Sai Baba: S. è nato il 23 novembre 1926 in
Puttapathi, un piccolo villaggio situato nella regione dell'Andra Pradesh, nel centro sud
dell'India. Fin dalla nascita la sua vita è stata una chiara manifestazione delle sue
origini soprannaturali. Migliaia di persone sono state, e continuano ad essere, testimoni
delle forze soprannaturali di Satya S. Senza aver mai studiato, egli conosce tutto delle
Sacre Scritture, di ogni religione. Egli dialoga con filosofi, dottori e scienziati di
ogni parte del mondo, palesando la profondità della sua conoscenza in tutte le scienze
fisiche, metafisiche e spirituali. Risponde a domande dei suoi devoti, ancor prima che
questi abbiano avuto il tempo di esporle verbalmente. Conosce il passato, il presente ed
il futuro di ogni persona, e spesso ne fornisce prove. Spesso appare, contemporaneamente,
in posti diversi. Percepisce le richieste d'aiuto da devoti sparsi in tutto il mondo, ed
immediatamente li soccorre dai pericoli e dalle difficoltà. Riesce a manipolare
l'energia, e quindi sa materializzare oggetti dal nulla, li cambia o li fa scomparire. Sa
curare le malattie più incurabili, essendo dotato di energie superiori alle forze della
natura e degli elementi. Ma il prodigio più grande di cui è capace consiste nel
cambiamento dello spirito umano. S. non da alcuna importanza ai suoi miracoli. Li
considera solo un mezzo per richiamare l'attenzione di quanti sono distratti dagli eventi
e dai problemi della vita di ogni giorno. Egli dice: "Non date importanza ai
miracoli. Non esagerate il loro significato. La grandezza della mia forza non si ritrova
nei miracoli ma nel mio amore. Tutti i miracoli sono null'altro che gocce nell'Oceano
dell'Amore. Non fatevi accecare dalla vista delle gocce, ma guardate all'oceano, ed a
quanto giace nelle sue profondità". La sua potenza ed il suo Amore non dovrebbero indurre la gente a credere che chi richiede una cura la ottiene. Taluni affrontano le difficoltà di un viaggio in precarie condizioni di salute, sperando che il semplice contatto con il Baba consenta la loro guarigione. Ma non è affatto così. S. sa quand'è necessario eliminare la malattia fisica, e quando invece è più importante infondere nel paziente energia e coraggio che lo rendano stoico di fronte alla morte od alla sofferenza. Sa tutto di ognuno, e quindi sa quanto è meglio per noi e per la nostra crescita spirituale, anche quando le sue decisioni sono al di fuori della nostra comprensione. S. non appartiene ad alcuna religione e non prega secondo alcun culto. È nato in una cultura Hindu, ma la sua missione va oltre ogni istituzione religiosa, dato che lui intende indicare all'umanità la strada che conduce alla Coscienza divina attraverso il rispetto degli insegnamenti spirituali universali. S. non richiede alcuna venerazione. Egli insegna ad onorare Dio secondo il modo ritenuto più opportuno o col quale si è cresciuti ed istruiti, usando il culto e le preghiere della loro religione, almeno finché la persdona trascenda dalla religiosità alla spiritualità, passando da una ricerca esteriore ad una interiore. S. è una personalità internazionale. Tutto il mondo parla di lui, e molti capi politici e religiosi, scienziati, studenti, ed insegnanti orientali ed occidentali lo raggiungono per averne consigli sulle loro aspirazioni sociali e spirituali. S. è un insegnante. Ha fondato un sistema di libera educazione (dalle elementari all'università) dove, in linea con i programmi governativi, le lezioni vengono impartite sulla base dei cinque valori, che egli definisce valori umani; Verità, Rettitudine, Pace, Amore e Non Violenza. Questi valori intendono aiutare lo studente ad associarsi al fabbricato sociale mentre rimangono fedeli ai principi di onestà e di giustizia, ed al concetto di servizio per i bisognosi. Molta gente nel settore scolastico, dopo aver valutato il sistema educativo dei Valori Umani di Sathya Sai, lo ha adottato completamente. I laureati dalle università di S. sono richiesti in tutto il mondo, non solo per il loro elevato livello di preparazione scolastica, ma soprattutto per la loro integrità, che rappresenta una sicura garanzia di correttezza nel comportamento professionale. S. è un insegnante della Verità. I suoi principali obbiettivi sono: A) Aiutare l'individuo alla consapevolezza della divinità che è in lui, onde comportarsi coerentemente con questa verità; "La Verità è nell'uomo. La saggezza è
nell'uomo. L'Infinito è nell'uomo". B) Spingere la gente a soddisfare i
propri doveri nei confronti della famiglia, della nazione e di loro stessi; "Il
vero valore umano consiste nella purezza con cui usa gli strumenti della Verità, della
Rettitudine, della Pace e dell'Amore. Le parole non costituiscono i valori umani.
Esprimono il vostro pensiero, ma allora mettete in pratica quanto avete pensato e
detto". C) Agite in modo da trasformare ogni persona in un ricercatore di
Verità: "Come il filo passa attraverso una serie di diamanti, così il filo
dell'amore passa e riunisce gli esseri umani. Il Principio dell'Amore è la più possente
forza coesiva che unisce tutti i praticanti della spiritualità, tutte le religioni tutte
le fedi, tutte le Sacre Scritture e tutte le filosofie. Non otterrete la Grazia di Dio
solo cambiando religione. Dovete cambiare nella mente, nel vostro modo di pensare. Non
guadagnerete le qualità di Dio limitandovi a cambiare abito, dovete cambiare le vostre
qualità". Le sue rivelazioni metafisiche spalancano le porte dell'ignoto. S. è il fondatore delle organizzazioni Sathya Sai avente branche in tutto il mondo. L'organizzazione ha oltre 30.000 centri sparsi in 137 nazioni, e si esprime attraverso tre ali Spirituali, Educazionali e del Servizio. L'ala Spirituale copre il comportamento etnico e gli aspetti devozionali. L'ala Educazionale s'interessa dell'istruzione dei cinque valori Umani: Verità, Rettitudine, Pace, Amore e non Violenza. L'ala del Servizio coordina un servizio di volontariato per i bisognosi come via per la realizzazione di una più elevata spiritualità. L'opera di S. è caratterizzata dalla continua creazione di nuove unità ospedaliere, scuole e dimore gratuite per i bisognosi. Nel novembre del 1991 fu inaugurato il più sofisticato e moderno policlinico dell'India, alla presenza del Primo Ministro e di altre importanti personalità, una struttura aperta gratuitamente ad ogni persona della terra, poiché il solo fatto di esserci rende degno di quanto ci sia di meglio al mondo. S. non ha mai richiesto denaro per alcuna delle sue iniziative. Egli sensibilizza ed invita quanti possono ad aiutare e dare giovamento a tutti. Il suo intento è di trasformare lo spirito di ogni persona. Il suo miracolo è l'Amore che porta nei cuori dei suoi devoti per il bene dell'umanità intera. Il suo messaggio è nella sua vita, ed uno degli obiettivi che spera di raggiungere è l'unificazione di tutte le religioni. "Vi
è un'unica religione: la religione dell'Amore; vi è una sola casta: la razza Umana; vi
è una sola lingua: il linguaggio del cuore; vi è un solo dio: egli è Ovunque". Migliaia
di devoti raggiungono ogni giorno dell'anno l'India da tutto il mondo per incontrare S.
Quando qualcuno viaggia a Puttaparthi aspira soprattutto ad un incontro, per averne
consigli, una benedizione o d'essere guarito. Alcuni sono invitati direttamente da S.,
mentre passa davanti alla folla. Non ci sono appuntamenti o regole da seguire per quanti
sono chiamati, S. decide chi invitare e gli incontri avvengono su discrezione e volontà
solo sue, senza alcun collegamento con lo stato, la religione o la posizione sociale.
Mentre cammina tra i devoti egli raccoglie richieste, crea il vibuti (una cenere
che ha poteri innumerevoli taumaturgici e spirituali) con un semplice movimento della
mano, oppure materializza oggetti che offre per curare un'infermità od anche solo per
gratificare un devoto. S. riceve tutti con Amore ed Umiltà. "Sono venuto per
servirvi", annuncia. Si interessa dei problemi di ognuno, dando appoggio ed
incoraggiamento per risolverli, ed infonde forza penetrando nel cuore di ognuno, se lo
ritiene opportuno anche mutando il destino. Il vero nucleo della sua Missione consiste nel
desiderio di dimostrare la Fratellanza tra tutti gli uomini, l'unità di tutte le creature
ed il dovere di amare e servire ognuno. Ma lo scopo finale della Sua Missione è
rappresentato dalla singola visione unificata dell'Universo. Il suo più grande miracolo
è la trasformazione dello spirito umano. La sua forza consiste nel guidare l'umanità
lungo il sentiero del bene e dell'amore, e nella rivelazione il grande mistero della vita
e dell'universo. "Dio è in te. Trovalo".Saint-Martin: Louis Claude de Saint-Martin (Amboise 1743-Aulnay 1803), pensatore, mistico ed
ispiratore della teosofia cristiana, indicante il sofferto sentiero della rigenerazione
delluomo caduto. Formatosi alla scuola delloscuro cabalista cristiano
Martinez de Pasqually, capo dellOrdine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen
dellUniverso, alla sua morte si allontanò gradualmente tanto dalle farraginose
pratiche Cohen quanto, in generale, dalla Massoneria, che nella Francia dellepoca
offriva alternativamente un volto occulto ed uno mondano. Erano aspetti che non toccavano
S.M., attratto sempre più dalla "via stretta" del Cristianesimo che, sul
piano teologico, egli intendeva in senso trascendentale, ovvero come paradigma metastorico
della redenzione universale (sebbene manifestatosi nel kairos, nellattimo
sacro dellincarnazione del Logos coincidente con la pienezza dei tempi lèschaton) e fortemente dualistico.
Egli cioè, pur criticando tanto ne LHomme de Désir
quanto ne Le Ministère de lHomme-Esprit il manicheismo (che giudicava
vacillante proprio nellassunto dellautonomia principale di Bene e Male,
laddove egli credeva che il Male fosse lesito di un atto di libera scelta da parte
di un principio originariamente buono e subordinato a Dio), rifiutò sempre di attribuire
alla Persona Divina lorigine del Male, e di assentire al provvidenzialismo tomistico
con il suo fondo meccanicistico. La via cristiana di S.M., veramente "cardiaca"
(è rimasta nota una sua frase che asseriva essere per lui importante solo
quellIniziazione che avrebbe permesso a Dio di entrare nel suo cuore, ed a lui
di entrare nel cuore di Dio), era semplice, anche se marcata da profonde
riflessioni, sottili intuizioni, strazianti aneliti e dure rinunce. Infatti essa rifuggiva
dalle formule, dagli appelli alla miriade di agenti particolari, per puntare diritto al
traguardo del Regno annunciato dai Vangeli, attraverso la preghiera (Verbo, Logos
che pronuncia sé stesso entro il veicolo umano), sgorgante dal desiderio, che è al
contempo nostalgia della patria celeste e concupiscenza divina, e mediante la
santificazione, imperniata sullidea dell"Imitatio Christi".
Le opere di S.M. sono per lo più canti desilio. La miseria della condizione
universale, soggetta al male naturale (causato dalla prima caduta degli spiriti
prevaricatori, che scompigliarono la circolazione della Parola nelluniverso) ed
a quello morale (determinato dallantica scelta di campo dellUomo Primordiale
accanto ai prevaricatori), vi è descritta con forte lirismo. I rimedi vi sono
indicati con innumerevoli e suggestivi richiami allesemplarità di certe proprietà
naturali: "Non disdegnate dosservare che su tutta la superficie del globo
terrestre lacqua è sempre più bassa delle terre che la circondano, sebbene per la
sua natura fluida e volatile essa sia destinata ad essere più elevata", scrive
nel suo Tableau, involontariamente riprendendo un tema fondamentale delletica
del Tao-teh-ching di Lao-Tsé. Oppure alle proprietà numeriche: "La
dissoluzione appartiene simbolicamente al nove, perché tale numero si riproduce per
qualsiasi numero venga moltiplicato, senza mai uscire da sé, come una circonferenza senza
centro, ovvero come una folle ossessione". Od ancora a quelle scritturali:
mirabile è al riguardo la manipolazione con cui S.M. sottopone la situazione evangelica
dell"Ecce homo", pronunciato da Pilato dinanzi alla folla che
voleva la morte di Gesù, frase che nel breve libro che da essa prende il titolo viene
proposta, drammatizzata, rovesciata, come segno dellambiguità della condizione
umana. Anche dopo la sua uscita dalla Massoneria, il suo stile restò fortemente
impregnato di simbologia analogica, sebbene intriso di mistica cristiana. Infatti impiegò
fino allultimo la simbologia costruttiva applicata alla disciplina spirituale
delluomo. Lo dimostrano lestratto dal Tableau Naturel des Rapports qui
existent entre Dieu, lHomme ed lUnivers (1782) qui riportato, dove, dopo
aver descritto la "città celeste" come un Tempio, scrive: "Uomini
di pace, uomini di desiderio, tale è lo splendore del Tempio nel quale voi avrete un
giorno diritto di prendere posto. Un tale privilegio deve tanto meno stupirvi in quanto
quaggiù voi potete posare le "fondamenta" di questo Tempio, cominciare
ad "innalzarlo", persino "adornarlo" in ogni istante
della vostra esistenza". Ne LHomme de Dèsir (1790), lopera
più mistica di S.M., e la più amata da lui, la simbologia massonica ricorre
frequentemente nel testo: "LOriente è sempre puro; afferrate solo il bordo
del suo vestito, e sarete come invisibili agli occhi dei malvagi. Se tu televassi
fino allidea di quei templi magnifici, che luomo di pace abiterà nei tempi
futuri, dove un oro più puro di quello della terra, e pietre preziose più trasparenti
del diamante, saranno segni eterni della sua gloria e delle sue virtù. Le nazioni
straniere hanno saccheggiato il tempio del Signore; ne hanno sottratto i vasi preziosi che
servivano per i sacrifici; hanno messo a fuoco il tempio stesso, ne hanno rovesciato le
mura: ma le basi sono ancora ancorate a terra, ed i piani di quel santo edificio si sono
conservati (la distruzione del tempio gerosolimitano è qui suggestivamente assimilata
alla Caduta cosmica). Gerusalemme, il tuo tempio abbraccia tutti i regni
delluniverso, la tua santa Arca è nel cuore delluomo. La gloria del suo Dio
vi si è riservata in un Santuario". Parlando delle anime rigenerate, S.M.
sostiene che "È su queste anime purificate, come su un trono divino, che lEterno stabilirà il suo seggio. Egli le guarderà come le fondamenta e le colonne del suo tempio, ed esse saranno associate alla sua eternità. Il Signore ha fondato il suo tempio nel cuore delluomo; là ne ha tracciato tutto il piano; sta alluomo elevarne le mura e completare lintero edificio". Verso la fine
dellopera, riferendosi al compimento della reintegrazione umana operata dal Cristo,
S.M. scrive: "Quando la chiave è stata innalzata in cima alla volta, tutte le impalcature saranno diventate inutili. È da quella che tutte le altre pietre traggono la loro forza. Essa solo ha salvato luomo, uccidendo la morte".
Sakti: Termine sanscrito
che nellInduismo definisce il principio cosmico femminile. Denota la sposa di dio,
specialmente nei culti visnuita e sivaita, per mezzo della quale si manifesta
luniverso. La S. è dunque la kriya-sakti (potenza dazione) di dio, ma
anche la sua jnana-sakti (potenza di conoscenza), poiché attraverso di lei dio
conosce sé stesso ed il mondo che va gradatamente creando. Ha ispirato i culti tantrici saka,
nei quali riveste un ruolo di preminenza rispetto al principio maschile. Personificata,
assume laspetto ed il nome delle dee Kalì, Durga, Uma e Gauri, che sono tutte
particolari ipostasi della sposa di Siva; di Sri o Laksmi come spose di Visnù.
Sala dei Passi Perduti: Denominazione di un ambiente massonico, che praticamente costituisce
lanticamera del Tempio. Non andrebbe confusa con la Sala di ricreazione, anche se
spesso i due locali sono coincidenti. Infatti questultima è equivalente al cortile
dei templi antichi, mentre la S. corrisponde la peripatoz, dove
si perdono i passi, nonché al vestibolo dove si indossano le vesti ed i paramenti
adatti al culto od al Lavoro rituale. La Libera Muratoria considera la S. lambiente
in cui, su invito del Maestro delle Cerimonie, ci si spoglia dellabito mentale e
delle attitudini pertinenti alla vita profana, dei cosiddetti metalli e delle relative
passioni, condizione interiore indispensabile per acquisire il diritto di accesso al
Tempio (v. la voce 1 di Comportamento).
Sale: Chimicamente
è la combinazione di un acido con una base. Comunemente identificato nel sale da cucina,
il cloruro di sodio, ottenuto per evaporazione dell'acqua marina e per estrazione dai
giacimenti minerari. y (fig.):. Sinonimo di senno, buon
senso (aver sale in zucca). y .(Alchimia): secondo
il Wirth, il S., detto dei Filosofi, proviene dall'Oceano cosmico, ed il
diametro orizzontale che divide il cerchio (nel suo simbolo), indica la separazione delle
acque superiori da quelle inferiori. Svanito il Caos, cui non è attribuibile qualità
alcuna, la barra orizzontale gli conferisce il valore di sostanza, insensibile ma
intelligibile. Il S. è alla base di tutto ciò che assume una forma. Grazie alla sua
azione combinata con lo Zolfo ed il Mercurio, tutto viene generato. Il S. proviene
dall'Oceano della saggezza infinita, e rappresenta il principio stabilizzatore di ogni corpo, un ruolo che lo eleva a simbolo di saggezza e di ponderazione. L'uomo deve apprenderne l'estrazione dall'acqua stagnante delle paludi salate che il Sole fa evaporare. La sua sostanza cristallizzata si trasforma nel corpo della Pietra dei Saggi, e la pietà dei filosofi lo consacra alla Vergine celeste, la Madre universale perennemente fecondata dallo Spirito. In realtà solo la parte superiore del S. corrisponde al principio virgineo dominante ogni concretizzazione. Ma le acque celesti sono frutto dell'evaporazione di quanto si è condensato a spese della massa caotica primordiale. In questa si concepisce l'intervento di due opposte tendenze: l'una alla condensazione concretizzante, l'altra alla sublimazione espansiva. È sotto questa duplice influenza che dal Nulla nasce il Cosmo. Alla radice della sua assunzione di forma si distinguono due fattori costitutivi, tradizionalmente rappresentati da due colonne, elevate quali menhir ed obelischi. Salomone si uniformò all'usanza, e volle le due colonne (denominate Boaz e Jachin) poste ai lati dell'entrata del suo Tempio. Gli ermetisti credono che il Caos possa essere dipanato per separazione del sottile dallo spesso, da cui risulta rispettivamente la creazione del Cielo e della Terra, atto iniziale della Genesi biblica. Ogni creatura ha il suo cielo e la sua terra ma, sotto l'infinita varietà delle cose, permane intangibile l'unità del piano della creazione. Nella figura è riportato il simbolo alchemico del S.
Salii: Antica
confraternita sacerdotale, il cui culto era connesso con quello del dio della guerra,
testimoniata in numerosi centri italici in epoca storica. Oltre che a Roma, esisteva a
Lavinio, Toscolo, Ariccia, Anagni e Tivoli, dove però erano addetti al culto di Ercole. A
Roma i S. erano considerati sacerdoti di Marte, ed erano distinti in due collegi di 12
membri, i Palatini ed i Collini (Agonenses), questi ultimi in origine addetti al
dio Quirino. Secondo la tradizione, i S. palatini avevano in custodia dodici scudi sacri,
uno dei quali sarebbe caduto dal cielo. Tutti i S. dovevano essere di stirpe nobile, ed
avere padre e madre viventi. Alle feste del Quinquatrus (19 marzo) e dellArmilustrium
(19 ottobre) i S. celebravano il dio con danze guerresche e canti rituali.
Nellintervallo tra le due feste, in giorni prestabiliti, percorrevano la città in
processione.
Salmi di Salomone: Cantici apocrifi dellAntico Testamento, scritti nel corso del I secolo
a.C., ed attribuiti a Salomone, re dIsraele dal 961 al 925 a.C. Secondo la Bibbia,
Salomone pronunciò tremila sentenze, ed i suoi canti furono millecinque. Parlò delle
piante, dai cedri del Libano allissopo, parlò degli animali, degli uccelli, dei
rettili e dei pesci (I Re 5, 12-13). Sarebbero stati scritti in occasione
dellassedio di Gerusalemme da parte degli Asmonei (v.) o Maccabei.
Salmi, Libro dei: Uno degli Agiografi dellAntico testamento, una raccolta antologica di 150
composizioni poetiche divisa i cinque gruppi (1-41; 42-72; 73-89; 90-106; 105-150). La
tradizione li attribuisce tutti a Davide. Secondo il testo masoretico, gliene
apparterrebbero 73, mentre gli altri risalirebbero, rispettivamente, due a Salomone,
dodici ad Asaf, undici ai figli di Core, uno ad Heman, uno ad Etan, ed uno a Mosé. Il
confronto con testi ugaritici e salmi penitenziali babilonesi, confermerebbe
lattribuzione a Davide di almeno alcuni dei 73. Lepoca di composizione dei S.
va dallXI al II secolo a.C. Il tipo di composizione varia secondo il soggetto:
lamentazioni individuali o collettive, inni di fiducia e ringraziamento, lodi a Dio, carmi
reali, inni sapienziali. Molti s. sono preceduti da indicazioni quali: autore, genere
poetico, melodia da adottare per il canto, occasione storica della composizione, uso
liturgico (canti graduali per il pellegrinaggio). Il Libro dei Salmi, più di ogni
altro dellAntico Testamento, esprime la relazione di fede, damore, di sostegno
dellanima umana in rapporto con Dio.
Salmo: Termine derivato
dal greco yalmoz, cantare accompagnandosi con la cetra, indica
una forma poetica ebraica, giunta a noi soprattutto attraverso le 150 composizioni del biblico
Libro dei Salmi (v. Salmi, Libro dei ). Il contenuto prevalente è lesaltazione
dei meriti e degli attributi di Dio, e lattesa delletà messianica. Nella
traduzione latina i S. sono entrati stabilmente nella liturgia cristiana, anche dal punto
di vista musicale (v. Salmodia). I S., o parti di essi, nella veste latina come nelle
traduzioni inglese e tedesca, hanno ispirato moltissimi musicisti, tra i quali Desprez,
Lasso, Palestrina, Monteverdi, Marcello, Mozart, Schumann, Brahms, Kodaly, Stravinski e
Petrassi.
Salmodia: Canto dei
Salmi biblici nellambito della liturgia ebraica e cristiana. Dal punto di vista
stilistico, si ha un più antico canto sillabico, cui ha fatto seguito lelaborazione
fi forme ampiamente melismatiche. Dal punto di vista strutturale, si ha: la S. responsoriale,
la più antica, in cui al canto del celebrante si alternano brevi risposte
dellassemblea dei fedeli; la S. antifonica, in cui i vari emistichi del salmo
vengono intonati alternativamente da due diversi gruppi corali; infine la S. diretta,
cioè cantata da un unico celebrante, oppure dalla sola assemblea.
Salnitro: Termine
della dottrina ermetica, riferito ad un elemento collocato in netta opposizione al Sale
(v.). Simboleggia la violenza e la ribellione, a partire da quella operata da Lucifero
contro Dio. Per tale motivo è detto S. infernale, Cerbero e Sale infernale. Secondo
Julius Evola (Tradizione ermetica, Ediz. Mediterranee, 1976),
"Lideogramma del Nitro o S. indica il predominio di un principio fallico-virile
(la verticale che solca la materia prima). Tale simbolo esprime anche il carattere che dà
azione alla luce, la virtù agente e ribollente delle potenze divine che, in opposizione
al Mercurio, principio luce, è il principio di ogni individuazione".