Ritualità: (G.O.I.) La Ritualità può costituire un potente mezzo di ricerca interiore. Dona ordine, armonia e ritmo alle operazioni interiori che spesso, come ogni ricercatore sa, sfuggono ai controlli che la nostra volontà vorrebbe imporre. La Ritualità può essere considerata come una delle forme che la Sacralità può assumere, se l'Artista provvede opportunamente a creare le vie per la sua manifestazione. Si deve però comprendere bene che la Ritualità non può essere considerata al di fuori dell'ambito esoterico, in quanto diventerebbe una vuota sequenza di eventi senza alcun significato superiore. Ma si deve anche comprendere che è la Sacralità che si manifesta in Ritualità e non viceversa. Ogni evocazione che cerchi di creare la Sacralità attraverso la ripetizione meccanica di un rituale, sia pure formalmente esatta, è destinata unicamente a creare aridità interiore.

Rivelazione: Termine che, tradizionalmente, ha assunto un significato religioso, ed indica il manifestarsi agli uomini della Verità o dell’Essere supremo. In tal senso si distinguono la R. storica, su cui si fonda ogni religione positiva, dalla R. naturale, che si esprime nella natura stessa e nell’uomo. La R. storica, ossia l’illuminazione di uno o più individui da parte della divinità al fine della trasmissione della verità salvifica, fonda il concetto di tradizione. Un significato non religioso ha il termine filosofico dell’ultimo Heidegger, secondo il quale la R. dell’essere è il linguaggio. Nell’Antico Testamento la R. primitiva all’uomo avviene nel momento stesso della creazione (Isaia 40, 12-26). Nel Pentateuco e nei Profeti, Dio rivela sé stesso ed i suoi piani attraverso parole ed eventi. La R. può essere collettiva, come a tutto il popolo riunito ai piedi del monte Sinai (Esodo 20, 18); individuale, come a Mosé nel roveto ardente (Esodo 3, 2-6); ai singoli profeti che, per mezzo della R. diventano bocca di Dio, cioè trasmettono la parola di Dio agli uomini. Altre forme di R. si rinvengono anche nell’antichità classica (oracoli greci e romani). Due importanti religioni sono di origine rivelata: il mazdeismo (v.), che si basa sulla R. di Ahura Mazda (v.) a Zarathustra (v.), ed il manicheismo (R. di Mani, v.). Anche il buddhismo proviene dalla R. del Buddha per illuminazione (bodhi). Tutto il Corano deriva dalla R. diretta di Allah al suo inviato (rasul) Maometto, il quale ebbe particolari R. anche dall’arcangelo Gabriele. Particolare rilievo ha assunto la R. nella religione cristiana, specie nell’ambito della Chiesa cattolica. Il concetto di R. basato sui testi neotestamentari (Matteo 11, 27; 13, 3; Giovanni 1, 18; 15, 15; Ebrei 1, 1 ss.; Galati 1, 12; Efesini 3, 3-9) dove essa è attribuita alla libera volontà di Dio-Padre che la realizza poi per mezzo del Figlio incarnato Gesù Cristo o, in seguito, per mezzo degli Apostoli, è stato codificato nel Concilio Vaticano I (1870), il quale ribadisce l’irraggiungibilità, da parte dell’intelletto umano, dell’ordine soprannaturale, senza l’illuminazione divina, e nel Concilio Vaticano II (1965), il quale ha storicizzato il concetto di R., rilevandone le manifestazioni nella concretezza degli avvenimenti.

-Rol Gustavo Adolfo: Sensitivo torinese riconosciuto universalmente soprattutto per le sue eccezionali doti di chiaroveggenza. Plurilaureato, di nobili origini e sentimenti, apprezzatissimo pittore ed eccellente violinista, fu consultato dai più famosi personaggi del modo politico, culturale e dello spettacolo, elargendo profezie e consigli spesso molto importanti e per lo più disattesi, anche sul piano storico. Incontrò Mussolini, De Gaulle, membri della famiglia Savoia e di varie casate reali europee, innumerevoli medici di chiara fama ed i maggiori esponenti del mondo paranormale e dell’occulto. Riuscì a strabiliare tutti, con i suoi incredibili giochi con le carte, la scrittura, la veggenza, le diagnosi e le guarigioni a distanza, i messaggi rivelatori prescritti ed i suoi sbalorditivi esperimenti di telecinesi e di televisione anche di dettagli di ambienti e di documentazioni. Da molti è stato considerato un Santo. Il famoso parapsicologo napoletano Giorgio Di Simone, dopo averlo incontrato, affermò: "Ho una lunga e profonda esperienza dei fenomeni paranormali, ma è la prima volta che ho potuto constatare in un vivente l’eccezionale potenza di azione della mente umana sulla materia". Rifiutò favolosi contratti propostigli da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, volti a fargli fare esperimenti soprattutto a favore della ricerca scientifica. Al riguardo egli sosteneva che "La ragione vera di quei rifiuti risiedeva nel fatto che non sono in grado di disporre di queste cose a mio beneplacito. Quando tento di volerle mi sento addirittura inibito. Agisco solo d’impulso, come sotto la spinta di un suggerimento che suscita in me una gioia indescrivibile. Tutto quello che mi viene da fare è spontaneo, diretto a beneficio di qualcuno, o fatto per una qualche ragione che il tempo poi rivelerà. Senza contare che in questo campo non muoverei un dito per il vile denaro". Pitigrilli pseudonimo di Dino Segre, scrittore in auge negli anni Venti, fu grande amico di R. Nel suo libro "Gusto per il mistero" gli dedicò varie pagine in cui tra l’altro scrisse: " R. è un uomo di mezza età. Suo padre era direttore di una banca famosa, e l’agiatezza della sua famiglia gli permise di addottorarsi in legge, di vivere aristocraticamente in un clima d’arte, di buon gusto e di bellezza. Collezionista di oggetti antichi, intenditore di musica, dotato di cultura enciclopedica, viaggiatore, ha sposato una bionda scandinava, è un gran signore, gode di eccellente salute, si ispira, nei suoi atti, ai dieci comandamenti, obbedisce scrupolosamente al nono, quello che vieta di desiderare il servo, il bue, l’asino e la moglie del prossimo. Per i suoi esperimenti si serve talvolta di carte da poker, il che fa insinuare dagli scettici superficiali che pratichi la prestidigitazione. Impiega carte da gioco perché, chiuse nella loro scatola avvolta nel cellofan sigillato, escono intatte dal negozio e chiunque può procurarsele, eliminando ogni possibilità che siano precedentemente truccate". Lo scrittore Renzo Allegri ha descritto i suoi vari incontri con R. in un libro (Rol, il Mistero, Ediz. Musumeci, 1993), in cui ha ripetutamente descritto quanto sbalordito l’avessero lasciato certi esperimenti cui aveva assistito: "Le sue esibizioni sembrano violare in modo sconcertante le leggi fisiche; sa scrivere a distanza, leggere in un libro chiuso, disintegrare gli oggetti e trasportarli senza toccarli. Inoltre sa predire con estrema precisione il futuro, vede intorno al capo di ogni essere umano l’aura di cui parla la filosofia indiana, e conosce tutto dell’individuo che osserva. È stato fotografato nello stesso istante in due città diverse, distanti migliaia di chilometri l’una dall’altra; può mettersi in comunicazione con lo spirito intelligente di chiunque, morto o vivo che sia; fa e fa fare viaggi nel passato e nel futuro. Fa tutto ciò con estrema naturalezza spontaneità, semplicità, senza mai andare in trance, a volte per strada, od anche in un ristorante, come se fossero azioni normali della sua normale vita quotidiana. R. è il fenomeno vivente più sbalorditivo". Al mondo non c’è studioso di parapsicologia o di problematiche in questo campo particolare che non conosca almeno il suo nome, e non abbia sentito parlare degli stupefacenti esperimenti che compie. Intorno al 1950 era stato organizzato un congresso internazionale per studiare i fenomeni ch’egli realizzava. Il parapsicologo tedesco Hans Bender, professore all’università di Friburgo, venne diverse volte a Torino per incontrare R., dichiarandosi pronto a dedicare il resto della sua vita per studiarlo a fondo. Einstein, di fronte ai suoi esperimenti, applaudiva come un bambino entusiasta. Il grande scrittore Jean Cocteau, dopo aver trascorso una serata con lui, gli fece questa dedica: "All’incredibile R., che sarà credibile solamente dopodomani". Massimo Inardi, famoso medico bolognese ed appassionato studioso di parapsicologia, ha scritto: "Assistendo alle operazioni di R. si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un uomo che sia tale soltanto per l’aspetto fisico e per il comportamento ordinario della vita di relazione e di società. Vi sono dei momenti in cui si ha invece l’impressione di essere in presenza di un essere che reca in sé possibilità che sembrano andare ben al di là dell’umano, od almeno al di là di quei confini che si assegnano, nella limitatezza delle attuali conoscenze e delle ipotesi razionali, all’umano ed alla natura umana". Il celebre scrittore Roberto Gervaso, nella sua prefazione al succitato libro di Renzo Allegri, scrive: "in quindici anni da che lo conosco, ho trascorso diverse splendide ed indimenticabili serate con R., ma non ho ancora capito chi egli sia, e forse non l’ha capito nemmeno lui. Si offende a morte se lo definiscono sensitivo, veggente, medium o taumaturgo. Egli resta un grande ed indecifrabile mistero. Come misteriosa resta la natura dei suoi prodigiosi poteri, esercitati sempre con immensa prudenza e misura: che essi siano umani, extraumani o sovrumani rimane un enigma irrisolto. R. sprigiona un magnetismo strano, avvolgente, coinvolgente, che incanta ed inquieta. Si vorrebbe capire ma si può solo intuire, e solo in modo contraddittorio, confuso e quasi morboso. I suoi occhi sono profondi e luminosi, scrutatori ed imperscrutabili, e trasmettono una esoterica curiosità, mista al timore reverenziale di assistere a fenomeni che intrigano mentre turbano. Si vorrebbe sfuggire a questa sorta di malìa, ma al contempo ci si fa avviluppare nelle sue spire e cedere, abbandonandosi ad una portentosa suggestione. Ci si sente in balìa di forze opposte, prigionieri volontari od involontari di un’entità indefinita, di cui sfuggono le possibilità e le intenzioni. R. è un grande iniziato? Non si sa, e sicuramente non lo sa neppure lui. Se così non fosse, egli non sarebbe più un enigma, ma un uomo come ogni altro. Forse quale lui stesso avrebbe voluto ma mai sarebbe potuto essere".

Rosa: Simbolo di soavità, di grazia, di bellezza, di perfezione e di purificazione nello spirito; è il fiore più espressivo, simbolo d’amore e di dolore. I mitologi la vollero nata dal sangue di Adone e da quello di venere, in cui Lucrezio rappresentò l’amore che genera e riproduce la vita. Inoltre la R., che con le spine cerca di difendersi dalla profanazione, simboleggia anche riservatezza e silenzio. Nella tradizione alchemica definisce la Pietra Filosofale, soprattutto perché quella con otto petali è simbolo di rigenerazione. Nella tradizione cristiana è invece collegata alla leggenda del Santo Graal, mentre Dante ne definisce così le anime del Paradiso e Maria Vergine. "Quivi è la rosa che il Verbo divino / carne si fece, quivi son gli gigli" (XXIII, 73-74). Secondo Eliphas Levi (v.), "La R. è stata in ogni tempo l’emblema della bellezza, della vita, dell’amore e del piacere, esprimendo misticamente il pensiero segreto di tutte le proteste manifestate nel Rinascimento. Era la carne che si ribellava all’oppressione dello spirito, era la natura che, come la grazia, si dichiarava figlia di Dio. Era l’amore che non voleva essere soffocato dal celibato, era la vita che non intendeva più essere sterile, era l’umanità che aspirava ad una religione naturale, intrisa di ragione e d’amore, fondata sulla rivelazione delle armonie dell’Essere, di cui la R. era per gli iniziati il simbolo fiorito e vivente. La R. è un pentacolo di forma circolare, le foglie della corolla hanno forma di cuore, e si appoggiano armoniosamente tra loro. È illuminata dalle più dolci gradazioni dei colori primitivi, il suo calice è di porpora e d’oro. La conquista della R. era il problema posto dall’iniziazione alla scienza, mentre la religione era impegnata a preparare e stabilire il trionfo universale, esclusivo e definitivo della Croce" (Storia della Magia, Ediz. Atanor, 1975). Infine Dante paragona la felicità paradisiaca alla R.: "Nel giallo della R. sempiterna, / che si dilata ed ingrada e redole / odor di lode al sol che sempre verna / qual è costui che tace e dicer vole, / mi trasse Beatrice. In forma dunque di candida R. / mi si mostrava la milizia santa / che nel suo sangue Cristo fece sposa" (Paradiso XXX 124-127; XXXI 1-3). V anche il Rituale per la Festa delle R.

Rosacroce: Il pensiero umanistico (v.) e neoplatonico (v.) dei filosofi del Rinascimento, creò le premesse ad un diffuso modo di interpretare le istanze emergenti nel XVI e XVII secolo per quanto riguardava la religione, la filosofia, la letteratura, la politica e l’arte. Tali interpretazioni trovavano espressione nel movimento R+C., e successivamente nella Libera Muratoria. Secondo la tradizione culturale la setta R+C. , talvolta identificata come Rosa+Croce, nacque nel secolo XII ad opera di Raimondo IV Conte di Tolosa (1042-1105), uno dei capi della prima Crociata. La setta si occupava di simbolismo, di psichismo e di alchimia, ed aveva per sigillo un cerchio contenente una croce. Nonostante la notevole letteratura interessante i R+C., le loro reali origini e le effettive finalità restano avvolte nelle nebbie del segreto iniziatico che doveva caratterizzarli. Michael Maier (1568-1622), medico e diffusore in Inghilterra della R+C., affermò che la Confraternita nacque in Germania, e che il loro iniziatore fu il leggendario Christian Rosenkreutz. Egli nacque in Germania da nobile famiglia nel 1378. Orfano a cinque anni, venne allevato in un convento, che abbandonò all’età di sedici anni per viaggiare in Asia, Arabia, Egitto e Marocco. In questi viaggi frequentò dei saggi, ed apprese da loro una scienza universale ed armonica, di cui si burleranno i sapienti europei ai quali tentò di trasmetterla. Essa consisteva in un piano di riforma universale, politica, religiosa, scientifica ed artistica. Ai primi membri della nascente associazione egli dette il nome di Rosa+Croce, comunicando la sua lingua magica e dando una regola rigida, che prevedeva: 1) nessun’altra professione se non quella del guarire gratuitamente i mali, fisici e spirituali; 2) nessuna uniforme, ma abiti consueti del luogo in cui si opera; 3) riunione annuale nel giorno del Corpus Domini nel tempio del Santo Spirito; 4) scelta di una disciplina operativa e di un discepolo successore; 5) mantenere il sigillo R+C., stemma ed insegna; 6) restare nascosti cento anni. Rosenkreutz morì nel 1484 all’età di 106 anni, ed il suo corpo venne deposto in una grotta segreta. Trascorsi 120 anni, nel 1604 i suoi discepoli aprirono quella cripta, e trovarono il suo corpo intatto, tra i suoi libri sacri. Una seconda corrente storiografica considera la citata tesi fondamentalistica solo come ipotesi, ed afferma che è impossibile appurare se Rosenkreutz fosse il nome di un adepto che avrebbe battezzato il movimento col proprio nome, oppure se sia stato il nome iniziatico assunto da chi si trovò a capo della nuova via iniziatica. È comunque certo che il simbolo dei R+C. esistessero prima della presunta nascita di Rosenkreutz. È anche accertato che i R+C. si siano occupati a fondo di alchimia, e che il loro potere si sia esteso non solo agli uomini ma anche alle forse ambientali, avendo accentuato le teorie dell’unità della materia modificata nei suoi aspetti ritmici molecolari. Com’è accertato che praticassero il principio del fuoco rigeneratore, necessario alla Grande Opera (v.), in cui entravano in azione gli Elementi (il Fuoco si condensa nell’Aria, l’Aria diventa liquida, l’Acqua solidificandosi diventa Terra che può tramutarsi in Fuoco, per cui la Natura si trasforma senza sosta). Robert Fludd (1574-1637), medico ed alchimista londinese considerato padre immediato dei R+C., noto per le sue opere su astrologia ed alchimia, affermava che "A tutti coloro che sapranno ricevere la Luce che illumina tutti i nati uomini sarà dato di divenire figli di Dio, e potranno abitare la casa della Saggezza". Indicata questa via iniziatica, egli prometteva "A colui che possederà il Verbo proferito nella Nuvola, e che si riunirà allo Spirito, rutilante di divino splendore, apparirà il destino di Mosé ed Elia". Attraverso i processi alchemici i R+C. tendevano alla trasmutazione universale, ovvero alla dissoluzione del male, ed alla purificazione dell’intera umanità attraverso l’Amore. Si nutrivano di misticismo cristiano illuminato, ma coltivavano anche interpretazioni bibliche inseribili nelle tradizioni pitagoriche e cabalistiche. Secondo l’emanazionismo (v.) di Fludd, la divinità non crea alcunché, ma si sviluppa dalla sua propria essenza, emanandole, innumerevoli virtualità, luoghi e momenti, per cui l’Universo intero è un divenire divino. L’emanazione raffigurerebbe anche un processo di degradazione, di indebolimento; immaginata come se da una parte fosse posto l’Uno divino, assoluta perfezione (il vero, il bello, il buono), e dall’altra il mondo materiale, tarda ed imperfetta emanazione dell’Uno, nel quale dovrà integrarsi per godere della suprema libertà che discende dalla perfezione. Comunque, qualunque sia stata la sua origine, va detto che la dottrina R+C. era dedita alla ricerca della Verità, alla conoscenza dell’uomo e delle sue possibilità evolutive, e del suo rapporto esistenziale con l’Idea Divina. È parere diffuso che i profondi pensatori, i tenaci ricercatori della verità nell’immensa sfera delle leggi e delle forze della natura, non scomparvero certo con l’ultimo degli Gnostici e degli Alchimisti. Gli studi continuarono per ricercare la parola perduta, ossia l’essenza della legge che governa la generazione, lo svolgimento e la continua evoluzione e trasformazione dell’Universo. Sono stati proprio tali pensatori, capaci di estraniarsi dalle passioni e dai tumulti della vita, che assunsero il nome R+C. Nel rituale massonico del Capitolo R+C. adottato nel 1913 come XVIII Grado dal R.S.A.A. (v.), si tenta di dare risposta ai quesiti sorti nella valutazione storica del movimento, ovvero perché assunse quel titolo suggestivo ed arcano, e quali sono i veri principi e le finalità della segretissima istituzione (vi si intende afferrare nella scienza universale delle forme il principio iniziale elementare ed indistruttibile, che avrebbe posto nelle mani creatrici degli studiosi il segreto di tutte le operazioni della natura). Vi si afferma che la ricerca affaticò le menti e la fantasia di critici ed eruditi. Alcuni di questi favoleggiarono che continuando le indagini alchemiche, da cui doveva scaturire la chimica, i R+C. avessero realmente scoperto il sistema per trasmutare i metalli volgari in oro. Inoltre sostenevano che i primi Templari (v.), scavando tra le rovine del Tempio di Salomone dov’era dislocata la loro sede di Gerusalemme, avessero trovato documenti che illustravano il processo per giungere alla Grande Opera (v.). Altri invece trovarono l’origine dei R+C. nel libro del Typot (Jacobi Typotii Simbule Divina et Humana Pontificum Imperatorum Regum) che, in una tavola del primo volume, sotto il titolo di Simbula Sanctae Crucis, conteneva una croce sormontata da un pellicano. I sostenitori di tale tesi storiografica pensarono che celebre il teologo Jean Valent Andreas (1586-1654), abate di Adelberg, considerato l’ispiratore dei R+C., volendo spogliare dei difetti le scienze ed i costumi del suo tempo, ed intendendo affidare un contenuto mistico-misterico ad un movimento filosofico religioso, immaginasse con una finzione poetica le nozze alchemiche di Christian Rosenkreutz, dando origine all’ordine dei R+C. Di tale finzione alchemica, ricca di suggestive e poetiche fantasie, si avvalse Robert Fludd scrivendo l’apologia compendiaria della R+C. ed un trattato che, tra miscugli di teosofia gnostica e medicina, desunti dalle dottrine di Paracelso, difendeva l’integrità dell’Ordine dei R+C., spiegandone il simbolo con la Croce del Golgota intrisa del sangue del Cristo. Ma è con la figura di Francesco Bacone da Verulamio, padre del moderno empirismo (1561-1626), autore del celebre libro "La Nuova Atlantide", che si riformò in Inghilterra una Società R+C. o Bramini del Nord, Interpreti delle leggi e dei misteri della Natura. L’opera di Bacone ebbe enorme successo nel mondo anglosassone, rianimando studi e sforzi dei R+C. In seguito con Elias Ashmole, Massone R+C. ed eminente fisico, fondatore del Museo di Oxford, e con l’astronomo William Lily, il medico Thomas Warton, i matematici George Warton e William Oughteed, gli ecclesiastici John Pearson e John Haerwitt, e molti altri ancora, nel 1646 si ricostituì e si affermò saldamente l’Ordine R+C. Tutti i suoi membri dovevano occuparsi esclusivamente dello studio della natura. L’insegnamento doveva essere segreto e riservato ai soli iniziati (come nella scuola pitagorica) ed espresso per simboli. Il sacro quadro dei R+C. era un quadrato perfetto impresso a figure, in cui si vedevano le due colonne sulle quali Ermete aveva rappresentato gli elementi di tutte le scienze. Le sfere sovrapposte ad entrambe le colonne ermetiche simboleggiavano l’annuale rigenerazione della natura. Y (Massoneria) La Libera Muratoria, specialmente nel citato XVIII Grado del Rito Scozzese, intese riprendere il concetto espresso da Bacone, ossia tendere ad afferrare nella scienza universale delle forme il principio iniziale elementare ed indistruttibile, che avrebbe posto nelle mani creatrici degli studiosi il segreto di tutte le operazioni della natura. Ma quelle indagini sulle leggi fondamentali della natura non potevano bastare ai Liberi Muratori che, informandosi allo spirito delle istituzioni iniziatiche, intendevano redimere l’uomo dall’errore e dal vizio, instaurando e fortificando nelle coscienze il culto della Verità e della Virtù. I massoni volevano abolire ogni distinzione di razza e di casta, ogni privilegio politico e religioso, onde creare, sulle rovine del vecchio mondo, il regno della Luce e della Giustizia, nel quale l’Amore, quale vincolo e cemento, avrebbe dovuto comporsi la Fratellanza Universale e riposarsi tutta l’Umanità. Le audaci ricerche scientifiche potevano però sbigottire i padroni del mondo, poiché l’Opera intendeva richiamare mente e coscienza degli uomini alla visione ed alla conquista di nuovi diritti. Inoltre l’assidua propaganda per l’elevazione del carattere umano, la cospirazione contro l’errore, l’orizzonte spoglio di ogni visione di un pauroso ignoto ma chiamato alle armi contro i fautori e gli sfruttatori della servitù universale delle anime per l’ultima e disperata difesa, poteva mettere in allarme il potere politico e religioso. Indispensabile quindi avviare e condurre quest’Opera di rinnovamento morale nel segreto più assoluto, ovvero nell’ombra, celata negli anfratti più nascosti di qualche antichissima istituzione, insospettabile perché sconosciuta, oppure perché resa innocua da una progressiva degenerazione. Ecco spiegato il motivo per cui i R+C., che avevano intanto associato ai loro studi questo vasto programma di rinnovamento morale e sociale, si intrufolarono nelle antiche Società costruttrici, nelle vecchie, misere ed impotenti Logge massoniche d’Inghilterra e, assunto il nome di Massoni Accettati, riformandole e rendendole vestibolo e seminario della vera e Grande Opera della Massoneria. I R+C. si impadronirono di queste Logge e, protetti dalla noncuranza di cui erano circondate, avviarono nell’ombra i loro nuovi e più arditi Lavori. Così alla discreta opera educativa svolta a mezzo di simboli dalla vecchia Massoneria, rivolta all’uomo per insegnargli le sue origini e la sua missione nella vita, con l’apporto dell’opera dei R+C. si aggiunse un altro e ben più radicale insegnamento. Questo portò ad addentrarsi in tutti i campi speculativi, accettando soltanto i metodi della critica e della ragione. I massoni Antichi ed Accettati combattevano le assurdità e le incomprensioni dogmatiche, denudavano gli errori, flagellavano superstizioni e pregiudizi, correndo con audacia e sicurezza verso l’affermazione della libertà dell’esame, del pensiero e della coscienza. I veri R+C. esistono tuttora, sparsi in tutto il mondo, e continuano la loro missione segretamente e nel silenzio più assoluto, una missione confortata dalla loro mistica elevazione spirituale. A modo loro cristiani, non sempre ortodossi, i R+C. cercano il senso esoterico nei Vangeli, ritenendo che il vero cristianesimo esoterico debba essere la religione universale, in contrasto alle affermazioni del Giudaismo e del Cristianesimo popolare. Essi affermano che Cristo sarà riconosciuto come la "Luce del Mondo", perché la Sua vera religione sommergerà e sostituirà ogni altra religione, ad esclusivo vantaggio dell’intera Umanità. La loro concezione del Cosmo non è dogmatica in quanto non si appella ad altra autorità che alla ragione del discepolo. Non sono esposti né a critiche né a persecuzioni, poiché operano sotto l’impenetrabile copertura di una condotta modesta ed esemplare, spoglia di ogni appariscente ostentazione di tipo sociale, dottrinale o carismatica. Quando vogliono svolgere azioni filantropiche lo fanno nell’anonimato più assoluto. Infine essi, indifferenti agli onori del mondo ed a quanto affascina le genti, spogli di ogni vanità poiché non si considerano depositari esclusivi della Verità assoluta, ricercano, attraverso l’umiltà ed il rifiuto della Gloria, la povertà e la più assoluta purezza esistenziale, il modo di avvicinarsi a Dio, unendosi finalmente a Lui nell’estasi (v. La Luce Massonica, di Angelo Sebastiani, Vol. III, Cap. 7, Ediz. Hermes, 1993).

Rosenkreutz Christian: Leggendario fondatore dell’Augusta Confraternita dei Rosa+Croce (v. Christian Rosenkreuz).

Rosetta: Centro egiziano ubicato nel Delta (in arabo ar-Rasid). Nel 1799 è diventata famosa grazie alla scoperta della Stele o Pietra, detta di R., un blocco di basalto nero riportante inciso in tre lingue (greco, democrito e geroglifico) un decreto emesso dal clero di Menfi in onore del faraone Tolomeo V Epifane (196 a.C.), nel primo anniversario della sua incoronazione. Il testo di questa stele, grazie all’intuizione di uno studioso di lingue antiche, Jean François Champollion (1790-1832), ha definitivamente consentito la corretta interpretazione degli antichi geroglifici egiziani (v. Stele di Rosetta).

Rosslyn:  Cappella molto particolare fatta costruire tra il 1441 ed il 1486, in origine dedicata a San Matteo dai proprietari, la nobile famiglia Sinclair, dall’antico nome Saint Clair. È situata a circa 5 km. a sud di Edimburgo, nei pressi del villaggio scozzese di Roslin, nella valle del North Esk. La valle è un luogo spettrale e misterioso, distinta da numerosi edifici in rovina, caverne e gallerie, al cui inizio pare vigilata da una selvaggia testa pagana scolpita in una grande roccia ricoperta di muschio. La Cappella di R. si presenta come una cattedrale gotica in miniatura che ricorda Chartres (v.). Ispira sontuosità amputata, come se i costruttori, dopo avervi profuso maestria e materiali tra i più costosi, si fossero fermati di colpo. In effetti mancarono improvvisamente i fondi per ultimare la «Cappella della Madonna», che avrebbe dovuto diventare una vera cattedrale su scala francese. Dalla parete occidentale sporgono massicci blocchi di pietra, in attesa di altri che non giunsero mai. Il suo interno è una febbrile allucinazione pietrosa, una sfrenata esplosione di immagini e di configurazioni geometriche scolpite ed ammonticchiate, che si fondono sovrapponendosi alle altre. Abbondano gli elementi decorativi che anticipano quelli della Massoneria, una sorta di compendio pietrificato di esoterismo. La cappella di R. è al centro di segreti e di leggende, la più famosa riguardante la colonna posta all?estremità orientale dell?edificio, nota come «Colonna dell'Apprendista». Pare sia stata costruita da un apprendista, all?insaputa del maestro e durante una sua lunga assenza. Quando questi ritornò e vide l?opera, punto da invidia uccise il suo apprendista. Sopra il portale occidentale della cappella vi è la testa scolpita di un giovane, con uno squarcio sulla tempia sinistra: secondo alcuni l?apprendista assassinato. Di fronte la testa di un uomo barbuto: il maestro. Alla sua destra la testa di una donna, nota come la «Madre vedova», la mamma dell'apprendista, quindi figlio della Vedova. Un particolare curioso ed affascinante della citata colonna è costituito dai motivi scolpiti, riproducenti soprattutto piante di aloe e pannocchie di granoturco, due vegetali di esclusiva origine americana, del tutto sconosciuti nel continente europeo all'epoca della costruzione della cappella di R., vari anni prima della scoperte di Cristoforo Colombo. Da notare che qualche studioso ha dichiarato che la cappella «ha la pianta identica al tempio di Erode (o di Salomone) in Gerusalemme» (v. la voce Resoconto degli Zeno, ed Ordo Templi, 1997, dell'autore).

Rosso: Colore simboleggiante il Fuoco (v.), che accende l’animo purificandolo, nonché la Trascendenza. La terra rossa (argilla) è stata tradizionalmente uno degli elementi naturali che hanno costituito l’essere umano primordiale, il progenitore Adamo, dove adam in ebraico significa R. Simboleggia quindi anche la materia, in contrapposizione con il bianco (v.). v. anche Opera al R.

Roswell: Cittadina del Nuovo Messico (Stati Uniti), sede di una base aerea atomica militare, che l’8 luglio 1947 fu teatro di un episodio particolare riguardante gli U.F.O. (v.) e gli extraterrestri. Quel giorno venivano registrati tre avvenimenti eccezionali: · 1) un breve comunicato stampa, diffuso per conto della base dal Ten. Walter Haut, addetto militare alle pubbliche relazioni, che annunciava (a suo dire per incarico dello stesso comandante della base Col. William Blanchard) il recupero di un disco volante; · 2) la testimonianza del Magg. Jasse Marcel, del servizio informazioni della base, che per primo ispezionò la zona della caduta e descrisse i rottami rinvenuti, di materiale del tutto sconosciuto, leggerissimo, incombustibile, indeformabile, non incidibile né ammaccabile; · 3) le numerose e concordanti altre descrizioni dei rottami fatte da testimoni oculari. Subito si scatenavano le reazioni ufficiali, tese a dimostrare scientificamente l’assoluta inattendibilità di ciascuna delle varie testimonianze, definite contraddittorie, incompetenti e fantasiose. Gli strali dei fautori del silenzio si abbatterono in particolare sui due citati ufficiali (Haut e Marcel), il primo accusato di esibizionismo, per aver diffuso di sua iniziativa quel comunicato a stampa e radio, ed il secondo perché incompetente e tendenzialmente sbruffone portato all’esagerazione. Moltissimi seri studiosi, sia scettici che ufologi, hanno considerato e considerano tuttora poco convincenti tali tentativi di diffamazione. Ad oltre mezzo secolo dai fatti la polemica non si è affatto estinta. Con il tempo vari ufficiali, già in servizio a R. o comunque a conoscenza diretta dei fatti, sono andati in pensione conquistando così lo svincolo dai segreti militari se non di stato, a volte portando con sé documentazioni, registrazioni o filmati originali. Varie prove sono state rese pubbliche, sollevando ondate di roventi critiche da parte dei sostenitori della libertà di informazione e della verità. Anche alle televisione di tutto il mondo sono stati presentate eloquenti registrazioni, come il disumano interrogatorio di un alieno o l’autopsia di un altro deceduto nell’incidente. Resta il fatto che, esaminati quei rottami (da alcuni testimoni definiti straordinari), il comandante Col. Blanchard ordinò al Ten. Haut di diffondere quel comunicato stampa, affidando proprio al Magg. Marcel il compito di trasferire i rottami stessi a Fort Worth (Texas), sede dell’VIII Forza Aerea, per esservi esaminati dagli scienziati del Gen. Ramey. Se ne deduce che il sempre meno misterioso oggetto caduto a R. fu certamente qualcosa di cui le autorità degli Stati Uniti ritengono tuttora di non dovere (o di non potere) rivelare la vera natura.

Rotary International: Associazione internazionale che raggruppa e comprende i Rotary Club nazionali, fondata nel 1905 a Chicago da Paul P. Harris, e diffusasi in quasi tutto il mondo a partire dal 1911. Il R. accoglie professionisti, industriali, alti funzionari e uomini d’affari, i quali intendono soprattutto promuovere opere di carattere assistenziale e filantropico. Il primo R. italiano fu fondato a Milano nel 1923. Oggi esistono R. in circa 200 nazioni, per complessivi oltre 800.000 membri attivi. Il termine "rotary" deriva dalla consuetudine adottata dai primi membri dell’associazione di riunirsi a rotazione nella dimora di ogni singolo associato. L’organismo coordinatore internazionale è il Congresso (Convention), che si riunisce ogni anno per l’elezione del Consiglio Centrale, costituito da 17 membri. L’associazione Rotaract è un’emanazione del R. che ha membri tra gli studenti che operano in stretto collegamento con i R. Clubs locali. Il R. si dichiara promotore di una nuova moralità che si collochi al di sopra ed al di fuori di ogni concezione religiosa, indipendente da qualsiasi partito ed a carattere universale. Il R. si discosta dal costume massonico poiché non esige la credenza nel Grande Architetto dell’Universo, mentre con la Massoneria condivide l’intenzione di promuovere una sempre più intensa comprensione tra i popoli, in tutti i campi dell’attività umana.

Rotolo di Rame: Secondo John Allegro, autore del libro "The Treasure of the copper scroll" (Il tesoro del rotolo di rame), il R. non sarebbe che un dettagliato inventario del ricco tesoro ebraico nascosto nelle segrete del Tempio di Erode, eretto sulle rovine di quello originale di re Salomone. Si trattava di enormi quantitativi di oggetti (per lo più rituali) d’oro, d’argento, decorati con innumerevoli pietre preziose, ed almeno 24 papiri, ben nascosti in 64 diversi nascondigli, in genere grandi anfore sigillate, di cui erano fornite le precise coordinate di localizzazione. All’inizio del R. viene resa nota l’esistenza di una copia di questo documento, che era stata celata nello stesso tempio. Infatti dice testualmente. "nella cava (Shith) vicina al lato nord, interrata all’imbocco, con una mappa riportante le varie indicazioni dei nascondigli del tesoro e dei documenti".

Royal Society: Nome di una prestigiosa società scientifica inglese, le cui origini risalgono intorno al 1645 ad opera di R. Boyle (1627-1691), riconosciuta ufficialmente nel 1660 da re Carlo II con il nome di R. Society for the advancement of Learning (Società reale per il progresso del sapere). Le riunioni si tenevano al Gresham College di Londra, ed erano presiedute da illustri studiosi di scienze fisiche e biologiche. La prima pubblicazione fu Philosophical Transactions (1665), seguita dai Proceedings (1880). La pubblicazione degli atti della R. Society continua tuttora, e conta circa 500 volumi.

Rubedo: Ultima fase del cammino ascetico, cui l'iniziato può potenzialmente accedere dopo aver superato con successo le prime due, ovvero Nigredo ed Albedo (v.). È lo stato di coscienza superiore, assimilabile, a seconda delle qualificazioni interiori di ciascun adepto, o nel "trionfo ermetico", in senso stretto, cioè nella spiritualizzazione del corpo e purificazione dello spirito, oppure nella definitiva e stabile acquisizione del carisma di livello angelico. Occorre sottolineare le enormi difficoltà che l'iniziato incontra inevitabilmente lungo l'aspro percorso del cammino iniziatico, tant'è che ben pochi conseguono il pieno successo completandolo (v, Opera al Rosso).

Runa: Un’antica leggenda narra che Odino restò appeso nove giorni e nove notti al grande Yggdrasil, l’immenso frassino asse del mondo, affinché gli fosse donata la conoscenza delle rune. Egli le divulgò poi tra il suo popolo, come simbolo del sapere e del riconoscimento di tutti i misteri degli dei e degli uomini. "Io so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove notti intere, da una lancia ferito e sacrificato ad Odino, io a me stesso, su quell’albero che nessuno sa da quali radici si erga. Con pane non mi hanno saziato, né con corni potori. In basso spiai guardando. Trassi le Rune, cantando le trassi e ricaddi di là. Nove possenti incantesimi presi dall’illustre figlio di Boltborr …". Il termine R. significa sussurro, segreto, mistero, e la loro mitica origine viene fatta risalire a 12.000 anni fa, ovvero all’epoca dell’ultima glaciazione. Rappresentano un sistema sacro divinatorio della tradizione nordica, in cui ciascuna R. racchiude in sé un mistero iniziatico difficilmente sondabile e, secondo la tradizione norrena, dono veicoli di potere. È sostanzialmente un segno di scrittura degli antichi popoli scandinavi, germanici e celtici. Tra i diversi alfabeti runici, il più comune è il "futhark", i cui 24 segni o simboli ricordano molto l'alfabeto etrusco. È suddiviso in tre famiglie, o gruppi, di otto simboli ciascuno, chiamati Freyla, Hagal e Tyr, i nomi di tre divinità del pantheon nordico. Esiste anche un cosmogramma runico, utilizzato per finalità magiche o divinatorie, che distingue le R. del Sole da quelle della Luna, con suddivisioni precise tra i quattro elementi, ovvero tra Terra, Aria, Acqua e Fuoco. Esistono quindi anche delle carte specifiche impiegate a tal fine, anche se gli studiosi prediligono il sistema originale antico, che vedeva riportati i simboli runici su tavolette di legno (di nocciolo o di acero) oppure su sassolini. Quanti utilizzavano le R. erano convinti che ogni simbolo fosse legato ad uno spirito o ad una forza elementare della Natura (archetipo), che doveva essere evocato e compreso nel suo specifico significato e secondo determinate regole comportamentali. Un uso scorretto delle R. comportava, secondo la tradizione, un grave pericolo per lo sprovveduto o per lo sciamano improvvisato. La Magia runica prevedeva molti impieghi diversificati dei simboli. Nel Sigrdriformal, o Carme di Sigfrida, sono elencate R. del sonno, dei rami, della felicità, dell'eloquio, della vittoria, della mente, della birra, del parto, dell'amore, delle tempeste, dell'infelicità, di cura, di potenza e di soccorso. La maggior parte della loro conoscenza è andata purtroppo perduta, anche se l'archeologia sta recuperandone una buona parte. Questa rivela comunque un quadro decisamente affascinante del loro impiego magico quotidiano. Si trattava di una Magia priva di frodi e di illusioni, un mistero incontaminato e puro che rivelava la sua essenza soltanto a quanti vi si accostavano con estrema umiltà e purezza di intenti. Sono simboli dell'alfabeto runico: · "t", Teiwaz, del dio Tyr della guerra, legata ai berserkir, mitici guerrieri lupo; · "i",Isa, materia prima cosmica primordiale (ghiaccio) con cui gli dei plasmarono l'universo; · "< ", Kenaz, del malvagio dio Loki, significa infezione, corruzione del corpo fisico dopo la morte; · "g", Gebô, ricorda l'intreccio delle capanne nordiche, quindi è simbolo di ospitalità, dono, gioia; · "¯ ", Inguz, danesi, progenie dell'Adamo nordico; · "ú > ", Purisaz (o Thurisaz), Troll, spirito malvagio, detta spina del sonno, con cui Odino colpisce l'uomo facendolo cadere in trance estatica. · f Fehu, bestiame, il dio Freyr alla porta del solstizio invernale; · u , Uruz, toro furente; (v. tabella dell'alfabeto completo). Esiste anche una corrispondenza delle R. accoppiate ai dodici segni dello Zodiaco. Nella divinazione le R. possono sostituire i tarocchi (v.), con un metodo interpretativo piuttosto semplice. La runomanzia è trattata dettagliatamente in testi editi dalla casa editrice Myrrdin, di Milano.

Alfabeto Runico:

F

Fehu

u

Uruz

w

Purisaz

a

Ansuz

r

Raido

k

Kenaz

g

Gebo

wM

Wunjo

h

Hacalaz

n

Naudiz

i

Isa

j

Jera

y

Eihwaz

p

Perd

z

Algiz

sM

Sowulo

t

Teiwaz

b

Berkana

e

Ehwaz

m

Mannaz

l

Laguz

d

Inguz

o

Opilaz

d

Dagaz

Ruth: Libro dell’Antico Testamento che narra la vicenda del betlemita Elimelec che, spinto dalla carestia, si trasferisce con la moglie Noemi ed i due figli Maalon e Chelion nel territorio di Moab (v.). Morti il padre, e poi anche entrambi i figli, Noemi fa ritorno a Betlemme, seguita da Ruth, vedova di uno dei figli. Qui Ruth sposa Booz, dal quale ha un figlio. Obed, avo di Davide. Il libro di R. viene interamente letto nel corso della festa della Pentecoste (v.) ebraica.