Quaresima: Termine che dal IV secolo definisce il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua di Resurrezione, durante il quale ogni anno la Chiesa verifica sé stessa, sul modello di Cristo tentato per quaranta giorni nel deserto. La Q. assume anzitutto una connotazione battesimale, in quanto ogni comunità mira a riformulare, lungo il cammino verso la solennità pasquale, le scelte del proprio battesimo, come espressione d’una vita rinnovata. Questa si condensa soprattutto nella capacità di resistere alle tentazioni per una più convinta adesione a Dio. Anche la penitenza quaresimale entra in tale dinamica. Attraverso la rinuncia al superfluo il cristiano si apre più facilmente alla conversione, rendendosi disponibile alla riconciliazione con i fratelli. Inoltre con il digiuno e la preghiera egli dilata lo spazio alla carità, affiancandosi ai fratelli più poveri ed abbandonati. È così che la Q. diventa un periodo intensivo nella vita della Chiesa, onde maggiormente conformarsi all’insegnamento di Cristo.

Quartodecimani: Seguaci di chiese cristiane primitive d’Oriente, che usavano celebrare la Pasqua (v.) nel quattordicesimo giorno della luna di marzo, qualunque fosse il giorno della settimana. Il concilio di Nicea (325) confermò la decisione del papa Vittore il quale, nel 193, aveva stabilito che la Pasqua, per tutte le chiese cristiane, venisse celebrata la domenica successiva al plenilunio di marzo. I Q. abbandonarono del tutto la loro usanza nel 341, anno in cui, nel corso del concilio di Antiochia, accolsero le decisioni della Chiesa di Roma.

Quattro Coronati: Secondo la Tradizione massonica, è il nome attribuito a quattro Liberi Muratori che, per essersi rifiutati di scolpire statue di divinità pagane, furono martirizzati dall’imperatore Diocleziano. I loro nomi erano Claudio, Nicostrato, Sinfroniano e Simplicio. Sono raffigurati nell’arca di Sant’Agostino di Pavia, eretta intorno al 1370 dai Fratelli Comacini (v.) Bonino, Matteo e Zeno. Nell’introduzione del regolamento dei Tagliatori di Pietre di un’associazione medievale tedesca, si legge: "In nome del Padre, del Figliolo, dello Spirito Santo, della gloriosa Vergine Maria, ed anche dei quattro Tagliatori giustiziati sotto Diocleziano …" (v. Quatuor Coronati).

Quattro: Secondo il Bacci, si tratta del più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. È l’emblema del moto e dell’infinito, rappresentando quanto non è né corporeo né sensibile. Il Q. è scomponibile in 1 + 3, la Monade ed il Triangolo, e simboleggia Apollo, l’Eterno, l’essere vivente portatore di Dio, cioè l’uomo che porta in sé il principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l’ineffabile nome di dio, che per esso significava l’origine di tutto ciò che esiste. È nel quaternario che si trova la prima figura solida, simbolo universale dell’immortalità, ovvero la Piramide (v.). Gli Gnostici pretendevano che l’intero loro edificio scientifico riposasse su un quadrato, i cui angoli esprimevano il silenzio, la profondità, l’intelligenza ed il vero. Secondo il Ragon, se il triangolo forma la base triamgolare della piramide, il quaternario, con l’aggiunta dell’unità, ne forma il compimento, la punta, il vertice, la sommità, la prima figura solida. Secondo Pitagora, dalla Monade derivò la Duade indeterminata, dalla loro unione tutti i numeri, dai numeri i punti, dai punti le linee, dalle linee la superficie, da questa i solidi, dei quali gli elementi sono quattro; il Fuoco, l’Acqua, l’Aria e la Terra; e dai solidi i corpi, la Decade o l’Universo. È considerato dalla simbologia operativa il numero della realtà e della concretezza, dei solidi così come delle leggi fisiche, della logica e della ragione. Il numero Q.- è rappresentato con molta evidenza nella figura alchemica dell’Androgino, il Rebis, di Basilio Valentino (v.).

Quatuor Coronati: Sono i santi più cari alla Massoneria, secondi solo a San Giovanni Evangelista. La leggenda dei Quattro Coronati (od Incoronati), martiri dell’Arte, nasce dalla stratificazione di due diversi nuclei leggendari: secondo la tradizione, i fratelli Severus, Severianus, Carpophorus e Victorius, tutti militari, avendo rifiutato il culto agli idoli pagani, vennero martirizzati nel corso della persecuzione di Diocleziano. I loro corpi furono gettati in pasto ai cani ma, essendo rimasti intatti per lungo tempo, sarebbero stati raccolti da un gruppo di cristiani e nascosti presso le tombe dei Santi Claudius, Nicostratus, Simphorianus, Castorius e Simplicius, messi a morte in precedenza perché rifiutatisi di scolpire idoli e di prostrarsi dinanzi ad un’immagine del dio Sole. Successivamente le spoglie dei quattro vennero traslate nella basilica romana poi denominata dei Q.C. Evidentemente la leggenda sovrappone le figure dei quattro soldati a quelle dei cinque artefici, ed i Q.C. sono rappresentati (come nella celebre nicchia esterna in Orsanmichele a Firenze (v.) mentre impugnano gli strumenti dell’Arte, squadre, mazzuole, cazzuole e scalpelli. Anche qui ciò che conta non è la congruenza dei dati, quanto piuttosto il messaggio che esso veicolano, in questo caso la fedeltà e la purezza religiosa. Le versioni della leggenda giunte fino a noi sono diverse: la più antica è quella di San Girolamo (400 d.C.), mentre quella ufficiale è di papa Pio V, avvalorata da una Bolla del 1558, anche se in seguito è stata esclusa dal Breviario Romano. Nel ;Medioevo, con l’uso del patronato dei santi nelle Arti, si rinvengono vari riferimenti ai Q.C.: per quanto riguarda l’Arte Massonica il classico aggancio si trova alla pag. 363 del Poema Regius (1390 ca.). "Affinché possiamo apprendere bene questi articoli e questi punti, tutti insieme come fecero questi quattro santi martiri, che diedero grande onore a quest’arte, che furono così buoni massoni come non ce ne saranno sulla terra". Nella ritualità massonica speculativa, i Q.C. non compaiono mai esplicitamente. Tuttavia la loro immagine è stata portata in auge fin dalla fondazione, nel 1884, della prestigiosa Loggia di ricerca Q.C. di Londra, che tiene tuttora il suo festival annuale l’otto di novembre. Sulla genesi della leggenda, è opportuno ricordare che secondo Karl Demeter essa potrebbe riferirsi, nella smarrita edizione originale, al martirio di alcuni seguaci del culto mitraico (v.), provenienti dalla Pannonia, centro dei misteri mitraici del tardo Impero. La presenza dei Q.C. nel patrimonio massonico costituisce dei modelli umani di realizzazione, e come tali possono agevolmente essere assimilati alla simbologia antropica della Libera Muratoria. Ognuno di loro rivela una virtù particolare, come fedeltà, purezza, perseveranza, coraggio, illuminazione, ecc., e la trascrive nella carne e nel sangue, così accostandola al mondo dell’essere umano.

Questione romana: Termine con il quale viene definita la controversia, che dal 1861 oppose il Regno d’Italia ed il Vaticano, riguardo ai territori dello Stato della Chiesa annessi al nuovo Stato italiano. La questione si inasprì allorché nel 1870, a compimento del Risorgimento, le truppe italiane occuparono il Lazio ed infine la stessa Roma (v. Porta Pia). Ogni ipotesi di accordo fu respinta da Pio IX e dai suoi successori, sino al 1929, quando la Q. venne composta con la firma dei Patti Lateranensi (Concordato).

Quetzalcoatl:  Denominazione della più importante divinità mesoamericana. Nella mitologia tolteca ed azteca, Q. è una sorta di eroe e demiurgo che insegna agli uomini la scrittura, la lavorazione dei metalli e l'arte della coltivazione, specie del mais. Grande benefattore dell'umanità, era conosciuto soprattutto sotto il nome di Serpente Piumato, ed era il dio del cielo e del sole, dei venti e della stella del mattino. Promotore della civiltà ed educatore, venne spesso confuso con un omonimo sovrano tolteco del X secolo. Significativo ed affascinante il mito che lo riguarda: «Amato da tutti gli dei poiché buono e generoso, era per questo odiato dal fratello, Tezcatlipoca, detto lo Specchio Fumoso per un suo specchio in cui leggeva i pensieri altrui. Un giorno, mentre Q. dormiva, lo trasformò in uomo, inculcandogli bisogni e desideri umani. Al risveglio Q. fu assalito dalla vergogna per il suo aspetto, ma suo fratello gemello, Xolotl il coyote, lo aiutò mascherandolo da serpente color turchino, e dotandolo di un mantello di piume verdi, rosse e bianche. Fu da allora che Q. assunse il nome di Serpente Piumato. Il malvagio Tezcatlipoca, ancora insoddisfatto, fece bere al fratello una tazza di pulque, un liquore ricavato dall'agave, un allucinogeno che spinge a commettere turpi azioni. Q., ri presosi e rososi conto di quanto aveva fatto, volle darsi la morte. Si diede fuoco sulla riva del mare, e dalle sue ceneri presero forma i maestosi uccelli quetzal, dalla lunga coda e dalle penne verdi, rosse e bianche. Il suo spirito, accompagnato da quello del fratello Xolotl, scese nella terra dei morti dove risiedeva Mictlantecutli, padre degli dei e custode delle Ossa Preziose. I due fratelli ne volevano qualcuna, m il custode le negò, asserendo la sciagura che poteva scaturire dalla possibile rinascita di quei corpi, appartenuti a uomini uccisi dagli dei a causa della loro malvagità. Xolotl allora ne addentò uno, e fuggì col fratello, invano richiamati da Mictlantecutli. Giunti all'uscita della terra dei morti, ad un tratto l'osso, sfuggito alla bocca di Xolotl, cadde su un sasso rompendosi in due pezzi, uno grande ed uno piccolo. Q. li raccolse, e vi fece cadere alcune gocce del suo sangue. Xolotl vi aggiunse la sua magia e, qualche giorno dopo, da quelle ossa nacquero due bambini, un maschio ed una femmina. Essi erano la prima coppia della nuova stirpe umana. Q. insegnò loro a coltivare il mais, a fabbricare vasi e tessuti, a creare mosaici e lucidare la giada, nonché a studiare le stelle e calcolare i giorni dell'anno. Terminato il suo insegnamento, salì su una zattera trainata da serpenti e si allontanò nel mare., promettendo il suo futuro ritorno».

Qui pluribus: Enciclica promulgata il 9 novembre 1846, con la quale papa Pio IX riconfermò la scomunica alla Massoneria ed ai suoi adepti.

Qui potentis naturae arcana revela mortem querit: Assioma ermetico riferito al segreto iniziatico. Esso significa: "Colui il quale scopre e rivela i segreti della Natura misteriosa cerca la morte". Secondo George von Welling (Goethe the Alchimist, di R.D. Gray), "Non è intenzione degli Alchimisti insegnare a fabbricare l’oro, ma qualche cosa di molto più nobile; cioè insegnare ad apprendere come la Natura possa essere vista e riconosciuta quale opera di Dio, e come Dio possa essere conosciuto attraverso la Natura". V. Alchimia, e Pietra filosofale.

Quietismo: Termine che definisce la dottrina dell’unione mistica, realizzata attraverso la pura contemplazione ed il totale abbandono della volontà in Dio, che attenua o sopprime ogni responsabilità morale. Una tendenza quietistica è rintracciabile in diversi contesti culturali e religiosi, dalla mistica buddhista allo stoicismo antico. Ma l’esplicita teorizzazione della dottrina si ha soltanto nel XVII secolo, nell’ambito di alcune correnti della Chiesa cattolica influenzate dal protestantesimo. Si ricordano il Q. panteistico di Michele Molinos, condannato da Innocenzo XI nel 1687, ed il Q. più spiritualistico di Féndon, la cui dottrina dell’amore puro e disinteressato venne condannata da Innocenzo XII nel 1699.

Quindici: Numero dell’antagonismo e dell’erotismo, compreso tra gli arcani dei Tarocchi sotto la raffigurazione del Diavolo.

Quinta essenza: Denominazione della sostanza purissima, o etere, che anticamente, da Aristotele in poi, si riteneva costituisse i corpi celesti; veniva definita quinta poiché aggiuntiva ai quattro noti Elementi (v.) terrestri. Il termine venne poi adottato dai pitagorici, e nel linguaggio alchemico rappresenta il distillato purissimo di una sostanza. Di qui il termine prese a significare la caratteristica più specifica e pura di ogni cosa. Nel romanzo magico seicentesco Il Conte di Gabali, la Q. viene così definita: "Sperma che trattiene la Natura e l’Essenza o la proprietà della Massa e del Limo della Terra, con la congiunzione del Macro, a guisa di Micro che è l’Uomo, così come lo Sperma, diversamente non deve essere riconosciuto se non quale prima lo concepì il Fattore, per poi trasferirlo nella Natura. La Massa da cui Dio formò l’Uomo e lo Sperma, da cui deriva qualsivoglia seme".

Qumran: Nome di una località ubicata sulla riva nordoccidentale del Mar Morto dove, a partire dal 1947, sono stati trovati innumerevoli reperti archeologici che documentano l’esistenza di un insediamento comunitario ebraico. Oltre a moltissimi manoscritti, che rivestono grande importanza anche per l’esegesi biblica, vennero portati alla luce i resti di numerosi edifici, ed il cimitero della comunità. Quasi certamente la comunità di Q. va identificata con gli Esseni (v.), di cui parlano le fonti antiche, molto probabilmente legata alla setta degli Zeloti (v.) ed alla tragedia di Masada (v.). Q. fu distrutta nel 68 d.C. dai romani. Alcuni studiosi pensano di poter individuare nel "gran numero di sacerdoti che aderiva alla fede" (Atti degli Apostoli 6, 7) i membri di questa particolare comunità giudaica. (v. Manoscritti del Mar Morto).

Quo graviora: Denominazione dell’enciclica con la quale papa Leone XII riconfermò la piena validità della scomunica comminata ai Massoni.