Nicolaiti: Gnostici appartenenti ad almeno due diverse sette, l’una dei tempi apostolici, che derivò il nome da quello del diacono Nicola di Antiochia (Atti degli Apostoli 6, 5), l’altra che fu in connessione con i Barbelognostici, e fiorì nel I-II secolo d.C. La prima, testimoniata nell’Apocalisse (2, 6 e 14-15), sosteneva il compromesso con l’idolatria e le libertà sessuali; la seconda, nella quale la prima sembra essere confluita, rientrava nella gnosi egiziana, e dava anch’essa grande importanza all’elemento sessuale.

Nigredo: Opera al Nero (v.), una delle quattro fasi dell'Alchimia. È la denominazione alchemica del primo stato di coscienza, o Putrefazione (v.), che ogni iniziato deve acquisire e superare. Si riferisce al colore nero, che ricorda le tenebre della profanità da cui proviene il neofita. N. rappresenta l'inizio del cammino ascetico od iniziatico. Viene seguito da altre tre fasi, denominate Albedo, Rubedo e Citrinitas (v.). Oltre ai primi tre gradi dell'Ordine muratorio, che definiscono la Massoneria Azzurra, il Rito massonico scozzese (v. R.S.A.A.) si suddivide ed attribuisce trenta alti gradi, ripartiti in: · gradi Capitolari, o Massoneria Rossa, dal 4° al 18°; · gradi Filosofici, o Massoneria Nera, dal 19° al 30°, · Supremo Tribunale, o Massoneria Bianca, dal 31° al 33° grado.

Nirvana: Termine sanscrito traducibile in estinzione. Ultimo fine della via indicata da Buddha, corrispondente a ciò che nell'induismo è la realizzazione della realtà suprema (paratattva). Fra N. e paratattva c'è tuttavia una differenza sostanziale, nel senso che, mentre il secondo termine afferma la realtà di un Essere Supremo, il N. è essenzialmente ciò che sta al di là dell'Essere e del non-Essere, della realtà e della non-realtà. In sintesi è quanto va oltre qualsiasi affermazione o negazione, in sé incondizionato, assoluto ed ineffabile.

-Nodo d’Amore: Termine massonico riferito al tipo di nodo applicato al Cordone (v.) di norma di colore rosso, sistemato nel Tempio tra le sue quattro pareti ed il soffitto della Volta Celeste (v.). In totale essi sono sette, e sono comunemente noti come "nodi Savoia", poiché raffigurati nello stemma araldico di tale casata nobiliare, unitamente alla sigla F.E.R.T. (Fortitudo eius Rodum tenuit). Tale sigla fu istituita da Amedeo VII di Savoia (il Conte Rosso, 1360-91) in onore del padre Amedeo VI (il Conte Verde, 1334-83), a ricordo delle sue gloriose imprese contro i Turchi. Il Beato Sebastiano Valfré, nell’intento di censurare l’atteggiamento libertino comune ai Savoia, diffuse la propria interpretazione di tale sigla, ovvero "Foemina erit Ruina tua". Tali nodi ornano l’intera lunghezza del Collare dell’Annunziata, la massima onorificenza concessa dalla casa Savoia. Il N. simbolicamente rappresenta lo stretto legame che unisce le creature con il Creatore, ovvero la natura con la divinità, quindi l’essere umano con il Grande Architetto dell’Universo. Vari studiosi ne vedono la rappresentazione del ciclo o ruota di morte rinascita nei quattro mondi della dimensione fisica (v. Metempsicosi). Fin dai tempi antichi ha anche assunto il significato aritmetico di infinito.

Non expedit: Espressione latina avente il significato di non conviene: rappresenta la formula impiegata dalla Curia Romana per respingere il 10 settembre 1874, sotto il pontificato di Pio IX, la richiesta dei cattolici di partecipare alla vita politica italiana. Il N., trasformato da Leone XIII in decreto nel 1888, fu considerato non più operante nel 1905, e venne ufficialmente abolito nel 1919, anno in cui Benedetto XV concesse ai cattolici di entrare a far parte del Partito Popolare.

Non possumus: Espressione latina dal significato non possiamo, o non è possibile, usata da Pietro e Giovanni per rispondere a quanti intendevano impedire la loro predicazione del Vangelo. Identica risposta venne successivamente data in più occasioni da papi e prelati, tra i quali: Clemente VII (1523-1534), allorché si rifiutò di sanzionare e riconoscere il divorzio del re inglese Enrico VIII da Caterina d’Aragona, episodio all’origine della fondazione della Chiesa anglicana (v.); il cardinale Antonelli, ministro pontificio sotto il papa Pio IX, in occasione del rifiuto del Vaticano di riconoscere Roma come capitale d’Italia.

Non ti scordar di me: Simbolo massonico non rituale, appartenente alla tradizione tedesca, che l’adottò a partire dal 1934 quando la persecuzione nazista costrinse i membri della Gran Loggia del Sole a riconoscersi tra loro attraverso un piccolo ma significativo distintivo che lo raffigurava. Il N., un piccolo fiore azzurro dotato di cinque petali, nel linguaggio floreale significa amicizia e fedeltà, e con tale significato è entrato a far parte della tradizione muratoria. Nel suo ambito la nostalgia sentimentale interpersonale diventa dolce reminiscenza ed impegno della Brüderkette, la catena fraterna temporaneamente spezzata nella sua manifestazione visibile.

Nostradamus: Nome latinizzato di Michel de Notredame (St.Rémy 1503-Salon 1566), medico ed astrologo francese. Compiuti gli studi di medicina a Montpellier, esercitò la professione medica a Salon. Gli studiosi affermano che N. discendeva dalla tribù di Issacar, i cui eletti la Bibbia sostiene essere in grado di predire il futuro. Questi infatti disponevano dei preziosi libri contenenti le più antiche formule magiche e, riportate in caratteri sacri, le "Parole di Potenza" note ai soli iniziati dell’Antico Egitto. Chiamato alla corte di Caterina dé Medici, nel 1564 divenne medico personale di Carlo IX. Dedicatosi alle scienze occulte, divenne famoso con la pubblicazione di alcune ricette, ma soprattutto per le sue profezie, raccolte nelle Centurie astrologiche (1550-66), costituite da quartine redatte secondo un misterioso codice criptato, che predicono il futuro del mondo fino all’anno 3797. Pare che tale stratagemma fosse inevitabile per sfuggire alla persecuzione dell’Inquisizione, che già teneva sotto controllo condotta ed opere di N. Nel corso dei secoli queste sono state oggetto di innumerevoli tentativi di interpretazione, che non hanno comunque portato alla scoperta di alcuna vera ed efficace chiave di lettura di quelle predizioni. Intorno al 1980 il ricercatore torinese Renuccio Boscolo si è proposto come unico in grado di farlo, avendo in qualche modo estrapolato il proprio nome dalle stesse centurie, essendovi indicato da N. come unico interprete in grado di decriptare il testo. Contemporaneamente insigni fisici e matematici hanno proposto sistemi di interpretazione computerizzati, che si basano su una vecchia lapide del 1536 rintracciata su un muro della vecchia Torino. Nonostante l’impegno profuso da più parti nell’impresa, il mistero rimane tale: le centurie sono ancora e sempre interpretate soltanto "a posteriori", cioè a fatti avvenuti.

Novazianismo: Movimento scismatico del III secolo d.C., che prende il nome da Novaziano, filosofo pagano convertitosi al cristianesimo in età avanzata, ed ordinato presbitero. Egli dapprima appoggiò il prudente rigore del vescovo africano Cipriano nei confronti del lapsi (v.), ma dopo l’elezione di papa Cornelio, accentuò il proprio rigorismo e, fattosi eleggere vescovo, originò uno scisma, definito appunto N. Nel 251 venne scomunicato da un concilio romano, il che non arrestò la diffusione della sua dottrina, appoggiata anche da alcuni imperatori. Forse morì nel corso della persecuzione di Valeriano. Dei suoi numerosi scritti, sussistono il De Trinitate, prima opera in latino sull’argomento, il De cibis iudaicis, il De spectaculis ed il De bono pudicitiae. La sua dottrina influenzò e favorì la nascita del movimento dei Catari (v.).

Nove: È il numero della generazione e della reincarnazione. Secondo Pitagora è un numero che si riproduce continuamente, in ogni moltiplicazione, e simboleggia pertanto la materia che si scompone e si ricompone continuamente. Composto da tre volte il numero tre (la perfezione al quadrato), con l’aggiunta di un quarto tre genera il dodici, simbolo della Perfezione assoluta. Secondo Eliphas Levi, il N. è l’Eremita dei Tarocchi, il numero degli Iniziati e dei Profeti. Il N. serve da dissolvente per tutti i numeri, senza che mai si associ a qualcuno, né per somma né per moltiplicazione. È il più misterioso della numerologia, ed è anche il più importante della dottrina esoterica tradizionale (P. Le Cour). I testi egiziani citano Aton (il Sole) che fece N. parti del suo cuore. Rappresenta infine la manifestazione ed il nome stesso del Demiurgo (IOA) gnostico.

Numeri: Sono l’espressione, visibile od intellettuale, delle diverse proprietà degli esseri, tutte procedenti da un’unica sorgente. Anche se possiamo derivare parte di questa scienza dalla tradizione o dall’istruzione teorica, solo la rigenerazione ce ne mostra il vero fondamento, dimodoché ognuno possa ottenere senza maestri la vera chiave (L.C. de St. Martin). Platone considera il N. il generatore e l’essenza dell’Armonia, che a sua volta costituisce la base del Cosmo, e quindi dello stesso essere umano. Per Pitagora i N. rappresentano il fondamento del Tutto; la stessa realtà può essere compresa solo se la si riduce ad una quantità misurabile attraverso l’Aritmetica. Nella tradizione pitagorica si distinguono in intellettuali, esistiti da sempre nella mente di Dio, e scientifici, che procedono dall’unità. Questi ultimi sono pari, con proprietà divisibili e femminili, e dispari, indivisibili e maschili. Infine sono considerati sacri i N. pitagorici, N. interi valutati nel loro significato iniziatico tradizionale e non nel senso comune e profano dell’Aritmetica formale. Secondo il Bacci (Il Libro del Massone italiano), Pitagora non attribuiva ai N. virtù particolari, perché essi erano e sono un’astrazione ed un simbolo: quindi indicano, ma non iniziano. Se la Duade, emblema dell’unione dei sessi o dei due principi generatori, era ed è il numero del matrimonio, non rappresenta comunque alcuna potenza generatrice. "Omnia sunt per allegoriam dicta". I miti, gli enigmi, le leggende, i geroglifici, le parabole e le innumerevoli e misteriose figure mistiche, dimostrano il principio che la morale e la virtù senza simbolismo non imprimerebbero i loro insegnamenti nella mente e nella coscienza degli esseri umani. Y (Massoneria) La Libera Muratoria sfrutta frequentemente la simbologia dei N., · il Due (v.) nelle Colonne (v.), nel Pavimento (v.) a scacchi, nella Squadra e nel Compasso (v.), nella suddivisione del Tempio, ecc.; · il Tre (v.) nel grado dell’Apprendista (v.), nel Delta Luminoso (v.) e nella Cazzuola (v.); · il Quattro (v.) nella Pietra Cubica (v.); · il Cinque (v.) nel grado di Compagno d’Arte e nella Stella Fiammeggiante o Pentalfa (v.); · il Sette (v.) nei gradini dell’Oriente e nel grado di Maestro Massone; · il Dieci nella Tetraktys (v.) pitagorica. Secondo antiche tradizioni, i N. fino a dieci hanno diversi significati, ovvero: Uno, il Cielo; Due, la Terra; Tre, l’uomo; Quattro, il Padre; Cinque, la Madre; Sei, il Figlio; Sette, il Senso; Otto, il Cuore; Nove, l’Intelligenza; Dieci, l’Estasi.

Nunavut: Nella lingua eschimese significa "La nostra Terra", ed è il nome della nuova provincia artica canadese, formalmente costituita il 1° aprile 1999 nella parte orientale dei territori del Nord Est. Un comunicato ufficiale emesso in questa occasione dal Governo centrale del Canada proclama che i colori azzurro ed oro prescelti per l’emblema della nuova provincia simboleggiano le ricchezze di questa terra ed il cielo. L’inukshuk raffigurato simboleggia invece la figura umana fatta di pietre con cui l’Inuit (nome col quale gli eschimesi si identificano, dal significato di "Uomo") indicava i percorsi di caccia, costituendo altresì una minaccia per i caribù, guidandoli verso i luoghi in cui erano sistemate le trappole: sono quindi dei monumenti in pietra che guidano il popolo, indicando anche i suoi luoghi sacri. La stella è Nitirqsuituq, la stella del Nord che dalla notte dei tempi è considerata l’infallibile guida tradizionale sia per i naviganti che per i viaggiatori di terra. La popolazione del N. ammonta a circa 25.000 abitanti, per il 60 % circa costituiti da Inuit. Sua capitale è Iqaluit, "Baia dei pesci", tuttora definita città di frontiera, con 4.220 abitanti. È ubicata a circa 2.100 km a Nord di Ottawa e di Montreal, nella vecchia Baia di Frobisher, dal nome del suo scopritore, un navigatore inglese che nel 1576 stava cercando un passaggio a Nord Ovest verso l’oriente. La nuova provincia affida le proprie fortune finanziarie ai moltissimi posti di lavoro che saranno resi disponibili, specie a beneficio degli indigeni, dalle future strutture amministrative indispensabili per il governo provinciale, ma soprattutto alle quasi inesplorate ricchezze del sottosuolo, che i geologi dichiarano ricco di minerali e soprattutto di idrocarburi (v. Pellirosse).