-Opus Dei: L'O.D. è una prelatura personale della Chiesa cattolica. O.D. significa Opera di Dio. Il nome completo è Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. Si chiama anche, in forma breve, Prelatura dell'Opus Dei o O.D. Fu fondata a Madrid il 2 ottobre 1928 dal beato Josemaría Escrivá de Balaguer. Perseguitato nel corso della guerra civile spagnola, dovette rifugiarsi in Andorra ed in Francia. Ritornato in Spagna, nel 1938 riprende l’attività apostolica a partire da Burgos. Si trasferisce poi a Madrid da dove avvia l’espansione dell’O.D. in altre città spagnole. Nel 1943 fonda la Società Sacerdotale della Santa Croce, che permetterà l'ordinazione di sacerdoti dell'O.D. Nel 1946 si trasferisce a Roma, dove l’anno dopo la Santa Sede promulga il Decretum Laudis dell'O.D. o prima approvazione pontificia, erigendo l'O.D. in istituto secolare, forma giuridica prevista dal diritto della Chiesa. Anche se non appropriata, questa formula giuridica era quella che presentava minori inconvenienti per l'O.D. in quel momento. Nel 1948 avviene l’erezione del Collegio Romano della Santa Croce, nel quale alcuni membri dell'O.D. trascorreranno un periodo di formazione più intensa studiando scienze ecclesiastiche negli atenei pontifici di Roma. Il 16 giugno 1950 papa Pio XII concede l'approvazione definitiva dell'O.D. Questa approvazione consente l'ammissione di persone sposate nell'Opus Dei e l'adesione di sacerdoti diocesani alla Società Sacerdotale della Santa Croce. Nel 1953 vi fu l’erezione del Collegio Romano di Santa Maria, un centro internazionale con sede a Roma, per la formazione delle donne dell'O.D. provenienti da tutto il mondo. Da allora circa 800 alunne vi hanno studiato, ricevendo una formazione teologica a livello universitario. Nel 1965 papa Paolo VI inaugura il Centro Elis, un'iniziativa per la formazione professionale dei giovani nella periferia di Roma, con una parrocchia affidata dalla Santa Sede all'O.D. Il 26 giugno 1975 muore a Roma Josemaría Escrivá, che verrà poi beatificato il 17 maggio 1992 in piazza San Pietro a Roma. Attualmente fanno parte della prelatura circa 80.000 persone, con circa 1500 sacerdoti, diffusi in 90 nazioni dei cinque continenti. La sede prelatizia e la chiesa del prelato si trovano a Roma. La missione ufficiale dell'O.D. è quella di promuovere fra i fedeli cristiani di tutte le condizioni una vita pienamente coerente con la fede in mezzo al mondo, contribuendo così all'evangelizzazione di tutti gli ambienti della società. In altre parole, si tratta di diffondere il messaggio che tutti i battezzati sono chiamati a cercare la santità ed a far conoscere il Vangelo, come ha ricordato il Concilio Vaticano II. Per raggiungere questo fine, la prelatura fornisce i mezzi di formazione spirituale e la cura pastorale anzitutto ai propri fedeli, ma anche a molte altre persone "ciascuna nel proprio stato, professione e condizione di vita". La cura pastorale aiuta a mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo mediante l'esercizio delle virtù cristiane e la santificazione del lavoro professionale. Per i fedeli della prelatura santificare il lavoro significa: 1) lavorare con la maggior perfezione possibile; 2) svolgere sempre la professione nel pieno rispetto delle leggi e conformemente alle esigenze etiche; 3) cercare in questi compiti l'unione con Dio; 4) agire con il desiderio di servire i concittadini e di contribuire al progresso della società. "Conseguenza del fatto che uomini e donne delle più diverse condizioni vivono in maniera autenticamente cristiana" sarà la "santificazione del mondo e la vivificazione delle occupazioni e delle realtà temporali mediante lo spirito del Vangelo". I fedeli della prelatura svolgono il proprio compito di evangelizzazione in tutti gli ambiti della società, dato che lavorano in tutti gli ambienti professionali. Di conseguenza, il loro impegno non si limita ad un campo specifico, come per esempio l'educazione, l'assistenza agli infermi o l'aiuto ai disabili. La missione della prelatura è quella di ricordare a tutti i cristiani che, qualunque sia l'attività secolare alla quale si dedicano, essi devono cooperare a risolvere in modo cristiano i problemi della società, e devono testimoniare costantemente la loro fede. L'O.D. si propone di diffondere in mezzo al mondo il messaggio della chiamata universale alla santità. Così lo esprimeva il beato Josemaría Escrivá nel 1939: "Hai l'obbligo di santificarti. Anche tu. Chi pensa che la santità sia un impegno esclusivo di sacerdoti e di religiosi? A tutti, senza eccezione, il Signore ha detto:'Siate perfetti com'è perfetto il Padre mio che è nei cieli". Come ha ricordato il Concilio Vaticano II, tutti i cristiani devono cercare di essere santi e di rendere testimonianza a Cristo. Lo spirito dell'O.D. rappresenta per i comuni fedeli, sacerdoti e laici, un modo concreto di mettere in pratica questo ideale. È possibile sintetizzarlo nei seguenti aspetti: a) Filiazione divina. Il cristiano è figlio di Dio in virtù del Battesimo. Lo spirito dell'O.D. sottolinea questa verità fondamentale del cristianesimo, e afferma la necessità di comportarsi coerentemente con tale realtà; b) fa scaturire perciò la fiducia nella provvidenza divina, la semplicità nel rapporto con Dio, l'apprezzamento delle realtà naturali e umane, la serenità e l'ottimismo. Valore santificante della vita ordinaria. Il cristiano comune può cercare la santità attraverso le circostanze della sua vita e le attività delle quali si occupa. Per usare le parole del fondatore dell'O.D.: "La vita comune di ogni giorno può essere santa e piena di Dio e il Signore ci chiama a santificare il nostro compito quotidiano, perché proprio in ciò consiste la perfezione del cristiano". Nello spirito dell'O.D., un posto centrale fra le realtà da santificare è occupato dal lavoro. La professione, l'occupazione che ciascuno di noi svolge, è cammino di santità. Per santificare il lavoro, i membri della prelatura si sforzano di realizzarlo: "con la massima perfezione possibile: vale a dire con perfezione umana (competenza professionale) e con perfezione cristiana (per amore della volontà di Dio e al servizio degli uomini)". I) Amore per la libertà. I membri dell'O.D. sono cittadini che godono degli stessi diritti e sono soggetti agli stessi doveri dei loro simili. Nelle questioni opinabili si sforzano dunque di agire nella società con libertà e responsabilità personale, senza pretendere di coinvolgere la Chiesa nelle proprie decisioni e senza presentarle come le uniche coerenti con la fede. Ne consegue il rispetto della libertà e delle opinioni altrui. II) Vita di orazione e di sacrificio. Lo spirito dell'O.D. mira a coltivare la preghiera e la penitenza, per sostenere l'impegno di santificare le realtà ordinarie. Perciò i fedeli della prelatura introducono nella propria vita alcune pratiche che svolgono assiduamente: meditazione, partecipazione quotidiana alla Santa Messa, confessione frequente, recita del rosario, ritiri spirituali, eccetera. Un aspetto importante riguarda la devozione alla Madonna. Inoltre, per imitare Gesù, i fedeli della prelatura si sforzano di vivere il sacrificio soprattutto nelle cose che facilitano il fedele adempimento del dovere e rendono la vita più gradevole agli altri, e nella rinuncia a piccole soddisfazioni, nel digiuno, nell'elemosina, eccetera. III) Carità e apostolato. I membri dell'O.D. si sforzano di testimoniare la loro fede cristiana. Per usare le parole del fondatore: "Impegnandoci gomito a gomito negli stessi problemi dei nostri compagni, dei nostri amici, dei nostri parenti, potremo aiutarli a raggiungere Cristo". Questo impegno deve realizzarsi anzitutto con l'esempio personale ma anche con la parola. E l'aspirazione a far conoscere Cristo è inseparabile dal desiderio di contribuire a risolvere i problemi materiali e sociali di quanti ci circondano. IV) Unità di vita. L'amicizia con Dio, le occupazioni temporali e l'impegno di evangelizzare si fondono armonicamente nell'unità di vita, espressione coniata dal beato Josemaría Escrivá che sintetizza gran parte del suo messaggio. Come egli affermava nel 1967, i fedeli che lavorano nel mondo non devono "condurre una specie di doppia vita: da una parte la vita interiore, la vita di relazione con Dio; dall'altra, come una cosa diversa e separata, la vita familiare, professionale e sociale". Al contrario, "vi è una sola vita, fatta di carne e di spirito, ed è questa che deve essere, nell'anima e nel corpo, santa e piena di Dio". Questo è quanto emerge dai documenti e dalle dichiarazioni ufficiali emanate dai vertici della prelatura. Purtroppo dalle cronache si apprende come, subito dopo il decesso del suo fondatore, le attività dell’O.D. si siano estese a campi d’azione tutt’altro che religiosi. Purtroppo la prelatura è stata trasformata in una sorta di braccio secolare pontificio, un ruolo già ricoperto, in un passato poco glorioso per la Chiesa, dalla Compagnia di Gesù. Ha infatti invaso vari settori laici, interessanti soprattutto il campo della cosiddetta alta finanza. Speculazioni immobiliari, appalti pubblici e privati e grosse speculazioni finanziarie, spesso illecite, avrebbero pesantemente coinvolto la prelatura, accusata talvolta di cinici investimenti anche di ingenti capitali. Responsabile di tali operazioni sarebbe stato soprattutto il cardinale Marcinkus che, allorché scoperto e denunciato dalla magistratura italiana, fu coperto dalle autorità vaticane e fatto espatriare negli Stati Uniti, ove pare conduca tuttora una vita quasi a livello monastico, finalmente lontano dai rumori assordanti e perniciosi del mondo.

Oracolo: Forma particolare di divinazione, in uso presso molti popoli antichi, costituita da una presunta comunicazione divina, data in forma spesso ambigua ed in determinati luoghi (bosco, grotta, monte o tempio), da una persona consacrata al culto di una particolare divinità. Nell’antico Egitto, durante il Nuovo Regno (1570-1085 a.C.), i Tebani consultavano gli O. dedli dei, in particolare quello di Amon. Venivano consultati anche gli O. del faraone divinizzato Amenophis I e, in epoca tarda, quello del toro Bukis e della dea Uadjet. Le domande erano scritte su tavolette, alle quali il dio doveva rispondere, avanzando per indicare quella che comportava la risposta al quesito posto. Anche gli antichi Ebrei praticavano la divinazione oracolare, mediante l’uso degli urim e tummim (Esodo 28,30; Numeri 17, 21), contenuti nel pettorale (ephod) del sommo sacerdote: il loro uso resta tuttora poco chiaro. Particolare importanza però assunsero gli O. presso gli antichi Greci, fin dal periodo arcaico (VII-VI secolo a.C.). Oltre all’O. di Zeus a Dodona, ricordato da Omero, fra i più importanti vi furono quelli di Asclepio ad Epidauro, di Anfiarao a Oropo, di Trofonio a Livadia e di Apollo a Delfi. L’interpretazione degli O. era affidata a particolari corporazioni sacerdotali (Asclepiadi, Branchidi, Trachidi, Helloi, ecc.) od alle profetesse (a Delfi). L’O. veniva emesso in stato di trance causato da esalazioni sotterranee (Apollo Pizio a Delfi) oppure per interpretazione dello stormire delle fronde delle querce sacre (Zeus a Dodona). Gli O. greci assunsero grande importanza anche politica, perché venivano consultati in casi di guerre e per la fondazione di nuove colonie. Fra i più importanti O. dell’antica Roma sono quelli di Cuma, presso il lago Averno (mediante evocazione dei defunti), di Preneste nel tempio della Fortuna Primigenia, di Anzio e degli O. sibillini. Nel mondo giudaico-cristiano si chiamarono O. sibillini una raccolta apocalittica di 14 libri, scritti in greco ed in esametri. Fin dal II secolo a.C. i Giudei alessandrini della diaspora sfruttarono la sibillistica familiare ai pagani per svolgere opera di apologia giudaica e di propaganda antiromana. Ne risultano degli O. giudeo-ellenistici che più tardi e con gli stessi fini vennero rielaborati più o meno profondamente dai cristiani.

Oratore: Carica dignitaria elettiva di Loggia, designante il depositario ed il custode della Legge, ovvero della Costituzione e dei Regolamenti dell’Ordine e della Loggia. Nel corso dei Lavori l’O. garantisce lo svolgimento ordinato e puntuale dei lavori, nel rispetto dello spirito e della forma delle regole sancite, impiegando ogni mezzo necessario e disponibile per perseguire le finalità della via iniziatica muratoria. Egli vigila affinché ogni aspetto dello svolgimento della Tornata risponda appieno ai canoni massonici, ed i singoli Fratelli non dicano o facciano alcunché che potrebbe non essere avallato con il sigillo d’Aria prima dei gemelli al momento di trarre le conclusioni, né inserito nella tavola del Segretario (sigillo d’Aria terza di Acquario), come acquisizione dell’elaborato. Per questo l’O. giudica se sia stato raggiunto o meno l’equilibrio intelligente ed armonico dei Fratelli e della Loggia. In caso negativo, egli deve fornire le indicazioni necessarie per il raggiungimento di tale fine essenziale. Attraverso le proprie qualità elementali, zodiacali e planetarie (l’Aria, i Gemelli e Mercurio sono legati all’intelletto), l’O. esprime con immediatezza e sul piano razionale le risultanze del Lavoro svolto. Nella corrispondenza analogica tra la Loggia e l’Uomo, l’O. è interiormente tenuto (nel rispetto dei parametri esistenziali e personali, con l’osservanza di ritmi r rituali personali) a svincolarsi dalle scorie razionali, psicologiche, sentimentali e spirituali, e da ogni forma di idolatria, onde realizzare un’evoluzione interiore ordinata, rendendo reale ed effettiva l’Iniziazione virtuale. Y (G.O.I.) L'O. assicura il rispetto delle leggi dell'Ordine durante i Lavori di Loggia. Egli cura l'istruzione massonica della Loggia, pronuncia discorsi nelle cerimonie iniziatiche, svolge e spiega, con speciali allocuzioni, i Simboli iniziatici dei tre Gradi Simbolici. Nella ricorrenza di ogni festa dell'Ordine, nelle date memorabili per la Massoneria o per la vita nazionale e la civiltà umana, l'O. pronuncia appropriate orazioni, sviluppando argomenti di interesse massonico, filosofico, storico, educativo, secondo la propria scelta e d'intesa con il Maestro Venerabile. È suo compito ricordare in Loggia le virtù dei Fratelli passati all'Oriente Eterno. Custodisce il libro della sapienza, nel quale sono raccolti la Costituzione ed il Regolamento dell'Ordine, il Regolamento di Loggia ed i provvedimenti di carattere normativo. In caso di assenza del titolare, il Fratello che svolge la funzione di O. continua ad esercitarla fino a conclusione della discussione in corso, anche ove sopraggiunga l'O. titolare (Art. 36 del Regolamento dell'Ordine).

Ordalia: Termine derivato dall’anglosassone ordal (giudizio di Dio). Nel diritto feudale costituiva prova giudiziaria, adottata nel corso di tutto il Medioevo, di assai difficile riuscita, cui era sottoposto l’accusato, ed attraverso la quale si presumeva che Dio pronunciasse il suo giudizio d’innocenza o di colpevolezza dello stesso. La prova consisteva nel far porre la mano o l’intero braccio nudo dell’accusato in un recipiente colmo di acqua bollente, che veniva avvolto in un sacchetto sigillato dal giudice; dopo tre giorni, a seconda dell’entità delle scottature riscontrate, il giudice emetteva la sentenza di condanna o di assoluzione. Nel secondo caso, l’accusato veniva gettato nell’acqua con la mano destra legata al piede sinistro e la sinistra al piede destro: era definitivamente condannato se affondava, assolto se restava a galla. Un altro tipo di prova consisteva invece nel far afferrare con la mano nuda una barra di ferro rovente. L’istituzione dell’O. trova riscontro in quasi tutte le civiltà: oltre che da diverse legislazioni medioevali, essa è infatti prevista e regolata dal codice di Hammurabi, da quello di Manu e dal Vecchio Testamento. La pratica del giudizio ordalico cessò nel XIII-XIV secolo, con il risorgere del diritto romano, e soprattutto in seguito alla condanna da parte della Chiesa, nel corso del Concilio tenutosi a Valladolid (Spagna) nel 1322.

Ordine: Assetto, disposizione o sistemazione razionale ed armonica di qualcosa nello spazio e nel tempo secondo esigenze pratiche od ideali. Raggruppamento sistematico costituito da persone o gruppi famigliari tra loro affini. Associazione religiosa o militare che impone ai neofiti il pronunciamento di solenni voti (o del giuramento), che impegnano ogni adepto al rispetto delle regole fondamentali che la caratterizzano, regolamentandola. Y (Massoneria) La posizione "All’Ordine" indica un particolare atteggiamento o forma di saluto assunto in Tempio dai Liberi Muratori, su espresso comando del Maestro Venerabile. Tale posizione è diversa a seconda del Grado in cui opera la Loggia, ovvero esiste una posizione per ciascun Grado massonico. Tale posizione viene anche assunta in modo temporaneo (di passaggio) quando si traccia il "segno", che comunque va sempre concluso con la sua chiusura, implicante il ritorno alla posizione di "attenti", e la riassunzione finale della posizione di rispetto (mano destra sul cuore). Anche nei corpi rituali vi sono segni di tipo particolare per ognuno dei Gradi praticati. Y (G.O.I.) L'O., come contrapposizione al disordine, rappresenta uno degli argomenti più difficili da affrontare, soprattutto dal punto di vista esoterico. In contrasto con altri fenomeni, soprattutto fisici, della Natura, il fenomeno vita tende verso un ordine crescente. A partire dal caos iniziale, la vita si propone in una progressiva sequenza evolutiva. Ad ogni successivo passo si raggiungono livelli maggiormente ordinati. È possibile costatare che al crescere dell'ordine biologico corrisponde un'analoga crescita del livello dell'individualità, fino al raggiungimento della coscienza della propria essenza. Ad ogni individualità compete un'identità che si manifesta in una forma che è unica e irrepetibile. Compare perciò alla nostra percezione la profonda correlazione che esiste fra O., vita e forme. Il caos è opposto alla vita, in quanto è informe per definizione. Ci viene perciò nuovamente proposto, per altre vie, il profondo significato esistenziale delle forme. La nostra ricerca interiore dovrebbe anche affrontare il tema della manifestazione come scopo della vita che si evolve, e che si evidenzia nel raggiungimento di superiori livelli di forme.

Ordine cistercense: Termine derivato dal luogo in cui nel 1098 veniva fondata da Roberto di Molesmes la prima abbazia, a Cistercium, "accampamento", l’antico nome di Citeaux. Il nuovo ordine era nato dalla volontà di alcuni monaci benedettini di riesumare l’austerità della regola antica, all’insegna del famoso "Ora et Labora", nonché del "Memento mori", decisamente rilassatasi nell’ordine cluniacense di Cluny. L’O. doveva conoscere il suo maggiore sviluppo con l’avvento nel 1112 di San Bernardo (v.) di Clairvaux, o di Chiaravalle, alla sua guida. È sufficiente pensare che in soli 80 anni le loro abbazie erano diventate oltre 500, per essere ben 742 meno di un secolo dopo. Va notato che i monaci dell’Ordine si rivelavano soprattutto grandi colonizzatori, meritando un posto di assoluto rilievo nella storia economica dell’agricoltura medievale. San Bernardo propugnava la totale eliminazione di ogni decorazione, sia scultorea che pittorica, fonte di distrazione dal raccoglimento e dalla preghiera, e del tutto estranea al suo ideale religioso. Era il ritorno dei cisterciensi alla semplicità più assoluta, che si manifestava soprattutto nei complessi architettonici da loro creati, ovvero nelle loro abbazie. Le prime abbazie venivano edificate a La Ferté (1113), Pontigny (1114), Clairvaux e Morimond (1115). Le chiese, di solito dedicate alla Madonna, erano sempre orientate da Est a Ovest, con l’abside maggiore rettangolare e prive di deambulatorio. La navata centrale aveva la copertura a botte, mentre il transetto comprendeva non più di due cappelle quadrangolari, il tutto privo di decorazioni. Il chiostro, pure ricoperto da volte a botte, le sale capitolari, il refettorio ed i cellarii completavano il complesso. Un esempio significativo è rappresentato dall’abbazia borgognona di Fontenay (1137-1147). Tale austerità doveva però degenerare con il passare del tempo, anche se venivano sempre mantenuti una certa semplicità ed un rigore di linee, ben lontani dalle superbe forme delle Cattedrali gotiche dell’Ile de France. Un esemplare piemontese dello stile architettonico adottato dall’O. è rappresentato dall’abbazia di Staffarda, ubicata in una frazione del comune di Revello, in provincia di Cuneo, tra Saluzzo e Cavour. Inaugurata il 25 luglio del 1135, ancor prima dell’avvento di San Bernardo, edificata sulle rovine di una cappella dedicata alla Madonna, a sua volta costruita sui resti di un tempio pagano, nel 1144 essa veniva già indicata da Celestino II come appartenente all’Ordine. I monaci sapevano rendersi benemeriti nell’intera zona, fin dall’inizio del loro insediamento, attraverso il dissodamento delle terre circostanti, prevalentemente paludose, rese presto fertili e rigogliose, specie con le colture a riso. Al felice esito dei loro interventi seguivano subito generose donazioni territoriali da parte dei Marchesi di Saluzzo, del Monferrato e degli stessi Savoia. Dopo varie peripezie, che ne hanno mutato nei secoli destinazione ed aspetto interno, è oggi di proprietà dell’Ordine Mauriziano. L’ultimo monaco cisterciense vi moriva nel 1812, e veniva sepolto, secondo la tradizione, proprio a fianco della chiesa.

Ordine degli Illuminati: Fondato nel XVIII secolo da Adam Weisshaupt, verso la fine del secolo scorso fu oggetto del tentativo, senza molto successo, operato da Reuss e Leopold Engel di tentare ridare vita all'OI. Parecchi gruppi di Engel sopravvissero ad entrambe le guerre mondiali, e furono riuniti sotto la presidenza di Metzger nel 1963. Metzger considerava I'OI come base per il suo raggruppamento di ordini (O.T.O. e F.R.A.), e presto integrò anche la Ecclesia Gnostica Catholica (EGC) nei più alti gradi del suo OI. La Chiesa Gnostica francese, che a sua volta ebbe a soffrire parecchie frantumazioni, fu costituita nel 1890, e cercò di progredire secondo le usuali linee ecclesiastiche di successione apostolica. Ma né Reuss né Crowley (v. O.T.O.) furono mai investiti di una valida successione apostolica. Reuss nel 1920 cercò di fare della Messa Gnostica di Crowley la "religione ufficiale dei Massoni". Crowley solo una volta (1944) sfruttò la sua posizione di Capo dell'O.T.O. per nominare il teosofista inglese William Bernard Crow capo della sua Chiesa Gnostica. Ma in nessuna pane dello statuto O.T.O. è indicato che l'ufficio di leader dell'O.T.O., il Capo Esterno dell'Ordine (OHO), é connesso alla leadership di qualsivoglia chiesa. Metzger ricevette comunque una valida investitura, poiché proseguì la successione secondo la linea di Krumm-Heller, che deteneva la successione apostolica francese. Discepolo di Crowley, Grady McMurtry (1818-1985) nel 1946 ricevette alcune lettere dal suo maestro, che si trovava in Inghilterra, mentre McMurtry abitava in California. In queste lettere Crowley si rivolgeva a McMurtry chamandolo Califfo, un termine mai usato in alcun contesto dell'O.T.O., né negli scritti di Reuss né in quelli di Crowley: era semplicemente basato su Calif, l'abbreviazione postale allora in uso in California. Più di vent'anni dopo la morte di Crowley, McMurtry interpretò quel soprannome come espressione della volontà di Crowley di eleggerlo OHO e Patriarca della sua chiesa. L'EGC, a causa di questo Califfato (v.) non ricevette mai alcuna valida successione, sia ecclesiastica che O.T.O. Conseguentemente, questo gruppo O.T.O. riscrisse il proprio statuto nel 1987.

Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo: Fondato intorno al 1760 da Jacques de Livron de la Tour de la Case Martinez de Pasqually (1727-1774), una figura enigmatica e nebulosa, decisamente colto e preparato nella tradizione della Qabbalah cristiana. L’O. sovrapponeva ai tre Gradi massonici azzurri ed universali, quelli di Apprendista Cohen, Compagno Cohen, Maestro Cohen (Classe del Portico); Gran Maestro Eletto Cohen, Cavaliere d’Oriente, Commendatore d’Oriente (Gradi del Tempio); Reau-Croix (Classe Segreta). La ritualità Cohen, che consisteva in complesse operazioni oratorie, gestuali e percettive, era volta a perseguire una serie di obiettivi così sintetizzabili: a) liberare l’operatore, in sede di esperienza rituale, dal carico della condizione di decadimento in cui l’umanità si trova rispetto allo stato dell’Adamo celeste; b) rinvigorire l’emissione animica dell’operatore mediante l’incorporazione dello Spirito, ovvero l’apparizione di segni celesti (glifi luminosi ed altro)entro uno spazio sacro preventivamente delimitato con modalità rituali; c) purificare l’aura terrestre dall’infezione degli spiriti prevaricatori, ovvero diffondere forme pensiero, veicolate dal rito, intese a bilanciare la massa opaca delle ideazioni separative e trasgressive messa in moto dagli Angeli caduti, ed avvolgente il pianeta nel suo insieme e le menti particolari in esso; d) intonare ritualmente l’intenzione dell’operatore (la kavvanah qabbalistica) con la Coscienza-Volontà suprema, manifesta nell’ordine cosmico e nella profondità biblica del Genesi, là dove Dio consacra, chiamandole, tutte le realtà del creato (analogicamente gli Eletti Cohen cadenzavano la propria operatività su ritmi luni-solari, e dedicavano ogni anno i loro lavori al Creatore con un culto incentrato essenzialmente sulle benedizioni). A parte la prolissità delle prescrizioni rituali, l’O. ha silenziosamente agitato, nel mondo massonico, un tema dal significato abissale, quello della reintegrazione di tutti gli esseri nello stato primordiale, inteso come una condizione di armonica compresenza della varietà dei viventi. sotto il governo teocratico dell’Essere. Inoltre essi posto il problema delle entità decadute come centrale alla comprensione dell’esistenza universale e delle sue crepe, preservando talune verità dualistiche che gli orientamenti teologici ebraico-cristiani ufficiali hanno sempre sminuito. L’O. si sciolse ed i suoi seguaci si dispersero dopo il decesso del suo fondatore: L.C. de sait-martin fondò il suo Ordine Martinista, Willermoz si dedicò alla sua cavalleria cristiana del Rito Rettificato, e Sebastian de las Casas, suo successore designato, non fece altro che sollecitare la chiusura dei templi cohen (1780) e la consegna degli archivi ai Filaleti (v.), la società massonica che si proponeva come custode delle varie tradizioni. In conclusione va osservato che gli studiosi contemporanei, dopo l’esame delle finalità e delle complesse modalità prescritte per perseguirle, definite dagli Eletti Cohen e dagli psicurgi simili a loro, si chiedono se tutto ciò sia veramente necessario per pregare il buon Dio, oppure se la Sua visione e la cooperazione al Suo piano universale non sia più semplicemente realizzabile attraverso la purezza di cuore, la vera Luce interiore e la buona vita.

Ordine dei Filaleti: Definito anche degli Amici della Verità, oppure dei Filosofi Sconosciuti, derivò in gran parte dal Martinismo (v.). Fu fondato nel 1773 dal marchese Savalette de Langes presso la Loggia francese degli Amici Riuniti di cui era Maestro Venerabile, insieme ad un gruppo di Massoni intellettuali dottissimi in ogni ramo dell’occultismo e nello studio della tradizione massonica. Questi provenivano dai vari Ordini filosofici già esistenti (Eletti Cohens, Ermetisti, Illuminati di Avignone, Neotemplari della Stretta Osservanza, ed altri ancora), ed erano quasi tutti membri fondatori del neonato Grande Oriente di Francia. In quest’Ordine si mischiavano ingegno sociale e ricerca esoterica, speculazione mistica e cospirazione. È certo che l’O.F. lavorò molto a favore della Rivoluzione francese. Il 24 agosto 1780, il Supremo Consiglio del 12° ed ultimo Grado dei Filaleti statuì il Convento di Parigi, a cui dovevano partecipare tutti i Riti, compreso quello Egiziano di Cagliostro. Ma proprio perché il Cagliostro intendeva imporvi le sue teorie, puntando alla completa rigenerazione massonica e richiedendo anche la distruzione degli archivi dell’O. F., l’invito già inviatogli fu revocato. Ne nacque una fraterna ma rovente polemica, che portò il Convento a non raccogliere alcunché di quanto seminato, ed il gruppo dei Filaleti scomparve nel 1798, dopo essere stato per olte 25 anni uno dei più ardenti ed efficaci focolai di cultura iniziatica del tempo. L’indirizzo filosofico dell’O.F. era pressoché identico a quello degli Eletti Cohens (v.), secondo cui si giungeva alla rigenerazione umana attraverso il perfezionamento dell’uomo e della società, ovvero la reintegrazione dell’essere umano dell’Eden perduto ed il suo riavvicinamento a Dio. La gerarchia iniziatica di questo sistema massonico era costituita di dodici Gradi suddivisi in due sezioni di sei Gradi ciascuna. I primi sei Gradi appartenevano alla Massoneria Minore, ed erano di vera e propria iniziazione massonica; gli altri sei erano di impostazione ermetico-mistico-cristana, ed appartenevano alla Massoneria Superiore od Alta Massoneria. I primi tre Gradi avevano la stessa denominazione di quelli della Massoneria simbolica regolare del Grande Oriente di Francia (Apprendista, Compagno e Maestro), ed i successivi erano: 4°) Eletto; 5°) Maestro Scozzese; 6°) Cavaliere d’Oriente; 7°) Cavaliere Rosa+Croce; 8°) Cavaliere del Tempio; 9°) Filosofo Ignoto; 10°) Filosofo Sublime; 11°) Iniziato; 12°) Filalete od Amico della Verità. L’O.F. non era che una setta di Filosofi Sconosciuti, che si dedicava soprattutto alla ricerca delle trasmutazioni, considerato che l’essere umano nella sua evoluzione iniziatica deve seguire delle tappe analoghe alle trasformazioni che subisce la Pietra Filosofale, prima di ricomporre gli sforzi di colui che la scopre. È in tale spirito che l’O.F. aveva suddiviso i lavori della Pietra in dodici stadi, ovvero: 1) Apprendista (calcinazione della pietra, al materia grezza); 2) Compagno (dissoluzione); 3) Maestro (separazione degli Elementi); 4) Eletto (congiunzione matrimoniale alchemica); 5) Maestro Scozzese (putrefazione); 6) Cavaliere d’Oriente (coagulazione); 7) Cavaliere Rosa+Croce (incenerimento); 8) Cavaliere del Tempio (sublimazione); 9) Filosofo Ignoto (fermentazione); 10) Filosofo sublime (esaltazione); 11) Iniziato (moltiplicazione); 129 Flilalete (proiezione). Come la Pietra Filosofale ha la proprietà di trasmutare in oro tutti i metalli con cui viene, in certe condizioni, in contatto, così il Grado supremo dell’O.F., quello di Filalete, corrisponde alla perfezione della pietra pronta per essere proiettata sui metalli inferiori per cambiarli in oro. Infatti all’iniziato compete la missione di cambiare l’uomo inferiore che s’è posto nelle convenienti condizioni in oro solare, cioè di farlo accedere ad una nuova vita, facendogli percorrere gli stadi che separano la calcinazione dalla perfezione. Nel XVII secolo fu il famoso Rosa+Croce scozzese Thomas Vaugham ad assumere per primo lo pseudonimo di Eugenius Philalethes. Dopo di lui vari altri sostenitori della filosofia ermetica assunsero il nome di Filalete (v.), come il suo discepolo Georges Starkey (Eireneus Philalethes), William Spang, Louis Demoulin, Samuel Prypkowski, ed altri ancora. Sotto il nome Eugenius Philalethes Junior si celava il notissimo scrittore Robert Samber, membro della Royal Society e grande amico del duca di Montagu, in seguito Gran Maestro della Gran Loggia d’Inghilterra. Il Samber fu inizialmente noto per aver pubblicato il 1° marzo 1721, ovvero oltre un anno prima delle Costituzioni di Anderson, un opuscolo intitolato "Long Liver", dedicato ai Dignitari dell’antica ed onorevole Fratellanza dei Liberi Muratori di Gran Bretagna e d’Irlanda. L’opuscolo conteneva un’importante prefazione che Tender, lo storico massonico revisore della liturgia martinista successo a Papus come Gran Maestro dell’Ordine Martinista, lesse quasi integralmente nel corso del suo Discorso sul Simbolismo, tenuto alla Grande Assemblea Martinista di Parigi del 27 febbraio 1911.

Ordine del Tempio: Detto anche Ordine dei Cavalieri Templari, alla fondazione (1118) denominato Ordine dei poveri Cavalieri di Cristo in Gerusalemme, diventato poi Ordo Templi (v.) dopo l’insediamento dei primi cavalieri nella moschea di Omar, loro assegnata dal re Baldovino II. Tale moschea era stata eretta sulle rovine del Tempio di Erode, a sua volta costruito sui resti del Tempio di Salomone.

Ordine della Stella d’Oriente: Nel 1850, negli Stati Uniti, fu costituito l'Order of the Eastern Star (O.E.S.), l’O., autonomo ed indipendente dall'Ordine massonico, al quale potevano aderire donne che vantavano un grado di stretta parentela con Fratelli Massoni. Si potrebbe affermare che l'O. nacque da un atto d'amore, dalla sintesi di due esseri, il Fratello Rob Morris e la Sorella Charlotte Mendenhall, senza peraltro sminuire l'apporto del massone di Rito Scozzese Robert Macoy. Quest'organizzazione paramassonica, tuttora decisamente in auge, venne definitivamente codificata nella forma attuale nel 1876. Essa accoglie quali membri effettivi anche Maestri massoni, come affiancamento della Massoneria regolare e dalla quale è riconosciuta. L'Ordine, che accoglie oltre otto milioni di aderenti, è diffusissimo in America ed in molti paesi europei ed asiatici. In Italia è presente dal 1966, ed è attualmente divisa in una decina di Capitoli molto attivi. Questi sono posti alla diretta dipendenza del Gran Capitolo Generale, con sede a Washington D.C. (U.S.A.), retto da una Most-Worthy Gran Matron e da un Most-Worthy Grand Patron, quali supreme autorità dell’Ordine. Le finalità dell’O.E.S. in Italia e nel mondo sono quelle massoniche, realizzate però con riti e simbologia propria. L’O. ha una sua propria iniziazione ed un suo Rituale; è quindi una scuola iniziatica che si propone di fiancheggiare nel campo profano la Massoneria Universale, condividendone gli ideali e le finalità di perfezionamento spirituale e sociale, per il conseguimento di una società fondata sulla verità e sull’Amore, nella quale siano abolite l’ingiustizia, l’ignoranza, la miseria materiale e morale, ed ogni forma di discriminazione. Nell’architettura del proprio centro vitale il Capitolo manifesta la sintesi dei doveri delle Sorelle e dei Fratelli, con la disposizione dei Gradi che costellano il Labirinto. Di esso il Punto Illuminante è l’Ara, con sopra aperto il Libro della Legge Sacra, secondo l’analogia massonica. Il dovere preliminare, l’unico che viene formalizzato all’atto di accedere al Capitolo, è la credenza in Dio come essere Supremo. L’idea di un principio trascendente la sfera del comune intendimento, richiama alla mente speranze, desideri, paure, atti cultuali e magici, tabù, forme subconsce psico-ancestrali. Ma nessuna di tali manifestazioni rientra nel dovere di credere in Dio. L’iniziato all’O. è sollecitato ad affrontare l’esistenza in base ai principi di fondo, non alle momentanee ispirazioni, e deve quindi servire il fine dell’Armonia. I doveri degli iniziati all’O.E.S. si articolano dunque in cinque fondamentali direzioni, che riflettendo altrettanti versanti d’ispirazione biblica, possono a prima vista fermarsi alla didascalica di virtù femminili; in effetti contengono componenti più moderne di quanto sembrimo, sia per l’uomo che per la donna. L’O. opera secondo le prescrizioni della sua Costituzione e di un Regolamento generale, nonché di Regolamenti interni propri di ciascun Capitolo. Ogni capitolo è retto da una Worthy Matron (Illustre Conduttrice), che ne conduce i Lavori rituali e nella quale si assommano i poteri decisionali. Essa è affiancata , su una stessa cattedra, da un Worthy Patron, che ha solo funzione di garante del collegamento con la Massoneria Regolare, ma al quale compete l’incarico delle iniziazioni non rappresentate ma evocate, sia delle donne che degli uomini che aderiscono all’O. Su un alto scranno un’Associata Worthy Matron ed un Associato Worthy Patron svolgono le funzioni di Primi Sorveglianti. I Capitoli si riuniscono due volte al mese, per Statuto, in un Tempio massonico. Le massime autorità dei Capitoli italiani si riuniscono due volte l’anno in un Consiglio denominato "Aldebaran", con funzione programmatica e di collegamento. Il luogo in cui opera il Capitolo si chiama Clima, ed i quattro lati della loggia sono denominati regioni. Nel Quadro del Capitolo sono rappresentati segni zodiacali e cabalistici. La parte iniziatica si impernia sulla simbologia della Stella a cinque punte, ognuna di colore diverso e con figure di donne eroiche, rilevate dai libri sacri e dalla storia. Questa sostituisce il Delta luminoso della Loggia maschile. Ma la simbologia dell’O. è ampia e con implicazioni eterne ed universali, con riferimenti a tutte le religioni, a tutte le virtù morali ed a tutte le condizioni umane. Sono simboli di lealtà, fraternità rettitudine ed amore, simboli positivi ed attivi che guidano verso la Verità e la Luce, sempre col sostegno della Ragione, ed in continuo impegno di solidarietà fraterna. Essendo un rito androgino, esso determina una fratellanza armonica, una problematica vasta e completa, ma assolutamente reale, poiché formata, come l’intera società umana, da esseri dei due sessi. Finalità, ritualità, simbologia ed organizzazione sono oggetto di ampia trattazione in un dotto volume del Fratello Sebastiani, nonché in articoli della Sorella Caliterna. L’O.E.S. profonde, particolarmente negli Stati Uniti, notevoli sforzi nei settori dell'assistenza e dell'educazione.