Monofisismo: Termine derivato dal greco monoz, unico, e jusiz, natura, definisce uneresia cristologica del V secolo, già anticipata nella seconda metà del IV secolo da Apollinare di Laodicea, che sostenne lesistenza in Cristo di una sola natura, risultante dallunione del divino con lumano, contro lortodossia secondo cui nellunica persona del Verbo incarnato sussistono le due nature umana e divina, cooperanti, unite e distinte. Il M., sviluppatosi dallopposizione al nestorianesimo (v.), si valse, forzandola fino alleresia, della dottrina antinestoriana, in sé ortodossa, di Cirillo di Alessandria. Campione del M. reale o radicale fu Eutiche, monaco di Costantinopoli, il quale sembra aver sostenuto lassorbimento della natura umana da parte di quella divina. Scomunicato nel 448 in un sinodo indetto dal vescovo Flaviano di Costantinopoli, Eutiche, con lappoggio di Dioscuro di Alessandria e dellimperatore Teodosio II, fu assolto, ed i suoi avversari deposti nel concilio di Efeso del 449, svoltosi in un clima di grave violenza ed in completo contrasto con la posizione dottrinale di Roma (il papa Leone Magno lo definì il "latrocinio efesino"). Con la morte di Teodosio, il M. eutichiano venne definitivamente condannato, e la fede ortodossa definita con il pieno appoggio di Roma nel concilio di Calcedonia del 451. I vescovi egiziani monofisiti comunque non si sottomisero, e dal loro rifiuto del concilio ebbe origine la lunga e complessa vicenda del M., da cui dipese tra laltro la nascita di unaltra eresia, il monotelismo. Tuttavia il M. radicale non ebbe vita lunga, a differenza del M. cosiddetto verbale o severiano, dal nome del suo principale rappresentante, Severo di Antiochia (m. 538). Questo M., sebbene non gravemente eterodosso come quello eutachiano, che anzi condannò più volte, rifiutò la formulazione di Calcedonia, per esso intrise di nestorianesimo, e si attenne alla terminologia ormai inadeguata e pericolosa di Cirillo. Divisosi in varie sette, esiste tuttora in tre diverse chiese tra loro separate, sorte nel VI secolo: · legiziana o copta (da cui nel 1948 si è costituita letiopica), · la siriaca o giacobita, e · larmena.
Monoteismo: Termine derivato dal greco monoz, unico, e deoz, dio, ovvero credenza in un Dio unico, personale ed indivisibile. Si contrappone al politeismo (v.), la credenza in più dei; al diteismo (v.), che afferma lesistenza di due principi (bene e male), coesistenti ed in conflitto tra loro; allenoteismo (v.), che pur ammettendo la credenza in una divinità non esclude lesistenza di altre. Il M. si impose storicamente attraverso il giudaismo, il cristianesimo e lislamismo. Lo stesso mazdeismo (v.) si configura come M. in quanto, mentre degrada al livello di demoni, e nonostante la presenza delle precedenti divinità dellantico politeismo iranico, considera tuttavia come dio unico Ormazd. Se fino al XVIII secolo era opinione comune che il M. fosse la religione primordiale degli antichi, fu Hume ad affermare per primo la derivazione da un originario politeismo. Rousseau seguì le tracce di Hume, e così Comte, che fece derivare a sua volta il politeismo dal feticismo (v.). Il Tylor, applicando alla religione le teorie evoluzioniste, parlò di un originario animismo (v.) dei primitivi, da cui derivarono il politeismo prima ed il M. poi. Questi tesi venne contrastata da Lang, che ammette un antichissimo culto monoteistico tra i primitivi, come pure dallo Schmidt, il quale sostiene addirittura la tesi dellorigine soprannaturale del m. mediante una sorta di folgorazione epifanica. Al contrario il Pettazzoni ed altri rilevarono che presso tutte le popolazioni primitive il riconoscimento di un "Essere Supremo" non esclude la presenza di altre divinità o spiriti minori. Il M. è opposto al monismo panteistico, in quanto sostiene una tesi di assoluta trascendenza, la contingenza del mondo e la necessità di Dio, contro le tesi monistiche.
Monotelismo: Eresia cristologica nata nel VII secolo dal compromesso dottrinale voluto da Costantinopoli per recuperare i monofisiti di Siria e dEgitto allunità con limpero, per fronteggiare le minacce persiane ed arabe. Sergio, patriarca di Costantinopoli (610-638), in accordo con limperatore Eraclio (610-641), propose unintesa dottrinale mediante il monergismo (v.), evolutosi poi in M. La nuova dottrina, pur ammettendo le due nature di Cristo, insisteva sullunicità in Lui delloperazione od attività (energeia) e della volontà (delhsiz), originate dalla persona unica, divino-umana del Verbo. Tale dottrina, che effettivamente portò allunione politico-religiosa con le chiese monofisite, soprattutto con legiziana, che era la più importante, capeggiata da Ciro di Alessandria (atto di unione del 633), era eterodossa, perché loperazione e la volontà non provenivano dalla persona ma dalla natura, e quindi in Cristo cerano state due operazioni e volontà, lumana e la divina, per quanto perfettamente cooperanti tra loro. Lortodossia, subito proclamata da Sofronio, monaco presente ad Alessandria nel 633 e divenuto nel 634 patriarca di Gerusalemme, rimase dapprima nellombra, perché Sergio, con lo yhjoz, enunciazione dottrinale del 634, riuscì ad associare al proprio atteggiamento accomodante ed ambiguo, il papa Onorio I (625-638). Ma quando nel 640-641 lEcdesiz (esposizione), leditto imperiale del 638 che ribadiva lo yhjoz, fu conosciuto a Roma assieme allopinione di Sofronio, cominciò la chiara opposizione papale, validamente sostenuta da Massimo il Confessore, amico di Sofronio, contro i patriarchi monoteliti di Costantinopoli (Pirro e Paolo), appoggiati dallimpero. Nel 647 Costante II con il Tnpoz peri piotewz (Regola sulla fede) tentò di imporre il silenzio sulla questione, ed intervenne contro il concilio Lateranense del 649 facendo imprigionare il papa Martino I e Massimo. La rottura tra Roma e Costantinopoli durò fino al 678, quando si accordarono Costantino IV Pogonato ed il papa Agatone, e lortodossia venne definitivamente affermata con la condanna del M. nel terzo concilio ecumenico di Costantinopoli (680-681).
Montagna: Rilievi di forma convessa che generalmente differisce da altri dello stesso tipo (colline) per condizioni morfologiche ed altimetriche. La loro origine è dovuta soprattutto a cause tettoniche (sollevamenti e piegamenti); posizione a sé occupano le M. di origine vulcanica, in cui spesso prevale la caratteristica forma conica. Y (Religioni) Nelle religioni del mondo antico si annetteva alla M., per la loro imponenza e difficile accessibilità, nonché per la loro apparente vicinanza al cielo, un carattere sacro e venivano considerate dimora della divinità. Talora oersonificate e divinizzate, le M. potevano essere sedi fisse od elettive di un dio. Tale sacralità è comprovata anche dalla presenza di templi, santuari e boschi sacri. Gli alti luoghi della Palestina preisraelitica (Carmelo, Nebo, Hermon, Sion, Tabor. ecc.) dedicati alle divinità cananaiche (Baal, Astarte ed altre), i quali vennero poi consacrati dagli Ebrei a Yahweh, e considerati luoghi dove lo stesso Dio si era manifestato. Tuttavia, non solo il Dio dellAntico Testamento si rivelò sul Sinai con il Decalogo (Esodo 20, 1-17; Deuteronomio 5, 6-21). Nel Nuovo Testamento fu Gesù stesso a scegliere una M. per annunciare la nuova Legge del Regno nel cosiddetto discorso della M. (Matteo 5 ss.), ed a salire su unaltra M. per apparire trasfigurato ai suoi discepoli (Matteo 17, 1-13; Marco 9, 2-13; Luca 9, 28-36). Fra le M. sacre più note sono il Fu-shan in Cina, il Fujisan in Giappone, l’Himalaia in India, l’Elburs in Persia, l’Olimpo in Grecia ed il Libano in Palestina. Y (Esoterismo) Nella fenomenologia del sacro è ben noto il simbolismo della M., inteso come polo spirituale (meta di pellegrinaggio sul piano orizzontale) e come gradino verso il Cielo (strumento in ascesa sul piano verticale), secondo un duplice modello ricorrente. Ben nota la portata simbolica della M., come del Sinai, del Sion o del Tabor nella tradizione ebraico-cristiana, dellUshi-darena in quella zoroastriana, del Meru in quella indù, o del Fujisan in quella dello Shinto. Meno noto il fatto che nellesperienza religiosa la M. assume una plasticità ignota allesperienza sensibile, fino a diventare luminoso spettacolo delle forme universali, oceano di Gloria e Spirito trionfante. La possibilità di tali trasfigurazioni è assicurata alla M. sacra dalla sua stessa origine, in quanto essa, nella sua storicità, rappresenta la massima e concreta concentrazione della Luce Divina, ed è proprio sulla strada del suo ritorno alla Luce che essa si lascia sperimentare in tutti gli stati dessere intermedi. Le trasfigurazioni della M. riproducono le fasi della sublimazione alchemica, attraverso la quale la materia torna allo Spirito passando attraverso gli stati liquidi ed aeriformi. Al riguardo un esempio significativo è costituito dalla M. Arunachala, nel Sud dellIndia, unaltura sacra alla tradizione shivaita, celebrata nel nostro secolo dal mistico Ramana Maharishi. Ecco come egli si rivolge alloggetto simbolico della sua devozione: "Oceano di nettare, pieno di grazia, che sommergi lUniverso nel tuo Splendore. O Arunachala, il Supremo. Sii Tu il Sole, e schiudi il loto del mio cuore nella rettitudine. O Arunachala, in te si forma, dura e si dissolve limmagine dellUniverso. In questo enigma sta il miracolo della Verità. Tu sei il Sé interiore che danza nel cuore come "Io". Cuore è il Tuo nome, o Signore". La M. è quindi divenuta "oceano" e "sole", ovvero Acqua e Fuoco, per rivelarsi infine come Sé supremo, cioè come Cuore-Luce dellessere.
Montanismo: Movimento eretico fondato nel II secolo in Frigia Asia Minore, da Montano, un sacerdote di Cibele convertitosi al cristianesimo. Egli sosteneva la comunione tra luomo e Dio, attraverso il continuo intervento dello Spirito Santo. Credendo prossima la fine del mondo, i suoi seguaci si sottoponevano a molte astinenze e mortificazioni, conducendo una vita di ascetismo radicale. Avversavano ogni tipo di gerarchia ecclesiastica, e sostenevano lirremissibilità di ogni peccato commesso dopo il battesimo. Dopo una rapida diffusione, la setta si andò assottigliando, sia in seguito alla scomunica comminata da papa Zeffirino (199-217), sia per le severe persecuzioni subite. Secondo il Séguy, "il messaggio fondamentale del M. consiste nella protesta che il movimento indirizza contro la Chiesa ufficiale, ormai compromessa con il mondo, ed in cui lo spirito amministrativo e leredità liturgica hanno del tutto sostituito lo slancio primitivo".
Montsegur:
Castello fortezza catara costruito sulla cima di un monte nella Linguadoca, teatro
drammatico della conclusione della guerra intrapresa dal papato contro leresia degli
Albigesi (1244, v.). In Linguadoca la Chiesa e la Santa Inquisizione si scatenarono per
dar prova della loro supremazia. LInquisizione intendeva soprattutto eliminare
completamente il Catarismo, i cui seguaci erano ormai ridotti alla clandestinità ed alla
pratica segreta del loro culto. A quel tempo molti Catari occupavano ancora posizioni
sociali importanti, per cui la loro persecuzione risultava piuttosto impopolare. Un
ulteriore importante problema era rappresentato dalla solidità della fortezza di
Montsegur, dove risiedevano i vescovi Catari. Soprattutto per guadagnare prestigio,
lInquisizione fu praticamente costretta ad ordinarne lassedio. Ciò implicava
però un processo molto costoso, in un momento storico che richiedeva risorse altrove, per
cui loperazione dovette essere rinviata. Nel 1242 una spedizione comandata da Roger
de Mirepoix, comandante militare cataro di Montsegur, tentò senza successo
luccisione di William Arnaud, inquisitore di Tolosa. Lattentato provocò però
limmediata e violenta reazione delle forze militari papali, che portò
allassedio del castello (1243) ed alla sua caduta il 16 marzo del 1244. Subito dopo
gli ultimi 215 Catari furono condannati per eresia al rogo, e bruciati alla base del
monte, consentendo allInquisizione di guadagnare prestigio. Il Catarismo sembrava
ormai del tutto estinto, specie quando nel 1290 fu attaccata e distrutta la loro ultima
chiesa in Lombardia. Ma nel 1298 Peter Autier, educato nella dottrina Catara, raggiunse la
Linguadoca, ed iniziò pazientemente la ricostruzione del Catarismo. Quando era già
riuscito a riunire ed organizzare un migliaio di seguaci, nel 1321 venne catturato ed arso
al rogo da Bernard Gui, nuovo inquisitore di Tolosa. Dopo questo tragico evento non sono
rimaste tracce dellesistenza del Catarismo in Linguadoca, salvo forse la
sopravvivenza di una ristretta minoranza della popolazione che ne ha mantenuto in vita nel
massimo segreto la pratica dottrinale (v. Catari).
Montu: Antica divinità della religione tebana, ha origine nella remota religione stellare. Il suo aspetto ieracocefalo ne sottolinea le origini guerriere. Le due alte piume dell'acconciatura sono penne remiganti di falco che, più tardi, Amon metterà nel suo tocco. Il disco solare affiancato da due Urei completa i suoi attributi. I sovrani del Medio Regno lo venerarono in modo particolare, soprattutto i Montuhotep (M. è soddisfatto), che videro in lui il neter della vittoria. "In battaglia Faraone è bello e rosso come M.". Il rosso del furore diventa benefico per la lotta. M. assicura la protezione magica del corpo grazie alla sua doppia polarità: il fuoco celeste del falco ed il rosso fuoco terrestre del toro. Gli sono dedicati quattro santuari che disegnano nell'invisibile un quadrato magico intorno al tempio di Amon: Karnak nord, Hermonthis, Tod e Medamui. M. concede anche oracoli, grazie alla mediazione del suo toro Buckis. "Sua Maestà avanza sul suo carro d'oro fino, adorno dei simboli di battaglia, come Horus dal braccio possente, come Montu il tebano".
Morals and Dogma: Opera fondamentale sulla Massoneri americana, scritta da Albert Pike (1809-1891), Sovrano Gran commendatore del R.S.A.A. della giurisdizione meridionale degli Stati Uniti. Il Fratello E. Sciubba, che ha curato con il Fulci la versione italiana di questopera (Morals and Dogma, in 6 volumi, versione italiana curata da E. Sciubba e L. Fulci, Ediz. Bastogi, 1983-1986), sostiene che "non appartiene solo alla Massoneria americana. Dopo più di un secolo si presenta agli occhi dello studioso quale classico della letteratura massonica, la cui lettura ed il cui studio sono indispensabili per chi intenda essere un Maestro dellArte Reale nel senso più vero e profondo. Per questo suo essere una vera e propria "Summa", ovvero autentica tesaurizzazione dellumana vicenda spirituale, ed anche per la profondità ed originalità di pensiero che emerge nellopera, ha avuto unimportanza notevolissima nella storia della Massoneria americana, ove la si considera quasi come una seconda Bibbia". È considerata unopera che offre la possibilità di un riferimento di indubbio valore dottrinario, base e stimolo per ogni buon Massone alla riflessione ed allazione (v. A. Pike).
Mormoni: Adepti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dellultimo giorno, setta protestante millenarista fondata nel 1830 a Fayette, New York, da John Smith junior (1805-1844), con ladesione di un centinaio di dissidenti della "Chiesa dei discepoli di Cristo". Lo Smith pretendeva di aver avuto delle visioni nel 1823, e di aver ricevuto dalle mani di un angelo un libro scritto su lamine doro (The Book of Mormon, Il Libro di Mormone, 1830), in cui si raccontavano le vicende di antichissimi popoli dAmerica, collegate a quelle dei popoli vetero testamentari. Il libro è tuttora considerato il testo rivelato della setta, e su di esso si fonda una dottrina che unisce a motivi cristiani (specificamente calvinisti) diversi elementi gnostici, nonché vaghi ricordi di cosmologie orientali e bibliche, su uno sfondo generale di panteismo naturalistico. I M. negano il peccato originale ed il battesimo degli infanti, sostengono (ormai solo teoricamente) la poligamia e lespiazione cruenta dei peccati, e si danno una rigida organizzazione teocratica su due livelli, uno dei quali iniziatico, praticando la comunità dei beni e la subordinazione dei singoli alle decisioni della comunità. Emigrando per sfuggire alle persecuzioni, i M. costituirono, fin dallinizio, delle colonie comunitarie, dapprima a Kirtland, nellOhio, poi a Jackson, nel Missouri (1836), ed infine a Naunoo, nellIllinois (1839). Tipica della loro organizzazione era la struttura paramilitare della banda dei Daniti (detta degli angeli sterminatori), che si occupava della difesa della comunità, e con metodi violenti anche della disciplina interna. Gravi torbidi religiosi, acuiti da motivi politici e sociali, deteminarono nel 1844 il linciaggio dello stesso Smith ed una scissione della setta: la maggioranza fu guidata da Brigham Young (1801-1877) in una leggendaria marcia allOvest, fin sulle rive del Lago Salato, dove nel 1847 fu costituita la nuova colonia di Salt Lake City (Utah), da allora centro della setta. Dopo lunghe trattative con il governo degli Stati Uniti e momenti di grave tensione (che videro anche spedizioni militari contro di loro), i M., rinunciando alla codificazione della poligamia e dellespiazione cruenta, ottennero nel 1890 lautorizzazione ad organizzarsi politicamente nello stato dellUtah, annesso nellUnione, del quale costituiscono tuttora la classe dirigente, pur nellambito di una costituzione laica e democratica. La setta conta circa 3 milioni di aderenti, di cui 2/3 nellUtah, ed ha dato origine ad unintensa attività missionaria (v. Mormonismo).
Mormonismo: Termine che definisce il movimento degli adepti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dellultimo giorno, setta protestante millenarista fondata nel 1830 a Fayette, New York, da Joseph Smith junior (1805-1844). Il M. nega il peccato originale ed il battesimo degli infanti, sostiene (ormai solo teoricamente) la poligamia e lespiazione cruenta dei peccati, e si da una rigida organizzazione teocratica su due livelli, uno dei quali iniziatico, praticando la comunità dei beni e la subordinazione dei singoli alle decisioni della comunità. In seguito a gravi torbidi religiosi, acuiti da motivi politici e sociali che nel 1844 deteminarono il linciaggio dello stesso Smith ed una scissione della setta,: la maggioranza dei Mormoni (v.) fu guidata dal massone Brigham Young (1801-1877) in una leggendaria marcia allOvest, fin sulle rive del Lago Salato, dove nel 1847 fu costituita la loro colonia di Salt Lake City (Utah), da allora centro della setta. Dopo lunghe trattative con il governo degli Stati Uniti e momenti di grave tensione, i Mormoni rinunciarono alla codificazione della poligamia e dellespiazione cruenta, ottenendo così nel 1890 lautorizzazione ad organizzarsi politicamente nello stato dellUtah, del quale costituiscono tuttora la classe dirigente, pur nellambito di una costituzione laica e democratica. La setta conta oggi circa tre milioni di aderenti, di cui 2/3 nellUtah, ed ha dato origine ad unintensa attività missionaria. Y (Massoneria) Il codice della Gran Loggia dei Liberi ed Accettati Muratori dello Stato dello Utah, nella sua edizione del 1958 recita: "La chiesa Mormone è unorganizzazione i cui insegnamenti sono incompatibili con lappartenenza alla Fratellanza Massonica". Sembra essere questo lunico pronunciamento statutario del mondo che escluda i membri di una certa religione dalle Logge, rappresentando quindi una sorta di scomunica massonica nei confronti di una religione. Una situazione paradossale, considerato che Joseph Smith, profeta del M., era massone, come molti altri grossi personaggi del movimento. Ma è opportuno anche considerare che lo Smith fu ucciso nel 1844 mentre era in carcere a Carthage (Illinois), da una folla antimormonica guidata da alcuni massoni del luogo. Passando alla situazione nello Utah, centro del M., nel 1934 lallora capo del M. A. W. Ivins dichiarò che "La chiesa Mormone non ha alcun contenzioso con la Libera Muratoria o con qualsiasi altra organizzazione che sia formata per retti scopi. Essa consiglia ai propri aderenti di astenersi dallidentificarsi con qualsivoglia società segreta o giurata, credendo che allinterno della Chiesa esistano tutti gli elementi necessari allo sviluppo spirituale, sociale ed etico dei suoi membri. Abbiamo avuto modo dosservare che laffiliazione ad organizzazioni segrete e giurate tende a distrarre le persone dalladempimento dei doveri verso la Chiesa. È difficile servire due padroni. Ma un massone che divenga membro della Chiesa Mormone non è in alcun modo impedito nellaffiliazione alla propria Loggia, né il fatto dessere massone ostacola in alcun modo la possibilità chegli riceva anche il più alto ordine sacerdotale". Fuori dallo Utah la Massoneria non pone alcuna limitazione alliniziabilità dei Mormoni, tanto che il Mormone D. Lemons è stato recentemente insignito della carica di Gran Maestro della Gran Loggia di California. Tra i Massoni qualcuno (Hogan, Ambesi, Brengues) ha intravisto una dimensione esoterica negli insegnamenti del M., specie nel trattato Pearl of Great Price di Joseph Smith, di norma consegnato solo ai membri della chiesa Mormone. A molti però pare che sia possibile tentare una lettura del genere su tutto limpianto del M., che pratica riti riservati di una certa pregnanza simbolica, azzardando motivi teologici singolarmente, ma confusamente, proiettati verso una prospettiva cosmica.
Moro Tommaso: Statista ed umanista inglese, martire e santo della Chiesa Cattolica (1478-1535). V. Tommaso Moro.
Morte di Dio: Espressione indicante la tesi ateistica di Nietzsche, ben diversa da quella convenzionale, in quanto il filosofo ne parla proponendosi di valutare criticamente un processo storico che ritiene abbia esaurito il proprio compito, e che sta inesorabilmente avviandosi verso il Nichilismo (v.). Trattasi di un evento sconvolgente, quasi apocalittico, che tende a demolire quellinsieme di speranze, di credenze e di certezze che per lumanità ha costituito, nel bene e nel male, il fondamento della vita. Nella sua opera "La Scienza gaia", Nietzsche afferma: "Dove se nè andato Dio? Siamo stati noi ad ucciderlo, voi ed io. Siamo noi i suoi assassini. Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non continua a venire notte, sempre più notte? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della putrefazione divina? Poiché anche gli dei si decompongono. Dio è morto, e Dio resta morto! Questo enorme avvenimento è ancora per strada, e sta facendo il suo cammino: ma non è ancora arrivato alle orecchie degli uomini. Tuono e fulmine vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano viste ed udite". Fra i tanti che in seguito hanno ripreso questo tema, Max Stirner (Lindividualismo anarchico, 1904) si domanda: "Può veramente morire luomo-Dio se in lui muore solo Dio? Per liberarsene del tutto non è sufficiente uccidere Dio, ma occorre uccidere anche luomo".
Morte mistica: Termine che definisce la capacità delliniziato (v.) di portare lo stato della propria coscienza, ovvero della propria entità pensante, nelle stesse condizioni in cui si troverebbe nella condizione di morte fisica, mantenendo inalterato il suo stato di coscienza di vivente. La M. (od iniziatica) simboleggia la decomposizione della materia (v. Putrefazione), momento di passaggio inevitabile per ogni autentico processo di rinascita. La Massoneria simboleggia i due processi con la Croce (v.) e con la Squadra (v.). Secondo antichi rituali, la linea orizzontale della Croce rappresenta la Materia, ed anche la Morte, quella verticale lo Spirito, come pure la Vita. Considerate insieme assumono il significato di resurrezione. La Morte allegorica, seguita dalla rinascita a nuova vita, è conosciuta nei rituali massonici del primo Grado, con il Testamento (v.) del Fratello Apprendista (v.), confermandosi poi nel terzo Grado con la misteriosa leggenda di Hiram (v.). Secondo Eliade (La nascita mistica, Ediz. Morcelliana, 1974), "La M. è indispensabile per dare inizio alla vita spirituale. La sua funzione va compresa in rapporto a quanto prepara: la nascita ad un modo dessere superiore. La M. viene spesso simboleggiata dalle tenebre della Notte cosmica, dalla matrice tellurica (la capanna, il ventre di un mostro, ecc.). Queste immagini allegoriche, questi simboli della morte rituale, appartengono al mondo della germinazione, allembriologia: essi indicano già che una nuova vita si sta preparando". Il concetto di seconda nascita, intesa come radicale rigenerazione, ossia come nascita alla vita soprannaturale, è espresso chiaramente nel Vangelo di Giovanni (3, 3-5), allorché Gesù, rivolto a Nicodemo, gli dice: "In verità, in verità ti dico che uno, se non nascerà dallalto, non può vedere il regno di Dio. Nicodemo gli chiese: Come può un uomo rinascere quandè vecchio? Gesù gli rispose: In verità, in verità ti dico: chi non rinascerà per acqua e Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio" (v. Tnetopsichite, Reincarnazione).
Morte: Limite naturale dell'esistenza di ogni essere vivente, che non spezza la continuità della specie. È un problema filosofico per le implicazioni esistenziali e metafisiche che la M. come fenomeno umano sottende. Per Schopenhauer la M. è il vero genio ispiratore della filosofia, il problema filosofico per eccellenza, mentre filosofia e religione sono un contro veleno alla certezza della M. Platone, partendo da una radicale svalutazione del corpo fisico, la concepisce come liberazione, catarsi suprema, che risolve la crisi profonda riguardante l'uomo come essere composto. Una concezione ripresa poi dal cristianesimo, che concepisce la M. come passaggio dalla vita terrena alla vita ultraterrena. Già nella vita terrena la partecipazione alla "grazia" ed alla vita divina implica uno sforzo ascetico di liberazione dal corpo. Per Eraclito invece (dialettica) l'individualità è solo un momento del divenire impersonale dell'Uno-Tutto, o della vita cosmica. Hegel riprende questo concetto affermando che la M. non ha alcun significato etico, non essendo che la cessazione dell'autocoscienza empirica ed individuale, che elimina ogni illusione personale. La perennità storica realizza e garantisce il valore etico dell'azione individuale, assorbendola in un unico destino impersonale. La tesi materialistica considera infine la M. come disgregazione del composto, come rottura di una forma biologica, (Democrito, Epicuro e Lucrezio). Il problema filosofico della M. vi viene risolto liberando la M. stessa dall'alone di mistero che la circonda, riconducendola ad un fenomeno naturale, e suggerendo una sua serena accettazione. Il saggio non teme la M., perché "quando c'è la M. noi non ci siamo più". Sul piano culturale risulta arduo affrontare il tema della M. Oggi si tende a considerare il fenomeno come componente dello stesso processo vitale. È quindi un atto dello stesso essere vivente. Si tratta di una consapevolezza che, col tempo, sta diventando un fatto naturale. Il duplice aspetto del problema rimane il come dominare la paura di morire ed il come neutralizzare, o respingere, la deduzione forse inevitabile che il breve soggiorno sotto il sole sia uno scherzo insensato, un'assurda tragicommedia. Comunque colpiti dalla brutalità e dall'inevitabilità del fenomeno, attraverso le realtà percepite o vissute, si è formata una coscienza collettiva che è costituita da complessi immaginari risultanti talvolta di un'originalità sorprendente. Allora la M. è stata avvicinata al sonno, allo svenimento, all'incubo, alla possessione, alla malattia mentale, oppure trasformata in tecnica liberatoria (India) o di redenzione (cristianesimo). Y (Un'esperienza personale vissuta dall'autore, qui esposta in prima persona) Di che fenomeno si tratti, che cosa rappresenti quell'evento avvolto dal mistero, che per molti uomini é un vero incubo, un drammatico evento, che tutti conoscono sotto il nome di M.? Il solo pensarci crea nei più sgomento, costernazione e paura: una vera tragedia, poiché biologicamente significa la nostra fine, e quindi la fine di tutto. Ma é davvero così? Dopo quest'unica nostra esistenza, magari condizionata fin dai suoi albori da fattori ambientali non proprio favorevoli, certo pesantemente condizionanti, potremmo essere davvero giudicati e magari condannati per sempre, come ci é stato insegnato, come siamo stati praticamente costretti a credere? Ebbene, io credo che la risposta risieda nella stessa natura di cui facciamo tutti parte ed in cui viviamo, una natura che non sappiamo più ascoltare né osservare, per cui non siamo più in grado di sfruttare gli istinti naturali di cui siamo dotati e che dovrebbero caratterizzarci. Il Creato: ecco la più semplice ed evidente conferma della perfezione del grande mosaico universale. Pur essendo convinto che non possa essere concessa all'uomo comune la completa penetrazione del segreto della M., almeno finché non abbia raggiunto un certo grado di elevazione morale od evoluzione spirituale che dir si voglia, sottolineo qui come gli studiosi esoterici credano che la M. non sia altro che un fenomeno, attraverso cui l'uomo semplicemente si libera dell'involucro che ricopre la sua componente immortale. Anche prendendo in considerazione il caso più penoso, rappresentato dal decesso dopo una lunga e dolorosa malattia, la M. fisica non provoca sofferenza alcuna, essendo una vera liberazione da ogni afflizione, da ogni affanno, da ogni dolore. Una realtà ben confermata dall'aspetto placido solitamente assunto dalle persone, specie subito dopo il "trapasso". Trattasi semplicemente del passaggio mai traumatico, in quanto evanescente, sfumato come una vera dissolvenza incrociata, dalla materia (piano fisico) all'energia (piano astrale). Nei primi momenti non ci si rende neppure conto di quanto è avvenuto. Passo ora alla descrizione di unesperienza da me personalmente vissuta nel marzo del 1978, un episodio che avrebbe poi condizionato, rivoluzionandola, lesistenza mia e della mia famiglia. Testimone diretta ne era stata la mia stessa consorte. Verso la fine del 1977 ero stato per alcuni mesi in Canada, inviato dal consorzio europeo della NATO per cui lavoravo in Germania dallinizio del 1970. Vi avevo dovuto affrontare un problema fisico del tutto nuovo per me: si trattava di una specie di fenomeno allergico da cui ero colpito, stranamente sempre in tempo di luna piena. I medici erano impazziti nel tentativo di scoprire la causa di vistosi gonfiori che comparivano mensilmente in punti diversi del corpo. Erano deturpanti se si manifestavano nel volto, dolorose al polso ed alla caviglia, fastidiose nei genitali e pericolose se alla gola. Varie specie di antistaminici propinatimi non avevano dato risultato alcuno. Trascorsi poi in famiglia le festività del Natale del 1977 e, verso la metà del febbraio successivo, stavo per ripartire per il Canada. Quandecco ricomparire il maledetto gonfiore, questa volta proprio alla gola. Ricoverato immediatamente nella clinica dermatologica del più grande complesso ospedaliero di Monaco di Baviera, ubicato nei pressi della nostra abitazione, ero stato ancora sottoposto ad innumerevoli test allergici. Nessun risultato. A mia insaputa i preparatissimi ed affidabilissimi medici tedeschi avevano allora deciso di sperimentare una terapia a base di cortisone. Incredibile ma vero, non avevano neppure abbozzato un test allergico su tale micidiale prodotto. La conseguenza era stato un vero dramma. Infatti, dopo un paio di iniezioni del famigerato prodotto, una sera di marzo ero entrato in coma. Ricordo che dapprima avevo visto con stupore il mio corpo, da una certa distanza. Un corpo ormai inerte, che non riconoscevo neppure più come mio, che mio intuivo però essere da certi particolari, come da un anello, da un indumento, da quanti gli vedevo vicini e che riconoscevo molto chiaramente: medici affannati nel tentativo di rianimare quel corpo, mia moglie ed un caro amico afflitti, costernati ed impotenti. L'intera scena era lì, davanti a me, chiara in ogni dettaglio, come se la osservassi dall'alto, da una certa distanza, certo ben superiore alle dimensioni della stanza in cui si era consumata la tragedia. Come se le pareti e lo stesso soffitto fossero spariti, oppure diventati trasparenti alla mia osservazione. Mia moglie aveva subito scatenato lallarme. Accorreva dapprima uninfermiera, poi una giovane dottoressa. Questa spariva di corsa dalla camera per subito ritornarci munita di una siringa. Con affanno, visibilmente tremante, tentava di iniettarne il contenuto in una vena del braccio destro, riuscendoci però soltanto al suo secondo tentativo. Proprio a questo punto ero stato letteralmente trascinato via, come da un vortice impetuoso ed irrefrenabile, lontano da quel corpo che avevo appena lasciato. Mi ero ritrovato in un lungo e stretto tunnel oscuro, entro cui ero stato proiettato da una forza immensa, sovrumana ed indolore. Al fondo del tunnel intravedevo una luce splendente, cui mi avvicinavo piuttosto rapidamente, ed in cui infine mi ero ritrovato. Ero stato subito circondato da amici e parenti trapassati, che si prodigavano in ogni modo per rassicurarmi, per spiegarmi quanto era successo, chiarendo fenomeni di cui non potevo essere ancora ben cosciente. Non ci era voluto molto per convincermi, per tranquillizzarmi, perché sarebbe stato certo sufficiente quello splendore luminoso mai visto prima, quell'ambiente davvero "paradisiaco", per eliminare in me ogni pena o preoccupazione residua. È a questo punto che, anche allorché la morte è giunta improvvisa, inaspettata, per esempio a seguito d'un incidente, ogni individuo vede allora scorrere davanti a sé, proprio come in una proiezione cinematografica, tutti gli avvenimenti della sua vita trascorsa, compresi i dettagli di apparente minore importanza. Egli vede sé stesso nella sua piena realtà, senza alterazioni e deformazioni derivanti da adulazione o da inganno. Quindi, con la M., non sopravviene alcun brusco mutamento nell'uomo. Egli, ora corpo astrale, resta esattamente com'era prima, con la sola, unica, seppur enorme differenza, che non dispone più di un corpo fisico. Conserva però ancora lo stesso carattere, le stesse virtù e perfino gli stessi vizi. La perdita del corpo non provoca in lui alcuna trasformazione, proprio come non ci si trasforma allorché ci si libera di un vecchio soprabito. Oppure quando si cambia abitazione, essendo la precedente diventata troppo angusta, non più adatta a soddisfare le esigenze presenti e future. Ecco quindi già una prima, validissima ragione per arrivare "da viventi" alla conoscenza, alla presa di coscienza, di quanto ci attende da morti; onde non portare con noi infondate paure, falsi fantasmi, ingiustificati spauracchi o stupide presunzioni, che certo ritarderebbero o comunque turberebbero la visione dei dettagli dell'ultima esistenza, fino a distorcerla. Questo ostacolerebbe, soprattutto, la comprensione delle motivazioni karmatiche che stavano a monte delle vicende di cui siamo stati protagonisti, nonché delle cause che abbiamo creato, in noi e negli altri, cause generatrici di effetti per le prossime esistenze. In sintesi, anche qui è di enorme vantaggio la più genuina delle umiltà. Vorrei ricordare che la scienza ufficiale ammette che talvolta succedano casi di morte apparente, o fenomeni di premorte, di coma profondo ma ancora reversibile, pur definendo diversamente il fenomeno. Personalmente il mio caso è stato compreso tra queste rare eventualità. Infatti, dopo aver ammirato quello splendore luminoso, che ho già definito paradisiaco, e dopo aver ricevuto il conforto di quei trapassati che ci sono stati cari, ci si ritrova abbagliati dalla stupenda, paterna e confortante visione di entità superiori, quali la figura fulgida ed inconfondibile del Cristo. È stato proprio a questo punto che mi era stato comunicato, con estrema dolcezza, che non era ancora giunta la mia ora, che non avevo ancora portato a termine la mia missione nel mondo fisico, per cui dovevo rientrare in esso attraverso quel corpo che avevo appena lasciato. Difficile descrivere la resistenza da me opposta a tale richiesta imperiosa, assolutamente irrespingibile, tanta era la felicità profonda ed incredibile appena provata. Comunque, nonostante tutto, si "deve" ritornare: e si ritorna davvero. Mi ero così ritrovato tra un gruppo di medici increduli; mia moglie ed il mio amico erano sempre lì, dapprima sbalorditi, poi commossi fino alle lacrime. Quando poi incautamente rivelassimo quanto s'è visto dopo il trapasso, certi atteggiamenti od azioni particolari di medici o parenti che abbiamo "visto" dall'alto, risulta ardua ogni spiegazione, poiché lo scontro con l'incredulità talora beffarda risulta sempre duro da sostenere. Avevo infatti subito rimproverato alla giovane dottoressa limperizia dimostrata quando aveva sbagliato quelliniezione. Mai dimenticherò lestremo stupore, lo sgomento con cui aveva accompagnato la prevedibile reazione: "Aber wie können Sie das wißen? ovvero Ma lei, come fa a saperlo?". Nel complesso era stato un trauma veramente drammatico, anche se eclatante. Ricordo di essermi poi sentito pervaso da una calma strana, una condizione mai provata prima. Avrei in seguito scoperto che proprio quest'esperienza avrebbe cambiato radicalmente la vita mia e della mia famiglia: infatti attraverso essa ero stato integralmente trasferito nel mondo degli interessi puramente spirituali. Avevo poi vissuto un vero incubo, definito dai medici con il termine "psicosi". Ero nervosissimo, ed avevo subito un tracollo psichico, entrando in uno stato di incontrollata agitazione. Mi comportavo, ricordo vagamente, come una scimmia, saltando sul letto ed urlando. Mi avevano propinato dei potenti sedativi, ed ero stato trasferito nella sezione psichiatrica del macroscopico complesso ospedaliero tedesco in cui ero ricoverato. Sarei poi stato accompagnato in un grande salone, alla presenza di una cinquantina di medici incamiciati, per lo più anziani. Mi avevano sottoposto ad un fuoco di fila di domande, le più disparate, spesso sarcastiche, pregne dincredulità e di estrema diffidenza. Per non parlare degli esami subiti, tra i quali svariati encefalogrammi piuttosto sofisticati. Ero poi stato costretto a tre settimane di degenza in quella sezione che definirei famigerata. La convivenza con drogati, alcolizzati, nevrastenici e veri pazzi talvolta scatenati, non era stata certo piacevole. Moltissimi erano stati gli episodi demenziali, diurni e notturni, veramente disgustosi impostimi da quella connivenza. Avevo persino tentato invano di fuggire da quel posto infame. Considerato il tutto, credo che quanti abbiano vissuto una simile esperienza preferiscano poi tacere, come ho fatto io per vari anni, mantenendo nel segreto più intimo quella che, nel complesso, amo definire una mia meravigliosa esperienza. Cosa rimane in questi casi in quanti abbiano vissuto tale avventura? L'assoluta indifferenza davanti al fenomeno M., sempre. Il che non è davvero poco. Spesso ne consegue anche una svolta brusca nel sistema di vita, nelle scelte essenziali, con un deciso orientamento verso gli aspetti più puramente spirituali, come la soppressione degli egoismi e l'esaltazione dell'altruismo più assoluto. A me era successo proprio questo. Sull'argomento è consigliabile la lettura dei volumi editi dal Dott. Raymond A. Moody, specie della "Vita oltre la Vita", illustrante oltre 2000 di questi casi scientificamente esaminati, alla cui più recente edizione è stata allegata una davvero eloquente (personalmente io voglio aggiungere "molto realistica") videocassetta di affascinante ed istruttiva visione. In conclusione allora, cos'è la M.? Significativa la risposta contenuta nel messaggio che segue: "La M. è un passaggio, un'evoluzione, un compimento, un giungere ad una meta inimmaginabile, a completamento di un cammino iniziato con un fine vago. Se non sei preparato, il rimpianto sarà struggente, ti tormenterà, e ti darà nostalgia di ciò che hai lasciato. Ti parrà di aver perso tutto, e vorresti ritornare per riaverlo. Ti parrà di essere stato punito, e ti verrà spontanea la domanda: "Perché proprio io"? Ma se il tuo spirito avrà il sopravvento capirai, sarai cioè cosciente, che quanto ti sta accadendo non costituisce altro che la tessera di un mosaico, che pian piano si completerà, con te artefice e te spettatore".