbiano partecipato all’azione che ha dato causa al giudizio massonico".

Sapere-Volere-Osare-Tacere: Le quattro parole rappresentano un assioma dell’Occultismo (v.). La prima (sapere) simboleggia l’Apprendista, che per avviarsi ad affrontare il cammino iniziatico necessita delle conoscenze elementari acquisite attraverso il suo lavoro di trasformazione da pietra grezza a pietra cubica; la seconda (volere) simboleggia il Compagno d’Arte che, dotato degli strumenti muratori e conoscendo i maggiori segreti iniziatici, può intraprendere l’azione di spargimenti della malta massonica che unirà le varie pietre cubiche per la costruzione del Tempio dell’Umanità; la terza (osare) simboleggia il Maestro Massone che, sfruttando le doti intellettuali acquisite, contribuisce alla diffusione dei sacri principi della Muratoria Universale, per il bene ed il progresso dell’Umanità; la quarta (tacere) è la regola, valida per ogni Massone, di evitare di usare il linguaggio iniziatico con i profani. La ragione dell'istituzione dei misteri, dell'esoterismo, del segreto e del silenzio, risiede nello stesso ammonimento che ci viene da Cristo: " Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino colle loro zampe e poi si rivoltino per sbranarvi" (Matteo, 7, 6).

Sapienza: Generalmente considerata come il grado più eminente della conoscenza. Fino a Platone il termine S. è sinonimo di Saggezza (v.), ossia del giusto modo della condotta pratica. Invece con Aristotele la S. viene più propriamente ad indicare la conoscenza delle cose più eccellenti, ossia una virtù eminentemente teoretica, in contrapposizione alla saggezza come virtù pratica. Il carattere divino della S. viene affermato soprattutto nelle filosofie a sfondo religioso dell’età alessandrina, in cui la S. diventa un equivalente del logoz, intermediaria tra Dio ed il mondo. A partire dalla Scolastica (v.) medievale, e per l’intera durata dell’età moderna, il termine torna invece ad essere impiegato nel significato aristotelico di conoscenza perfetta per oggetto e per forma.

Sapienza, Libro della: Libro sapienziale della Bibbia, è un testo deuterocanonico, escluso dal canone della Bibbia ebraica e protestante. L’ignoto autore ne attribuisce la redazione a Salomone, il saggio per eccellenza nella tradizione biblica. Tale redazione va collocata nella seconda metà del I secolo a.C., ad Alessandria d’Egitto, città che ospitava una numerosa colonia ebraica. L’autore, che si esprime in greco, rivela una buona conoscenza della cultura ellenistica, e risente dell’influsso della filosofia platonica, soprattutto di quella stoica. Profondamente radicato nella tradizione ebraica, non teme il dialogo con altre culture. Si rivolge agli Ebrei di Alessandria, per confermarli nella fede dei padri, ed anche al mondo pagano, per tentare di combattere i molti pregiudizi diffusi contro la fede giudaica, esponendone i contenuti con un linguaggio a loro comprensibile. Il libro incomincia con un’esortazione: "O reggitori di popoli, bramate la virtù, abbiate buoni sentimenti verso Dio, e cercatelo con retta intenzione. La Sapienza non entra né dimora nell’uomo schiavo del peccato".Il Libro della S. si apre poi con una riflessione sull’esistenza umana (Sap. 1, 1-6, 21). Dinanzi a che considera la vita un rapido succedersi di giorni determinato dal caso e dominato dalla morte, che va sfruttato e goduto traendone ogni piacere e ricorrendo ad ogni mezzo di oppressione e prepotenza, dinanzi al turbamento dei credenti che si chiedono ragione dell’ingiusta sofferenza dei giusti e dei poveri, l’autore risponde affermando la fede in una vita che non si chiude nell’orizzonte terreno: "Dio ha creato l’uomo per l’immortalità" (Sap. 2, 23). Nel cuore dell’opera (Sap. 6, 22; 9, 18) vi è un lungo elogio della S. descritta come una persona seduta su un trono accanto a Dio, animata da uno spirito, che ha collaborato alla creazione del mondo e governa l’universo. Si presenta poi Salomone, che invoca da Dio il dono della S.: "Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica" (Sap. 9, 10). Salomone, al quale si rivolgevano anche i re pagani, insegna che la S. è un dono che viene da Dio, che va richiesto ed invocato nella preghiera, ed amato come una dolce sposa (v. Sapienza).