Leggenda di Hiram: Di fondamentale importanza nella moderna Libera Muratoria speculativa, la L. è revocata nel rituale per liniziazione al Grado di Maestro Massone (v. Hiram).
Leggi naturali: (G.O.I.) Il termine Legge può ingenerare reazioni contrastanti. Da un lato è sinonimo di ordine: non si possono concepire significati e finalità della vita se la legge imperante è una non legge, cioè il caos. D'altra parte l'ammettere a priori l'esistenza di leggi predefinite, senza ricerca di spiegazioni, comporta una visione dogmatica della vita, che tende a porre pesanti limitazioni, non solo alle nostre libertà ma anche alle nostre responsabilità. Osservando l'evoluzione, ci appare evidente che la vita tenda verso un ordine crescente, ottenuto con grandi sforzi da parte degli esseri viventi che della vita fanno parte. Questo presuppone l'esistenza di L., la cui scoperta e libera interpretazione è sempre lasciata alla responsabilità ed alliniziativa di chi vive. Sembrerebbe perciò che la vita sia attratta ed ispirata da un Ordine superiore, e che compito degli esseri viventi sia di scoprire ed interpretare, seguendo le proprie ispirazioni interiori, i significati di tale Ordine.
Legittimità: Vi sono tre elementi fondamentali che rendono legittima una Massoneria, ovvero: 1) Legittimità dorigine delle Logge costituenti una Gran Loggia; 2) Sovrano controllo dellAntica Istituzione Massonica nella giurisdizione della Gran Loggia; 3) Credenza nel Grande Architetto dellUniverso e presenza del Libro Sacro sullaltare, quale simbolo della più grande Luce della Libera Muratoria. Qualsiasi Massoneria che non rispetti questi principi fondamentali é da considerarsi illegittima, ed é proibito ai Massoni regolari intrattenere rapporti fraterni con Massoni di queste logge. In Italia è considerata illegittima ed irregolare la Gran Loggia di Palazzo Vitelleschi, in quanto corpo massonico che, pur rispettando le tradizioni muratorie, si costituì su un territorio già occupato dal Grande Oriente dItalia. Stessa considerazione va fatta per la Gran Loggia Regolare dItalia (v.). Illegittimo ed irregolare è considerato anche il Grande Oriente di Francia, poiché non crede nel G.A.D.U., non lavora con il Libro della Legge Sacra, ed inizia nelle proprie Logge anche le donne.
Leibniz: Gottfried Wilhelm, filosofo e matematico tedesco (1646-1716). Nellambito della cultura razionalistica inaugurata da Cartesio (v.) e sviluppata da Spinoza e da Hobbes, L. occupa una posizione di particolare importanza per le originali elaborazioni, tanto nel campo della metafisica (v.) quanto in quello della matematica e della logica. Filosoficamente il suo sostanzialismo monadologico e la sua teodicea ottimistica, criticati nel secolo successivo dallempirismo inglese e dallilluminismo francese, ebbero una grandissima influenza sulla riflessione tedesca fino a Kant, grazie anche alla volgarizzazione ad opera di Wolff. A livello matematico fu, insieme e parallelamente a Newton, il creatore del calcolo infinitesimale, che avrebbe rivoluzionato lintera disciplina. Infine come logico, si oppose fermamente alla svalutazione della logica formale in atto presso il cartesianesimo, e nutrì un grandioso progetto, rimasto irrealizzato, di costruire unalgebra del pensiero, anticipando in questo i motivi della logica dellOttocento e del novecento. La sua figura di pensatore si presenta in tal modo complessa e problematica, anche e soprattutto perché egli fece convivere le scoperte teoriche con un forte legame alla tradizione religiosa ed ai motivi di fondo della filosofia medievale. La critica più recente ne ha sottolineato le anticipazioni nel campo della logic, ma non pare aver risolto il rapporto tra logica e metafisica nella sua opera, ovvero se la riflessione logica costituisca il fondamento di tutte le sue ricerche, oppure se, invece, egli vi giunga dallinterno dellelaborazione filosofica complessiva, da cui la logica sarebbe dunque inscindibile. Complessa è stata anche la vita di L., nella quale lattività diplomatica, politica ed anche storiografica al servizio del duca di Hannover non costituì certo un impegno secondario a fronte dellintenso lavoro filosofico e scientifico. Già nel 1666 pubblicava, giovanissimo, la Dissertatio de arte combinatoria, che contiene in embrione tutta la sua posizione logica: la rivendicazione, contro Cartesio, del carattere formale del ragionamento, la necessità di sviluppare accanto ad unars demonstrandi unars inveniendi, cioè un momento inventivo e creativo, lidea di una scienza universale basata sopra un alfabeto, e quindi sopra unalgebra del pensiero umano (characteristica universalis). Al 1672 risale limportante viaggio diplomatico a Parigi, durante il quale conosce Huygens e Spinoza, venendo anche presentato alla Royal Society (v.). Verso la fine degli anni settanta entra al servizio del duca di Hannover, ed inizia le ricerche sul calcolo infinitesimale, di cui espone nel 1684 le regole principali in una memoria sugli Acta eruditorum (rivista fondata da lui stesso) e che poi perfeziona nei due decenni successivi: in seguito a tali pubblicazioni scoppiò nel 1699 la polemica con Newton sulla paternità del calcolo stesso, polemica che, anche per le circostanze politiche, mise ingiustamente L. in una pessima luce presso i contemporanei, fino a che venne lasciato in un completo isolamento. Intanto egli stendeva i suoi maggiori scritti filosofici: il Discours de metaphysique del 1685, il Systeme nouveau de la nature et de la comunication des substances del 1695, i Nouveaux essais sur lentendement humain (in risposta a Locke, pubblicato postumo nel 1765), gli Essais de théodicée sur la bonté de Dieu, la liberté de lhomme et lorigine du mal del 1710, la breve Monadologie del 1714, cui è da aggiungere limportante materiale delle sue lettere. Il sistema di L. muove da una radicale distinzione tra verità di ragione e verità di fatto, tra lordine del puro possibile e quello della realtà: si tratta di due piani rigidamente separati per lintelletto umano, la cui unificazione si giustifica soltanto in Dio. Infatti Dio crea il mondo, ed in questo atto sceglie gli infiniti mondi possibili lunico reale, fornendo nello stesso tempo la garanzia del suo carattere ottimale. A sua volta la realtà è costituita da una molteplicità di sostanze, ognuna delle quali si differenzia, anche se solo per minimi particolari, dalle altre (principio degli indiscernibili): sostanze individuali, personali come è personale Dio, centri di attività, nuclei spirituali di forza, che L definisce "Monadi". In tal modo, L. voleva mettere in crisi il meccanicismo passivo cartesiano e creare unimmagine attiva, senza soluzioni di continuità, finalistica della natura, correggendo il materialismo della sostanza estesa con il principio dellenergia attiva. Questa costruzione comportava però difficili problemi relativamente allanalisi delluomo, monade di tipo superiore, capace di avere una rappresentazione cosciente del mondo, ma chiusa, come le altre monadi, ai rapporti sostanziali con lesterno, isolata. Il punto che premeva maggiormente a L. era di controbattere il dualismo cartesiano di anima e corpo. Il suo concetto di sostanza spirituale resta però non del tutto chiarito, così comera facilmente esposta alle critiche degli empiristi e degli illuminati la difesa dellinnatismo, conseguenza necessaria della postulata incomunicabilità delle monadi.
Lemmi Adriano: Figura
centrale della Massoneria del Grande Oriente dItalia della fine del XIX secolo
(1822-1906), e fervente mazziniano. Conosciuto come il banchiere del Risorgimento, L. fu
portato alla guida dellOrdine (17.1.1885-31.5.1896), dove rivelò notevoli capacità
organizzative e carismatiche. Abile interlocutore con i vertici dello Stato sui grandi
temi politici ed economici del paese, egli provvedeva a potenziare entro la giovane ed
atipica Loggia Propaganda (poi diventata P2) il contingente dei Fratelli vicini
alle stanze del potere nazionale. Accreditava così limmagine di una Massoneria
paternalisticamente attestata su posizioni di garantismo sociale e patriottico. Seppe
rivolgersi alle classi subalterne (operai della nascente industria, contadini, ecc.)
offrendo loro pieno appoggio alla causa riformista, sostenendo il superamento della
mezzadria, salari adeguati, sicurezza sul lavoro e previdenza sociale, ed aprendo per la
prima volta le porte dei Templi a uomini di umile estrazione sociale. Fu coinvolto nello
scandalo della Banca Romana, con laccusa daver beneficiato di versamenti
illeciti. Uscì indenne dal processo che sigillò la vicenda, come fu pure assolto da una
commissione massonica appositamente nominata dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese, di
cui facevano parte Giosué Carducci e Giovanni Bovio. Ma la campagna di ostilità nei suoi
confronti non cessò, ed a fine maggio del 1896 si dimise dalla carica di Gran Maestro,
sostituito dal celebre sindaco di Roma Ernesto Nathan (1845-1921).
Leone: Considerato re degli animali per il suo aspetto nobile, da dominatore, è simbolo di forza e di coraggio, di potenza e di sovranità. Presso gli egizi la dea Sekhmet aveva la testa leonina, come Aion nel culto di Mitra. In India un L. è la cavalcatura della dea Darga, la sposa di Siva, mentre il L. panciuto su cui lo stesso Siva appoggia il piede simboleggia l'avidità. Fin dalla Genesi la Bibbia parla del Cristo come L. della tribù di Giuda. Krishna per gli induisti è un L., mentre per i musulmani lo è Alì, genero del profeta e L. di Allah. I buddisti dicono che il Buddha ruggisce allorché insegna le sue Leggi. La quarta incarnazione di Visnù come protettore della razza umana è nel L. Nel cristianesimo è simbolo di vigilanza e di resurrezione, ed è associato all'evangelista Marco. In astrologia è il quinto segno dello Zodiaco, ed il sole vi si trova dal 21 luglio al 21 agosto, nel secondo mese dell'estate. Il suo glifo è E , ovvero la coda del L., ed appartiene all'elemento Fuoco. Nel linguaggio alchemico indica lo zolfo, elemento fisso. Esprime l'orgoglio, l'ambizione e l'elevazione. È un segno privo di slancio, solo interessato alla vita terrestre, materiale e non trascendentale. Piuttosto superstizioso, ha una forte volontà di affermazione del proprio ego, e tende allo sprezzo della volontà altrui: talvolta la sua autorità si tramuta in potere ed in prevaricazione. Fortemente combattivo, è magnanimo, ma tende a sottolineare qualunque cosa faccia. È un combattente nato, che tende a fagocitare i suoi antagonisti. Dotato di grande senso organizzativo, concede facilmente fiducia alle persone, un atteggiamento spesso superficiale che lo porta ad essere tradito. Intelligente, è un entusiasta che tende a vivere nel miglio modo possibile, pur avendo una grande nemica: la sua presunzione, che può indurlo a commettere gravi errori. Estremamente suscettibile, tiene a salvare le apparenze, preoccupandosi molto dellopinione altrui. Essendo egoista, è disposto ad affrontare qualsiasi sacrificio pur di fare bella figura. Questo anche perché ha una innata sensibilità che lo spinge alla ricerca della bellezza, anche se solo appariscente. Molto sensibile alle lodi, è vanitoso, ed il mezzo migliore per soddisfarlo è incensarlo. Notevole è il suo potere di sintesi, e la capacità di vedere lontano, qualità che si associano ad una forte intuizione, la quale talvolta può renderlo addirittura geniale. Pretende di essere stimato ed è privo di invidia, le sue azioni sono dettate dal sentimento e non da una fredda determinazione. Da bambino crede allautorità degli adulti e, quando può, a scuola fa di tutto per diventare un leader. È sempre leale, e cerca di guadagnarsi la fiducia degli insegnanti e dei compagni. Prigioniero del proprio ego, è preda delle passioni e sicuro del fatto suo. Sostanzialmente è un istintivo, dalla forte sensualità, che ama circondarsi di partner belli di cui vantarsi. Come compagno sceglie qualcuno che brilli per qualche motivo. La sua gelosia è violenta, e non perdona i tradimenti che ferirebbero il suo orgoglio. Ama con generosità, con autorità e passione, ma con scarso sentimento. Nel rapporto a due non sopporta ferite al suo amor proprio. È un buon padre, che però pretende molto dai propri figli.
Lettere di San Paolo: Le quattordici L. fanno parte integrante del Nuovo Testamento, e sono considerate di primaria importanza sia nel campo dottrinale che in quello pratico. Esse sono diversificate a seconda del destinatario, ovvero: due ai Corinzi, due ai Tessalonicesi, una ai Galati, una ai Romani, una ai Colossesi, una ai Filippesi, una agli Efesini, una a Filemone, due a Timoteo, una a Tito e una agli Ebrei. Le lettere indirizzate a Tito ed a Timoteo sono definite pastorali, in quanto vi sono indicate norme di guida dei fedeli per i vescovi.
Leva: Viene considerata strumento muratorio passivo riferito alla Materia. Diventa attiva solo grazie alla forza ed all'intento di colui che la impiega, poiché in se stessa resta inerte, come lo Scalpello. La L. si riferisce alla conoscenza, che sarà di carattere iniziatico solo nel caso che chi la usa sia iniziato od iniziabile, cioè capace di comprenderla e di utilizzarla nel modo corretto. Solo in questo caso la L. diventa potenzialmente pericolosa, in quanto è forza che va necessariamente controllata dal Regolo, dalla Livella e dalla Perpendicolare. Quindi è simbolo della potenza illuminata, della volontà determinata alla rimozione d'ogni ostacolo, attraverso l'apporto della fiducia in se stessi e la focalizzazione accurata e precisa del traguardo da raggiungere.
Levi: Nome derivato dall'ebraico Lewi, indica un personaggio biblico, terzo figlio di Giacobbe e Lia (Genesi 29, 34 e 35, 23), antenato eponimo di una delle dodici tribù d'Israele, a cui appartennero Mosé ed Aronne. La tribù fu dallo stesso Mosé consacrata al culto religioso di riconoscimento della fedeltà a Dio nel deserto. Non ebbe un territorio proprio, ma solo qualche cittadina sparsa. Alcune delle quali costituirono città rifugio.
Levi Eliphas: Pseudonimo
di Alphonse Louis Constant (1810-1875), abate passato allo stato laicale, produttore di
numerose opere dedicate alla magia, al magnetismo, alla divinazione, ecc. Iniziato in
Massoneria presso la Loggia La Rose du Parfait Silence allobbedienza del
Grande Oriente di Francia, nel suo libro "Il Grande Arcano" comprese una
specie di testamento spirituale, in cui tra laltro scrisse: "Le religioni morte
non rivivranno mai w, come disse Gesù Cristo, non si mette vino nuovo nei vasi vecchi
Ma, attraverso tutte le trasformazioni religiose, si sono conservati i reti segreti
della religione universale, ed è nella ragione e nel valore di questi riti che consiste
ancora il grande segreto della Framassoneria. I simboli massonici, in effetti,
costituiscono nel loro insieme una sintesi religiosa che manca ancora al sacerdozio
cattolico romano. Oggi loccultismo massonico non esiste più, e le porte
delliniziazione sono aperte a due battenti. Tutto è stato divulgato, tutto è stato
scritto: I rituali massonici sono venduti a chiunque voglia acquistarli. Il Grande Oriente
non ha più misteri, o almeno non ne ha per i profani, più che per gli iniziati. Ma i
riti massonici preoccupano ancora la corte in Roma, perché essa sente quivi una potenza
che le sfugge. Questa potenza è la libertà della coscienza umana, è la morale
essenziale indipendente da ogni culto. È il diritto di non essere maledetti né votati
alla morte eterna, perché si intende fare a meno del ministero del prete, ministero
rispettabile per tutto quanto ciò che offre senza imposizione, orribile quando se ne
abusa". Sembra paradossale che proprio L., campione di volgarizzazione ed
assemblatore di combinazioni pseudo esoteriche disarmanti, ironizzasse sulla profanazione,
peraltro effettiva, della Massoneria francese del tempo: Limpressione che si ricava
dallinsieme delle sue argomentazioni al riguardo, è che gli sfuggissero
completamente i tratti specifici ed irripetibili delliniziazione muratoria, che il
L. avrebbe voluto infeudata alloccultismo, ovvero (in definitiva) a sé stesso, in
quanto grande sostenitore di quella corrente (v. Papus). Tra le sue opere ricordiamo:
Ediz. Atanor. Il Dogma dellAlta Magia (!991), Il rituale dellAlta
Magia (1991), La storia della Magia (1989, anche Ediz. Mediterranee), La
chiave dei grandi Misteri (1990), Chiavi maggiori e Clavicole di Salomone
(1992), Il grande Arcano (1992), Il Libro degli Splendori (1993), I
Misteri della Cabala (1990), Paradossi della Scienza Suprema (1994), Il
rituale magico del "Sanctum Regnum" (1992).
Levirato: Nome designante l'obbligo del matrimonio tra una vedova, il cui marito sia morto senza discendenza, ed il di lui fratello celibe (Deuteronomio 25, 5-9). Scopo di tale istituzione ebraica era assicurare il sostegno della vedova, il mantenimento unito dell'eredità, e soprattutto la discendenza del defunto, del quale il primogenito nato dal matrimonio di L. assumeva il nome. Tra i casi più famosi citati dalla Bibbia è importante quello di Boaz e Rut (Rut 4). Qualora il cognato (yaham) avesse rifiutato il matrimonio con la cognata(yehamah), si procedeva ad una cerimonia (halizah) celebrata al cospetto degli anziani, nel corso della quale la vedova sfilava la scarpa dal piede del cognato e gli sputava in faccia maledicendolo.
Levita: Nell'antico ebraismo indicava l'appartenenza alla tribù di Levi (v.). Tra i L. i discendenti della famiglia di Aronne ebbero il gran sacerdozio, gli altri il servizio religioso, come ausiliari dei sacerdoti. Spettavano a loro anche l'amministrazione della giustizia, la purificazione del Tempio e la supervisione dei suoi tesori, e l'insegnamento al popolo (Cronache 9, 22 e 26-27; 23, 4-32). Il loro sostentamento era incombenza sella popolazione. Dopo l'esilio, diminuiti in numero, persero importanza. Dopo la distruzione del Tempio (70 d.C.), finito il culto sacrificale, godettero della preferenza negli uffici sinagogali.
Levitico: Denominazione del terzo libro del Pentateuco (v.), così chiamato dai Settanta (v.) per l'argomento che si riferisce ai doveri cultuali dei sacerdoti (v. Levita). Viene convenzionalmente suddiviso in: · Capitoli (1-7); · Leggi sacrificali (8-10); · Consacrazione dei sacerdoti (11-16); · Leggi di purità e rituale del giorno dell'espiazione (17-26); · Leggi di santità per i sacerdoti e per il popolo (27); · Appendice sui voti, riscatti e decime. Scopo essenziale del libro L. è la santificazione dei singoli e del popolo nella realizzazione della parola di Dio. Secondo l'ipotesi documentaria, il L. fa parte del codice sacerdotale, documento «P», opera della scuola del profeta Ezechiele (v.). La critica moderna vi riconosce materiale anche premosaico, che ebbe però redazione tarda, esilica od addirittura postesilica.
Libagioni: V. Coppa delle Libagioni.
Liberale: Sinonimo di largo, generoso, progressista e democratico. È la caratteristica naturale delle persone schiette e sincere, veramente libere sia per condizione che per mentalità, professanti principi di civile libertà, di assoluto rispetto della natura, dellambiente e dei diritti umani, e dotate di naturale altruismo. Seguace ed assertore del Liberalismo (v.).
Liberalismo: Dottrina e movimento di tipo politico che propugna la libertà individuale, affermando i limiti del potere dello Stato ed il primato della coscienza morale del singolo individuo sul potere sociale. Esso nasce nel mondo occidentale, si accompagna allascesa dei ceti borghesi e ne segna la più matura espressione ideologica. Il presupposto culturale e dottrinario del L. è costituito dalla moderna scuola del diritto naturale che, a partire dal XVI secolo, afferma lesistenza di diritti innati alla natura umana (diritti naturali) universali, soggettivi ed inalienabili preesistenti ai diritti positivi vigenti in ogni società politicamente organizzata. Tali diritti, disgiunti dalle leggi della morale religiosa, dalle consuetudini e dalle leggi della storia, fanno capo allindividuo come espressione elementare e diretta della specie umana e, variamente codificati, affermano tuttavia la libertà delluomo appunto nella sua accezione di individuo razionale, nella sfera della morale, della politica e delleconomia. Nel corso del XVI e del XVII secolo, in unEuropa ancora turbata dalle guerre di religione, la dottrina del diritto naturale afferma e propugna la libertà di coscienza, ma, man mano che si evolve la situazione storica, il giusnaturalismo si perfeziona e si precisa. Laffermazione delle libertà individuali si trasferisce allora dal terreno morale e religioso a quello più propriamente politico. I diritti naturali di libertà, di pensiero e di azione, si volgono contro il potere e lo Stato, ed il giusnaturalismo assume una precisa dimensione politica, fornendo un valido strumento di lotta contro i residui della società feudale e linsorgente assolutismo monarchico. Lidentità dei singoli individui di fronte ai diritti naturali implica infatti la condanna di ogni distinzione giuridica tra gli uomini, e favorisce la lotta contro laristocrazia ed un sistema feudale, fondato su una distinzione degli uomini in ordini e classi rigorosamente gerarchizzate. La libertà individuale proclamata dai diritti naturali costituisce poi una barriera invalicabile opposta al potere del monarca, e automaticamente si trasforma nella necessità di lottare per la liberalizzazione del sistema politico. Su questi cardini concettuali nasce appunto il L., come dottrina politica tesa alla realizzazione di uno Stato di diritto naturale, uno Stato quindi che assicuri ai cittadini il pieno godimento dei diritti naturali, e favorisca la realizzazione dellindividuo in tutte le sue facoltà. Il L. diviene allora sinonimo di libertà dallo Stato, e di tutela dei diritti individuali contro le azioni intraprese dal potere. A sua volta lo Stato liberale si va delineando come un tessuto istituzionale cui spetta principalmente di garantire ai cittadini il godimento dei diritti fondamentali della natura umana. La matrice di questo sistema reciproco di garanzie tra Stato e cittadino viene posta, dalle dottrine liberali del XVII secolo, in un contratto originario tra i cittadini consociati ad un determinato ordinamento giuridico e politico, un contratto che legittima lesistenza dello Stato e ne regola il funzionamento. Questi elementi sono già tutti presenti nel pensiero di J. Locke (1632-1704), i cui Trattati sul governo civile vengono considerati i testi fondativi della dottrina e del pensiero liberale, ma nel corso del XVIII secolo la filosofia dellIlluminismo approfondisce e perfeziona questo primo nucleo di dottrina. I diritti fondamentali che lo Stato deve garantire si precisano sempre più, e possono essere raggruppati in tre grandi categorie: · 1) diritti che concernano la libertà dellindividuo nella sfera spirituale (libertà di pensiero e di religione); · 2) diritti che riguardano la libertà nellazione politica (diritto di riunione, di partecipazione alla vita politica e di resistenza allo Stato oppressore); · 3) diritti riguardanti la libertà dellindividuo in campo economico (diritto di proprietà, libertà nellimpresa economica e nel commercio). Il contratto sociale, che deve fondare lo Stato e assicurarne il funzionamento, si avvia ad essere un atto scritto frutto della volontà dei singoli consociati: la Costituzione. Lo Stato liberale sorto dalla Costituzione diviene un organismo istituzionale complesso ed articolato in distinte funzioni, legislativa, esecutiva e giudiziaria, che garantiscono il suo controllo da parte dei cittadini. Questa visione politica riflette le aspettative dei ceti borghesi in ascesa nel corso del XVIII secolo, preoccupati di assicurarsi uno spazio dazione e dintervento in seno allormai declinante società di antico regime, ancora dominata dallaristocrazia e dallapparato autocratico della monarchia assoluta. Con la Rivoluzione francese (1789) si assiste al trionfo delle dottrine liberali ed alla loro pratica applicazione nella creazione del moderno Stato borghese. Una formale e scritta "Dichiarazione dei diritti" del 1789 codifica in modo definitivo i diritti naturali, e sulla base di questi viene promulgata la Costituzione del nuovo Stato repubblicano, caratterizzato da una rigorosa separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Il modello costituzionale proposto dalla Francia rivoluzionaria viene quindi applicato, nel corso del XIX secolo, in tutti i paesi in cui le borghesie che, attraverso moti risorgimentali, conquistano il potere, ed ovunque le dottrine liberali conoscono il massimo della loro espansione e della loro perfezione teorica. In questo periodo storico, i massimi esponenti del L. politico furono Benjamin Constant Wilhelm von Humboldt e Francois Guizot. Ma il L. (e con esso il liberismo economico), frutto come visto di un particolare momento della storia sociale occidentale, entra in crisi e si avvia al declino con i primi sintomi di crisi della borghesia. Lidentità dei singoli individui di fronte ai diritti naturali, proclamata dal L. nel corso del XVIII secolo, si trasforma, sotto la spinta della rivoluzione industriale ed in presenza di più raffinate tecniche economiche, in una rivendicazione di eguaglianza sociale da parte dei nuovi strati sociali. Dalla primitiva matrice del L. ed in polemica con essa, prendono così vita quelle dottrine democratiche e socialiste che sembrano oggi costituire la più valida barriera contro il potere del moderno Stato industriale e totalitario. Se lidea liberale ottocentesca era ormai venuta ad identificarsi in un partito politico, le crisi maggiori del L. italiano ed europeo dipesero indubbiamente dallavvento di regimi totalitari e fascisti. Il L. anglosassone invece, più empirico che teorico e sistematico, subì una diversa parabola storica: se in Gran Bretagna il partito liberale ebbe una progressiva caratterizzazione, nel continente americano e nellEuropa settentrionale il termine "liberale" indicò chiaramente lintellettuale aperto alle esigenze dei tempi nuovi, sia in politica interna che internazionale. Proprio sullesempio del riformismo rooseveltiano di ispirazione liberale si parlò in Europa, nel secondo dopoguerra, di "neoliberalismo", impostato sulle tesi delleconomista inglese Keynes. Non va taciuto, tra gli aspetti fondamentali del pensiero liberale contemporaneo, il tentativo compiuto dal filosofo Benedetto Croce di teorizzare il L. quale principio eterno e metodo politico generale al di sopra dei partiti; in polemica con la concezione che ebbe in Luigi Einaudi il maggior rappresentante, secondo la quale un sistema economico sostanzialmente liberistico è condizione indispensabile per la sopravvivenza della libertà.
Libero arbitrio: Espressione del pensiero cristiano, specificatamente degli scolastici, per indicare la libertà non solo dalla necessità esterna, ma anche da quella interiore. In tal modo la volontà ed il L. appartengono, secondo Tommaso dAquino (v.), alla stessa potenza, con la differenza che la prima si rivolge al fine, mentre il L. ai mezzi o beni particolari desiderabili rispetto al fine. Gli scolastici definiscono il L. anche come libertas indifferentiae, ovvero come assoluta indipendenza rispetto alle motivazioni della volontà. Martin Lutero (v.) ha contrapposto al L. il servo arbitrio.
Libero Muratore: Nome alternativo con il quale viene definito il Massone (v.).
Libero spirito: Termine che definisce un complesso di correnti religiose cristiane ereticali sorte tra il XIII ed il XV secolo. Secondo la dottrina della "Secta spiritus libertatis", il fedele, unito misticamente con Dio, non pecca ed è svincolato dalle leggi umane e religiose. Il movimento, nato nella Germania meridionale a partire dalla metà del XII secolo, si diffuse poi nei Paesi Bassi, e più tardi in Italia, trovando molti seguaci soprattutto in Umbria, fra cui Bentivegna da Gubbio, denunciato da Chiara da Montefalco al cardinale Napoleone Orsini (1307) e condannato al rogo per eresia nel corso del Concilio di Vienne del 1312, lo stesso che sanzionò la condanna e la successiva persecuzione dei Cavalieri dell'Ordine del Tempio.
Libero: Termine impiegato per identificare chi non ha padrone, contrapposto quindi a schiavo. È veramente L. chi: gode di piena libertà fisica, di azione, di espressione del pensiero e di movimento; ha il potere di decidere in modo autonomo e di agire secondo la propria volontà; non è sottoposto a vincoli, obblighi ed impegni; non è condizionato né limitato da legami familiari o sentimentali; non accetta alcun tipo di legame come necessario ed indispensabile; non è sottoposto ad autorità dispotiche od a norme o sistemi tirannici. Il termine L. applicato allessere umano significa non accettare di farsi dominare dai potenti, e non desiderare di dominare gli altri, specie se inermi. L. è colui che detiene il potere di decidere in modo autonomo, e di agire secondo la propria volontà. Per chi è veramente L., il potere di tipo profano, frutto di convenzioni mutevoli, non ha mai carattere sacro: chi é affascinato da tale potere non potrà mai essere "Libero". È L. colui che aspira ad emanciparsi dai vincoli della società, della classe, della razza, del partito e della stessa religione. È L. chi non subisce supinamente condizionamenti esterni, non ha pregiudizi e non è vincolato da preconcetti e da dogmi di qualsivoglia natura. Nel rispetto della Libertà altrui, è L. colui che compie o non compie certi atti esclusivamente secondo la determinazione della propria volontà guidata dalla coscienza.
Libertà: Significa facoltà di vivere, di muoversi, di agire e di esprimersi in modo autonomo, secondo la propria volontà e la propria natura, senza essere sottoposti a limitazioni e costrizioni di alcun genere. Y (G.O.I.) Ogni essere vivente deve sempre godere della L. di manifestarsi nella vita, secondo le proprie dignità, qualificazione e possibilità. Si hanno due generi di L.: quella esteriore e quella interiore. Nella vita esse si compenetrano a vicenda, pur essendo di natura differente. La L. esteriore è quella che consente di partecipare pienamente alla vita esteriore. Senza di essa, la dignità degli esseri viventi non può raggiungere i livelli che ad essa debbono competere. La L. interiore è quella che consente di cercare senza vincoli la propria identità. Ad essa si oppongono i dogmi, quelli che ci vengono proposti dallesterno e quelli la cui origine è interiore, che sono assai più insidiosi e difficili da combattere, perché spesso non affiorano chiaramente alla coscienza. Per i motivi addotti, è compito di ogni uomo libero e responsabile il superare il pensiero dogmatico, di qualsiasi genere esso sia. Y (L. Interiore): Per ogni uomo la L. interiore è una continua e difficile conquista. È ben vero che tutti sono predisposti idealmente ad essere liberi, ma si deve considerare che la predisposizione da sola non è sufficiente. Molti sono gli ostacoli che si oppongono alla L. interiore. Il vero nemico della L. interiore è l'attitudine a non prendere in considerazione critica tutto quanto viene di norma dato per scontato, e che perciò non diventa mai oggetto di dubbio. Non essendoci dubbi, si accettano passivamente molte situazioni, che impediscono lo sviluppo delle forme di immaginazione necessarie al nostro progresso interiore. Senza che ci si possa rendere conto, si è spesso carcerieri di noi stessi. Il dubbio costruttivo, riferito ad un continuo riesame della nostra interiorità, costituisce uno degli strumenti di cui l'uomo dispone per conquistare la L. interiore. La ricerca della nostra L. interiore si esplica anche specchiandosi nell'interiorità degli altri, rinunciando alle sterili difese erette dalla nostra diffidenza nei riguardi degli altri esseri. Y (L. Esteriore): La L. esteriore rappresenta il primo scalino nella lunga scala dell'evoluzione. Senza avere goduto, almeno una volta nella vita, della L. esteriore, non è possibile concepire la L. interiore. Si devono però considerare alcuni punti di grande importanza. La L. esteriore da sola non basta per rendere assolutamente libero un essere vivente. Occorre prenderne coscienza, anche in modo confuso ed approssimato. È allora che incomincia ad apparire l'ispirazione della L. interiore, che rappresenta uno scopo irrinunciabile della vita. Se invece si arriva a vivere la piena coscienza della L. interiore, allora la L. esteriore perde molto del valore che ha agli occhi di tutti. Chi è libero interiormente non teme più l'esteriorità. Tuttavia, chi raggiunge la piena L. interiore si batte perché a tutti sia data la possibilità di raggiungere la piena coscienza della propria libera individualità (v. L.I.D.U.). Y (L. di opinione): La L. di opinione rappresenta un diritto insopprimibile per ogni essere umano che abbia cara e sacra la propria dignità Tenuto conto che ciascuno di noi ambisce ad una crescita interiore, ne consegue che la L. di opinione rappresenta anche un dovere verso se stessi e la vita. Tenuto conto del dovere verso la vita, ne consegue che esistono precisi doveri verso la L. di opinione degli altri esseri viventi, dato che anche essi partecipano alla vita. Per questi motivi tutto quanto può essere messo in atto per incoraggiare ed estendere in senso generale la L. di opinione. Questo deve rappresentare uno degli scopi della vita di un uomo libero. Essendo la L. di opinione legata strettamente alla L. di informazione, ne consegue che debbano essere privilegiati tutti i mezzi informativi che possano mettere direttamente in contatto gli uomini, proponendo loro una libera interpretazione degli eventi della vita. Y (L. di ricerca): I motivi che ispirano l'uomo verso la ricerca non sono facilmente identificabili. Al di la delle semplici curiosità, vi sono altre componenti che fanno parte della natura profonda di ciascuno di noi, delle quali sarebbe molto importante prendere adeguata coscienza. Nella ricerca non sempre si conoscono gli obiettivi esatti che si desiderano raggiungere. In genere siamo mossi da un indefinibile senso di speranza di trovare qualcosa che ci possa dare una maggiore chiarezza interiore. Nella nostra interiorità possiamo scoprire una forza che ci accompagna sin dall'infanzia, che ci fa tendere verso una terra promessa della quale abbiamo solo confuse intuizioni. Tale forza, seppure in diversa misura, è presente in ogni essere vivente. Senza di essa non sarebbe possibile dare una adeguata spiegazione all'evoluzione. Sono possibili molte interpretazioni della natura di tale forza, ma sembra molto più significativo prenderne coscienza piuttosto che cercarne le definizioni. Dovrebbe infine apparire evidente a tutti che ogni condizionamento, di qualsiasi genere, nella L. di ricerca di ogni singolo uomo, costituisce un atto di estrema gravità. I mezzi d'informazione sono spesso all'origine di tali condizionamenti, e come tali debbono essere oggetto di vigile attenzione.