Loggia P2: Nel Grande
Oriente d'Italia è sempre esistita, fin dai tempi di Garibaldi (1877), una Loggia
composta di persone importanti che preferivano non rendere ufficiale la loro appartenenza
all'Istituzione, soprattutto per evitare il problema dei postulanti, ovvero le
inevitabili richieste di favori e raccomandazioni. Per tale motivo quella Loggia era stata
definita "Loggia coperta". In passato avevano fatto parte di questa
Loggia personaggi come Saffi, Carducci, Crispi, Bertani, Bovio, Regnoli ed Orlando. Resta
il fatto che la P2 non può essere definita vera Loggia massonica. Infatti, fin dalla sua
fondazione, era considerata un ricettacolo che potesse mantenere attivi e vincolati
allOrdine uomini che, per la loro posizione sociale, non avrebbero potuto essere
membri di Logge ordinarie e soprattutto frequentarne i Lavori. Inoltre alcuni suoi membri
si reputavano troppo importanti per dover ripetere i gesti teatrali della
ritualità muratoria. Una premessa massonicamente aberrante. La Loggia infatti è il punto
dincontro dei Liberi Muratori, che si riuniscono per la celebrazione dei riti
massonici, per la loro formazione culturale e spirituale, per lapprofondimento dei
rapporti fraterni ed il sostegno ad iniziative umanitarie. La P2 invece non si riuniva
mai. I suoi affiliati erano personalità del mondo politico, militare, finanziario ed
accademico, per le quali la superloggia era una sorta di salvacondotto che esonerava dalla
frequentazione dei Lavori massonici di una Loggia normale. A partire dal 1960 tale Loggia
("Propaganda 2", più nota come "P2"), subì una degenerazione di tipo essenzialmente affaristico, che coinvolse una minoranza dei suoi molti componenti. Era allora presieduta da un massone aretino, Licio Gelli, un Maestro Venerabile che si era conquistata la fiducia del Gran Maestro in carica Giordano Gamberini grazie alla sua grande efficienza organizzativa ed al suo dichiarato disinteresse verso promozioni all’interno dell’Ordine. Mentre la P2 si sviluppava incontrollatamente, superando il migliaio di affiliati, per lo più interessati ad inerpicarsi lungo i sentieri d’una ambiziosa scalata politica ed economica, inaccettabile sia per la Massoneria che per la società civile e democratica. Il Gelli sarebbe stato presto sistematicamente al centro delle attenzioni di tutti i mezzi di
informazione, per oscure
grosse operazioni finanziarie, scandali dogni genere e propositi di interferenze
politiche (sera addirittura parlato di golpe). Nella primavera del 1981 ne nacque
comunque un clamoroso scandalo che, a causa della notorietà dei personaggi coinvolti,
assunse grandi dimensioni, scatenando una campagna di stampa di straordinaria virulenza
diretta contro lintera Istituzione Massonica. Dalle accuse di malversazione si
passò a quelle di golpismo, per cui quasi tutte le Case massoniche vennero
perquisite, le documentazioni e gli elenchi degli associati regolari sequestrati.
L'infondatezza di queste accuse fu riconosciuta dalla Corte di Assise di Roma che, il 16
aprile 1994, assolse Licio Gelli dall'accusa di cospirazione politica. Il caso si era
sgonfiato, ma non senza lasciare profonde cicatrici nelle Logge del Grande Oriente
d'Italia che, in seguito all'esperienza negativa, ha poi definitivamente assunto una
configurazione che inibisce in assoluto le Logge coperte. Il massone Lupi ha così
liquidato la pseudo fratellanza piduistica: "Dal ripristino integrale del costume
muratorio dovrà derivare la gioia del recupero della vera fraternità. Questa non è più
tale quando le è giocoforza imbattersi nella mortificante discriminazione, nella chiusura
di gruppo, la quale, insondabile e cristallina entro i delicati confini della docetica e
della maestranza, non è ammissibile nelle manifestazioni e nelle attività esterne,
quando a proprio libito coopta, oppure emargina ed isola. La fraternità, nella sfera
sottile, ha i suoi irrepetibili e incomunicabili afflati; ma sul piano delle attività
esteriori, organizzative o di governo, è in ultima istanza un fatto corale, e pertanto
non può prescindere da un costume di mutuo incontro: non si ama il fratello se non lo si
conosce, e nulla si edifica se lo si ignora". V. anche la voce P2.
Loggia: Termine derivato dal francese loge e dal franco tedesco laubja,
pergola. Ambiente le cui murature perimetrali sono in parte o completamente sostituite da
colonnati o pilastri, in modo da ottenere un ambiente coperto ma aperto su quasi tutti i
lati. La funzione della L. è di accogliere riunioni di persone od attività pubbliche al
riparo dalle intemperie, in climi nei quali non è necessaria una chiusura totale. La L.
permette inoltre di sfruttare i vantaggi del contatto con altri spazi pubblici aperti,
come una piazza, al pari di quanto offre il porticato. Loggetta o loggiato sono tremini
che indicano rispettivamente la L. usata a scopo decorativo più che funzionale, e la L.
con funzione di raccordo coperto tra due edifici. Tra i più famosi esempi di L.
ricordiamo al L. dei Lanzi a Firenze (XIV secolo), di Banci di Cione e Simone di Francesco
Talenti (1376-82), e la L. del Capitanio a Vicenza di Andrea Palladio (1565). Y (Massoneria) La L. rappresenta sia il locale (Tempio)
adibito alle riunioni rituali sia, estensivamente, lassemblea stessa dei Fratelli.
Il nome deriva dalle baracche costruite sul luogo di lavoro dalle corporazioni edilizie
medievali, che servivano anche per le riunioni dei soci muratori e costruttori per la
discussione dei progetti di costruzione. Secondo il quinto principio concordato
nellAssemblea di Torino del 1862 della Fratellanza dei liberi Muratori (v.), la
Loggia è il luogo particolare dove si riuniscono i L.M., nel quale essi apprendono ad
amare ed a servire la Patria e l'esercizio della loro Arte, che è l'arte della vita, ed a
pensare, a volere ed a vivere come uomini completamente formati e padroni di sé, nello
spirito della Patria e dell'Umanità. Risvegliare e fortificare questo spirito,
contribuire con esso a perfezionare l'Umanità nella persona di ogni fratello, preparare e
sostenere gli Uomini nella loro ascensione, tale è lo scopo dei Lavori della Loggia. Y (G.O.I.) La L., corpo primario e fondamentale della Comunione, è la collettività autonoma e sovrana dei Liberi Muratori ritualmente e regolarmente costituita per lo svolgimento dei Lavori Massonici. È depositaria della Tradizione Muratoria nel rispetto della Costituzione e del Regolamento dell'Ordine. (Art. 16 della Costituzione dell'Ordine). La L. si riunisce almeno una volta al mese, lavora secondo la Costituzione, il Regolamento dell'Ordine ed il Regolamento interno. Il Regolamento interno (o di Loggia) non può contenere norme in difformità con la Costituzione ed il Regolamento dell'Ordine, e dev'essere approvato dalla Giunta del G.O.I. Le riunioni dei liberi Muratori si svolgono nel Tempio, con l'osservanza delle forme rituali prescritte per i singoli Gradi. I Lavori debbono avere inizio non prima che siano trascorsi trenta minuti dall'ora stabilita per la riunione. I Lavori non possono essere aperti in forma rituale se non con la presenza di almeno sette Fratelli. In mancanza del Maestro Venerabile è necessaria la presenza delle altre Luci (Art. 50 del Regolamento dell'Ordine). La L. è composta dai Fratelli iscritti nel piè di lista della L. stessa. Ogni singola L., pur restando all'obbedienza del Grande Oriente, resta pienamente sovrana ed indipendente, sia sul piano organizzativo che a livello gestionale. Il nome di L. deriva simbolicamente dal luogo dove, nei cantieri medioevali, i muratori si riunivano per discutere i piani di costruzione delle cattedrali erette alla gloria di Dio. Perciò la L. costituisce il luogo dove i Massoni si riuniscono in assemblea per lavorare congiuntamente alla realizzazione del progetto del proprio ed altrui perfezionamento, in armonia con il progetto della vita. Il progetto viene concepito e vissuto sacralmente. Per questi motivi la L. viene chiamata Tempio, come simbolo della sacralità del Lavoro interiore che porta alla realizzazione del progetto. Talvolta la L. viene anche chiamata Officina, come simbolo del Lavoro che vi viene svolto. Per ulteriori dettagli sui diversi aspetti della L., v. anche: Struttura, Metodi, Competenze, Maestro Venerabile, Dignitari ed Ufficiali di Loggia, Consiglio delle Luci, Colpe e Sanzioni della Loggia e Cancellazione delle Logge.
Logica: Disciplina filosofica che studia le condizioni formali delle inferenze (v.) e del ragionamento deduttivo. La nascita della L. come scienza autonoma si deve ad Aristotele, il quale analizza gli oggetti propri della L. (concetti, categorie, proposizioni, termini e sillogismi) indipendentemente dal problema psicologico della loro origine e da quello del contenuto reale. Questultimo aspetto del problema diventa loggetto proprio della L. medievale. Ci si chiede cioè se i generi e le specie (concetti predicabili di più cose) siano esistenti nelle cose stesse, e ne predichino i caratteri comuni, o se invece siano solo nomi che non esistono nelle cose né nellintelletto: oppure ancora se essi esistano solo nellintelletto e non nelle cose. È il cosiddetto problema delle universali (v.), al centro della disputa tra realisti e nominalisti. Con il Novum Organum di Francesco Bacone, la L. diventa metodologia della scienza basata sullinduzione (v.). In questopera, di importanza capitale, è evidenziato che "Luomo non sa che studiando i fatti e traendone delle deduzioni, scopre lorigine della natura. La L. attuale è incapace di arricchire la scienza. Bisogna ben guardarsi dal trarre troppo rapidamente da fatti particolari delle leggi generali; occorre rigettare tutte quelle conoscenze acquisite troppo in fretta, e sottometterle ad un nuovo esame". È proprio la problematica attorno alla metodologia della nuova scienza della natura, accanto alla rinascita della geometria euclidea nel XVI secolo, che porta ad una nuova impostazione del problema della L. stessa. Tale problema verte attorno al rigore logico, che costituisce il fondamento di ogni sapere, compreso quello filosofico (Cartesio). Hobbes formula lidea della L. come combinazione di simboli e regole convenzionali, modellata sul calcolo matematico. Questidea fu sviluppata da Leibniz e, nel XVIII secolo, dai suoi seguaci, nel tentativo di sistemare il complesso delle strutture logico-linguistiche in modo da costituire un linguaggio scientifico universale. Kant, nella Critica della ragion pura, distingue una L- generale, che altro non è che la L. formale di tradizione aristotelica, ed una L. trascendentale, o dottrina delle forme pure a priori del pensiero. Lidealismo, e principalmente Hegel, vedendo nel reale il manifestarsi dello Spirito razionale, identificava L. e metafisica; la deduzione delle categorie del pensiero diventava la deduzione delle categorie della realtà. Questa è la L. concreta che Hegel (ed in seguito Croce) oppone alla L. formale aristotelica. Nella seconda metà del XIX secolo, mentre nellambito del positivismo la L. intesa come teoria del pensiero è trattata con metodi naturalistici (Sigwart, Wundt, ecc.), Husserl, riprendendo le teorie logiche di Bolzano, ripropone lidea della L. formale pura, ovvero della L. come dottrina delle proposizioni in sé indipendenti da fattori psicologici e contenutistici. Gli sviluppi della L. formale pura hanno portato alla creazione della L. matematica.
Logos: Termine greco (logoz) indicante il discorso, lordine razionale e la ragione. Nel suo senso filosofico più rilevante, indica una ragione od intelligenza cosmica che fornisce ordine ed intelligibilità al mondo. Questa concezione adottata dapprima da Eraclito (v.), trova poi pieno svolgimento negli stoici, per cui la ragione del mondo è nello stesso tempo il fato (v.), la provvidenza e la natura. Nel pensiero cristiano il L. è la seconda persona della santissima Trinità, e si identifica con lopera di illuminazione e di redenzione di Cristo. Nel neoplatonismo di Plotino (v.), è laspetto creativo e formatore assegnato allanima del mondo o nouz, ovvero la ragione.
Lollardi: Termine derivato dallinglese lollard, derivazione a sua volta dallolandese lollaerd, da lollen, mormorare, pregare a bassa voce. Indica una setta di eretici seguaci di G. Lollar arso vivo a Colonia nel 1322, e poi di Wycliff. Tale setta si identifica con il gruppo dei Poor Preachers, società di missionari laici fondata nel 1380 dallo stesso Wycliff. Dopo la sua morte (1384), i suoi insegnamenti furono variamente interpretato e modificati, tanto che si giunse ad una dottrina assai più rigida ed ostile al potere costituito di quanto non lo fosse stata quella originale. I L. sostenevano lassoluta autonomia del popolo sia dalla Chiesa che dai sovrani, e criticavano aspramente la Chiesa romana per la soppressione della transustanziazione (v.), per il celibato ed il lusso sacerdotale, per la venerazione dei santi e delle immagini, per il sacramento della confessione, e soprattutto per la vendita delle indulgenze. Furono a lungo perseguitati dalla monarchia inglese in accordo con il potere ecclesiastico, ma continuarono a propagandare la propria fede, guadagnando proseliti nellInghilterra meridionale. Ebbero seguaci e sostenitori anche fra la nobiltà, come con John Oldcastle, che nel 1414 venne arrestato da Enrico V, e che poi, riuscito a fuggire, venne nuovamente catturato ed infine giustiziato (1417). Larresto di John Oldcastle provocò una ribellione dei L. che, usciti così allo scoperto, furono catturati in gran numero a St. Giless Field, e messi a morte nel 1414. La durezza della repressione provocò una crisi allinterno del movimento, che tuttavia sopravvisse ancora a lungo. Verso il 1450, sotto il regno di Enrico VII, si ebbe una ripresa delle persecuzioni, che spazzò via quasi completamente la setta. Le idee dei L. si propagarono anche in Boemia, dove prepararono il terreno alla diffusione della dottrina di Huss (v.).
Lotta per le Investiture: Definizione generica del contrasto tra papato ed impero caratterizzante alcuni decenni della storia medievale, tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo. L'origine e le cause risalgono però ben più addietro, identificandosi sostanzialmente nell'integrazione della Chiesa nel sistema feudale. L'uso di dare in concessione feudi a vescovi ed abati, risalente almeno all'epoca degli Ottoni e dovuto soprattutto alla necessità di limitare lo strapotere dei grandi feudatari laici, provocò una progressiva ingerenza dell'imperatore nell'investitura dei vescovi. I vescovi, dipendenti dal loro principe poiché feudatari, venivano da questi prescelti in base a criteri politici ben più che religiosi o spirituali, causa questa fondamentale della decadenza morale della Chiesa sul finire del primo millennio della sua storia. Inoltre la nomina stessa dei vescovi sfuggiva sempre più ad ogni controllo od approvazione del pontefice, mentre nell'investitura feudale si venne gradualmente sovrapponendo e confondendo quella spirituale, che avrebbe dovuto spettare al solo potere religioso. Papa Gregorio VII (1073-1085) fu il primo pontefice che si oppose energicamente a tale stato di cose, nel tentativo di avocare alla sola Chiesa il diritto di investitura dei vescovi, sostenendo anzi la piena superiorità del potere religioso su quello laico: ingaggiò con Enrico IV un'aspra lotta, dalla quale uscì sconfitto. Il contrasto doveva proseguire con i successori di Gregorio (Urbano II, Pasquale II e Gelasio II) e di Enrico IV (Enrico V), finché si giunse nel 1122 all'accordo tra papa Callisto II e l'imperatore Enrico V, noto sotto il nome di Concordato di Worms. Tale accordo stabiliva che l'investitura spirituale veniva distinta da quella temporale, la prima spettando al pontefice, la seconda all'imperatore. Il Concordato di Worms concluse pertanto la L.
Luce: Radiazione elettromagnetica emessa dai corpi, che colpisce la retina dell'occhio producendo il fenomeno della visione. Le prime ipotesi sulla natura della L. risalgono agli antichi filosofi greci, ma la prima teoria rigorosamente scientifica è dovuta a Newton che, nella sua Ottica (1704), ne sostenne la natura corpuscolare. Egli affermò che la L. è costituita da corpuscoli materiali emessi dai corpi, viaggianti secondo traiettorie rettilinee con velocità dipendente dal mezzo in cui si muovono. Tale teoria doveva soppiantare quella precedentemente sostenuta da C. Huygens (1690), per cui la L. consisteva in un moto ondulatorio dell'etere, materia elastica che compenetra lo spazio. Nel XIX secolo fondamentali esperimenti condotti da A. Fresnel convalidavano la vecchia natura ondulatoria della L., che poi C. Maxwell dimostrò essere costituita da onde elettromagnetiche e non da onde elastiche. Sul finire dell'800 gli studi sull'emissione e sull'assorbimento dell'energia portarono a formulare l'ipotesi quantistica dell'energia radiante, ed a stabilire che la L. è costituita da quanti o fotoni. Le radiazioni che formano la L. hanno una lunghezza d'onda compresa tra 400 e 780 nanometri. Le varie lunghezze d'onda sono percepite dall'occhio come coloro diversi, osservabili sia nel fenomeno naturale dell'arcobaleno sia scomponendo la L. bianca attraverso un prisma di vetro. La velocità di propagazione della L. è di circa 300.00 km/sec. Y (Religione) Secondo l'Antico Testamento, dopo la creazione del cielo e della terra, Dio pensò di creare qualcosa di nuovo che si distinguesse dalle tenebre dominanti. Fu allora ch'Egli disse: "Fiat Lux", "Sia la L.", e la L. fu. Dio vide che la L. era cosa buona, e la separò dalle tenebre, e chiamò la L. giorno e le tenebre notte. (Genesi: 1, 3-5). Y (Massoneria) Il giuramento, come la Promessa solenne, viene prestato dal Massone sul Vangelo di San Giovanni, che inizia così: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita, e la vita era la Luce degli uomini; la Luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lhanno accolta". Si tratta di un testo che non può non far riflettere gli Iniziati. Esso divinizza lIntelligenza che, mentre sbroglia gradualmente il Caos, si comunica agli esseri umani, dapprima sotto forma di istinto, poi di coscienza e di comprensione sempre più completa. La vita universale sembra un immenso lavoro costruttivo che non potrebbe essere eseguito ciecamente. Se vi è unorganizzazione progressiva, dunque coordinazione, significa che interviene un discernimento. Ma non tutti i costruttori sono illuminati in ugual misura. Alcuni obbediscono docilmente a leggi di cui non hanno coscienza, mentre altri sono giunti ad un livello iniziatico più o meno elevato, nella misura in cui essi hanno saputo discernere il piano della Grande Opera (v.). Da questo punto di vista per lApprendista è sufficiente essere fermamente deciso ad istruirsi in unArte di cui possiede solo una vaga nozione tecnica. Il Compagno si esercita nella pratica, pur andando ancora a tentoni, impegnandosi in tentativi spesso infruttuosi. Per evitare lempirismo occorre elevarsi alla Maestria, a meno che non si benefici di un vero Maestro illuminato. Resta da svelare il mistero dellIlluminazione. Se alcuni uomini si rivelano più chiaroveggenti di altri, potendo istruire ed utilmente guidare i propri simili, resta oscura lorigine della loro capacità di attingere una comprensione superiore, come la sorprendente lucidità di cui danno prova. Un compito certo agevolato da perseveranti studi, profonde meditazioni ed una lunga esperienza; ma alla fin fine la loro superiorità si basa sullaffinamento delle loro facoltà pensanti. Sono diventati più sensibili alle vibrazioni della luce iniziatica, da cui deriva la loro iniziazione ai misteri mai rivelati agli uomini comuni. La L. che illumina progressivamente liniziato potrebbe essere fatta risalire al Logos di Platone (v.), al suo Grande Architetto o Demiurgo, ma è saggio fermarsi al Maestro Hiram. Unentità questa che è la personificazione del pensiero iniziatico, ovvero di quellinsieme di idee che sopravvivono anche allorché nessun cervello vibra più sotto la loro influenza. Quanto è prezioso non muore, sussiste allo stato latente fino al giorno in cui si offrono possibilità di manifestazione. È allora che Hiram risorge nella persona di ogni nuovo Maestro Massone. Secondo la Tradizione di cui sono impregnati i rituali, la L. rappresenta quindi una facoltà latente nell'essere umano, destata e resa potenzialmente disponibile attraverso l'Iniziazione. Tale facoltà può anche essere acquisita, sebbene raramente, attraverso l'Intuizione. Si definisce dunque L. quanto di più elevato vi sia nell'Intelligenza e nella Volontà dell'essere umano. Per Intelligenza non s'intende tanto la facoltà del ragionamento, quanto la capacità di percezione della Verità, realizzata con il semplice sguardo influenzato dalla Saggezza. L'illustre Massone rosacrociano Karl von Eckhartshusen (1752-1803), nel suo volume "La Nuèe sur le Sanctuaire" sostiene: "Come per un uomo privo di organi la L. non esiste, anche se altri ne possono godere e gioire, così molti uomini non possono gioire di qualcosa di cui invece altri possono. Un uomo potrebbe essere organizzato in modo tale da sentire, intendere, vedere e gustare cose che un altro non potrebbe, perché privo dell'organo necessario. Ammettendo ciò, se questi cercassero spiegazioni plausibili a tale fatto, sarebbe assolutamente inutile, in quanto le idee che uno ha ricevuto dal suo organo particolare cozzerebbero contro quelle dell'altro che non potrà mai afferrarle. Siccome ognuno riceve le proprie idee dai suoi sensi, e considerato quindi che tutte le operazioni della ragione non sono che forme di astrazione di impressioni sensibili, ne consegue che è veramente impossibile crearsi delle idee su molte cose fin quando non avremo ricevuto delle sensazioni su tali cose. Questo perché ogni nostro organo è o diventa sensibile soltanto per noi stessi, e non per altri". Y (G.O.I.) Chiamiamo con questo stesso nome quell'aspetto che caratterizza il verificarsi di fenomeni esteriori, come anche quello di eventi interiori. Certamente non si tratta della stessa L. Dovrebbe sempre stupire il fatto che si sia quasi unanimemente concordi nel dare il nome di L. o di tenebre ad aspetti di fenomeni interiori, aspetti che però non sono misurabili come quelli esteriori. Una tale indefinibile concordanza universale ripropone ancora una volta, sotto un differente punto di vista, l'esistenza di una oggettività interiore, che dovrebbe far riflettere profondamente sulla superficialità di molte affermazioni dogmatiche, che restringono la realtà oggettiva solo a quanto può essere misurato. Il fatto che la L. possa essere oggetto di valutazioni individuali, per esempio in relazione alle tenebre, può costituire una base per riaffermare l'importanza della centralità dell'uomo nella valutazione dei fenomeni che riguardano l'esistenza. Ferma restando la fallibilità dei giudizi troppo personali, è possibile proporre una via di conquista di superiori forme di imparziali giudizi, ottenibili attraverso un duro lavoro di disciplina interiore.
Luci: Termine che in Massoneria indica i tre primi Dignitari cui è affidato il governo di ogni Loggia, ovvero il Maestro Venerabile (v.), il Primo Sorvegliante (v.) ed il Secondo Sorvegliante (v.). Quando essi si riuniscono per ladozione di decisioni formano il Consiglio delle L. (v.), mentre una loro riunione, convocata per adottare provvedimenti disciplinari nei confronti di Fratelli ritenuti colpevoli di colpa massonica, viene chiamato Consiglio di Disciplina (v.). Attributi delle tre L. della Loggia sono rispettivamente la Saggezza (Minerva), la Bellezza (Venere) e la Forza (Ercole).
Luna: Unico satellite naturale della Terra, intorno alla quale compie un moto di rivoluzione della durata di 27 giorni, 7 ore, 43 minuti ed 11,5 secondi (mese siderale), compiendo unitamente alla Terra stessa una rivoluzione attorno al Sole della durata di 365,25 giorni. La distanza che la separa dal nostro pianeta è mediamente di 384.400 km., il suo diametro è di circa 3470 km. ed il suo volume è 1/49 di quello terrestre. Ruota intorno al proprio asse alla velocità esatta di un mese siderale, per cui rivolge alla Terra sempre lo stesso emisfero. Durante il mese sinodico varia naturalmente la sua posizione rispetto alla Terra ed al Sole, e quindi lilluminazione riflessa visibile (fasi lunari). A partire dal 1969 è stata avviata lesplorazione diretta del suolo lunare, sviluppata dagli Stati Uniti nellambito del programma Apollo, culminato con lo sbarco di uomini sulla L. I suoi campioni rocciosi sono di natura basaltica, e vi sono stati rilevati solo tre nuovi minerali. Y (Massoneria) Il simbolo della L. è presente nel Tempio massonico sia allOriente, alla sinistra del Maestro Venerabile, sia nel quadro di Loggia (v.). Simboleggia limmaginazione, che riveste le idee di una forma appropriata. Rappresenta inoltre la comprensione e la femminilità passiva. I Lavori di Loggia si chiudono a Mezzanotte, quando la L. è al Nadir, momento in cui si suppone che irradi il suo massimo splendore, che si propaga ad illuminare lo spirito del Libero Muratore, istigandone la spiritualità e la volontà di ricerca. La L. corrisponde allelemento Acqua.
Lupetto: Termine che definisce il figlio di un Massone, che si accinge all'Iniziazione seguendo le orme del genitore. Durante la cerimonia non porta una benda sugli occhi, ma indossa solo un velo trasparente che gli copre il capo, in quanto si presume che conosca già qualcosa della Libera Muratoria. Probabilmente tale denominazione risale ai Misteri di Iside (v.), dove tale nome designava i figli degli iniziati.
Lustrazione: Derivazione dal latino lustratio, da lustrare, lavare, purificare, analogo al greco louw, lavare. Cerimonia di purificazione celebrata dagli antichi Romani prima dei riti religiosi, e prima e dopo taluni atti della vita pubblica e privata. Si purificavano persone, animali e cose. Ogni cinque anni il censore uscente celebrava una cerimonia di purificazione generale, chiamata lustratio populi o lustrum. Altri riti di L. venivano celebrati durante i Suovetaurilia, quando gli animali (porco, pecora o toro), prima del sacrificio, venivano fatti girare tre volte intorno al popolo radunato extra moenia nel Campo Marzio. Anche gli Ambarvalia, antica festività romana volta a purificare i campi, prevedeva riti di L.
Luteranesimo: Termine tradotto dal tedesco Luthertum, impiegato per indicare complessivamente la dottrina religiosa elaborata dal riformista Martin Lutero (v.), la teologia sviluppata dai suoi successori e l'insieme delle Chiese evangeliche derivate dalla Riforma luterana. Dopo la morte di Lutero il L., ottenuto il riconoscimento da parte di Carlo V (Dieta di Augusta del 1555), sulla base del principio del cuius regio eius religio, per cui i sudditi dovevano aderire alla religione del sovrano, si diffuse in quasi tutti gli stati germanici e nei Paesi scandinavi: in Danimarca (1536), in Norvegia (1547) ed in Svezia (1527-40). Successivamente l'espansione del L. fu contrastata dalla penetrazione del calvinismo (v.) nei paesi bassi e nelle Fiandre, del calvinismo e di altre correnti riformate in Ungheria, Polonia, Boemia e Moravia, e dalla controriforma (v.). Nella seconda metà del XVII secolo esso si trovò limitato alla Germania orientale e settentrionale, ed ai paesi scandinavi. Dottrinalmente, dopo la morte di Martin Lutero, le polemiche circa il valore delle opere per la salvezza e la schiavitù dell'arbitrio umano tra melantoniani ed i seguaci rigidi, e la cosiddetta disputa osiandrina sull'essenza della giustificazione, diedero luogo a parecchie scissioni, cui si cercò di rimediare con le formule di concordia, culminanti nel Libro di concordia (1581). In epoca moderna, contro la rigida ortodossia, tendenze riformiste sono state rappresentate dal pietismo (XVII secolo) e dal protestantesimo liberale nei secoli XVIII e XIX (Ritschl e Harnack). Nel mondo d'oggi i luterani sono circa 70 milioni, diffusi in Germania, Scandinavia e Stati Uniti, intercollegati nella Federazione luterana mondiale.
Lutero Martino: Dal nome tedesco di Martin Luther, teologo e riformatore (1483-1546), fondatore del Luteranesimo (v.). Sacerdote dellOrdine degli Agostiniani eremitani ed osservanti, secondo la tradizione nel 1517 affisse alla porta della cattedrale di Colonia le sue famose 95 tesi, proponendovi la pubblica discussione sulla campagna di indulgenze predicata dal domenicano J. Tetzel per la costruzione di san Pietro. Egli respingeva il valore delle indulgenze ottenute per denaro ed applicabili anche alle anime del Purgatorio, riprendendo il concetto di penitenza come metanoia (v.) e, pur cercando di scindere la responsabilità dei predicatori da quella del pontefice, sottintendevano severe critiche alla Chiesa. Minacciato di scomunica con la bolla Exsurge domine (1520) M., forte della diffusa ostilità popolare nei confronti del papato, dell'appoggio armato dei potenti cavalieri tedeschi e della protezione dell'Elettore, rispose dando pubblicamente alle fiamme sia la bolla che i testi del diritto canonico (1520), dopo aver pubblicato dall'agosto all'ottobre precedenti tre trattati programmatici della sua Riforma. Punti fondamentali dei primi due sono la dottrina del sacerdozio universale dei credenti, la negazione del monopolio pontificio nell'interpretazione delle sacre scritture, l'interpretazione dipendente unicamente dalla fede e nella convocazione del concilio, l'attacco contro la tirannide papale, che trae la sua sola ragione d'essere dall'amministrazione dei sacramenti. Questi, ridotti a tre, Battesimo, Penitenza ed eucarestia, non sono oggettivi segni efficaci di grazia, ma traggono la loro validità unicamente dalla fede di chi li riceve. Infine M. nega la dottrina della Messa come sacrificio. Fu infine condannato definitivamente per eresia nel 1521, con la bolla Decet Romanum Pontificem. Nel 1525 contrasse matrimonio con l'ex suora Katharina von Bora, che gli diede sei figli. Organizzò poi la Chiesa nazionale tedesca posta, in contrasto con l'idea iniziale del sacerdozio universale, sotto la tutela dei principi territoriali. Infine dedicò i suoi ultimi anni di vita alla predicazione ed all'insegnamento (v. Martin Lutero).
Lutto Massonico: Tra i vari rituali riconosciuti dal Grande Oriente dItalia, il Rituale per i Funerali Massonici (v.) viene adottato per celebrare il L. nel Tempio parato in nero.
Luxor: Nome derivato dallarabo el-Uqsur, città dellAlto Egitto posta sulla riva destra del Nilo. Situata a breve distanza da Karnak (v.), nella zona dellantica Tebe, nellEgitto faraonico L. costituiva la sede dellharem del dio Amon. Una volta lanno la statua del dio lasciava la sua residenza di Karnak per fare visita a L., dove assumeva le forme del dio Min. A L. sorgeva un tempio del Medio Regno, che il faraone Amenophis III (XVIII Dinastia, 1578-1318 a.C.) ricostruì in granito, ampliandolo ed abbellendolo. Fu lui a disporre la decorazione delle pareti interne delle grandi sale ipostile, dal tetto sorretto da una selva di colonne lotiformi. Sul prolungamento dellharem Ramses II fece edificare un cortile circondato da un colonnato. Fra le colonne era posta una serie di grandi statue, ed il primo pilone era preceduto da due obelischi di granito, uno dei quali, donato alla Francia nel 1836, si trova attualmente a Parigi al centro della Place de la Concorde. Nella corte del tempio sorge la piccola moschea di Abul-Haggag.