Ordine di Sion: Se per far luce sui misteri celati dietro la fine dell’Ordine del Tempio si è dovuto attendere fino ai tempi di Napoleone Bonaparte, che agli albori del 1800 aveva imposto al Vaticano la consegna degli archivi segreti, per chiarire taluni aspetti ancora oscuri sulle sue origini bisognava pazientare fino al termine della seconda guerra mondiale. Infatti improvvisamente, poco più di quattro decenni orsono, spuntavano sulla scena letteraria, soprattutto francese, una miriade di pubblicazioni su questo argomento. Si trattava prevalentemente di opere raffazzonate, tanto fantasiose da risultare di ben scarsa credibilità, tutte comunque riferite a documentazioni provenienti da certi archivi segreti rinvenuti in Orleans. Era solo allora che veniva alla luce l’Ordine di Sion, rimasto fino a quel momento pressoché sconosciuto. Molti episodi collegati all’origine dei Templari erano rimasti avvolti nelle tenebre, mai chiariti dai cronisti del tempo e dagli storici. Restava ignota l’effettiva influenza esercitata dalle carismatiche predicazioni di Pietro l’Eremita, mentre sopravvivevano i sospetti connessi alla apparente immediatezza e spontaneità con cui nel 1118 Baldovino II, Re di Gerusalemme, aveva riconosciuto l’Ordo Templi e messo a loro disposizione quell’ampia ala del suo stesso palazzo residenziale. Risultava decisamente arduo districarsi nella marea di quei prodotti letterari ed anche di quelle documentazioni, diffuse specie a partire dal 1956. Alcuni appassionati decisamente seri riuscivano, attraverso un’immensa ed encomiabile attività di ricerca, a gettare finalmente luce sulla maggior parte dei retroscena di quello storico evento. Occorre premettere che dall’imponente mole di informazione resa disponibile nell’ultimo dopo guerra, emergono taluni punti chiave (poco opportunamente presentati come fatti incontestabili) che è ora opportuno riassumere, dato che rappresentano comunque un valido punto di partenza per tentare di scoprire la verità: ¨ esisteva un Ordine segreto che aveva creato i Templari, onde servirsene poi come braccio armato ed amministrativo; quest’Ordine, che aveva agito sotto diverse denominazioni, è spesso identificato come Priorato di Sion; ¨ il Priorato di Sion è stato diretto da una sequenza di Gran Maestri, i cui nomi sono tra i più illustri della storia e della cultura occidentale; ¨ anche se i Templari venivano annientati e disciolti tra il 1307 ed il 1314, il Priorato di Sion non sarebbe stato toccato, uscendo assolutamente indenne da quella bufera; pur essendo stato dilaniato da lotte faziose ed intestine, ha continuato e continua ad essere perfettamente operativo ed influente e, agendo per lo più nell’ombra, avrebbe orchestrato alcuni tra gli eventi più decisivi nella storia dell’occidente, intervenendo anche nelle vicende interne di vari paesi europei; ¨ in misura decisamente significativa dirige direttamente la diffusione della massa di informazioni, specie negli ultimi 50 anni; ¨ suo scopo dichiarato resta la restaurazione della dinastia merovingia, non solo sul trono di Francia ma anche su quelli di altre nazioni europee; restaurazione giustificabile sia moralmente che legalmente, poiché sebbene deposta nel lontano VIII secolo, dopo Dagoberto II e suo figlio Sigisberto IV, la stirpe non si è affatto estinta. Il gruppo di ricercatori già menzionati non poteva che sfruttare il materiale disponibile, compreso quanto aveva consentito la precedente elencazione riassuntiva, per avviare uno scrupoloso esame critico teso a suffragarne la validità od a smentirla. L’attività di ricerca veniva intrapresa con cinico scetticismo, quasi irridente, poiché si era convinti che quelle stravaganti pretese sarebbero state sgretolate già da una semplice indagine superficiale. Ma molte grandi sorprese erano in agguato per loro. Mentre i documenti editi nel corso del corrente secolo ignorano in assoluto un ordine identificato dal nome di Sion, René Grousset, una delle massime autorità del nostro secolo nella storia delle Crociate, ha pubblicato varie pagine dei citati archivi segreti. In una di queste appare una interessante citazione, già edita negli anni 30 e riferita al Re Baldovino I. "Nell’anno 1100, alla morte di Goffredo di Buglione, suo fratello maggiore, egli accettava la corona che gli veniva offerta proprio dall’Ordine di Sion, diventando così il primo Re di Gerusalemme. A quel tempo esisteva una Tradizione reale fondata sulla pietra di Sion, di valore identico a quella riservata alle grandi dinastie regnanti in Europa. Baldovino I ed i suoi discendenti erano ovviamente Re elettivi, non sovrani per diritto di sangue". Lo stesso Grousset non ci offre chiarimenti sulle motivazioni che rendevano questa Tradizione reale simile, se non identica, alle tradizioni dinastiche. Ma citava l’Ordine di Sion, che sostiene ne avesse la gestione esclusiva. Evidente l’importanza rivestita da indagini per accertare l’esistenza di quest’Ordine, ignorato da cronisti e storici, ma apparentemente molto importante, visto che aveva avuto il potere di assegnare almeno un regno. Ed era proprio quanto i nostri solerti ricercatori si apprestavano a fare. Occorreva frugare tra enormi fascicoli di antichi documenti, alla ricerca non solo delle prove della sua esistenza, ma anche della sua influenza e delle sue attività. Su un colle denominato Monte Sion, posto a sud di Gerusalemme, nel 1099 (conquista dell’Outremer) c’erano le rovine di una chiesa bizantina del IV secolo, denominata la Madre di tutte le Chiese. Per ordine di Goffredo proprio su quelle rovine veniva edificata un’Abbazia. Un edificio imponente progettato per una comunità autosufficiente. Un cronista del 1172 riferisce che essa era saldamente fortificata, munita di mura, torri e bastioni di difesa. Veniva chiamata Abbazia di Nostra Signora del Monte Sion. Era certo occupata da qualcuno: poteva forse trattarsi di un Ordine che prendeva il nome dall’Abbazia? Non era una possibilità irragionevole, ma restava pur sempre una semplice ipotesi. Dalle documentazioni esaminate emergeva un fatto nuovo: i Cavalieri ed i monaci che occupavano la chiesa del Santo Sepolcro, instaurata dall’attivo Goffredo, costituivano un Ordine ufficialmente riconosciuto, detto appunto del Santo Sepolcro. Lo stesso principio poteva essere applicato agli inquilini dell’Abbazia del Monte Sion, ed i documenti dimostravano che questa doveva essere la realtà. La comunità assumeva infatti il duplice nome di Santa Maria del Monte Sion e del Santo Sepolcro. Già nel 1698 uno storico riferiva testualmente: "Vi erano in Gerusalemme, durante le Crociate, Cavalieri legati all’Abbazia di Nostra Signora di Sion". Venivano portati alla luce gli originali di documenti dell’epoca, che portavano il sigillo e la firma di vari priori di "Nostra Signora di Sion". Ad esempio uno di questi, datato 19 luglio 1116, è firmato da un priore Arnaldus, mentre in un altro, del 2 maggio 1125, il nome di Arnaldus è abbinato a quello di Hugues de Payns, primo Gran Maestro del Tempio. Era stato quindi accertato che l’Ordine esisteva fin dal tempo della prima Crociata. Ma quando, e da chi era stato fondato? Si sa che nel 1070 un gruppo di monaci provenienti dalla Calabria aveva raggiunto la foresta delle Ardenne, proprietà di Goffredo di Buglione. Erano capeggiati da un certo Ursus, un nome che nei documenti del Priorato è spesso associato alla stirpe merovingia. Quei monaci ottenevano subito la protezione di Matilde, Duchessa di Toscana e madre adottiva di Goffredo, che donava loro un vasto appezzamento di terreno in Orval, nei pressi di Stenay, il luogo in cui era stato assassinato Dagoberto II, l’ultimo dei merovingi. Vi veniva subito costruita un’abbazia, in cui i monaci trovavano sistemazione. Non vi restavano molto però, poiché pochi anni dopo, nel 1108, erano tutti misteriosamente scomparsi verso un’ignota destinazione. Nel 1131 l’abbazia di Orval veniva poi definitivamente assegnata a San Bernardo. Lo storico de Sède sostiene che tra quei monaci ci fosse stato Pietro l’Eremita che abbiamo conosciuto prima, il carismatico ispiratore delle Crociate. Abbiamo anche visto che egli era in Gerusalemme almeno fin dal 1099, con Goffredo di Buglione. Logico quindi dedurre che forse esisteva un collegamento tra i monaci di Orval, Pietro l’Eremita e l’Ordine di Sion. Ecco identificato un altro importante obiettivo per la ricerca. Quei monaci si erano distinti dai soliti (all’epoca) itineranti, dato che i loro movimenti, dalla Calabria alle Ardenne, e poi la loro scomparsa misteriosa, evidenziavano una coesione ed una organizzazione, forse anche una precisa sede ubicata però altrove. Se veramente Pietro era in quel gruppo, è evidente che la sua appassionata predicazione a favore della Crociata non poteva essere considerata come semplice manifestazione di fanatismo religioso, ma di ben calcolate finalità politiche. Infine, essendo egli istitutore di Goffredo, doveva essere stato facile per lui convincere l’allievo a conquistare la Terrasanta. Inoltre i monaci spariti da Orval non erano mai ritornati in Calabria, ma si erano stabiliti a Gerusalemme, molto probabilmente proprio nell’abbazia di Nostra Signora di Sion. Nuovamente semplici ipotesi, che le ulteriori accurate indagini dovevano però presto confermare. Quei monaci di Orval si erano trasferiti in Terrasanta per organizzarvi un congresso segreto e, diretti da "un vescovo venuto dalla Calabria", forti dell’autorità di cui era investito l’Ordine di Sion, nonostante l’opposizione di nobili potenti come il Conte di Tolosa, avevano proceduto all’elezione del re di Gerusalemme. Il trono veniva dapprima offerto a Goffredo di Buglione che lo rifiutava, accettando invece il più modesto titolo di "Difensore del Santo Sepolcro". Alla sua morte, un solo anno dopo (1100), suo fratello Baldovino non esitava invece ad accettare il titolo regale offertagli. Dagli archivi segreti del Priorato di Sion emerge il fatto che nel marzo 1117 Baldovino I, che doveva il suo trono all’Ordine di Sion, fosse costretto a negoziare la costituzione dell’Ordine del Tempio. Ulteriore dimostrazione della potenza e dell’influenza dell’Ordine. Poteva conferire titoli sovrani e costringere un Re all’obbedienza. Risulta inoltre che l’Ordo Templi esistesse già, almeno in forma embrionale, quattro anni prima della sua costituzione ufficiale. Quindi i cavalieri Templari erano attivi ancor prima del 1118, molto probabilmente in qualità di braccio armato ed amministrativo dell’Ordine di Sion, che restava quindi mascherato ed al sicuro, arroccato nella sua abbazia fortificata. I ricercatori scoprivano così le evidenti tracce di un immenso disegno, molto ambizioso, che potrebbe essere riassunto come segue: ¨ verso la fine dell’XI secolo un misterioso gruppo di monaci calabresi appariva nelle Ardenne, ove riceveva un’eccellente accoglienza, protezione ed un vasto terreno in Orval, ove costruivano un’abbazia; ¨ un membro di questo gruppo sarebbe stato l’istitutore di Goffredo di Buglione, il personaggio che aveva ispirato e promosso la prima Crociata; ¨ poco prima della fine del secolo XI quei monaci abbandonavano l’abbazia di Orval per scomparire nel nulla; ¨ benché non vi sia traccia della loro destinazione, è molto probabile che questa fosse stata Gerusalemme; ¨ è certo che Pietro l’Eremita si fosse imbarcato per la Terrasanta: quale membro della comunità di Orval, è molto probabile che fosse stato ben presto raggiunto dai suoi confratelli; ¨ nel 1099 cadeva Gerusalemme, ed il trono veniva offerto a Goffredo da un consesso anonimo; ¨ uno dei capi della comunità di Orval era sicuramente di origine calabrese; ¨ per volontà di Goffredo veniva costruita sul Monte Sion un’abbazia fortificata che assumeva il nome del luogo, e che veniva assegnata ai personaggi che gli avevano offerto il trono; ¨ nel 1114 i Cavalieri Templari erano già attivi come braccio armato dell’Ordine di Sion, ma la loro costituzione veniva esaminata solo nel 1117, per essere poi approvata nel 1118 su istanza di Hughes de Payns ed Andrea di Montbard, lo zio di san Bernardo; ¨ nel 1115 San Bernardo di Chiaravalle dirigeva un Ordine prossimo al tracollo finanziario, mentre si imponeva come principale portavoce della cristianità; era allora che una svolta improvvisa cambiava i destini dei cisterciensi, che dalla miseria cui erano ridotti si ritrovavano ad essere una delle istituzioni religiose eminenti, ricche ed influenti d’Europa; ¨ nel 1131 San Bernardo riceveva in dono l’abbazia di Orval, già abbandonata da quei monaci venuti dalla Calabria; ¨ San Bernardo diventava appassionato sostenitore dei Templari, contribuiva al loro riconoscimento ufficiale e ne redigeva la Regola; ¨ tra il 1115 ed il 1140 i cisterciensi ed i Templari prosperano, acquisendo ingenti somme di denaro e vastissime proprietà territoriali. Legittimo chiedersi se tale complesso intreccio di legami rappresentasse una serie di coincidenze, o non fosse piuttosto il frutto di un piano ben congegnato. Ci si trovava confrontati con una serie di personaggi, eventi e fenomeni sostanzialmente slegati tra loro, che casualmente e saltuariamente si incrociavano tra loro. Emergeva e si imponeva la necessità di valutare la presenza influente di un Ordine ignoto che avesse tenuto le fila di quel complesso gioco, visto che cisterciensi e Templari sembrava avessero agito secondo una strategia politica abilmente pianificata. Dai documenti segreti del Priorato di Sion non emerge alcun riferimento al periodo intercorso tra il 1118 ed il 1152. Resta peraltro accertato che l’Ordine avesse mantenuto la propria base in Terrasanta. Al ritorno dalla II Crociata il re Luigi VII di Francia era accompagnato da 95 membri dell’Ordine di Sion. Non è chiaro il motivo di quel viaggio, come rimane oscura la ragione di tanta benevolenza regale. Ma se l’Ordine era veramente la potenza che si celava dietro i Templari, la spiegazione va cercata nel fatto che quel Re era forte debitore dei Templari stessi, da cui aveva ricevuto denaro ed aiuti militari. Quindi l’Ordine di Sion, nella circostanza, poteva agire sia da garante che da esattore. Nel 1152 ritroviamo l’Ordine di Sion nuovamente attestato in Francia. Ben 62 dei suoi monaci venivano installati nel Gran Priorato di Saint Samson, in Orleans, offerto da Re Luigi, mentre 26 entravano a far parte del piccolo Priorato di Saint Jean le Blanc. Solo 7 di loro raggiungevano le fila dei Templari. Sono tuttora esistenti gli atti con cui Luigi VII insediava in Orleans il Gran Priorato di Sion. Esiste anche una Bolla del 1178 emessa da Alessandro III, che confermava tutti i possedimenti dell’Ordine, attestando le loro proprietà in Francia, in Piccardia, in Lombardia, in Sicilia, in Spagna ed in Calabria, oltre a varie località della Terrasanta. Nel 1187 Gerusalemme veniva rioccupata dai saraceni, grazie all’inettitudine ed alla impetuosità incontrollata di Gerard de Ridefort, Gran Maestro del Tempio, citato dai cronisti del tempo come traditore. Tutti i monaci di Sion, persa l’abbazia del Monte Sion, ritornavano ovviamente in Francia, raggiungendo le sicure basi là costituite. Con la caduta di Gerusalemme erano sorti disastrosi dissidi tra gli Ordini di Sion e del Tempio. Nel 1188 avveniva poi la netta separazione ufficiale tra i due Ordini: il padre rinnegava ufficialmente il figlio. Tale rottura veniva commemorata con una cerimonia rituale, denominata "taglio dell’olmo di Gisors", tenuta nel Campo Sacro, un luogo che i cronisti medioevali consideravano consacrato fin dai tempi precristiani. Il luogo era stato teatro, nel corso del XII secolo, di vari incontri tra i Re di Francia e d’Inghilterra. Al centro di quel campo sorgeva un olmo enorme, vecchio di 800 anni, il cui tronco poteva essere abbracciato solo con l'intervento di ben nove uomini. A quello storico episodio, rimasto solo malamente chiarito, partecipava anche Riccardo Cuor di Leone, figlio maggiore ed erede al trono di Enrico II d’Inghilterra. Quindi è certo che dal 1188 l’Ordo Templi era diventato completamente autonomo. Fino a quel tempo i due Ordini avevano addirittura avuto lo stesso Gran Maestro. Il Gran Maestro del Priorato di Sion eletto dopo il taglio dell’olmo non avrebbe avuto più alcun rapporto con il gran Maestro del Tempio. Come una sorta di sottotitolo, il Priorato di Sion avrebbe presto adottato Ormus, usato poi fino al 1306, un anno prima dell’arresto dei Templari francesi. L’emblema di Ormus è una specie di anagramma, formato da un certo numero di parole chiave e di simboli. La "M" centrale era in realtà c , e veniva usato come cornice dell’emblema. Ma era anche il simbolo zodiacale della vergine, che nel linguaggio iconografico medievale significava Notre Dame. Inoltre orme in francese significa olmo. Le prime due lettere, "OR", significano "Oro", mentre le ultime due, "US", sono una contrazione di Ours, il francese Orso ed il latino Ursus, emblema di Dagoberto II. Secondo la Tradizione massonica Ormus era il nome di un saggio e mistico egizio, un adepto gnostico di Alessandria, vissuto nei primi anni dell’era cristiana. Nel 46 d.C. Ormus e sei suoi seguaci venivano convertiti al cristianesimo da Marco, discepolo del Cristo. Dalla conversione nasceva una nuova setta che fondeva il credo cristiano con insegnamenti di altre scuole misteriche ancora più antiche. Da notare che a quel tempo Alessandria era una vera fucina di attività mistiche, una specie di crogiolo, in cui le dottrine giudaiche, mitraiche, zoroastriane, pitagoriche, ermetiche e neoplatoniche aleggiavano nell’aria fondendosi con innumerevoli altre. I Maestri abbondavano, e non è strano che uno di essi avesse adottato un nome come Ormus, ispirato al principio della Luce. Sempre secondo la Tradizione massonica Ormus avrebbe adottato per i suoi seguaci iniziati un simbolo di identificazione: una croce rossa. La stessa portata sul petto dai Cavalieri Templari. Ma dai documenti del Priorato di Sion appare un chiaro riferimento ai Rosacroce, avendo nel 1188 adottato, oltre all’Ormus, anche un secondo sottotitolo, ovvero il nome di "Ordre de la Rose-Croix Veritas". Il Priorato di Sion di Orleans comunque esiste tuttora, e vi sono chiari ed inequivocabili indicazioni che sia ancora pienamente operativo, enumerando tra i suoi Gran Maestri personaggi indiscutibilmente celebri, quali Sandro Filipepi (noto come Botticelli), Leonardo da Vinci, Isaac Newton, Victor Hugo, Claude Debussy e Jean Cocteau. Considerato che non è affatto cosa di poco conto, pare evidente che ci sia perlomeno motivo di profonda riflessione. Specie per coloro, e non sono certo pochi, che si cullano nella beata illusione che le sorti dell’intera umanità, e di tutte le sue istituzioni, giacciano unicamente nella mani della stessa.

Ordine francescano: Termine che identifica l’Ordine creato da San Francesco d’Assisi (v. Francescani).

-Ordine Martinista: Fu fondato nel 1891 dall’istrionesca figura di Papus (Gerard Encausse), che sosteneva d’aver ricevuto, dal precedente anello di una ininterrotta catena, gli intimi insegnamenti di Louis Claude de Sant-Martin (1743-1803). Questi sarebbero stati comunicati ad una ristretta cerchia di discepoli, e tramandati in cenacoli che lo stesso Papus avrebbe rinvigorito mediante la codificazione di un Ordine capace di meglio diffondere (oltre che meglio vivere, attraverso una disciplina scolastica e ritualistica) gli insegnamenti del Maestro. In realtà, e qui sta la clamorosa genesi di un equivoco che caratterizza l’O.M., l’ispirata teosofia cristiana di Saint-Martin (v.) non si ritrova minimamente rispecchiata nell’occultismo di Papus , che nella sua confusa e talvolta mistificatoria approssimazione, precaria negli assunti e tutt’altro che esteriore nelle modalità e nei frutti (intesi più come illusori poteri che come reale maturazione interiore), non ricalca certo il sofferto e luminoso sentiero della rigenerazione dell’uomo proposta dal grande mistico. L’iniziale infedeltà del Martinismo al pensiero saint-martiniano non ha pregiudicato, nel corso del tempo, l’emersione nel suo alveo di istanze e personalità di notevole levatura spirituale, intimamente affini al Maestro. Simbolismo e ritualità dell’Ordine evidenziano tracce di notevole suggestività che, sottratti alle deliranti pretese di chi è convinto che segni statici od azioni meccaniche possano condurre alla visione celeste, possono costituire supporti sensoriali capaci di produrre efficaci risonanze interiori in chi li pratica con retta intenzione, cioè in quanti sondano spesso il proprio essere onde assicurarsi che esso respiri per il regno della verità e non per il proprio, ovvero secondo il prezioso dettato del Tableau di Saint-Martin. L’O.M. si articola in tre gradi fondamentali: Associato od Apprendista Cohen, Iniziato o Compagno Cohen e Superiore Incognito o Maestro Cohen; esiste un quarto grado di Superiore Incognito Iniziatore (S.I.I.) riservato ai S.I. di sesso maschile, incaricati di trasmettere la tradizione. Tale grado fa parte del cosiddetto Ordine Interiore Cohen, ed è seguito da altri: Gran Maestro Cohen, Maestro Eletto Cohen, Cavaliere d’Oriente, Commendatore d’Oriente e Réau+Croix, un’impostazione sancita nel corso della riunione internazionale martinista degli Eletti Cohen, tenutasi a Parigi il 28 settembre 1962. L’O.M. è suddiviso in Gruppi o Logge, come le Logge massoniche sono intitolate a persone, figure mitiche o concetti, alla cui guida sta un Filosofo Incognito, vicario ideale di Saint-Martin, che amava definirsi proprio con questo nome, così evidenziando una volontaria negligenza verso la propria identità separata ed il desiderio di attribuire ogni luce sprigionante eventualmente dai suoi pensieri unicamente alla maggior Gloria di Dio. Il lavoro martinista si svolge su tre diversi piani: 1) quello della purificazione dell’individuo che, quale manifestazione dell’Adamo decaduto, è facile preda degli spiriti prevaricatori; pertanto egli deve vigilare a che i propri pensieri, le proprie parole e le proprie azioni fluiscano dalla sorgente pura dell’essere (a tale scopo alcuni Ordini Martinisti utilizzano un eserciziario scandito sulle fasi lunari); 2) quello della purificazione dell’aura terrestre infestata dagli spiriti prevaricatori, un atto compiuto mediante l’invio rituale di pensieri-seme, l’invocazione di gerarchie angeliche e la cacciata simbolica degli spiriti decaduti da uno spazio sacro preventivamente allestito; 3) quello del contatto con la "chose", ovvero con una manifestazione sensibile del Riparatore, che confermerebbe e sigillerebbe la validità, la pregnanza spirituale delle operazioni compiute. Tale schema operativo sequenziale martinistico viene contestato da taluni Ordini (ad esempio dall’Ordine Martinista italiano, che contende all’Ordine Martinista Antico e Tradizionale la rappresentatività della tradizione in questione), con l’asserzione di seguire un indirizzo di tipo meditativo ed introspettivo, rifuggendo da pretese teurgiche. In effetti la linea indicata è tipica dei raggruppamenti che si richiamano ad una sintesi di martinismo e martinezismo, ovvero recuperando più o meno fedelmente elementi dell’operatività Cohen, ma è pur vero che la specificità del Martinismo papusiano sta nella pretesa di stabilire contatti con le virtù latenti nell’universo, più che nella scarna pratica meditativa. Tra i simboli essenziali dell’O.M. si trovano la maschera (simbolo di spersonalizzazione, l’atteggiamento mentale del Filosofo Incognito che diventa lo sconosciuto tra gli uomini), il mantello (protezione simbolica da quanto è estraneo alla natura di figlio della luce dell’adepto), il trilume (simbolo del ternario come manifestazione divina), i tre colori (il bianco-Dio, il nero-Natura ed il rosso-Uomo), il Sigillo dell’Ordine detto Pentacolo (contenente il cerchio, il doppio triangolo e la croce, ovvero Dio, la Natura e l’Uomo), l’arco (il Triangolo Divino filtrato dalla circonferenza della manifestazione universale), la Croce (modello simbolico per l’Uomo in espansione nelle quattro direzioni, teso a realizzare la quadratura del cerchio, eleggendosi a segno dell’Unità divina) ed il nome divino (Dio si dà al creato per Amore: Egli è pienezza dell’essere "yod" e trasparente matrice "he" che diventa unità articolata "vau" che congiunge le prime due. È Sophia, perfetta saggezza divina opposta a stoltezza umana e Fuoco divampante, l’amore divino simboleggiato dal sacro nome di Gesù, caro al Martinismo). L’O.M. incita i propri adepti allo studio di tutte le tradizioni e delle scienze dell’uomo, valide comunque solo quale conferma ed integrazione dell’esperienza ontologica della Croce (la Croce è ben anteriore al male, non è sofferenza, è radice eterna dell’eterna Luce). Infine l’O.M. ricerca nella Bibbia, nelle varie Scritture religiose, nei reperti mitologici e nella stessa Natura i collegamenti simbolici e le tracce della Verità Prima, ovvero l’origine ed il destino dell’essere umano. Il rapporto tra O.M. e Massoneria è di autonomia totale, anche se la maggior parte degli aderenti maschi al Martinismo è sempre stata reclutata in ambienti massonici. Una delle figure massoniche più colte e sensibili, Carlo Gentile (m. 1984), denominato Antelius, è stato uno dei veri (non soltanto virtuali) Superiori Incogniti del Martinismo. In Italia operano oggi due Ordini Martinisti, di diverso orientamento: uno più mistico-gnostico, l’altro più magico-cabalistico. I rispettivi bollettini, Ordine Martinista e La Tradizione Esoterica, contengono spesso studi e meditazioni di buona caratura, anche se (come tutti i materiali martinisti) altrettanto spesso si allontanano dallo spirito di Saint-Martin, concedendo spazio alla presunzione di chi lascia intendere di "sapere" ciò che in realtà, perdurando tale atteggiamento che occasionalmente sconfina nel delirio dell’onnipotenza, gli sfuggirà sempre. (M. Moramarco)

Ordine Martinista degli Eletti Cohen dell’Universo: Fondato intorno al 1945 da Robert Ambelain, un massone amante del mistero. Si tratta di un corpo che dal 1967 ha ripristinato l’antica denominazione dell’Ordine, senza poter rivendicare alcuna discendenza diretta dagli Eletti Cohen del ‘700. Tra i suoi animatori italiani troviamo la nobile figura di Carlo Gentile, al quale si deve il bel passo di una preghiera: "La preghiera deve usarsi quotidianamente, costantemente, ma con purità e secondo ispirazione; sopra ogni altra considerazione, dev’essere universale. Tu pregherai per tutti. L’Eone caduto attende la nostra mano soccorritrice. Anch’egli è nostro Fratello, e noi non abbiamo il diritto di dimenticarlo. È perciò dovere degli uomini agire come se le differenze non esistessero, praticando la fratellanza universale e la pietà per tutti gli esseri, non esclusi gli animali, che sono nostri fratelli inferiori, destinati a salire nel piano divino ed a collaborare in avvenire più validamente all’immensa Opera del Supremo". Quest’Ordine si differenziava completamente da quello dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo, in quanto si trattò della ricostruzione delle diverse correnti martiniste. Infatti alla base non vi era più la Massoneria, ma quello che fu definito il martinismo cardiaco di Saint-Martin. La scala di tale ricostruzione del tutto estranea a quella di Martinez, prevedeva: Prima Serie (1°: Associato – 2°: Iniziato; 3°: Superiore Incognito); Seconda Serie: (4°: Maestro Cohen o Superiore Incognito Iniziatore – 5°: Maestro Eletto Cohen, equivalente a Scudiero Novizio – 6°: Gran Maestro Cohen, equivalente a Grande Architetto, a Cavaliere Beneficente della Città Santa, Apprendista Reau-Croix) – 7°: Cavaliere dell’Oriente, equivalente a Grande Eletto di Zorobabele, a Cavaliere Professo, a Compagno Reau-Croix) – 8°: Comandante d’Oriente, equivalente a cavaliere Professo I, a Maestro Reau-Croix) – 9°: Reau-Croix, equivalente a Cavaliere Gran Professo II, Potente Maestro Reau-Croix. L’Ordine neo-martinezista di Ambelain, che in realtà era intriso di elementi saint-martiniani (come si può dedurre dalla preghiera), venne collocato in sonno dal suo Sovrano, l’italiano Hermete (un noto pittore rimasto del tutto anonimo), nel 1968.