-Rito Scozzese Antico ed Accettato: Occorre premettere, per la corretta comprensione del R.S.A.A., che alla base della sua costituzione sta la convinzione che in ogni generazione umana solo pochi, i cosiddetti giusti, conoscono la verità suprema. Questi Giusti sono sconosciuti, poveri, non sono dotti, ed appaiono talvolta come veri giullari di Dio, secondo il concetto francescano. I più piccoli però, secondo la predilezione evangelica, sono i più prossimi alla conoscenza di Dio. I gradi ed i roboanti titoli scozzesi non conferiscono affatto la saggezza; sono solo supporti formali ideati per stimolare l’animo umano ad espandersi, seguendo l’incitamento dell’Oratio de hominis dignitate di Pico della Mirandola: "Ci afferri l’animo una santa ambizione di non contentarci delle cose mediocri, ma di anelare alle più alte e di sforzarci con ogni vigore di raggiungerle, dal momento che, volendo, è possibile". Chi, perdendo di vista l’essenziale per inseguire il superfluo, volesse accumulare gradi per alimentare nell’intimo presunzioni di superiorità, chi cercasse potenza e non liberazione, chi disprezzasse i piccoli e quelli che non contano, costui sarebbe condannato a perdere i benefici dell’iniziazione ricevuta, escludendosi dalla Conoscenza. (Michele Moramarco). Il R.S.A.A. trae origine, secondo lo storico massone R.F. Gould, da una loggia di maestri scozzesi riunitasi a Londra nel 1733. In quegli anni, sotto la giurisdizione di un Gran capitolo di Edimburgo, avrebbero preso corpo alcuni alti gradi, Nel 1748, in Francia, fece la sua comparsa un grado di Cavaliere d’Oriente, prototipo di vari gradi dell’attuale sistema scozzese. I Fratelli francesi praticanti gradi supplementari si trovavano senz’altro sotto l’influenza di A.M. Ramsay, nei cui Discorsi sugli Ordini Cavallereschi in Massoneria (1737) sollecitò potentemente il risveglio neotemplare. Il fermento degli alti gradi si diffuse rapidamente agli altri centri esoterici europei ben consolidati ed orbitanti intorno a personalità massoniche non meno note di Ramsay. Il primo Capitolo Rosacroce fu fondato a Lione nel 1765; lì viveva J.B. Willermoz (v.), patrono della Massoneria spiritualista, che era in stretto contatto con logge d’orientamento neotemplare di Metz (Germania), dov’era in incubazione il futuro grado di Cavaliere Kadosh. Le rivendicazioni neotemplari della Stretta Osservanza (v.) influenzarono certamente la formazione successiva dei gradi cavallereschi scozzesi. La prima codificazione complessiva del nuovo rito risale al 1786, e viene identificata come Costituzioni di Federico il Grande, il sovrano prussiano illuminato che pare ne fosse invece del tutto estraneo. Il primo Supremo Consiglio del mondo si formò a Charleston (South Carolina) nel 1801, presto seguito da quello francese insediatosi a Parigi nel 1804. Il nuovo Corpo a sfondo sincretistico in 33 gradi si diffuse rapidamente, come dimostra il Supremo Consiglio formato a Milano nel 1805 sotto la protezione napoleonica. Poderoso fu lo sviluppo del R.S.A.A. negli Stati Uniti dove, nel 1813, un Supremo Consiglio per la Giurisdizione Nord germinò da quello di Charleston, insediandosi a Boston ov’è tuttora. Una Giurisdizione Sud veniva posta sotto la dipendenza del S.C. di Charleston, per poi trasferirsi a Washington. La figura più importante del Rito Scozzese statunitense fu sicuramente Albert Pike (1809-1891), un avvocato nativo di Boston ma cresciuto nell’Arkansas, dove fu iniziato nella Massoneria nel 1850. Combattente nella guerra contro il Messico e generale dell’esercito confederato nella guerra civile, esercitò le attività di avvocato e di giornalista a Memphis (Tennessee) e poi a Washington, dove visse fino alla morte. Qui nel 1859 era stato sospinto ai vertici gerarchici del R.S.A.A., di cui sistemò i gradi nella forma che è ancora attuale. Cultore di diritto romano e francese, fu uno studioso delle lingue sacre, tra le quali l’ebraico, il persiano ed il sanscrito, nonché delle antiche tradizioni religiose indoiraniche. Autore di Morals and Dogma, un’opera eclettica in cui traspaiono interessi culturali di ampio respiro, superando l’orizzonte massonico tradizionalmente collegato a fonti occidentali per poi dilatarsi, fino ad abbracciare anche la cultura e le tradizioni dell’estremo Oriente. Il volume risente dello scarso impegno filologico della letteratura esoterica del tempo e non manca di una certa vena di retorica, ma resta ricca di ottimo spunti che certo testimoniano le aspirazioni universalistiche del R.S.A.A. Un’opera grandiosa, che rappresenta un contributo immenso elargito alla costruzione del Tempio Universale. La fisionomia del rito vede diversi gradi raggruppati in Logge, Capitoli, Areopaghi, Tribunali e Supremo Consiglio, secondo lo schema strutturale che segue: I) Logge Azzurre od Officine Simboliche (dal 1° al 3° Grado). 1) Apprendista, 2) Compagno, 3) Maestro; II) Logge od Officine di Perfezione (dal 4° al 14° Grado): 4) Maestro Segreto, 5) Maestro Perfetto, 6) Segretario Intimo, 7) Prevosto o Giudice, 8) Intendente delle Costruzioni, 9) Maestro dei Nove, 10) Illustre Eletto dei XV, 11) Sublime Cavaliere Eletto, 12) Gran Maestro Architetto, 13) Cavaliere dell’Arco Reale, 14) Grande Eletto o Sublime Muratore; III) Capitoli od Officine Rosse (dal 15° al 18° Grado): 15) Cavaliere d’Oriente o della Spada, 16) Principe di Gerusalemme, 17) Cavaliere d’Oriente e d’Occidente, 18) Cavaliere Rosa Croce; IV) Areopaghi od Officine filosofiche (dal 19° al 30° Grado): 19) Gran Pontefice o Sublime Scozzese, 20) Venerabile Gran Maestro, 21) Noachita o Cavaliere Prussiano, 22) Cavaliere Reale dell’Ascia o Principe del Libano, 23) Capo del Tabernacolo, 24) Principe del Tabernacolo, 25) Cavaliere del Serpente di Bronzo, 26) Scozzese Trinitario o Principe di Grazia, 27) Gran Commendatore del Tempio, 28) Cavaliere del Sole, 29) Gran Scozzese di Sant’Andrea, 30) Grande Eletto Cavaliere Kadosh; V) Tribunali: 31) Grande Ispettore Inquisitore Commendatore; VI) Concistori: 32) Sublime Principe del Real Segreto; VII) Supremo Consiglio: 33) Sovrano Gran Commendatore Generale. Nella citata opera Morals and Dogma di Albert Pike si legge: "Per i Massoni, ed in particolare per quelli del R.S.A.A., essere puri e senza macchia non comporta solo l’impegno volto a saziare la sete del sapere, ma anche e soprattutto la sincerità di coscienza, la rettitudine del carattere e la genuina bontà insita nell’animo, doti che si manifestano nei pensieri e nella condotta che teniamo in ogni istante della nostra vita. Ecco perché la Massoneria ha preservato e trasmesso, nella loro purezza, le dottrine cardinali che sono alla base di tutte le religioni. ... e, proprio in forza dei suoi alti ideali, ha aiutato non poche Nazioni a riacquistare la Libertà. Noi riaffermiamo che la Massoneria, in presenza dei rinnovati attacchi delle forze del materialismo e dell’oscurantismo, non prova timore alcuno, anche se resta incredula e vigilante al cospetto dei diritti calpestati. La sua millenaria Tradizione è là per rammentarle quante volte altri assalti più furiosi si sono infranti contro la maestà dell’ideale, sicura dei suoi principi universali di Fratellanza, Giustizia e Libertà. Ogni Massone del Rito Scozzese deve lasciarsi guidare sempre da sani principi morali e dalla legge del dovere, non soltanto nella vita massonica ma anche, e soprattutto, nelle attività che svolge da profano".

Rito Scozzese Rettificato: Ordine massonico di profonda ispirazione cristiana, fondato sui nobili principi della Cavalleria. Nacque dal Convento Nazionale delle Gallie, detto Convento di Lione, per iniziativa di J.B. Willermoz (1730-1824, v.), sostenitore dell’Ordine della Stretta Osservanza (v), elaboratore di trattati sull’esoterismo cristiano e di pratiche cerimoniali di impronta occultista. Vi assunse il nome iniziatico di "Baptista eques ab Eremo", raccogliendovi la nobile eredità neotemplare dell’ormai morente Ordine della Stretta Osservanza, alla cui estinzione in territorio francese diede un notevole contributo. Nel nuovo R. inserì i tre Gradi della Massoneria di San Giovanni (Apprendista, Compagno e Maestro), nonché il Grado di Maestro Scozzese di Sant’Andrea (del quale redasse personalmente il rituale) e l’Ordine Interno equestre, costituito dal Grado di Scudiero Novizio, o Cavaliere Benedicente della Città Santa. Il R. è il più antico presente in Italia, tant’è che tra i suoi membri Gran Professi annovera il conte de Maistre ed il principe Raimondo di Sangro (v.). Dal 1985 il R. ha ripreso le sue attività in Italia, fondando Logge di Maestro Scozzese di Sant’Andrea a Cortona, Siena e Perugia. Il R. è tra quelli con cui il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani ha ratificato il protocollo di riconoscimento e di legittimità territoriale del 6 febbraio 1988.

Rito Simbolico Italiano: Il R.S.I. viene considerato di tipo eterogeneo, e trae origine dalle vicende della Massoneria Italiana del XIX secolo. Con la Restaurazione, il Grande Oriente napoleonico si sgretolò, e la Libera Muratoria sopra visse stentatamente nella clandestinità. Nel 1859 fu fondata a Torino la Loggia Ausonia che, fin dall’inizio, praticò esclusivamente i tre gradi universali dell’Ordine, per poco dopo costituirsi in Grande Oriente Italiano. La nuova obbedienza fu a prevalente composizione cavouriana, tant’è che in qualche modo si contrappose al Supremo Consiglio del Rito Scozzese di Palermo, affollato di garibaldini. Nel 1864 il Grande Oriente Italiano si trasformò in un Gran Consiglio Simbolico, proprio perché ammetteva solo i primi tre gradi, costituendo la matrice del R.S.I., i cui statuti vennero definitivamente approvati a Milano nel 1876. Grande animatore dell’Assemblea di Milano fu Gaetano Pini (1842-1888), medico e filantropo, famoso per il suo spirito solidaristico e per l’apostolato sanitario svolto a favore dei ceti sociali meno abbienti. Pini, con la Loggia milanese La Ragione, rappresentò l’anima di una Massoneria tesa a trascurare la ritualità ed a diluire progressivamente i principi essenziali della tradizione, favorendo una generica filantropia. Alla morte di Pini il R.S.I. si ritrovò pressoché privo di coesione spirituale, e sempre più coinvolto in questioni profane. A cavallo dei due secoli si verificava una lieve ripresa della vitalità, senza influsso alcuno sulla carente attenzione sia alla ritualità sia alla tradizione autentica della Massoneria. All’avvento del fascismo, alla guida del R.S.I. si trovava il polemista napoletano Giuseppe Meoni (1879-1934), attivo anche nel G.O.I., ove ricopriva la carica di Gran Maestro Aggiunto. Tenace avversario della nascente dittatura e del clericalismo, si impose all’attenzione della Muratoria italiana in virtù dell’intensa carica etica della sua testimonianza massonica, sigillata dalla persecuzione e dal confino. Nel secondo dopoguerra il R.S.I. conservò fino al 1970 i caratteri assunti all’epoca di Pini. Fu allora che il neo eletto Ser.mo Gran Maestro degli Architetti, l’avvocato romano Roberto Ascarelli (1904-1970), tentò di imprimere una svolta al R.S.I., diffondendo l’idea che la Massoneria dovesse essere l’officina formatrice di una classe dirigente degna di assumere tali funzioni, lanciando la ricostituzione di un sistema iniziatico ed etico rivolto alla formazione di costruttori. Il segno dell’agonizzante identificazione tra Istituzione e borghesia non si era quindi ancora dissolto. Ascarelli, ebreo, perseguitato antifascista e socialdemocratico, morì pochi mesi dopo l’ascesa al vertice del R.S.I., alla cui guida venne chiamato l’avvocato palermitano Massimo Maggiore, uomo d’antica tradizione massonica familiare e di provata dedizione all’Ordine, dove raggiunse la dignità di Gran Maestro Aggiunto. Durante il suo mandato (1970-1974) diede impulso alla ricerca esoterica in seno al R.S.I. Sulla sua linea si sono in seguito posti, marcandola ulteriormente, i suoi successori, l’ingegnere fiorentino Stefano Lombardi (1974-11982) e l’avvocato romano Virgilio Gaito (1982-1994), promotore dei due Convegni Pitagora 2000, che dal marzo 1994 è diventato Gran Maestro del G.O.I. Il R.S.I. si distingue dagli altri corpi Rituali in quanto informa la propria operatività sui seguenti principi: a) l’attribuzione del Grado di Maestro presume il raggiungimento della perfezione massonica; b) la sovranità massonica risiede esclusivamente nel popolo dei Maestri Liberi Muratori; c) gli uffici rituali sono tutti elettivi e temporanei. L’elemento distintivo sta nell’inconsueta enfasi con cui il R.S.I. afferma il primato dell’Ordine, dissociandosi da ogni tentazione verticistica riguardo la conduzione dello stesso. Ogni Rito ovviamente deve riconoscere il primato dell’Ordine e non interferire nelle sue dinamiche, ma il R.S.I. si spinge oltre: nega valore di perfezionamento ai sistemi degli alti gradi e coerentemente non permette ai propri membri l’adesione ad alcun altro Corpo rituale. Esso associa quanti intendono approfondire la semantica della Maestria a livelli comparativi, tradizionali e sottili: "I Collegi dei Maestri architetti ... si dedicano all’elaborazione dei contenuti del grado di Maestro, attraverso la ricerca sulla tradizione iniziatica italica, risalente alla Scuola Pitagorica, diffusa già nel VI secolo a.C. nella Magna Grecia". Anche in questa rivendicazione delle ascendenze pitagoriche, si ravvisa la vocazionale "nazionale" dei Massoni del R.S.I. I Maestri Architetti aprono i Collegi con un loro rituale. Ai tradizionali strumenti di Lavoro aggiungono il mezzo cerchio graduato ed il compasso proporzionale, ad indicare l’ulteriore raffinazione dell’opera del Maestro Massone. Hanno come gioiello la Stella a cinque punte, ovvero il Pentalpha pitagorico, e meditano sulla Tetraktys (v.), che nell’antica "Schola Italica" simboleggiava l’armonia universale e l’ascesa dal molteplice all’Uno.

Rito Svedese: Interessa e monopolizza la Libera Muratoria di quattro dei cinque paesi dell’area scandinava, ovvero Svezia, Norvegia, Danimarca ed Islanda. La base del R.S. è costituita dalle Logge dell’Arte, composte dai tre gradi di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro. Il livello successivo è costituito dalle Logge di Sant’Andrea, praticanti i gradi di Eletto e Venerabilissimo Apprendista Scozzese (4°), Degnissimo Compagno di Sant’Andrea (5°) ed Illustre Maestro Scozzese di Sant’Andrea (6°). L’ultima sequenza del rito è rappresentata dai Capitoli, o grandi Logge Provinciali, nelle quali vengono conferiti i gradi di Fratello Sovrintendente (7°), Illustrissimo Confidente di Salomone (8°), Illuminato Confidente di San Giovanni (9°) ed Illuminatissimo Confidente di Sant’Andrea, denominato anche Cavaliere del Nastro Purpureo (10°). Esiste infine un grado a sé stante, quello di Cavaliere Commendatore della Croce Rossa (11°), i cui insigniti costituiscono l’Ordine di Re Carlo XIII (v. Swedenborg). La storia della Massoneria svedese, nella quale si è sviluppato il Rito omonimo, s’intreccia fin dalle origini con quella della nobiltà del paese. L’Ordine vi fu introdotto dal conte Ericson Wrede-Sparre nel 1735 e l’iniziazione del re Gustavo III e dei duchi Carlo (poi asceso al trono) e Federico Adolfo nel 1770 inaugurò l’ininterrotta presenza della Corte svedese nei ranghi della Massoneria. Il duca Carlo divenne Gran Maestro dell’Ordine, carica che mantenne anche dopo che fu divenuto re Carlo XIII. A lui si deve l’embrionale codificazione del Rito (1775), anche se le basi del sistema rivelano tracce delle istanze neotemplari fiorite in Europa pochi anni prima. Il nome di Carlo inoltre ricorre anche in frangenti riguardanti la Stretta Osservanza, e più in generale la trasmissione di patenti neotemplari. L’edificio rituale svedese fu ultimato nel 1811, allorché l’undicesimo grado venne incorporato nel sistema. Le particolarità essenziali del Rito sono: a) l’accesso in Massoneria è riservato a quanti professino ufficialmente le fede cristiana (luterana), un fatto anomalo nell’Ordine; b) le Logge azzurre, quelle di Sant’Andrea, i Capitoli e l’Ordine di Carlo XIII godono ciascuno di autonomia formale, ma l’intreccio tra loro è confermato dalla regola che prevede il Venerabilato nelle Logge affidato a Fratelli insigniti del decimo grado del sistema; c) l’Ordine di Carlo XIII, che vede all’apice del R.S. non più di una trentina di membri, è l’unico del genere nel mondo massonico, e costituisce anche un’alta onorificenza civica conferita direttamente dal sovrano. Per la sua struttura anomala rispetto a quelle dei normali Corpi Rituali, il R.S. non esclude ma ostacola il diritto di visita, particolarmente da parte di Fratelli insigniti di alti gradi di altri riti. Il R.S.A.A d’Inghilterra, essenzialmente cristiano, ha stabilito che i Fratelli del R.S. possano accedere alle sue Camere sulla base delle seguenti equipollenze: 8° del R.S.-18° Sc.; 9° R.S.-30° Sc.; 10° R.S.-32° Sc.; 11° R.S.-33° Sc. Anche l’Antico Rito Noachita (v.) d’Italia ha unilateralmente deliberato per i Fratelli del R.S. un’equipollenza: 6° del R.S.-4° Noachita; dal 7° al 10° R.S.-5° Noachita; 11° R.S.-6° Noachita.

Rituale: Termine usato per indicare i libri contenenti l’insieme delle norme che regolano lo svolgimento dei riti (v). Nell’antica Roma erano chiamati Libri rituales un gruppo di opere tradotte dall’etrusco (I secolo a.C.) in cui venivano precisate le norme da seguire nelle varie circostanze della vita sociale, come fondazioni di città o di templi, proprietà privata e leggi militari. Nella Chiesa cattolica il Rituales romanum, promulgato da Paolo V (1614), stabilisce le cerimonie per l’amministrazione dei sacramenti, le formule per la benedizione e l’ordine per le esequie. Y (Massoneria) In Massoneria è l’insieme delle dichiarazioni, degli atteggiamenti e dei movimenti simbolici risalenti alle origini dello spiritualismo occidentale, da cui nacquero la misteriosofia, la tragedia greca ed alcune scuole filosofiche, tra cui quella di Pitagora (v.). Secondo il Claudy (Introduzione alla massoneria, Ed. Bastogi, 1983), "il R. è il filo che ci unisce ai nostri predecessori, che coi loro R. si collegavano a loro volta a tradizioni anteriori. Allo stesso modo i R. che noi affidiamo ai nostri fratelli saranno il legame che li unirà a noi e, attraverso noi, ai Massoni delle origini. Più ci allontaniamo nel tempo dalle nostre origini, più attenzione dobbiamo prestare nel trasmettere ai posteri i R. come li abbiamo ricevuti. Alterare questa catena di unione significa indurre in errore coloro che vengono dopo di noi, ed a nulla varrà invocare l’errore di chi ci ha preceduto od i nostri vuoti di memoria". Secondo Eliade (La nascita mistica, Morcelliana, 1974), "I R. iniziatici denotano spesso una deplorevole povertà spirituale. Il fatto che gli adepti abbiano potuto vedervi dei mezzi infallibili per accedere alla gnosi suprema prova a che punto l’uomo moderno abbia perso il senso dell’iniziazione tradizionale. Ma il successo di questi tentativi prova pure il bisogno profondo di essere iniziato, cioè di essere rigenerato, di partecipare alla vita dello spirito. Da un certo punto di vista, le sette ed i gruppi pseudo-iniziatici svolgono una funzione positiva, poiché aiutano l’uomo moderno a ricercare e trovare un senso spirituale alla sua esistenza, oggi più dissacrata che mai".

Rituale per i Lavori all’Aperto:

Arredi richiesti:

Opportuno disporre anche di:

Note: Tutti i Fratelli si radunano in semicerchio davanti all’area predisposta per l’ingresso L’area di lavoro viene definita "Quadrato".

Y Apertura del Lavoro:

M.d.C.: (Esce dal "Quadrato" di Lavoro, e batte un colpo di bastone cerimoniale a terra). Fratelli, vi invito ad un momento di raccoglimento prima di entrare in Tempio. (Dopo pochi secondi, batte un secondo colpo di bastone). Fratelli Apprendisti, vi prego di seguirmi nel Tempio. (Precede nel Tempio l’entrata degli Apprendisti, che sistemerà alla Colonna di Settentrione. Ritorna poi nell’area dei passi perduti, ripetendo la stessa sequenza per l’ingresso dei Fratelli, secondo l’ordine seguente: Compagni; Maestri; 2° Sorvegliante; 1° Sorvegliante; Ex Maestro Venerabile; Maestro Venerabile; Ispettore di Loggia; Dignitari Circoscrizionali; Dignitari del G.O.I. Sono introdotti uno alla volta con l’annuncio del nome e della carica ricoperta. Ad ogni ingresso di alto Dignitario, dopo l’annuncio e durante il tragitto dall’ingresso al posto assegnatogli all’Oriente, il Maestro Venerabile ed i due Sorveglianti batteranno in sequenza, intervallandosi con solennità, un colpo di Maglietto ciascuno. Sarebbe molto opportuno, da questa fase in poi, un commento musicale solenne di sottofondo. A questo punto restano esclusi dal Tempio soltanto i due Maestri porta bandiera italiana e porta stendardo di Loggia, con i tre Maestri precedentemente designati per l’introduzione delle tre Luci. Ognuno di loro sosterrà un cuscinetto su cui è adagiata una Luce, ovvero il Libro Sacro, la Squadra ed il Compasso).

M.V.: Fratelli, in piedi ed in segno di rispetto. (Entrano bandiera e stendardo, procedono centralmente ed affiancati, sistemandosi agli estremi opposti dell’Oriente, bandiera a destra e stendardo a sinistra del M.V.).

1° Maestro: (Accede ora al Tempio il 1° Maestro con il Libro Sacro, procederà verso l’Oriente e, giunto di fronte all’Ara, si rivolgerà al M.V. chiamandolo per nome). Fratello (nome e cognome), ti porgo il Volume delle Legge Sacra.

M.V.: Ti ringrazio, ma posso accettarlo solo in nome della Massoneria Universale e per il bene di questa Loggia in particolare. Ti prego di deporlo chiuso sull’Ara. (Il 1° Maestro esegue, si inchina, e va a prendere posto tra le Colonne).

2° Maestro: (Entra con la Squadra, e procederà esattamente come il 1° Maestro). Fratello (nome e cognome), ti porgo la Squadra.

M.V.: Ti ringrazio, ma posso accettarla solo in nome della Massoneria Universale e per il bene di questa Loggia in particolare. Ti prego di deporla sul Volume delle Legge Sacra. (Il 2° Maestro esegue, depone la Squadra sull’Ara, si inchina e va a prendere posto tra le Colonne).

3° Maestro: (Entra con il Compasso, e procederà come i due precedenti Maestri). Fratello (nome e cognome), ti porgo il Compasso.

M.V.: Ti ringrazio, ma posso accettarlo solo in nome della Massoneria Universale e per il bene di questa Loggia in particolare. Ti prego di deporlo chiuso, a fianco della Squadra. (Il 3° Maestro esegue, depone il Compasso chiuso a fianco della Squadra, si inchina e va a prendere posto tra le Colonne).

M.V.: (· ) - 1° Sorv.: (· ) - 2° Sorv.: (· ) - M.V.: Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, possiamo aprire i nostri rituali Lavori?

1° Sorv.: No, Maestro Venerabile, perché questo luogo non è stato consacrato.

M.V.: Possiamo noi consacrare questo luogo?

Ex M.V.: Si, Maestro Venerabile. Bastano tre Fratelli illuminati per formare e tracciare Tau necessarie a determinare il centro del Cerchio.

M.V.: Così sia. Fratello (nomina il Fratello Decano fra i Maestri presenti che abbia ricoperto la carica di Maestro Venerabile), sei sicuramente il decano dei Fratelli illuminati presenti. Vuoi procedere alla formazione delle Tau, facendoti aiutare da altri due Fratelli?

M. Dec.: Certo, Maestro Venerabile. (Si porta al centro del Tempio, di fronte all’Ara, con lo sguardo rivolto al M.V., i piedi a squadra, e solennemente dice:). Prego i Fratelli (nomina due Maestri ex M.V.) di aiutarmi a formare le Tau di Terra ed Aria. (I due Fratelli Illuminati chiamati lasciano il posto occupato per raggiungere il Decano al centro del tempio. Si fermano con i piedi a squadra tra il decano e l’Ara, onde formare il 2° e 3° vertice di un triangolo. I tre Illuminati sollevano insieme le mani al cielo, aprono il palmo della mano sinistra rivolgendolo in alto, con la mano destra chiusa su gomito del braccio sinistro).

M.V.: (· ) Fratelli, in piedi ed in segno di rispetto. (Molto solennemente) Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, per i poteri a me conferiti, dichiaro questo punto il Centro del Cerchio. (I tre Fratelli che hanno formato le Tau lasciano il centro del Tempio per ritornare ai loro posti).

M.V.: Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, allertate le vostre Colonne affinché odano quanto sto per proclamare, e partecipino ai nostri architettonici Lavori. (· )(· )(· )

1° Sorv.: (· )(· )(· )

2° Sorv.: (· )(· )(· )

M.V.: Per il bene della Libera Muratoria Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, consacro questo luogo per i Lavori Straordinari odierni della Risp. Loggia (nome) N° (numero) all’Oriente di (nome). (· )(· )(· )

M.d.C.: (· )(· )(· )

M.V.: Prima di procedere all’apertura dei Lavori, vi invito tutti ad un momento di raccoglimento. (Breve pausa in silenzio)

Oratore: (Procede alla solenne lettura della preghiera del Massone). Anima Universale, sorgente di vita di tutti gli esseri, causa vivificante dei tre Regni, Intelligenza che muove i mondi e le cose, scendi nella profondità delle coscienze a sublimare con la potenza dello Spirito le passioni, che in cieca opposizione conducono al materialismo ed all’egoismo. Siano i Fratelli presenti purificati dal Fuoco dell’energia vitale, che tutto regola nell’armonia suprema, per il compimento della Grande Opera, che è Luce ed Amore. Amen. (A questo punto si può procedere alla normale apertura rituale dei lavori in camera di apprendista) (Qualora fosse programmata la partecipazione di profani per occasioni particolari, occorrerà sospendere i Lavori dopo il completamento del rituale di apertura, secondo il rituale di sospensione che segue:)

Y Sospensione dei Lavori:

M.V.: Fratelli, in piedi ed all’Ordine.

M.d.C.: (Si reca dal 1° Sorvegliante che si affianca alla sinistra del M.d.C. Insieme si recano all’Ara, il 1° Sorvegliante saluta il M.V. che risponde al saluto. Quindi porge il Maglietto al M.d.C. e, inginocchiatosi, stacca Squadra e Compasso che chiude, richiude il Volume delle Legge Sacra e sovrappone Squadra e Compasso affiancati. Erettosi in piedi, saluta nuovamente, riprende il Maglietto e, alla destra del M.d.C., ritorna al proprio posto).

M.V.: Fratelli i Lavori sono sospesi. - Fratello M.d.C., andate ad annunciare agli ospiti profani che siamo ora lieti di ospitarli. Fratello Copritore Interno, vogliate aiutare il Fratello M.d.C. ad assolvere questo compito. - (I Fratelli M.d.C. e Copritore Interno si recano dagli ospiti, accompagnandoli all’accesso al Tempio).

M.d.C.: Maestro Venerabile, gli ospiti sono alla porta del Tempio.

M.V.: Maestro delle Cerimonie, vi prego di provvedere a far entrare i nostri graditi ospiti. Fratelli, in piedi. (Quando tutti gli ospiti sono stati sistemati)

M.V.: Fratelli, graditi ospiti, vogliate sedervi. (Il M.V. provvederà a questo punto ad illustrare il programma dei lavori, che verranno avviati secondo il piano stabilito)

Y Chiusura dei Lavori:

M.V.: (Allorché il programma è stato condotto a termine, rivolge agli ospiti alcune frasi di ringraziamento e di saluto. Infine dice:) Fratelli M.d.C. e Copritore Interno, vogliate accompagnare gli ospiti fuori dal Tempio. (Quando tutti gli ospiti sono usciti) (· ) (Il M.V. si alza, imitato da tutti i Fratelli. Il M.d.C., munito di bastone cerimoniale, si reca dal 1° Sorvegliante e lo accompagna all’Ara. Il 1° Sorvegliante saluta il M.V., si inginocchia, apre il Volume della Legge Sacra cui sovrappone Squadra e Compasso. Salutato nuovamente il M.V., ritorna al fianco del M.d.C. al proprio posto. Lo stesso M.d.C. riprende infine il suo posto).

M.V.: (Rivolge poche parole di ringraziamento e di saluto ai Fratelli ospiti. Fa poi circolare il Tronco della Vedova. Al termine provvede alla chiusura rituale dei Lavori in Camera di Apprendista).