Meccanicismo: In senso filosofico indica la concezione del mondo che si basa sui corpi e sui loro movimenti spaziali, coincidendo con i fondamenti del materialismo. Nel pensiero greco il M. si esprime soprattutto attraverso la teoria atomistica di Demostene e Leucippo. A partire dal XVII secolo, parallelamente ai moderni sviluppi della fisica e della matematica, il M. venne ripreso come ipotesi di spiegazione della totalità dei fenomeni naturali da Galileo ed in particolare da Descartes (v.). Esso trova poi una compiuta formulazione filosofica in Hobbes, e si sviluppa nel XVIII secolo specialmente all’interno dell’illuminismo francese. I caratteri principali che il M. assume entro questo quadro sono il rigoroso determinismo (necessaria causalità dei fenomeni naturali) e l’antifinalismo (negazione di ogni ordine finalistico). In senso scientifico il M. si caratterizza come principio direttivo una volta che le leggi della statica e della dinamica siano state determinate da Galileo e Newton: il M. è così la rivendicazione della priorità della meccanica e delle sue leggi sopra tutti gli altri aspetti della scienza fisica. Nel corso del XIX secolo si affermano tesi analoghe anche nel campo della biologia, della psicologia e della sociologia, tesi chiamate riduzionistiche (riduzione delle leggi biologiche a quelle fisico chimiche): nei primi decenni del XX secolo tali tesi sono state però messe decisamente in crisi dagli stessi sviluppi della ricerca scientifica, come dimostrato dai clamorosi risultati delle ricerche condotte da Ilya Prigogine (v.), premio Nobel 1977 per la chimica.

Medi: Popolazione iranica stanziata almeno dal IX secolo a.C. nella regione che da loro prenderà poi il nome di Media. Gli annali assiri testimoniano attacchi contro i M. per l’intero VIII secolo, e registrano nel 715 a.C. la sconfitta di un re Dayakku, che potrebbe identificarsi con il Deioce indicato da Erodoto (I, 96-100) come fondatore dell’impero dei M. Questo ruolo probabilmente va attribuito al suo successore, Khshathrita, il Fraorte deo Greci (675-653 a.C.), che costituì una struttura politica tanto forte da poter condurre alla guerra in Assiria. È probabile che già sotto gli ultimi re M. si sia svolta la predicazione di Zarathustra (v.) e dei suoi seguaci. È invece certo che la religione mazdea (v.), non integralmente accettata dai re persiani della stirpe achemenide, sarà in seguito diffusa e gestita nell’intero impero persiano da una casta sacerdotale, quella dei Magi (v.), molto probabilmente di origine meda.

Medicina ed Etica massonica: Testimonianza singolare di scrupolo deontologico viene offerta da un medico massone di Reggio Emilia, Prospero Pirondi (1787-1867), nel lontano 19818. Dopo la morte, per una grave infermità, di una puerpera ch’egli aveva assistito nel parto, in città si diffuse un poemetto satirico che attribuiva il decesso a svenamento, ovvero ai salassi praticati sulla paziente nel corso della terapia antiflogistica. Pirondi non era responsabile di tale interventi, effettivamente praticati ma non determinanti l’esito letale della malattia, voluti dal dottor Manzotti, un amico medico del Pirondi stesso, cui era stata affidata la cura della sventurata. Ciononostante Pirondi ritenne opportuno far pubblicare i versi dell’anonimo accusatore, informando il pubblico reggiano di quanto era accaduto, prendendo le difese del collega e fornendo un raro esempio di lucidità e trasparenza deontologiche, sorprendente per quei tempi. Nel 1966 la Rivista massonica pubblicava un articolo (firmato Bruni) riguardante l’etica professionale del medico, problema palpitante in Italia, in cui la perennemente ritardata attuazione della riforma sanitaria lasciava margini incontrollati all’attività libero professionale dei medici. Vi si sottolineava che la soluzione dei problemi dell’assistenza sanitaria non sminuiva l’importanza del movente etico, dal momento che il politico non costituisce l’etico, integrandolo soltanto. L’autore metteva in guardia soprattutto i giovani medici dalla tendenza a fare eccessiva statistica ed a socializzare troppo, invitandoli a non "resecare quella sottile e delicata rete di comprensione, stima ed affetto", che costituisce il punto di partenza e la garanzia psichica del rapporto interpersonale terapeutico. Dopo un’analisi dei problemi posti dalla scolarizzazione di massa della medicina, l’autore concludeva proponendo come base dell’etica e della formazione del medico la polivalenza: il terapeuta non può ignorare l’approccio psicologico al dramma della malattia, e deve in prima istanza impegnarsi ad un minimo di interdisciplinarietà. Selettività e rigore nel conferimento delle docenze, uniti ad un atteggiamento onesto e veramente terapeutico verso i pazienti, dovrebbero concorrere a rendere più efficace la tensione interdisciplinare. Denunciando taluni atteggiamenti ingannevoli e mercantili (falsa sicurezza diagnostica, ostentazione di prestigio, di ricchezza e di scelte politiche, in realtà opportunistiche), l’autore rilevava alcuni aspetti, forse troppo sottovalutati, dell’attuale degrado dell’arte di Esculapio. "Il medico etico deve, all’opposto, controsensibilizzare il pubblico che è stato reso sensibile alla mercificazione della medicina, che considera i medici come impiegato di una grande azienda di cui si sente azionista", per cui, vittima ed attore di una logica mercantile, spesso ricorre "al sorriso più smagliante" od a quel certo riflesso illusorio delle sue capacità, costituita dal suo successo mondano o dal suo stato sociale. La conclusione sosteneva che primo dovere del medico etico è quello di sottrarsi, con un idoneo codice comportamentale, al deleterio fenomeno della mercificazione. Nell’ambito etico pare che la Massoneria abbia privilegiato i temi schweitzeriano del "rispetto della vita", in ciò facendo eco alle discrete iniziative fiorite in seno all’Ordine, tra le quali un convegno dedicato alla figura del medico alsaziano che, pur non essendo censito tra il popolo muratorio, fu insignito della più alta onorificenza della Massoneria tedesca. La Libera Muratoria non ha mancato di pronunciarsi su grandi tematiche etiche che hanno coinvolto la medicina. Sull’aborto, pur ammettendo che una società come la nostra non è idonea a perseguire il reato di aborto volontario, ha espresso il proprio scetticismo sull’ipotesi che la propaganda per la semplice depenalizzazione non comporti anche un’efficacia sul piano morale ossia non soltanto l’abolizione del reato, ma anche quella del peccato. Nel 1974 Giordano Gamberini, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, autorevole esponente della Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo, scriveva che "Se oggi si riconosce al nascituro perfino una vita psichica, se in tempi lontanissimi egli fu soggetto di diritti rappresentabili da un curator ventris, pervenuti, come sembra che si sia, ai traguardi dei diritti dell’uomo, è eticamente difficile disconoscere che il diritto di nascere venga prima e sia condizione per l’esercizio di tutti gli altri. Così la Dichiarazione sui diritti del fanciullo (1959) afferma che questi deve essere protetto sia prima che dopo la nascita". Analogamente l’Istituzione si è espressa sul tema dell’Eutanasia per cui, fatte salve le motivazioni che possono spingere l’essere umano a richiederla, specie alla presenza di grave sofferenza a causa di particolari malattie incurabili, al medico non va riconosciuta la facoltà di alterare alcuna manifestazione della volontà suprema del grande Architetto dell’universo se non in casi molto estremi (dai quali va escluso il coma irreversibile dov’è ancora possibile la guarigione miracolosa), ovvero solo quando sia stata accertata la fine inequivocabile ed ormai molto prossima del paziente cosciente e sofferente.

Meditazione: Le tecniche di meditazione trovano quasi esclusiva origine nell’estremo Oriente, Tibet ed India in particolare. Già subito dopo l’ultimo conflitto mondiale tecniche particolari, come lo Yoga, sono state importate in occidente, ove hanno incontrato un successo popolare immediato. In seguito sono state diffuse altre tecniche ma, negli anni 80, hanno cominciato ad affluire metodi meditativi esportati da grandi Yoga, personaggi emblematici che si sono presto imposti all’attenzione di tutti, ed all’ammirazione di vaste schiere di seguaci, che ne hanno adottato gli insegnamenti. Tra questi diffuse sono ancor oggi quelle tecniche utili ad accumulare salutari energie cosmiche, formidabili antidoti alla condizione di stress in cui è relegato l’uomo medio occidentale. Negli ultimi tempi s’è anche imposto il culto degli angeli, creature di cui si parla sempre più, che pare diffondano tra l’intera Umanità messaggi mirati a guadagnare un sempre maggior numero di proseliti, allo scopo di essere poi valido aiuto in vista dell’imminente avverarsi di quelli che vengono definiti gli sconvolgenti eventi di fine millennio. Si tratta degli eventi che dovrebbero inaugurare l’Era nuova dell’Umanità. Il dilemma dell’accettazione o meno di tale credenza rimane, ma non si può comunque negare è che si incontrino solo vantaggi nell’abbandonare gli scetticismi e credere nell’esistenza accanto a noi di questi esseri celestiali, come non vi è male alcuno nel sognare ad occhi aperti. Così come non c’è controindicazione nella meditazione, anzi non vi si intravedono che vantaggi. La scrittrice Giuditta Dembech (Gli Angeli nel nostro futuro, Ediz. L’Ariete, 1996) sostiene che "Meditare regolarmente è utile, poiché procura un immenso benessere su tutti i piani esistenziali dell’essere umano. Aumenta infatti la sensazione di benessere psicofisico, stabilizza l’equilibrio emotivo, migliorala capacità di apprendimento e la memoria, potenzia notevolmente la capacità creativa ed intuitiva. Per chiunque è decisamente consigliabile iniziare a meditare, sistematicamente, intelligentemente, dedicando q quest’esercizio salutare almeno quindici minuti ogni giorno. I benefici che se ne ottengono miglioreranno certamente la vita, senza alcuna controindicazione. È una sorta di tranquillante del pensiero e della mente. Calma le bufere dell’emotività, e rende limpida e serena come uno specchio d’acqua la superficie della mente. Sarà su questo limpido lago che si poseranno i pensieri e le intuizioni provenienti dai piani più sottili dell’essere".

Meditazione di base: Lo schema che segue è rapido ed efficace per incominciare a meditare. Occorre seguirlo punto per punto. Tra un asterisco e l’altro é opportuna una pausa di alcuni secondi: · a) Seduti comodamente, a schiena ben diritta, posare le mani sulle ginocchia. Non é necessario stare seduti sul pavimento con le gambe incrociate: se non ci si é abituati vengono i crampi, e si perde la necessaria concentrazione. Se il corpo é a disagio la mente vi rimane incatenata. Quindi, come punto di partenza, assicurarsi di stare ben comodi. · b) Emettere tre respiri lenti e molto profondi, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca. · c) Restare per un paio di minuti senza pensare a nulla di particolare. Ci si accorge presto che tutti i pensieri si affolleranno alla mente: osservarli con distacco, imparzialmente, senza lottare per scacciarli. · d) Conseguita la quiete interiore, emettere un ulteriore respiro lento e molto profondo, e poi ripetere nel silenzio della mente un antichissimo Mantra (v.): "SO HAM". · e) Il Mantra va ripetuto con estrema calma e lentezza, per circa quindici minuti. Non occorre far altro. · f) Accadrà sicuramente di distrarsi, e ci si accorgerà di stare inseguendo diversi pensieri e che non si sta recitando più il Mantra. Occorre insistere, tornando a ripeterlo, soffermando l’attenzione sulle due sillabe. Continuare per circa quindici minuti. La meditazione é serenità, semplicità e purezza. La mente va lasciare scivolare dolcemente sulle due sillabe, libera ed elastica, senza tentare o sollecitare la ricerca di alcun incontro eclatante; pertanto non va irrigidita nell’aspettativa di "qualcosa" che deve accadere. Al termine dei quindici minuti sembrerà che non sia accaduto alcunché; invece nelle profondità dell’essere state creando uno spazio azzurro. Proprio quello spazio che é normalmente soffocato dai pensieri, dalle preoccupazioni e dalle emozioni. Sarà lì che potrà avvenire il dialogo con noi stessi e con l’essere che ci guida ed assiste costantemente. Ritagliare uno spazio di soli quindici minuti nell’arco della nostra giornata non é poi così assurdo, difficile né tantomeno impossibile. Ben presto ci si renderà conto che quello é stato ed é il tempo da noi meglio impiegato. Il tipo di meditazione esposto é essenziale, indispensabile, per eventualmente passare poi alla canalizzazione di energie di guarigione verso una persona ammalata. La meditazione infatti é il tramite ideale "per ricevere e trasmettere energie". È particolarmente efficace per indirizzare energie verso un ospedale, verso persone conosciute o sconosciute che hanno subìto o stanno subendo interventi chirurgici, verso le partorienti o chi versa in pericolo immediato di vita. "Ultimato l’esercizio sopra descritto", si passerà ad una peculiare forma meditativa indirizzata, come quella che segue, ovvero la Y Meditazione di guarigione: · a) Visualizzare la persona ammalata che si intende aiutare. Immaginare di trovarsi nella sua stanza oppure, se non la si conosce, visualizzatela a letto, al centro di una stanza in leggera penombra. · b) Immaginare di trovarsi nella stanza. Accanto a noi c’é un angelo guaritore, arrivato là perché ne abbiamo richiesto l’intervento con la precedente meditazione. L’angelo emette una leggera luce violetta che illumina l’intera stanza. · c) Visualizzare ora una luce dorata che dal nostro cuore passa alle nostre mani. Questa luce particolare non é che affetto e solidarietà provati per la persona ammalata, ovvero sono i nostri pensieri d’Amore ed il desiderio della guarigione. · d) La luce dorata fuoriesce dalle nostre mani per incontrare l’aura violetta dell’angelo. Questo contatto lo "attiva" e lo fa risplendere. Pregate l’angelo di aiutare la persona ammalata, di riversare su di lei la sua energia risanante. · e) A questo punto la luce violetta dell’angelo, portatrice di guarigione, é decisamente intensa, esaudendo la nostra richiesta sta facendo rifluire nel corpo dell’ammalato preziosa energia vitale. · f) La stanza ora è tutta illuminata, e dalle mani dell’angelo continua a sgorgare un fiume di luce che avvolge completamente il corpo dell’ammalato. La luce penetra all’interno dei suoi organi, e li rivitalizza. Il dolore viene attenuato, l’energia riequilibra le funzioni, l’ammalato riceve sollievo. Poi riposerà tranquillo. L’angelo rimarrà in seguito in quella stessa stanza, poiché quello è diventato il suo compito, onde esaudire la nostra richiesta. Rimarrà per portare benessere, fiducia e serenità. Aiuterà la guarigione e la successiva convalescenza e, qualora nel Karma (v.) dell’ammalato ci sia il grande balzo verso l’altra dimensione, lo accompagnerà con dolcezza, sostenendolo. Poiché la presenza dell’angelo ed il suo lavoro attivo, la sua possente azione, sono sempre resi possibili, e vengono sostenuti e mantenuti dalla ben indirizzata richiesta di un essere umano.

Meditazione di Gruppo: (Effettuata secondo gli insegnamenti della Scuola Esoterica del Maestro Daskalos). È consigliata la registrazione preventiva effettuata con la giusta intonazione di voce e le corrette pause, onde poter poi meditare "rimanendo sempre ad occhi chiusi", possibilmente in gruppo, e seguendo scrupolosamente le indicazioni sotto riportate: " · a) Rilassatevi completamente, sentite il vostro corpo fisico che diventa sempre più tranquillo, sempre più rilassato. · b) Respirate lentamente e profondamente, inspirando attraverso il naso ed espirando per la bocca. Sentite il benessere che dalla punta dei vostri piedi sale molto lentamente verso le vostra ginocchia. · c) Sentite ora tranquillità e benessere salire verso il vostro plesso solare. Respirate profondamente, e concentratevi solo su questo. Respirando, visualizzate una luce intensa dentro di voi. · d) Espirando pensate che state mandando fuori le vostre paure ed i vostri dubbi. Inspirando trattenete in voi soltanto luce ed energia pura. · e) Salite ora al vostro petto, e vedete una luce rosata che irradia da questo punto. Osservate la sua luminosità, sentite che nel vostro cuore vi é solamente Amore per tutte le creature, per tutti gli esseri. · f) Espandete questa luce rosata, diffondetela fino a coprire tutto il nostro pianeta, la casa in cui vi trovate in questo momento. · g) Salite ora alla vostra testa, e vedete che é sovrastata da un sole dorato. Lasciate andare liberi i vostri pensieri, liberatevi dalle vostre preoccupazioni, ospitate soltanto pensieri creativi. · h) Sentite, vedete ora come tutto il vostro corpo brilli, ed emani luce. · i) Visualizzate ora un quadrato di luce argentea che dall’alto scende fino a terra. Vedetelo e sentitelo mentre vi circonda. Vedete voi stessi, in piedi, al centro del quadrato. · j) Immaginate ora di creare un triangolo di luce di fronte a voi. · k) Immaginate ora di creare un altro triangolo alla vostra destra, poi uno alla vostra sinistra, ed infine uno dietro di voi. · l) Chiudete ora i quattro triangoli sopra alla vostra testa. Avete così formato una piramide, che é tre volte più alta di voi. Osservatela, vedete come sfolgora di luce bianca. · m) Dal triangolo di fronte a voi emana una intensa luce dorata. È la presenza dell’Eggregoro (v.), del Cristo, istruttore di tutti gli angeli. Inchinate il capo in un saluto riconoscente di fronte alla sua luce. · n) Guardate ora alla vostra destra. Da questo triangolo emana una forte luce rossa. Porgete le vostre mani e ricevete sul palmo una fiamma rossa. Respirate molto lentamente, e cominciate a sentire che il vostro spirito, il vostro doppio eterico, riceve questa luce rossa, fino ad esserne completamente pervaso. Sentite e vedete la presenza dell’arcangelo Michael; é lui che lavora, donandovi energia e calore. Lui sta lavorando sul vostro corpo. Collaborate con lui in quest’opera di purificazione, e ringraziatelo per il suo aiuto. · o) Guardate ora a sinistra. Osservate come da questo triangolo emani una luce violetta. Porgete le vostre mani, e ricevete sul palmo una fiamma violetta. · p) Sentite e vedete la presenza dell’arcangelo Raphael, e come lavora con il vostro corpo. Lui vi da energia, vitalità eterica per rafforzarvi. Collaborate con lui, sentitevi forti e pieni di vitalità e salute. Ringraziatelo per il suo aiuto. · q) Ora, senza bisogno di girarvi, potete sentire dietro di voi il triangolo emanare luce azzurra: é la presenza di Gabriel. Non c’é bisogno di aprire le vostre mani per riceverlo, poiché lui é già pronto ad abbracciarvi. · r) Respirate lentamente, e cominciate a sentire il vostro doppio eterico che assorbe la luce azzurra, il colore stesso del cielo. Sentite e vedete la presenza di questo dolce e gentile Arcangelo, e di come lavora per voi, nel corpo fisico e psichico. · s) Vedete e sentite tutti i liquidi del corpo fisico scorrere in perfetta armonia, sentite il vostro corpo psichico in perfetta Pace. · t) Ora, nel quadrato che é sulla terra, visualizzate una luce argentata che copre i vostri piedi, e con calma e dolcezza sale verso l’alto. È la presenza dell’Arcangelo Uriel, l’equilibratore. Sta lavorando su di voi per equilibrare tutti i corpi sottili con il corpo fisico. Tutto l’interno della piramide é pervaso dalla sua luce argentata. · u) Respirate profondamente, cercate di innalzare le vostre frequenze spirituali al livello più alto che vi sia possibile. Sentite la presenza divina in voi, capace di espandersi su tutta la Terra. · v) Mantenete questo momento di profonda bellezza per quanto vi sarà possibile. Dopo di che ringraziate per i doni ricevuti e, lentamente, visualizzate la piramide che si dissolve. · z) Riprendete ora lentamente coscienza del vostro corpo fisico, ma rimanete ancora con gli occhi chiusi, in riposo, per qualche minuto". Questa particolare meditazione é stata condotta a Firenze l’8 Maggio 1994 dalla figlia del Maestro Daskalos, Panayota, alla presenza dello stesso Maestro, coinvolgendo un pubblico entusiasta di circa mille persone. L’energia spirituale, psichica ed anche fisica, che si era concentrata sulla sala, era quasi tangibile. Una grande forza, serenità e benessere sono rimasti per lungo tempo su quanti vi avevano preso parte.

Meditazione di Guarigione: Tipo particolare di meditazione individuale che consentirebbe di convogliare energie benefiche, anche a distanza, per aiutare una persona in difficoltà, sia fisiche che psichiche. Fa seguito alla Meditazione di base (v.).

Medium: Termine indicante soggetti ritenuti sotto il controllo di entità spirituali, e per questo in grado di agire da mezzo per collegare gli esseri viventi ad una realtà extraterrena. Le modalità attraverso cui avvengono le comunicazioni da parte degli spiriti sono molteplici, comprendendo il comportamento verbale, mimico e grafico. Per Freud il M., così come l’occultismo in generale, si tratterebbe di un nucleo reale di fatti non ancora conosciuti a fondo, che l’inganno e la fantasia hanno contaminato e confuso soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, avvolgendo l’intera questione in una coltre difficilmente penetrabile. Le facoltà medianiche (scrittura con tabellone od automatica, spostamento di oggetti o telecinesi, emissione di ectoplasma, ecc.) vengono probabilmente indotte per autoipnosi ed autosuggestione durante lo stato di trance, di cui sono state finora definite due diverse tipologie: piccola trance, se limitata ad un potenziamento della sensibilità del M.; grande trance con emissione di messaggi in chiaro od interpretabili con particolare tecniche di decrittazione. Secondo gli studiosi di parapsicologia e di medianità, il M. è assalito da pensieri che non sono propri, in quanto sono suggeriti da entità a lui estranee. I veri M. sono dotati di caratteristiche fisiche, psichiche ed evolutive particolari. Fisicamente essi sarebbero dotati di ghiandole (pituitaria e pineale) molto più sviluppate della norma, il che implica una peculiare sensibilità. Da parte dei M. occorre inoltre una predisposizione psichica essenziale, costituita dalla piena disponibilità e da una grande umiltà, che li portano soprattutto a rifiutare qualsiasi merito per le comunicazioni realizzate attraverso di loro. Recenti statistiche rivelano che i M. attivi sulla terra ammontano ad oltre un milione, più o meno organizzati, il che rende comprensibile la proliferazione incredibile di opere letterarie registrata nel campo medianico negli ultimi nostri decenni (v. anche Parapsicologia).

-Megaliti: Termine derivato dal greco megas (grande), e lithoz (pietra) indica strutture preistoriche costituite da grandi rocce. Ne esistono di quattro tipi principali: a pietre verticali isolate (chiamate menhir, v.), a pietre verticali allineate (come nel complesso di Carnac), a pietre disposte a cerchio (come nei complessi di Stonehenge e di Avebury), a pietre disposte a formare una camera (come nei cosiddetti dolmen e nel sepolcro di Newgrange). La maggior parte di queste strutture si trova in Europa, e sono stati edificati a partire dal tardo Neolitico fino alla prima Età del Bronzo (4000-1000 a.C.); ma complessi del genere sorgono anche in India, in Giappone ed in Africa Occidentale. I cerchi di pietra dell'Inghilterra e della Bretagna (dove sono chiamati Cromlech) fanno pensare che i loro edificatori abbiano utilizzato un’unità di misura comune, la cosiddetta iarda megalitica, lunga 829 centimetri. Se questa interpretazione fosse corretta, questo significherebbe che gli antichi abitatori dell'Europa possedevano approfondite conoscenze matematiche e geometriche, in un periodo molto precedente a quello delle civiltà egiziana e mesopotamica. La ragione per la quale i nostri antenati abbiano costellato gran parte della superficie delle terre allora conosciute con quelle grandi pietre resta ancora avvolta nel mistero. Come ignote restano i motivi del loro allineamento lungo ley (linee) lunghe vari chilometri e chilometri. Gli studiosi sono divisi nel definirne lo scopo: sono monumenti dedicati al Culto del Sole, giganteschi cippi funerari, osservatori astronomici o, come molti sostengono, ricevitori e amplificatori delle misteriosi correnti terrestri (v. lineee sincroniche) che scorrono all'interno del pianeta, o addirittura, veri e propri aghi da agopuntura infissi nel suolo per curare la Terra malata. L'origine dei complessi megalitici costituisce un affascinante giallo archeologico che per ora non ha trovato una precisa risposta. Civiltà megalitiche dalle caratteristiche analoghe a quelle del Nord Europa hanno lasciato tracce in Val d'Aosta ( dolmen e tombe nella zona di Saint-Martin de Corleans; un circolo di pietre del diametro di 71 metri sul San Bernardino); in Piemonte sul Monte Musiné ed in Liguria (ad Apicella, presso Varazze). Megaliti mediterranei (originati probabilmente dal contatto con civiltà della penisola iberica e della Francia del Sud), si trovano a Pian Sultano, presso Civitavecchia, sull'isola di Pantelleria e nel Salento, in Puglia. A Li Muri, in Sardegna, sorge il più antico monumento megalitico dell'isola (2500 a.C.) costituito da cinque cerchi che si intersecano attorno a uno spuntone roccioso. Delle regioni italiane, la Puglia è certamente la più ricca di megaliti. Il volume più completo sull’argomento, Dolmen e Menhir in Puglia, di Paolo Malagrinò, ne elenca ben settantadue esempi, tra cui i famosi dolmen della zona di Bisceglie, quello della Chianca e quello dei Paladini, la cui edificazione è popolarmente attribuita ai Paladini di Orlando che, secondo la leggenda, appartenevano a un popolo di giganti talvolta mostruosi. Sei dolmen e quarantotto menhir , per un totale di cinquantaquattro monumenti megalitici sono scomparsi dalla Puglia da quando, poco più di un centinaio di anni fa, furono pazientemente censiti. Se la sparizione dei megaliti più piccoli è attribuibile ai turisti, ai vandali od ai contadini alla ricerca di pietre per murature a secco, altre lasciano francamente sconcertati. Il Dolmen di Cocumola, per esempio, accuratamente riprodotto dal suo scopritore, certo De Giorgi, nel 1887, era costituito da sette pilastri informi su cui posava un piano di pietra lungo oltre quattro metri, largo un metro e sessantacinque e spesso una ventina di centimetri.

Megalomania: Termine impiegato dalla psicologia per definire la tendenza a dare un’esagerata valutazione del proprio io, con la considerazione presuntuosa delle proprie capacità fisiche ed intellettuali. Fenomeno presente nelle forme di paralisi progressiva e negli stati di esaltazione maniacale, offre ingannevoli ricchezza e forza con le quali molto spesso il soggetto si oppone illusoriamente ad una realtà frustrante. Può anche sfociare nel delirio di grandezza, con la creazione di personaggi fantastici. Tale fenomeno peraltro ricorre talvolta nel comportamento normale quale manifestazione di uno stato euforico.

Megilloth: Termine della lingua ebraica, avente il significato di rotolo. Per tradizione indica i cinque Libri dell’Antico testamento, ovvero. · Cantico dei Cantici; · Ruth; · Lamentazioni; · Ecclesiaste; · Esther (v. le singole voci).

Mela: Fin dai tempi più antichi è un frutto di notevole importanza economica, molto diffuso in tutto il territorio italiano. È presente in diverse varietà, tra le quali le più apprezzate sono la Golden Delicious, la Wellspur, la Renetta, l’Astrakan, la Stark delicious e la Jonathan. Simbolo di libertà e della sete di conoscenza, viene identificata con il pomo mangiato da Adamo ed Eva nell’Eden (v.), per cui "aver mangiato la M." significa tuttora affrancarsi da una subordinazione. Secondo lo Schwartz (L’immaginazione alchemica, Ediz. La Salamandra, 1979), "La M. è associata sia alla conoscenza iniziatica (sia nella Bibbia che nella tradizione celtica, dov’è frutto di scienza)che all’immortalità (le M. d’oro del Giardino delle Esperidi donavano l’eterna gioventù). L’Alchimia considera inseparabile il binomio conoscenza-immortalità, associando la M. d’oro allo Zolfo (v.) ed all’oro filosofale, ovvero alla stessa Pietra Filosofale. La sfericità dell’alambicco è reperibile sia il quella del fogliame dell’albero, sia nella Rosa (v.) e nella stessa M. Il tutto è chiaramente collocato sotto il segno del Mandala (v.), che a sua volta riconduce al Cerchio (v.), e quindi al mitico ciclo dell’Eterno Ritorno.

Melagrana: Frutto originario dell’Oriente, simbolo della fertilità, della fecondità, della proliferazione e della discendenza numerosa. Il frutto ricorda quindi il biblico "crescete e moltiplicatevi". In Africa è tuttora simbolo della fecondità materna, mentre in India le donne ne bevono il succo. In Persia. Terra d’origine della pianta, nella poesia amorosa ricorreva spesso l’immagine simbolica della M., associata alla descrizione lirica dell’amata: Anche la Bibbia presenta questo significato estetico e poetico della M., come nel Cantico dei Cantici 4, 3. L’uso massonico del simbolo si richiama alle decorazioni del tempio salomonico, le cui colonne esterne erano ornate da melegrane simboliche che, secondo il rituale Emulation, per l’esuberanza del loro seme denotano abbondanza. In vari catechismi massonici, i semi della M. sono paragonati ai Fratelli Liberi Muratori che popolano la Terra. L’auspicio implicito nel simbolo è che essi possano esuberare, fruttificare e moltiplicarsi come semi di M. La M. può pertanto legittimamente considerarsi l’equivalente figurativo del saluto augurale massonico "Salute, Pace e Prosperità". Opportunamente il Moramarco ricorda che, sotto il profilo iconografico, una M. semiaperta appare nel ritratto di Massimiliano I d’Asburgo dipinto dal grande Albrect Dürer, il pittore ed insigne incisore luterano e misteriosofico del ‘500 tedesco. Nel Tempio Massonico un gruppo di quattro M: disposte a piramide viene sistemato sulla Colonna J dei Compagni d’Arte.

Melchiti: Termine di derivazione siriaca, avente il significato di imperiale, che identifica i cattolici di rito bizantino appartenenti ai patriarcati di Antiochia, di Gerusalemme e di Alessandria. Attualmente indica sia gli Ortodossi (circa 400.000) che i Cattolici (circa 300.000). Il rito melchita si differenzia da quello bizantino soprattutto perché impiega la lingua araba al posto di quella greca.

Meleziani: Termine che identifica i seguaci del vescovo scismatico Melèzio di Licopoli, nell’Alto Egitto (IV secolo). Durante la persecuzione di Diocleziano (305-306), mentre Pietro, patriarca di Alessandria, rimaneva nascosto, Melèzio si arrogava i diritti di capo della Chiesa egiziana, procedendo ad ordinazioni e scomuniche nell’ambito delle comunità private. Deposto in seguito alla sua opposizione alla riammissione, da parte di Pietro, dei lapsi apostati nella Chiesa (306), sostenendo una concezione rigoristica organizzò la "Chiesa dei Martiri", un movimento scismatico cui aderì soprattutto, per risentimenti sociali, l’elemento indigeno di lingua copta. Dopo la condanna di Melèzio ai lavori forzati in Palestina (309), si rivelarono inutili sia l’opera di pacificazione compiuta in nome di Costantino da Oslo, vescovo di Cordoba, sia il riconoscimento del concilio di Nicea (325) delle ordinazioni fatte. Prima di morire consacrò suo successore il vescovo di Menfi Giovanni Arcaf. I M. si rifiutarono di fare atto di sottomissione alle decisioni del concilio di Nicea e, dopo la morte di Mèlezio, furono assorbiti dagli Ariani.

Memphis: Antica città dell’Egitto, capitale dell’Antico Regno (III-VI dinastia, 2650-2200 a.c.), poi del I nomo del Basso Egitto, situata a circa 35 km. dall’attuale città del Cairo. Il nome deriva da quello attribuito alla piramide di Pepi I della VI dinastia. Vi era famoso il tempio dedicato al dio Ptah, e la sua immensa necropoli, comprendente le grandi aree cimiteriali di Abu Rawas, Giza, Saqqara, Dahsur ed Abu sir. È anche il nome di una città degli Stati Uniti, nel Tennessee, oggi famosa in quanto culto del grande cantante ed attore Elvis Presley. Y (Massoneria). .Nel 1838 il Rito di M. venne lanciato prima a Parigi, poi a Marsiglia ed a Bruxelles, ad opera dei Fratelli Marconis e Moutet; era stato forgiato e costituito sul Rito Egiziano o di Misraim (v.), però con una strutturazione ripartita in 92 Gradi, comprendente anche i primi tre Gradi della Massoneria cosiddetta Azzurra. L’intenzione espressa all’origine era di insegnarvi la morale, spiegare i simboli, disporre gli adepti all’amore verso il prossimo, studiare le scienze naturali, la filosofia, la storia, i miti poetici e religiosi delle varie epoche, ed impegnarsi nel campo delle dottrine filosofiche più elevate. Nel 1923, al sorgere del Fascismo, il Santuario Italiano del Rito di M., avendo intravisto l’imminente forzata demolizione, nominò Grande Conservatore ad vitam, cioè Custode della tradizione, il veneziano Marco Egidio Allegri. Questi, due anni dopo, ricevette da L. Boselli (succeduto ad A., Francis, a sua volta delegato da G. Pallesi d’Altamura, anch’egli Grande Conservatore ad vitam) la tradizione del Misraim veneziano, che si ricollegava direttamente all’Arcana Arcanorum di Napoli. Quindi il Rito non conobbe grandi fortune, tant’è che per garantirsi una certa sopravvivenza, nell’immediato dopoguerra si fuse formalmente con il Rito di Misraim, costituendo in tal modo l’attuale Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraim (v.).