Halloweens: Denominazione di un grande festival esoterico parte della Magia Odinica (v.), con il quale inizia l’anno e l’inverno esoterico, e verrebbe avviata l'intera Opera. È quindi considerata tappa fondamentale ed appuntamento che gli adepti non possono perdere. Denominato anche Samhain, viene tenuto il 31 ottobre, ed è definito schema della Grande Opera (v.). Viene simboleggiato da una figura, attraverso la quale è evidenziata la sintesi del processo alchemico. Due Atlanti reggono il Globo terracqueo, che rappresenta lo spazio chiuso (interiore) dell'Atanor (il vaso dell'Artista), ad indicare l'importanza titanica dell'Opera. Sotto un Drago tetracefalo mostra le quattro intensità dell'Unico Fuoco. Subito sopra Mercurio tiene legati due animali (il Leone verde, lunare, ed il Drago solare), che rappresentano la prima separazione nella materia prima (come il re e la regina nella fonte). Il tutto rappresenta la "disposizione di partenza", ossia la materia da perfezionare con l'Arte. Subito sopra inizia il processo, il soffio divino (Halloweens). Le quattro parti dell'Artiphex (il Leone e l'Aquila a 3 teste) iniziano a fluidificarsi. Nel cerchio più sopra si ha la putrefatio (Saturnali, festival di Yula, 21 dicembre) e la purificazione {Candelora (v.), festival di Imbolc, 2 febbraio}. La sostanza purificata si divide in quattro parti: (Equinozio, festa di Vernal di mezza primavera, 21 marzo); congiunzione delle due Sfere opposte bivalenti {Calendimaggio (v.), festa di Deltane, inizio dell’estate esoterica, 30 aprile} a formare una matrice viva, in cui discende un secondo fluido divino dal Cigno (giorno di San Giovanni, festa di mezza estate, 24 giugno). Infine troviamo la Sfera del Frutto Maturo, con Re e Regina che recano in mano simbolici fiori (il Raccolto, festa di Lugnasadh, inizio dell’autunno esoterico, 31 luglio). Alla sommità di tutto vola la Fenice che rinasce dalle proprie ceneri (Michael Superno, festa di Harvest Home o di mezzo autunno, 29 settembre). v. Libavius, Alchymia (1606).

Hapi: Antica divinità egiziana, il cui geroglifico significa il saltellante. È il potere fecondante del Nilo, costituito dal suo limo portato e cosparso dalla piena annuale. Il dinamico H. risveglia periodicamente il vecchio paese di Kemit, lo fertilizza e gli porta abbondanti raccolti. I flutti generosi della piena evocano le acque originarie del Nun, la nascita del mondo. L'aspetto di H. sottolinea il suo ruolo demiurgico. Come tutti i demiurgi, egli è padre e madre, ha il corpo di un grassoccio androgino, con pesanti mammelle, un'acconciatura di papiri, le braccia cariche di acquamanili, di fiori, di frutta e di pesci. La sua immagine è ripetutamente riportata sui registri inferiori delle pareti dei templi. "Tu sei l'immagine del Nilo, metà uomo e metà donna; l'acqua è uomo, la terra irrigabile è donna".

Hasepsowe: Denominazione alternativa della più famosa tra le regine assunte al trono faraonico nell’antico Egitto. Di norma viene chiamata Hatshepsut (v.). Il duplice nome è conseguenza delle diverse interpretazioni dei cartigli riportanti il suo nome, piuttosto scarsi poiché quasi tutti distrutti per ordine dei faraoni Tuthmosis III e da Ramses II il Grande..

Hashimiti: Nome con cui vengono designati, nella civiltà musulmana, i discendenti di Hashim ibn ‘Abd Manaf, antenato di Maometto, e quindi i discendenti di quest’ultimo. La famiglia degli H. ha retto fino ad epoca recentissima lo sceriffato ereditario della Mecca. Appunto uno sceriffo della Mecca, al-Husain, diede vita nel 1916 ad un movimento di indipendenza contro l’Impero ottomano, fondando una dinastia che viene comunemente indicata con il nome di dinastia hashimita (od hashemita). Essa ha regnato in Iran fino al 1958, e regna tuttora in Giordania.

Hassidismo:  v. Chassidismo.

-Hathor: Antica divinità cosmica egiziana, Hat-Hor, dimora di Horus, suo divino compagno, la casa del Verbo che funge da specchio e permette al dio falco di manifestarsi. Il suo aspetto è quello di una splendida fanciulla, acconciata con corna di vacca disposte a lira, che servono da scrigno all'astro solare. Può sorgere da un boschetto di papiri sotto forma di graziosa giovenca, oppure manifestarsi come una donna con orecchie di vacca. Vacca del Cielo, H. è la dea che partorisce il sole dopo averlo portato in grembo per l'intera notte. Questa funzione procreatrice fa di lei l'equivalente femminile di Ra. La sua iconografia polimorfa è molto complessa: la vacca evoca la tenerezza materna, la leonessa è il furore ed il serpente l'imprevedibilità. Il suo tempio principale è situato nell'Alto Egitto, a Dendera. "È la sede del cuore, una casa simile al cielo". Un santuario la cui emozionante bellezza è ad immagine della dea. Nella triade di Dendera, H. è la madre, Horus il padre, ed Ihy il figlio musico detto anche Harsomtus. H. è la protettrice dei paesi stranieri, la signora del Turchese nel deserto minerale del Sinai, Vitello d'oro dell'Esodo. Come signora dell'occidente e protettrice della necropoli tebana, porta sul capo il geroglifico dell'ovest ed il falco. Suoi attributi sono la corona, la clessidra, il vaso di latte (rito di adozione), il pilone del tempio, e soprattutto lo specchio, il sistro ed il collare Menat. Lo specchio è l'acqua della giovinezza, il sistro (gioia e resurrezione) fa svanire le tenebre, il collare Menat dalle proprietà curative, simboleggia il corpo della dea e viene offerto agli iniziati della luce. La dea maga H., contemporaneamente femminilità materna, luminosità dell'oro, bellezza giovanile, calore e vita, conosce i segreti degli dei, e può trasmetterli agli uomini. "In un luogo puro mi siederò per terra, sotto il fogliame della palma della dea Hathor, che abita nel Disco spazioso quando esso avanza in Eliopoli, con i libri delle parole divine, gli scritti di Thoth".

--Hatshepsut: Denominata anche Hasepsowe, è il nome della più famosa tra le cinque regine assunte al trono faraonico nell’antico Egitto. H fu una regina egiziana della XVIII Dinastia (ca. 1490-1468 a.C.), figlia di Tuthmosis I e sposa del fratellastro Tuthmosis II. A questi successe il nipote Tuthmosis III, figlio del defunto faraone e di una concubina, sottoposto però alla tutela di H., che regnò poi da sovrana con l’appoggio del clero tebano, del visir Hapuseneb, dell’architetto reale Senmut e di Tuti, intendente di Amon, anche quando il legittimo re uscì dalla minore età. I sacerdoti di Amon, in cambio di una loro maggiore influenza, crearono per lei il mito della teogamia (v.). Il dio Amon, possedendo il corpo del faraone Tuthmosis I, si sarebbe unito alla regina Ahmesed, e questa avrebbe concepito H. Con tale spiegazione si attribuiva alla sovrana un’origine divina, e quindi anche il diritto a governare come faraone. H. abbandonò la politica imperialista del padre per favorire il commercio con i paesi confinanti, e soprattutto con la lontana terra di Punt (Opone). Voleva essere riprodotta nelle statue con gli attributi regali maschili, compresa la barba rituale, spesso adottando fattezze dell’altro sesso, anche se dai suoi titoli fece eliminare quello di "toro possente". Fece erigere alcuni grandi monumenti nel complesso dedicato al dio Amon a Karnak (v.), ed in altre località del paese. La regina fu una delle poche donne rappresentate come sfingi, le creature antropomorfe create dai sacerdoti di Eliopoli. Il suo favorito Senmut costruì il suo grandioso tempio funerario a Deyr el-Bahri, nei pressi di Tebe, sulle cui pareti è rievocata la nascita di H. (nel cartiglio uno dei suoi nomi reali, Maatkare) ad opera di Amon. Si tratta di una costruzione strutturata a terrazze, secondo il modello del tempio di Mentuhotep; ogni terrazza presentava un portico, i cui pilastri erano in armonia con la disposizione verticale delle rocce del dirupo retrostante. L’edificio era circondato da un ricco giardino, di cui è scomparsa ogni traccia. Quasi tutte le raffigurazioni rimaste di H. presentano la regina in compagnia di Amon, il dio protettore della monarchia, che la difendono riconoscendone l’origine divina. Alla morte della regina, salì al trono il figlio Tuthmosis III, che fece togliere il nome della defunta regina da tutti i monumenti e distruggerne le statue. Durante il regno di Ramses II il Grande, la memoria di H. venne quasi interamente cancellata.

Hefron:  Antica città della Palestina ubicata nei pressi di Gerusalemme. Secondo la Bibbia (Genesi 25, 7-8) fu nelle sue vicinanze che venne sepolto dai figli Isacco ed Ismaele il patriarca Abramo. Per sette anni fu residenza di re Davide, ed in essa Assalonne si ribellò al padre David (II Re). In H., citata nella Bibbia con il nome di Arba Kariat, nacque San Giovanni Battista.

Helciti:  Setta eretica diffusasi nel VII secolo, i cui seguaci sostenevano che Dio poteva essere degnamente glorificato e venerato soltanto attraverso la danza. Tale credenza era basata su alcuni Salmi dell'Antico Testamento, come nel Salmo 149, 3-5: «Cantate a Dio un cantico nuovo. Lodino il nome suo con danze, plaudano a Lui sui timpani e le cetre»; oppure nel Salmo 150, 2-4: «Lodate Dio nel suo santuario. Lodatelo al suono delle trombe, lodatelo sull'arpa e sulla cetra, lodatelo coi timpani e colla danza».

Heliopolis: Nome alternativo di Eliopolis od Eliopoli, città dell’antico Egitto (v.).

Henoticon:  Termine greco (Henotikon), dal significato di unione, che indica un editto emanato dall'imperatore Romano d'Oriente Zenone nel 482, allo scopo di unificare la fede dei sudditi e, in particolare, per comporre la vertenza tra monofisiti (v.) ed ortodossi (v.) sulla duplice natura di Cristo. Nel 484 l'editto fu condannato da papa Felice III, poiché il suo estensore, il patriarca di Costantinopoli Acacro, non era riuscito a chiarirvi la questione centrale, ovvero proprio le due nature di Cristo.

Hermes: Anche denominato Ermes, od Ermete, è il nome greco del latino Mercurio (v.), ritenuto figlio di Giove e di Maya, nato sul monte Cillene, in Arcadia. Da questo particolare gli è stato attribuito l'epiteto di Cillenio. Molteplici sono le genealogie, le avventure e gli attributi che lo riguardano. I più interessanti ed importanti sono però due: il primo si identifica con l'egizio Thoth, ministro di Osiride, che alla sua partenza per la conquista delle Indie gli avrebbe affidato il governo dell'Egitto. E Thoth l'avrebbe fatto prosperare nelle arti e nel commercio, insegnando ai sudditi l'arte di misurare le terre quando i confini si confondevano ancora spesso a causa dei periodici straripamenti del Nilo, e soprattutto inventando l'uso dei caratteri geroglifici. L'altra versione che lo fa appunto figlio di Giove e di Maya gli ricama addosso varie favole affascinanti che lo interessano fin dalla nascita. Aveva infatti poche ore di vita quando sulla riva del Nilo trovò un guscio di tartaruga, in cui praticò alcuni buchi dove fece passare delle cordicelle di lino, realizzando così la prima cetra. Durante lo stesso giorno approfittò del sonno di Apollo per rubargli cinquanta giovenche, che poi nascose. Al risveglio Apollo sospettò subito di H. e lo condusse al cospetto di Giove. Questi intuiva quant'era accaduto, per cui richiedeva ad H. di aiutare Apollo a ritrovare le giovenche. H. ovviamente le ritrovava subito, ed Apollo lo stava rimproverando quando s'accorse che il mariuolo gli aveva sottratto sotto il naso il turcasso con le frecce. Disarmato dalla scaltrezza del bimbo, scoppiò in una fragorosa risata e lasciò ad H. le giovenche. H. lo ricambiò donandogli la cetra appena costruita. Così Apollo da pastore si fece musico, mentre H. s'improvvisò pastore, prima ancora che terminasse il suo primo giorno di vita. H. era così preconizzato quale protettore dei ladri e, per estensione, dei commercianti. Le attribuzioni dategli dalla mitologia sono così tante che nessuno degli dei sarebbe stato tanto sovraccarico di cure e di uffici. Egli fu soprattutto considerato il confidente ed il messaggero degli dei dell'Olimpo.