-Khnum: Divinità egizia raffigurata da un ariete, è anche un demiurgo. Difficile stabilirne la filiazione, ma ad Esna è considerato figlio di Ra e della madre degli dei, Neith. Costituisce la triade di Elefantina, unitamente alle due dee nubiane, Satis, sua sposa, ed Anukis, sua figlia. Il dio K. è il guardiano della piena del Nilo. A fianco della madre Neith è un neter creatore, un vasaio che foggia sul suo tornio il corpo divino di Osiride della dimora dell'Oro della vita. K. plasma nel limo del Nilo tutti gli esseri viventi ed il loro Ka. Essendo un ariete, è l'immagine della fecondità e del vigore sessuale. Divino vasaio, egli è il soffio che alimenta la vita fin dal suo apparire. La sua potenza generatrice presiede alla crescita dei raccolti, e viene anche detto il Signore della campagna. "Svegliati dio del tutto che plasma gli uomini, gli animali piccoli e grandi, i serpenti, i pesci, gli uccelli, che separa le membra, colora le pelli e volge le lingue per esprimersi in modi diversi. Khnum-Ra, signore di Esna, magnifico ariete la prima volta. Tu sei lo sguardo stesso di Ra, il figlio sacrosanto nato all'aurora" (Inno di Esna).

Khonsu: Nella religione dell'antico Egitto è dio Luna, l'errante, il viaggiatore silenzioso della notte. Figlio di Amon (v.) e di Mut (v.) nella triade di Karnak, ha l'aspetto di un bambino acconciato con la treccia dei principi. Il corpo stretto nelle fasce come una mummia, tiene tra le mani il triplo scettro di Ptah (v.): Ankh, la vita, Ged, la stabilità, e Was, la forza e la misericordia. Egli rivela il volto nascosto di suo padre Amon, come la pianta rivela il seme. Sulla sua acconciatura, lo spicchio del primo quarto di luna si unisce alla tonda luna piena. Simbolicamente vicino a Thoth, l'altro dio luna, egli è geometra del tempo, l'asse mistico delle misure, il metro campione. Ogni notte egli fa rivivere il mistero della vita e della morte, lo stato primitivo del re del mondo. Nel corso del Nuovo Regno K. diventa anche dio guaritore, che restituisce la salute, nella notte delle cripte, attraverso il rito di incubazione. Porta il collare Menat di Hathor (v.), promessa dell'eterno miracolo della vita. Mummia vivente, il dio K. prova l'irreversibilità del dono divino dell'esistenza. "Khonsu, tu sei il signore della gioia. Il Nefer-Hotep, il perfetto riposo che prepara il ritorno della vita".

Kipling Rudyard: Scrittore inglese (1865-1936). Figlio del sovrintendente al museo di Lahore, nel Punjab (India), dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse in Inghilterra, visse dieci anni in India come giornalista (1882-1892). Esordì con avvincenti schizzi impressionistici di vita indiana, stilisticamente concisi fino a rischiare di apparire oscuri. Le opere successive, di maggior respiro, non raggiungono la stessa intensità narrativa, ma dispiegano vivissime qualità di immaginazione ed un esuberante senso del pittoresco (Il libro della giungla, 1894; Il secondo libro della giungla, 1895; Kim, 1901). La vastissima produzione di K. comprende anche tre volumi di liriche (Ballate di caserma, 1892; I sette mari, 1896; Le cinque nazioni, 1903), che esaltano la missione del popolo inglese, secondo la visione imperialistica dello scrittore, apportatore di civiltà alle razze "inferiori". Nel 1907 K. fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Era stato iniziato alla Massoneria nel 1886, presso la Loggia Hope and Perseverance di Lahore, con dispensa speciale non avendo ancora compiuto i ventuno anni d’età, e venne immediatamente elevato al Grado di Maestro, e nominato Segretario di Loggia. L’anno successivo K. ricevette il grado del Mark Master e, nel 1888, quello di Royal Ark Mariner. Al ritorno in Inghilterra fu tra i membri fondatori delle Logge Builders of the Silent Cities n. 4948, ed Authors n. 3456. La storica Loggia Canongate Kilwinning n. 2 di Edinburgo lo nominò "poeta-letterato". Molta della produzione di K. è orientata in senso massonico. Oltre che in poesie note, come Mother Lodge (v. Loggia Madre), composta durante una permanenza nel Vermont (U.S.A.), e The Widow at Windsor (La vedova di Windsor), K scrisse anche vari racconti, quali The Man who wound be King (L’uomo che volle essere re) e In the interest of the Brethren (Nell’interesse dei Fratelli). Ma troviamo motivi massonici disseminati nell’intera sua produzione, come per esempio in Kim. Robin Carr, scrittore e critico letterario massone, scrisse che "Il fratello K., nel suo racconto "L’uomo che volle essere re", narra la storia di due avventurieri, ambientata nell’India coloniale. I due, soldati inglesi, raggiungono l’impervio Kafiristan per fondarvi un regno, modellato sul governo di una Loggia, per sfruttare l’autorità sacrale delle usanze massoniche e così tenere meglio in pugno le popolazioni indigene. I due però scopriranno che l’Arte Reale ed i suoi simboli sono già noti lì, e dopo burrascose vicende uno dei due, il "capo", verrà decapitato, mentre l’altro riuscirà a fuggire portando con sé il cranio del compare e la propria folla. Il racconto è visibilmente didascalico. Esso dissuade dall’uso della Massoneria come potere in quanto incompatibili tra loro, e ricorda che essa è universale, per cui i Fratelli devono sempre incontrarsi sulla "Livella".

Kippur: Termine ebraico dal significato di espiazione, che definisce il digiuno rituale della durata di 24 ore, praticato nel decimo giorno dell’anno, nel mese di tishri (settembre-ottobre). Durante il K. i peccati del popolo venivano simbolicamente scaricati attraverso l’imposizione delle mani sul capo di un capro (v. Capro espiatorio), che veniva poi sospinto dal Sommo Sacerdote nel deserto. "Il Signore disse ancora a Mosé: "Il decimo giorno del settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una santa convocazione, vi mortificherete ed offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro; poiché è il giorno dell’espiazione, per espiare per voi davanti al Signore, vostro Dio"" (Levitico 23, 26-28).

Kohlo: Denominazione di un Convento Massonico tenutosi nel maggio 1772 nel castello di Bruhl a Kohlo, nella Bassa Lusazia. Tra l’altro vi fu deciso di affidare la suprema direzione dell’Ordine della Stretta Osservanza Templare ad un unico capo, conosciuto e visibile: il duca Ferdinando di Brunswick, "Eques a Victoria", Magnus Superior Ordinis, fino alla sua morte (1797). Si rinunciò poi ad approfondire il mistero dei Superiori Incogniti, a cui il barone von Hund diceva di dover prestare obbedienza.

Krausismo: Dottrina filosofica e sociale elaborata dal filosofo e massone tedesco Karl Christian Friedrich Krause (1781-1832), nel clima del kantismo e del contemporaneo idealismo di Fichte e di Schelling. Attraverso tale dottrina egli tentava una difficile riconciliazione tra il teismo ed il panteismo. Il suo pensiero, espresso nelle Vorlesungen über das System der Philosophie (Lezioni sui sistemi di filosofia, 1828), conobbe una grande notorietà al di fuori della Germania, dapprima in Belgio grazie all’opera di diffusione svolta da H. Ahrens, ma soprattutto in Spagna. Qui il K. annovera tra gli studiosi più attivi Sanz del Rio, Salmeron y Alonso, Federico e Fernando de Castro, Francisco Giner de Los Rios ed altri; attraverso la loro opera molte delle risonanze di questa dottrina concorsero a vivificare le opere di vari scrittori e poeti spagnoli, come Clarin (Leopoldo Alas), Miguel de Unamuno, nella cui concezione dell’Uomo concreto, ovvero dell’uomo in carne ed ossa, è evidente la matrice krausiana, ed infine Antonio Machado, la cui poesia crea un clima di autentica comunanza, richiamando alla mente l’Alleanza Universale vagheggiata da Krause. Enrique Menendez Urena, attualmente docente presso l’Università "Comillas" di Madrid, scrive tra l’altro: "Il K., movimento di pensiero filosofico chiaramente massonico, è l’unico caso importante di una filosofia avente un’influenza pratica i vari paesi, soprattutto latini, una filosofia che è inconsciamente massonica. Tale filosofia si impernia su una concezione armonica dell’Universo e della società umana; attraverso un attento studio dei documenti, Krause tenta di dimostrare come la Fratellanza massonica sia da considerare l’unica istituzione storica che si sia occupata in modo consistente di quanto interessi l’essere umano come uomo, e di quanto rende l’uomo profondamente umano. La sua concezione filosofica sfocia nell’Alleanza dell’Umanità, la quale non è altro che la terza tappa della Fratellanza massonica. Infatti come la Massoneria è passata dalla fase operativa a quella speculativa, ora dovrà compiere un ulteriore passo avanti, superando la fase speculativa per passare a quella dell’Alleanza dell’Umanità. Proprio in quest’ultima fase si dovrà attuare una profonda trasformazione della Società. Tutte le istituzioni che operano nella società rappresentano solo un suo aspetto: lo Stato rappresenta il Diritto; la Chiesa la Religione; La Scuola l’Educazione; la Scienza il Progresso, e così via. Alla Massoneria è affidato il compito di vegliare affinché nessuna di tali istituzioni invada il campo dell’altra. Perché ciò avvenga, è necessario che la stessa Massoneria non si comporti essa stessa come un’istituzione dispotica, come d’altra parte è avvenuto nel decorso della storia, prima da parte della Chiesa, con la Teocrazia, ed in seguito da parte dello Stato, con l’Assolutismo. Fulcro di tale organismo, definito appunto Alleanza dell’Umanità, dovrebbe essere costituito da una Costituzione Comunitaria, basata sul principio del rispetto più assoluto dell’uomo verso il fratello uomo, principio che svela l’alta e profonda connotazione etico-sociale che caratterizza ed irrobustisce il pensiero K.". Analogo tema venne trattato parallelamente al K. attraverso un complesso filtro teologico, sfociato poi nel Panenteismo (v.).

-Kremmerz Giuliano: Al secolo Ciro Formisano, nacque a Portici (Na) l'8 aprile 1861, da una famiglia della piccola borghesia. Indirizzato agli studi classici, sin dall'adolescenza manifesto' un irresistibile amore per l'umanesimo e per le ricerche parapsicologiche, che ai suoi tempi si identificavano quasi del tutto con lo Spiritismo, dimostrando grande attitudine di scrittore, che lo condusse a scrivere il primo articolo letterario all'età di soli 19 anni. Suo maestro e guida spirituale fu l'occultista ed amico di famiglia Pasquale De Servis, uomo dotato di eccezionali poteri di guaritore, destinato a svolgere un'influenza decisiva sulla sua formazione iniziatica ed ermetica. Dopo la morte del padre, Ciro Formisano, non ancora diciottenne, spirito libero e attratto dal fascino dell'avventura, emigro' per la prima volta in Argentina, centro di Spiritismo e terra aperta ad ogni nuova idea, dove completo' i suoi studi, laureandosi in Medicina. Dopo qualche anno, ritornato in patria, fu testimone con il De Servis della terribile epidemia di colera, che nel 1884 decimo' la popolazione di Napoli, maturando la fervida convinzione che i poteri della mente, sviluppati con le pratiche dell'Ermetismo, dovessero essere posti al servizio dell'umanità, per liberarla dai mali non ancora dominabili con la medicina tradizionale. Sposatosi con Anna Beato, ebbe tre figli, un maschio e due femmine, ma dopo la morte del suo maestro fu spinto a tornare in Argentina, dove aveva ancora amicizie e relazioni d'affari. Questo secondo soggiorno in sud America, che può fissarsi tra il 1888 ed il 1895, gli frutto' grandi ricchezze, sia per la sua attività di medico e di guaritore, che per alcuni fortunati investimenti, che gli permisero di rientrare in Italia con una grossa fortuna, generosamente utilizzata per le sue disinteressate imprese. In Argentina Ciro Formisano condusse vita avventurosa, traversando regioni ancora selvagge e trovandosi persino compromesso in eventi rivoluzionari, che lo spinsero alla fuga, costringendolo a riparare in Bolivia per sottrarsi alla fucilazione. Rientrato definitivamente in Europa, visse in Italia tra il 1895 ed il 1912, soggiornando preferibilmente a Napoli e a Bari, città nella quale avevano trovato marito le sue figlie. Fu a Bari che condusse i suoi primi esperimenti terapeutici con la Catena Terapeutica di Miriam, così denominata in omaggio alla tradizione cabalistica, fondando l'Accademia Pitagora destinata a divenire, negli anni successivi, il centro propulsore del suo insegnamento Alla fine però, ammalatosi gravemente il suo unico figlio, abbandonò l'Italia trasferendosi con la famiglia nel Principato di Monaco, a Beausoleil, dove visse vita ritirata proseguendo la sua opera di medico e mantenendo fitti rapporti di corrispondenza con molti amici e discepoli. Morì il 7 maggio 1930 per embolia cerebrale, spegnendosi dolcemente durante il sonno. Ciro Formisano era un uomo di bella presenza. Non alto, robusto, di costituzione forte ed energica, non perse mai la tipica cadenza napoletana e l'innato ottimismo, specie nell'ascenso spirituale dell'uomo. Di carattere dolce ed equilibrato, sottilmente ironico e spesso scherzoso, celava una profonda conoscenza della psiche e dell'anima umana. Dotato di profonda cultura umanistica e mitologica, discorreva di filosofia col sereno distacco e la convinzione di chi ha raggiunto le sue certezze, specie sulla sopravvivenza dopo la morte e sulla reincarnazione. Animo nobile e coraggioso non esitò, già anziano, a salvare una donna che stava per essere travolta da un'automobile, riportando una grave frattura alla spalla, che lo impacciò nello scrivere per il resto della vita. Con lo pseudonimo di Giuliano Kremmerz, Ciro Formisano scrisse prevalentemente per Riviste di Esoterismo. Fra il 1897 ed il 1899 si dedicò alla stesura del "Mondo Secreto", periodico di Occultismo nel quale illustrò, con mirabile chiarezza, le basi della filosofia ermetica. Tra il 1911 e ed il 1912 collaborò al "Commentarium" ed alla Rivista napoletana "Il Mondo Occulto". Prima del 1904, compose l'operetta "La Porta Ermetica" e i nove "Dialoghi", di cui i due ultimi furono pubblicati postumi. Tra le Opere minori, vanno ricordate "Angeli e Demoni dell'Amore", "Cristo, la Magia e il Diavolo", "I Tarocchi", "Medicina Dei" e vari appunti di Opere non compiute o appena tratteggiate, come il libro "Delle Stelle e dei Soli", di cui un brano riportò in una nota marginale del "Mondo Secreto". Le Opere di Giuliano Kremmerz furono raccolte nel volume "Avviamento alla Scienza dei Magi" e nel compendio "Opera Omnia". Tra le numerose edizioni, da ricordare la "Scienza dei Magi", edita dalle Edizioni Mediterranee di Roma.

Kronos: Oppure Crono, dal greco kronos, tempo. È l'epiteto con cui viene identificato il dio Saturno, che ne era la personificazione. Gli viene attribuita la leggenda secondo cui divorava i figli appena gli nascevano. Alla sua voracità la moglie aveva sottratto Giove, Nettuno, Giunone e Plutone, facendogli ingoiare delle pietre in loro vece. Quando Giove lo privò del trono, riparò in Italia, ospite del dio Giano, dove si sistemò sulla riva del Tevere opposta al Gianicolo, fondandovi la città di Saturnia. Lì avviava un dominio tanto saggio ed equo da essere ricordato come età dell'oro, trascorsa in piena concordia con l'altro re Giano. In alcune monete è ritratto sul verso, mentre sul tergo è raffigurata la nave sulla quale sarebbe giunto sulle rive del Tevere. Gli fu consacrato uno dei più antichi tempi romani, nel quale tra l'altro si conservava il tesoro dello Stato. Veniva raffigurato da un vegliardo dalla lunga barba bianca, con grandi ali spiegate, con in mano una falce ed una clessidra (v. Moloch).

Krshna: In sanscrito significa nero. Impropriamente denominato anche Krishna, è una divinità dell'induismo. Mitico eroe della tribù degli Yadava, figlio di Vaduseva e di Devaki, nel poema Mahabharata aiuta i Panduidi contro i Kuruidi. Fu divinizzato in un'epoca imprecisabile, ma già nella Bhagavad-Gita, parte del poema citato, appare come avatara (incarnazione) di Visnù. Come tale è adorato dalla setta dei Bhagavata (dal sanscrito Bhagavat, beato, appellativo di K.), che rientrano nella corrente religiosa indù che va sotto il nome di bhakti (devozione). Per i membri di quella setta il dio K. è il pastore (govinda), amante ed amato dalle pastorelle (gopi), simbolo delle anime. La sua favorita è Rahda, ed i loro amori hanno ispirato Jayadeva (XII secolo) che li ha cantati nel Gitagovinda. Caitanya, grande mistico bengali, nel XVI secolo canta l'abbandono fiducioso e commosso dello spirito al dio K. L'iconografia raffigura K. con la carnagione scura e vestito di rosso. Sul capo porta il kirita, un copricapo simile ad una tiara, oppure ha i capelli acconciati su un alto chignon. Tiene nella mano destra un bastone ricurvo, mentre il braccio sinistro è flesso, con il palmo della mano rivolto in fuori. Talvolta regge una conchiglia (sankha) con la mano destra.

Kulturkampf: Termine dal significato di lotta per la cultura, o meglio Lotta per la civiltà. Tale definizione deriva da un’espressione usata nel corso del dibattito parlamentare del deputato liberale Virchow sulla politica di ostilità verso la Chiesa cattolica realizzata dal cancelliere Bismarck in Germania, dal 1872 al 1878. I cattolici, dopo la proclamazione dell’impero tedesco, rappresentavano circa un terzo della popolazione, e nonostante che il loro atteggiamento politico, rappresentato dal Centro, fosse fondamentalmente lealista, erano sospettati dalla classe dirigente prussiana di tendenze separatiste, effettivamente molto forti in Baviera, nonché di eccessive simpatie per l’impero asburgico e per la Francia. Si aggiunga la volontà del potente cancelliere di accentramento amministrativo, che non poteva che scontrarsi con i tradizionali privilegi ecclesiastici, ed il suo desiderio di allearsi con l’Italia, il cui governo era in rotta con il papato per la questione romana. Le ostilità con la Chiesa di Roma cominciarono con l’appoggio che il governo tedesco diede al movimento separatista dei "vecchi cattolici", che rifiutava il dogma dell’infallibilità (v.) papale. Nel 1872 venne nominato ministro agli affari ecclesiastici l’anticlericale A. Falk, e vennero subito adottati vari provvedimenti che provocarono la rottura delle relazioni diplomatiche con il Vaticano. Tra il 1873 ed il 1875 furono votate le cosiddette leggi di maggio, che sancivano la chiusura di molti seminari, l’obbligo per gli ecclesiastici di ottenere un titolo di studio statale, il diritto di appello presso i tribunali civili contro le sentenze delle corti vescovili, l’affidamento dell’amministrazione delle parrocchie ad organismi laici, l’espulsione di tutte le congregazioni non ospedaliere, e l’istituzione del matrimonio civile. Contro gli oppositori si procedette duramente: Mons. Ketteler, il primate polacco Mons. Ledòchowsky ed oltre 600 preti furono incarcerati. L’ascesa al soglio pontificio di Leone XIII, che aveva un atteggiamento più conciliante del suo predecessore Pio IX, le pressioni dei conservatori tedeschi e dello stesso imperatore, lo stabilizzarsi della situazione europea, nel 1878 portarono ad un’inversione di tendenza: il Falk venne congedato, e tra il 1880 ed il 1887 furono votate le leggi della pace, che abolivano la legislazione anticlericale, conservando soltanto il matrimonio civile.

-Kundalini: Termine sanscrito che significa attorcigliato a forma di anello, ovvero compatto. Nelle religioni indiane ed estremo orientali indica il potere sottile, vitale e magnetico presente allo stato potenziale in ogni essere umano. Risiede alla base della colonna vertebrale, presentandosi come un serpente avvolto su se stesso. La sua azione viene esercitata attraverso atteggiamenti rituali particolari, che producono correnti speciali capaci di attivare i centri vitali, o chakras (v.). È il metodo adottato da varie discipline orientali per trasformare energie puramente fisiche in possenti energie spirituali (v. Mantra).