Escatologico: Termine derivato da Escatologia (v.), quindi riferito alla parte della teologia sistematica e dogmatica che tratta delle realtà ultime: morte, giudizio universale, cielo, inferno, fine del mondo. In senso filosofico più generale, riguarda quella parte della riflessione relativa al fine ed al destino dell'uomo.

Esculapio: Divinità romana derivata dal dio greco della medicina Asclepio (v.). Il suo culto fu introdotto in Roma nel corso del III secolo a.C., ed era venerato in un tempio costruito nell’isola tiberina, associato alla dea Salus.

Esdra:  Sacerdote e capo spirituale del giudaismo babilonese (dall'ebraico ‘Ezra, Dio aiuta). Secondo il racconto del libro omonimo (7, 7), E. sarebbe ritornato a Gerusalemme nel 458 a.C. con 1500 giudei e 238 leviti. Tra i suoi atti è specialmente importante il rinnovo dell'alleanza attraverso l'osservanza della Legge e lo scioglimento dei matrimoni misti. Libro di E. e Neemia: nel canone ebraico tra gli Agiografi, nel canone cattolico segue Cronache, ed è diviso in E. e Neemia, o Esdra I e II. Racconta il ritorno degli ebrei da Babilonia dopo la promulgazione dell'editto di Ciro (538 a.C.). Esso si divide in quattro parti: · E. 1-5, con l'editto di Ciro, il rimpatrio di un primo gruppo di ebrei e l'inizio della ricostruzione del Tempio di Gerusalemme; · 7-10, il rimpatrio di E. con un secondo gruppo; · Neemia 1-7, il rimpatrio di Neemia e la ricostruzione della città; · 8-13, le riforme religiose e politiche. La parte più importante è proprio quest'ultima, sia dal punto di vista religioso che da quello storico. Forse è da attribuirsi allo stesso autore di Cronache (IV-III secolo a.C.), che poté servirsi sfruttare le memorie personali di E. e di Neemia. È redatto in ebraico, ad eccezione dei documenti in aramaico. Esistono due apocrifi di E., uno di contenuto religioso, forse della stessa epoca del libro canonico, e l'altro noto come IV Libro di E., di genere apocalittico, del I secolo d.C.

Esegesi:  Termine derivato dal greco exhghsiz, da exhgeomai, guidare, spiegare, interpretare. Designa l'interpretazione critica degli antichi testi letterari, legali, scientifici, sacri, ecc. Per quanto riguarda l'E. giuridica, essa si identifica con la «glossa».La più importante delle forme di E. è indubbiamente quella biblica, nata dalla convinzione che la Bibbia non potesse essere compresa senza una forma di E. Regole particolari dell'interpretazione biblica vennero codificate nelle Encicliche Providentissimus Deus (1893) di papa Leone XIII, Divino afflante spiritu (1943) di Pio XII, e la Dei Verbum del 1965, dal Concilio Vaticano II. Punti fondamentali da cui un cattolico non può prescindere sono: · l'insegnamento della Chiesa, unica e legittima interprete della Bibbia; · l'insegnamento concorde dei Padri della Chiesa; · l'analogia fidei, ovvero quell'armonica corrispondenza che illumina un passo biblico attraverso e coll'aiuto di un altro, non introducendo mai alcuna contraddizione.

Esegeti:  Denominazione attribuita agli oracoli (v.) dell'antica Grecia, mentre la religione cristiana definisce così gli interpreti ed i commentatori delle Sacre Scritture. I più grandi E. cristiani sono stati: Origene (v.) di Alessandria (185-284), San Giovanni Crisostomo (344-407) e San Girolamo (347-420). Nel Medioevo l'E. venne abbandonata quasi del tutto. Sarebbe rifiorita nel corso del XVIII secolo, allorché furono gettate le basi per una nuova interpretazione della Bibbia attraverso lo studio della lingua ebraica e di tutte le lingue semitiche. Tra i vari indirizzi esegetici troviamo: · il morale, che trascura le parti storiche della Bibbia valorizzando soltanto i passi contenenti puri principi morali; · lo storico psicologico, per il quale la Bibbia va interpretata in modo naturalistico; · il mitico, che considera i miracoli unicamente come miti; · il positivistico, che respinge quanto risulta di natura metafisica, accettando soltanto quanto è spiegabile attraverso l'uso della ragione.

Esicasti:  Termine derivato dal greco Hsucastai, a sua volta connesso a hsucia, quiete, tranquillità, che definisce i seguaci di una dottrina (esicasmo) di carattere ascetico-mistico, diffusa nel cristianesimo orientale, specialmente fra i monaci del monte Athos (v.). L'esicasmo comprende elementi contemplativi che si richiamano al mondo indiano. Gli E. so proponevano di raggiungere l'estasi, capace di ammetterli ad un'introspezione in grado di renderli partecipi della gloria divina, attraverso la prolungata contemplazione dell'ombelico (onfaloscopia), accompagnata dalla recita di espressioni iterate (giaculatorie, come «Signor Gesù Cristo, abbi pietà di noi»). Tipico prodotto dell'ascetismo sinaitico e, più generalmente, del misticismo orientalizzante, la dottrina degli E. fu al centro di vivaci polemiche tra Gregorio Palamàs (ed i palamiti) ed il monaco Barlaam il Calabrese, dividendo l'impero bizantino per circa un decennio (1341-1351).

Esistenza: Vita terrena o fisica. Secondo la filosofia tradizionale, E. indica la realtà materiale provvista di forma, lo stato delle cose al di là delle loro cause, la condizione di oggettività contrapposta all'essenza. Il termine E. è straordinariamente ricco di significati. Malgrado tale ricchezza, l'esistenza sfugge ad ogni soddisfacente definizione, pur rimanendo chiara ai nostri occhi nei suoi vari aspetti. Qualora si tenti di afferrarne il significato globale, allora ci si perde completamente. L'E., nella sua globalità, appare essere simile ad un campo di energie, entro il quale spaziano le nostre singole esistenze per il periodo concessoci dalla durata della nostra vita. Tutti noi percepiamo con sufficiente chiarezza la nostra stessa E.. Perciò si percepisce un sottile legame implicito di correlazione fra l'E. ed il tempo. Generalmente, nella nostra interiorità, si considera implicitamente l'E. come un fatto dinamico, che segue la freccia del tempo. Si propone allora all'attenzione della nostra coscienza anche un altro aspetto particolarmente sottile, sul quale raramente succede di soffermarsi per riflettere. Nei nostri pensieri siamo genericamente portati a legare il nostro Io all'E., proprio nello stesso modo con cui colleghiamo il soggetto di una frase con il verbo. È così che trascuriamo l'unicità della verità costituita dalla nostra identità interiore. Un attentato criminale alla natura superiore di ogni essere umano.

Esodo: Termine derivato dal greco exodoz, uscita: secondo dei cinque libri del Pentateuco (v.). Dalle sue parole iniziali il titolo ebraico è semot, nomi. Essi si ricollega con lo storico E. e, dei benè Isra’el (figli d’Israele) dall’Egitto. Gli ebrei, entrati in Egitto forse al seguito degli Hyksos (v.), ridotti poi in schiavitù, ne uscirono dopo 430 anni sotto le guida del loro capo Mosè, all’epoca del faraone Meneptah, figlio primogenito di Ramesse II il Grande (metà XII secolo a.C.). L’itinerario seguito per arrivare alla penisola del Sinai sembra essere stato quello tra il golfo di Suez ed i laghi Amari. L’E. si suddivide in tre parti: · 1) avvenimenti che preparano la liberazione del popolo d’Israele; · 2) il viaggio dal Mar Rosso al Sinai; · 3) la stipula dell’Alleanza, il dono della Legge e la costruzione del Tabernacolo. Dal punto di vista nazionale è considerato il libro della libertà e del patto, perché vi si narra la formazione del popolo e la sua presa di coscienza di popolo consacrato. La tradizione ne attribuisce la stesura allo stesso Mosè. Studi recenti, basati su ritrovamenti sumeri, babilonesi, assiri, hittiti ed ugaritici, tendono a ricostruire l’umità relativa del pentateuco, facendo risalire la redazione dei primi quattro libri ad epoca davidica o salomonica (XI-X secolo a.C.) con aggiunte posteriori. Il racconto dell’E. sarebbe il nucleo centrale intorno al quale si sarebbe formata l’opera storico-leggendaria del Pentateuco. Il libro è in prosa, salvo il Canto del mare (15), una lode a Dio per il miracolo del mar Rosso, di cui alcune parti potrebbero risalire al XII secolo a.C.

Esogamia: Costume tribale di alcune popolazioni primitive, per cui il coniuge deve essere scelto al di fuori della propria parentela, clan, fratria, tribù, ecc. L’E. può assumere diversi aspetto: · E. del sangue, riferita ad entrambi i coniugi o ad uno solo di essi; · E. clanica, che vige per parentele acquisite per l’appartenenza ad un medesimo gruppo totemico; · E. di classe, per cui il matrimonio deve avvenire al di fuori della classe di appartenenza. L’E. praticata dai Tasmaniani, dai Pigmei, dai Fuegini e da altre popolazioni, viene particolarmente esasperata dal rigido sistema a due classi (Sud-Est dell’Australia), le quali a loro volta comprendono sezioni e sottosezioni (da due ad otto): in essa un individuo di una sezione di un clan è costretto a sposarsi con una particolare donna di una specifica sezione di altro clan. Esiste anche una forma di · E. locale, consistente in una esclusione limitata al luogo di residenza.

Esorcismo: Termine derivato dal greco exorcixw, da orcoz, giuramento. Significa scongiuro di demoni e di spiriti maligni mediante gesti, scongiuri, imprecazioni, preghiere o parole particolari. L’E. era praticato presso gli assiro-babilonesi, gli zoroastriani, gli ebrei ed altri popoli. È stato accolto dal cristianesimo intorno al X secolo, ed è codificato in un apposito Rituale della Chiesa Cattolica fin dal 1617. Tale codice è stato aggiornato con le modifiche apportate di recente, e formalmente approvate il 26 gennaio 1999. Gli esorcisti, che formano il terzo degli ordini minori (dopo gli ostiati ed i lettori), previa autorizzazione del vescovo, praticano particolari rituali e, per guarire i posseduti e gli indemoniati, pronunciano specifiche formule contenute nel Rituale Romanum (11, 1-3). Accanto a questo tipo ufficiale di E., detto straordinario, esiste quello ordinario usato nel rito del battesimo. Secondo Martin Ebon (Esorcismo, Ediz. Armenia), l’E. può essere molto più efficace di ogni altra procedura: Le strade che conducono all’animo umano sono infinite. Ciascuno di noi è unico, ed i nostri demoni sono personali. Potrebbero essere un prodotto degli esempi, delle pressioni, delle attese di coloro che ci circondano. Ma potrebbero anche essere il nostro modo di sfuggire ad un "Io" sconvolto. Potremmo essere posseduti da un’idea, o potremmo essere spinti ad azioni del tutto estranee al nostro comportamento abituale. In questo caso probabilmente gli impulsi estranei sono completamente opposti all’immagine sociale cui abitualmente ci atteniamo con cura. Non c’è da meravigliarsi se l’esorcista regge in mano un metaforico specchio, e ci dice: "Guarda, ecco il demone, è la tua immagine riflessa". Una delle prime formule di E. impiegate per scacciare il demonio dal corpo degli indemoniati era: "Mi rivolgo a te, spirito dannato ed impuro; tu sei invecchiato nel male, che è l’essenza dei crimini e l’origine del peccato; tu trai godimento dagli inganni, dai sacrilegi, dalle profanazioni, dalle stragi, invocando il nome di nostro Signore Gesù cristo noi ti condanniamo, e ti scongiuriamo per la sua maestà e la sua potenza, per la sua passione e resurrezione, per il suo avvento ed il suo giudizio, che in qualsiasi parte del corpo tu sia nascosto, ti manifesti e ti confessi e, perseguitato da fiamme spirituali ed invisibili tormenti, abbandoni il vaso di cui ti credi in possesso, lasciandolo puro per il Signore, dopo che è stato tua dimora. Per troppo tempo, in passato, hai retto il cuore degli uomini su quasi tuta la terra. Ora il tuo regno verrà distrutto giorno per giorno, e le tue mani diventeranno ogni giorno più inefficaci, fino alla fine. Quello che patisci oggi è stato prefigurato molto tempo fa. Già sei stato afflitto dalle piaghe d’Egitto, affogato nel faraone, distrutto da Gerico, prostrato nelle sette nazioni cananee, sconfitto di Sansone nei Filistei, ucciso da Davide in Golia, impiccato da Mardocheo in Aman, abbattuto da Daniele in bel, punito nel dragone, trafitto da Giuditta in Oloferne, sottomesso dal Signore al potere degli uomini, accecato da Paolo nel Magro, bruciato nel serpente, squartato da Pietro in Simone. Da tutti i santi sei messo in rotta, torturato, lacerato, precipitato nelle fiamme eterne e nelle tenebre dell’inferno, donde nostro Signore Gesù Cristo, secondo Adamo, trae l’uomo trionfando su di te. Vattene, vattene dovunque tu sia, e non voler più entrare nei corpi consacrati a Dio. Essi ti siano preclusi per sempre, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, e nella Gloria della passione del Signore, dal cui sangue sono salvati, il cui avvento attendono, il cui giudizio confessano".

Esoterismo: Termine indicante genericamente le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli adepti, ai quali è riservata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto. L'E. si contrappone all’Occultismo (v.) e soprattutto all'essoterismo (o exoterismo); secondo il Gentile, i due termini si distinguono come forma dialettica nella vita operativa. L'E. si rafforza tra quanti si prodigano nel tentativo di migliorare le condizioni di vita dell'umanità attraverso l'esaltazione delle forze energetiche interiori. Uno sforzo immane, poiché compiuto nell'ambito della cultura e della vita e diretto verso un'umanità resa scettica dalle esperienze negative acquisite, soprattutto in campo sociale. Uno sforzo quasi invisibile, personalissimo, addirittura segreto, che implica in chi lo esercita la consapevolezza della forza e della validità degli ideali superiori, e dell'efficacia dell'azione intrapresa per il conseguimento del sublime traguardo di rendere gli altri coscienti della realtà (non certo utopistica) di un possibile mondo migliore. Un'azione decisamente complessa, in quanto presuppone l'ampliamento dell'orizzonte dei più, ovvero dei dormienti potenzialmente prossimi al risveglio. "In tutte le discipline iniziatiche la Verità nascosta (o l'occulto segreto) è rappresentata da una perdita subita dall'umanità ai suoi primordi, il cui ricordo e senso si sarebbero perpetuati sino al nostro tempo attraverso gli antichi misteri, come la Qabbalah, l'Alchimia, l'Ermetismo, la Gnostica, il Sufismo, e molti altri veicoli ancora". (v. Considerazioni sull'E. e sulla tradizione esoterica, di C. Algrant, R.M.I., 1977). E. sta a significare un qualcosa nel quale si trovano tutte le esperienze che non possono essere descritte, né da noi né da altri. Se si considerano come sinonimi i termini indescrivibilità e incomunicabilità, allora si sarebbe portati a credere che l'E. non può trasmettere informazioni. Una tale asserzione vale solo per le informazioni che possono essere descritte. Nell'E., tramite l'adozione di correlazioni, di risonanze, di simboli, di metafore e di allegorie, si riescono a felicemente trasmettere informazioni che hanno contenuti enormemente superiori a quelli dei messaggi contenenti solo descrizioni. Spesso le informazioni esoteriche consentono di superare i nostri stessi limiti, svelandoci nuovi punti di vista, e proponendo alla nostra coscienza nuovi ed essenziali valori di riferimento. Y (Essenza) L'E. è essenzialmente un contenitore indifferenziato di tutte le esperienze che non possono essere comunicate con le parole. Esso può essere considerato sotto molteplici aspetti, ognuno dei quali è del tutto valido, anche se rappresenta solo una parte del tutto. L'E. potrebbe essere concepito sia come una dimensione speciale delle nostre facoltà intellettuali che come forma particolare di espressione degli eventi. È anche possibile considerare l'E. come uno stile associato ad un metodo di concepire la vita, ed in questo senso assumono significato esoterico anche gli scopi da raggiungere. Anche altri punti di vista possono, di volta in volta, essere presi in considerazione. Tuttavia è solo intuendo l'essenza globale dell'Esoterismo che si riesce a cogliere la visione di un universo senza confini, entro il quale è possibile spaziare, seguendo le nostre più intime e profonde ispirazioni. Y (Tradizione) Le esperienze esoteriche implicano un contatto cosciente con una realtà nella quale si deve essere introdotti o, secondo la Tradizione, essere iniziati. Secondo la Tradizione, un uomo può essere considerato iniziato soltanto quando ha vissuto una personale e peculiare esperienza diretta. L'iniziato virtuale diventa Iniziato reale soltanto dopo aver acquisito la coscienza individuale di un metodo nuovo e non comunicabile per la percezione degli eventi. Tali esperienze sono perciò strettamente correlate alla percezione ed alla presa di coscienza di significati e valori inerenti alla vita materiale e spirituale. Attraverso le esperienze esoteriche si stabilisce un legame comune fra coloro che hanno vissuto tali esperienze, indipendentemente dai valori e dai contenuti ad esse inerenti, che possono essere vissuti solo individualmente. Si tratta dell'instaurazione della nota Affinità Elettiva, da Göethe definita "Wandverwandschaften". La Tradizione propone alla nostra attenzione l'Esoterismo quale modo universale di affrontare la coscienza della Vita. Un modo valido per tutti, indipendente dai tempi, dalle circostanze e dalla stessa volontà dei singoli esseri viventi. Y (Natura) Porre l'accento sulla realtà esistenziale della Natura implica andare oltre la semplice osservazione dei fatti che ci circondano, siano essi eventi temporali o manifestazioni concrete. Una tale impresa risulta particolarmente difficile, anche perché la Vita ci vede contemporaneamente nel ruolo di attori e spettatori. La Tradizione parla, a tal riguardo, della possibilità, da parte dell'uomo. di imparare a leggere nel gran libro della Natura. Ma per potervi leggere con profitto, è necessario sviluppare la coscienza delle responsabilità che questo fatto comporta. Appare fondamentale una predisposizione interiore atta a ricevere le manifestazioni esoteriche della Vita, che provengono da tutti gli esseri che fanno parte della Natura. Ma la vera Arte sta proprio nel superamento dei limiti della propria individualità profana. Y (Doveri) Affrontando le complesse motivazioni dell'esistenza dell'E., ci si ritrova subito confrontati con grandissime difficoltà. Si potrebbe ribaltare l'argomento e parlare della natura e dell'E. inerente ad essa. A prima vista si può confondere l'universo infinito, implicato dalla parola E., come un territorio entro il quale si può liberamente spaziare, senza altre regole che quelle dettate dalle nostre necessità. È pur vero che tale libertà esiste, ma si deve anche considerare, con grande attenzione, che una libertà senza regole impedisce di fatto di accedere alla maggior parte dei territori promessi dall'E. stesso. Esistono perciò doveri esoterici, che tendono a far comprendere, con maggior facilità, la convergenza esistente fra E. e Natura. Y (Esperienza) L'Esoterismo viene spesso classificato nelle più svariate forme, ed attribuito a categorie assai diversificate fra loro. Talvolta l'E. viene considerato come una metodologia indispensabile per raggiungere conoscenze di tipo particolare, mentre altre volte viene giudicato come attributo di dottrine peraltro anch'esse particolari. L'E. rappresenta qualcosa in cui si trovano tutte le esperienze che non possono essere descritte, né da noi né da altri. Sono esperienze che presentano sempre e comunque contenuti aventi significati e valori veri, grandi o piccoli che siano. Ogni esperienza esoterica presenta alcuni aspetti degni di essere presi in attenta considerazione, quali: · il carattere sostanzialmente esistenziale delle esperienze esoteriche: tradizionalmente l'E. è costituito solo da esperienze vissute; · la presenza di significati e valori di riferimento che vengono alla piena luce della coscienza solo durante l'esperienza stessa: perciò l'E. contiene forme di comunicazioni di grande importanza; · la centralità dell'uomo nella coscienza delle esperienze vissute: l'E. non contiene astrazioni a sé stanti, cioè indipendenti dalla coscienza individuale. Per le caratteristiche sfuggenti di tali esperienze appare però indispensabile un grande rigore interiore. Y "La Comunione Massonica Italiana segue il simbolismo nell'insegnamento e l'esoterismo nell'Arte Reale" (art. 5 della Costituzione del G.O.I.). In origine, fin dai tempi di Pitagora, il termine Esoterismo non veniva spiegato, ma era piuttosto contrapposto al termine Essoterismo, che stava ad indicare quanto poteva essere comunicato ai profani, ovvero a coloro che non avevano ricevuto un'iniziazione. Perciò esoterismo attiene a quanto non può essere comunicato, ma solo vissuto direttamente. Non essendo possibile comunicare direttamente l'esperienza esoterica tramite i concetti del normale linguaggio, nella comunicazione delle conoscenze superiori si deve necessariamente ricorrere a metodi indiretti, che si fondano essenzialmente sul simbolismo, con l'ausilio di metafore ed allegorie.

ESP: Acronimo di Extra Sensory Perception ovvero Percezione Extra Sensoriale: il termine definisce un modo di percepire certe informazioni senza l'aiuto dei cinque sensi, ma mettendo in azione certi meccanismi della mente non ancora ben identificati.. La moderna parapsicologia trae le sue origini da un movimento del diciannovesimo secolo chiamato Spiritualismo. Nel 1882 fu fondata a Londra la Society for Psychical Research, seguita nel 1885 dall'American Society for Psychical Research. I due gruppi si occupavano soprattutto dei medium, allora molto popolari: l'obiettivo era quello di appurare con mezzi scientifici se le manifestazioni che avvenivano durante le sedute spiritiche erano davvero determinate dalla presenza degli spiriti dei defunti o derivavano dall'esecuzione di abili trucchi. Per tutto l'800, comunque, qualsiasi manifestazione parapsicologica continuò ad essere attribuita all'intervento degli spiriti; solo più tardi si ipotizzò la presenza di poteri naturali (tuttora inspiegati), che con i defunti non avevano nulla a che vedere. Y (Parapsicologia) I primi studi di carattere scientifico sui poteri ESP si svolsero presso l’"Istituto per lo studio del cervello e dell'attività psichica" di Leningrado. Il Professor V. M. Beckhterev vi istituì nel 1922 un gruppo di lavoro denominato "Commissione speciale per lo studio della suggestione mentale". La Commissione diede subito per scontata l'esistenza dei poteri ESP (che i successivi studi americani tentarono, invece, di provare scientificamente) e cercò di appurare come questi funzionavano. Alla base delle ricerche era la teoria del cervello radiante elaborata negli anni '20 dallo psichiatra italiano F. Cazzamalli, secondo la quale la Peredacha Myslej (trasmissione del pensiero) dipendeva da un fattore di natura fisica, probabilmente legato a fenomeni di carattere elettromagnetico. Alla morte di Beckhterev, nel 1927, la direzione del comitato fu assunta da Leonid M. Vasiljev, che portò avanti la ricerca per quarant'anni, con particolare riguardo alla possibilità di telecomando di esseri umani mediante una sorta di ipnosi a distanza, e della trasmissione di immagini e messaggi per via telepatica. Lo studioso che maggiormente sensibilizzò l'opinione pubblica sulle possibilità di studiare scientificamente i poteri extrasensoriali fu l'americano J. B. Rhine dell'Università di Durham (North Carolina, USA). Nel 1934 pubblicò un trattato rigorosamente scientifico intitolato Extra Sensory Perception, che rese celebre la sigla ESP e interessò il mondo accademico. Da quel momento altri studiosi di diverse università si dedicarono allo studio di quei fenomeni fino ad allora relegati nel mondo del folklore o della superstizione. Rhine catalogò le manifestazioni ESP in quattro filoni principali: 1) La Telepatia è la capacità di leggere il pensiero e di trasmettere o ricevere veri e propri messaggi mentali; 2) la Chiaroveggenza, nota presso gli antichi come seconda vista, permette di vedere con gli occhi della mente cose o avvenimenti distanti, a volte migliaia di chilometri; 3) la Precognizione è l'abilità di predire fatti che si svolgeranno nel prossimo o lontano futuro; 4) la Psicocinesi o Telecinesi, infine, è la capacità di spostare oggetti con la sola forza del pensiero. Alla sfera dell'ESP apparterrebbero altri poteri, come la psicometria, ovvero la capacità di leggere la storia di un oggetto mediante il semplice contatto con esso, e l'OOBE (acronimo di Out of Body Experience, esperienza extracorporea), cioè la possibilità di "vivere esperienze e sensazioni in un luogo diverso da quello in cui si trova il proprio corpo fisico", cioè, in parole povere, di viaggiare al di fuori del proprio corpo, un pò come si fa in sogno, ma con la precisa coscienza di ciò che sta accadendo. Secondo gli studiosi di questa insolita esperienza, a viaggiare è una sorta di nostro secondo io o doppio (v.), che nasce insieme al nostro corpo fisico, il cosiddetto Corpo astrale (v.). Questa entità mantiene un collegamento con il corpo fisico per mezzo di una sorta di cordone ombelicale; il corpo astrale si muove simultaneamente in due dimensioni: quella fisica vera e propria (infatti vedrebbe i luoghi che sta attraversando, sentirebbe gli odori eccetera) e quella eterea, dove tempo e spazio assumono valori diversi da quelli cui siamo abituati. Un corpo astrale potrebbe così trasferirsi in una frazione di secondo da Roma a Sidney, o forse addirittura sulla Luna, anche se invece alcuni sostengono che non può staccarsi dal nostro pianeta. La microvisione è un particolare fenomeno ESP che permette di penetrare nel mondo dell'infinitamente piccolo. Nel 1895 Annie Besaint, grande cultrice di cose occulte, in collaborazione con Charles W. Leadcott, intraprese una serie di esperimenti durati oltre quarant'anni: l'esplorazione della struttura intima della materia proprio con questo procedimento. La Besaint e Leadcott videro addirittura il mondo degli atomi, che classificarono in sette categorie dotate di forme e caratteristiche differenti. Nelle loro descrizioni vi era una buona dose di fantasia; sta di fatto, comunque, che alcune osservazioni operate per mezzo della microvisione, soprattutto per quanto riguarda la struttura molecolare del benzene e dei suoi composti, furono confermate successivamente dalla fisica. La più inquietante di queste scoperte è, senza dubbio, quella di atomi di forma identica ma composti in modo diverso, che i due ricercatori attribuivano a una sorta di allucinazione. Invece, cinque anni prima dei fisici atomici, la Besaint e Leadcott si erano imbattuti negli isotopi di alcuni elementi, ovvero atomi costituiti da un identico numero di protoni e un diverso numero di neutroni, dotati di proprietà chimiche identiche a quelle dell'originale, ma di proprietà fisiche differenti. Gli Espers o Scanners sono termini che designano i possessori di fenomeni ESP nei racconti e nei film di fantascienza. Essi sono divisi a loro volta in tre categorie: 1) Espers accidentali (i loro poteri si manifestano solo in particolari circostanze, per poi sparire magari per sempre); 2) Espers abituali, che possiedono sempre poteri ESP, ma non sono in grado di controllarli ed infine, 3) gli Espers veri e propri, capaci di utilizzare a comando le loro facoltà. In più, sempre secondo Rhine, tutti indistintamente possediamo una piccola dose di ESP. Una conferma è data dall’osservazione insistente di qualcuno che volge le spalle. Dopo un pò questi si sentirà a disagio, e si volgerà verso l’osservatore, se avesse sentito il peso di quello sguardo, un peso che, dal punto di vista strettamente fisico, non ha alcuna ragione di esistere. Rhine ed altri studiosi crearono alcuni metodi che riducessero quasi a zero la possibilità di trucco. Anche le più incredibili facoltà ESP possono essere infatti simulate da un bravo illusionista. The Amazing Randi, un noto prestigiatore americano, è riuscito a riprodurre, probabilmente più per rivalità professionale che per genuino amore della scienza, tutti gli esperimenti compiuti da Uri Geller, il famoso esper israeliano noto per la sua capacità di piegare cucchiaini e chiavi, o di fermare orologi a distanza. Un altro elemento che non dev'essere sottovalutato è l'autosuggestione di chi assiste agli esperimenti. Tra gli esperimenti più famosi citiamo quelli condotti dal gruppo Soal, Goldney e Shackleton tra il 1941 e il 1943, utilizzando delle speciali carte chiamate Zehner. La presenza di operatori umani e la potenziale possibilità di trucchi offrì però il fianco a molte critiche. Così, recentemente, il professor Helmut Schmidt, fisico alla "Mind Scienze Foundation" di San Antonio, ha inventato una macchina automatica per valutare le capacità ESP: il soggetto si trova da solo con l'apparecchio, che registra le risposte esatte e sbagliate; la possibilità di suggerimenti esterni è quindi completamente eliminata. Y (Conclusioni) L'ESP dunque rimane scientificamente non accertato. Infatti un'inchiesta del New York Times del 29 Gennaio 1980 afferma che il 45% degli scienziati in attività negli Stati Uniti considera molto probabile l'esistenza dei poteri extrasensoriali; il 9% è fermamente convinta della loro effettiva realtà, mentre il restante 46% non vi crede assolutamente. I militari pare comunque che facciano parte del 9% dei convinti. Nel 1972 e nel 1975, infatti, la Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti avrebbe compilato due dossier sulla possibilità di realizzare azioni di spionaggio e propaganda ottenute per mezzo della telepatia, e di mettere fuori uso le armi dei nemici con la psicocinesi. L'astronauta Edgar Mitchell avrebbe tentato un collegamento ESP addirittura dall'Apollo 14, ottenendo però scarsi risultati, mentre nel 1986 la CIA si sarebbe servita dei poteri mentali di Uri Geller per indurre Gorbaciov ad accettare le tesi americane sul disarmo in Europa. La spinta in favore dell'uso militare dei poteri ESP sarebbe stata determinata da un rapporto della DIA secondo i quali i sovietici avevano già fatto progressi giganteschi nello studio di armamenti azionati da facoltà ESP, in particolare la telepatia. Erano già stati sviluppati numerosi sistemi di puntamento telepatico e ventisei importanti armi, tra cui macchine per modificare il tempo atmosferico, e per diffondere perturbazioni mentali, o addirittura per creare terremoti.

Esperia: Società segreta fondata dai fratelli Attilio ed Emilio Bandiera nel 1841. Affine sia alla Carboneria che alla Giovine Italia, si batteva per l’indipendenza della nazione. Ebbe molti proseliti, specialmente fra i giovani ufficiali della flotta austriaca. La formula del giuramento che i neofiti erano tenuti a prestare col braccio proteso ed un pugnale nella mano, cominciava con: "Giuro, con la più perfetta adesione della mia coscienza, di volermi da questo momento costantemente dedicare al servizio dell’umano progresso. Giuro anche di osservare con tutto il dovuto zelo e silenzio ogni principio ed ogni obbligo che, per conseguire il tanto desiderato rigeneramento d’Italia, l’E. prescrive …". Ogni proclama della Società iniziava con le parole: "Libertà, Eguaglianza, Umanità, Indipendenza, Unità".

Esperienza: Conoscenza o pratica delle cose acquisita attraverso prove o vicende vissute direttamente ed indirettamente. Complesso di eventi e fenomeni successi in noi ed intorno a noi, assimilati mediante la sensazione, elaborati e strutturati dalla riflessione, verificati attraverso la sperimentazione. Per antica Tradizione, il primo compito del ricercatore è di "conoscere se stesso". Tutti coloro che cercano di scrutare il futuro, magari per comprendere dove si sta andando, sanno che si deve sempre incominciare dalla conoscenza di se stessi. I visitatori dell'oracolo di Delfi potevano leggere sul portale del tempio una tale massima, imperativo categorico da un lato ed incoraggiamento dall'altro, a percorrere una strada non esplorata ed assai difficile da seguire. L'attuale ricercatore, che possiamo anche chiamare esploratore, è diventato vero navigatore nell'immenso mare delle informazioni disponibili. Al riguardo è opportuno notare che, secondo le antiche Tradizioni ermetiche, da sempre si parla dell'esistenza di un mitico mare dei Saggi. L'evidente analogia dovrebbe spingere a considerare con attenzione le ragioni che sono alla base delle seguenti osservazioni: · molti uomini hanno una vocazione interiore alla esplorazione di nuove terre o di nuovi mari non ancora scoperti; · gli uomini, pur non conoscendo l'oggetto delle loro ricerche, coltivano nella loro segreta interiorità l'aspirazione ad interessarsi di qualcosa di indefinito, ma che comunque intuiscono essere meraviglioso da raggiungere; · l'esplorazione vera è sempre solitaria: solo a scoperta avvenuta si manifesta la necessità interiore di testimoniare agli altri quello che si è potuto scoprire. Le esperienze che ogni uomo fa nella vita appartengono alla sfera dell'esistenza, e come tali appartengono alla sfera dei fenomeni che non possono essere adeguatamente definiti e comunicati ad altri tramite le parole. Tutto quello che non può essere esattamente descritto o definito appartiene a sua volta all'Esoterismo (v.).

Esperto: Ufficiale di Loggia, avente il compito di impartire le istruzioni massoniche ai neofiti in occasione della loro Iniziazione ed ai Fratelli in occasione degli aumenti di Grado (Art. 39 del Regolamento dell'Ordine). In entrambe le occasioni, assistito dal Maestro delle Cerimonie, affianca ed aiuta neofita e Fratelli nel corso della Cerimonia rituale. Per tradizione viene anche definito Terribile.

-Esseni: Termine derivato dall’aramaico ‘asayya, medici dello spirito. Setta ebraica di oscura origine, di cui è documentata l’esistenza dal II secolo a.C. Secondo Filone, Flavio Giuseppe e Plinio il Vecchio, ne vivevano circa 4000, specie nella zona del mar Morto (‘en gedi). Formavano un ordine monastico, una confraternita, una comunità da cui erano escluse le donne. La comunità era basata su una triplice gerarchia di affiliati: i postulanti, i novizi e gli iniziati, cui era riservata, dopo tre anni di preparazione, la rivelazione di una gnosi. Il superiore, un sacerdote della tribù di Levi o del ministero di Aronne, era chiamato Maestro di Giustizia. Non praticavano il matrimonio, conducevano una vita austera, in comune ed in comunità di beni: Vivevano del lavoro della terra e di artigianato, vestivano con sobrietà, compivano abluzioni di purificazione e consumavano i pasti in comune. Iniziavano la giornata con una preghiera mattutina rivolta al sole; si mantenevano in silenzio e rispettavano rigorosamente le gerarchie. Dal punto di vista dottrinale avevano un culto speciale per Mosè, studiavano attentamente la Torah (v.), osservavano il sabato e la purezza del cibo e dei vestiti. Non partecipavano al culto del Tempio ed ai sacrifici animali. Avevano una concezione fatalistica della provvidenza, e seguivano dottrine segrete trasmesse agli adepti dopo un lungo periodo di iniziazione. La Bibbia non ne parla affatto, anche se per numerosi studiosi è probabile che Giovanni Battista e Gesù abbiano subito l’influenza delle loro dottrine. Storicamente gli E. hanno elementi in comune con i Farisei: osservanza rigida del sabato, delle leggi di purità, fede nell’immortalità dell’anima. Nella loro dottrina si trovano elementi della successiva mistica ebraica e cabalistica. Dopo la scoperta dei manoscritti del Mar Morto (v.) avvenuta dal 1947 in poi, molti studiosi hanno pensato ad un’identificazione degli E. con la comunità segreta descritta in tali testi, il che ha apportato nuovi suggerimenti alla questione essenica.

Essenza: Parte intima, fondamentale e caratteristica di qualcosa. Sostanza. Quanto una cosa non può non essere. Si può notare come sia possibile percepire e, talvolta, ritrovare, nelle profondità interiori, un nucleo di natura del tutto particolare, a cui diamo il nome di E.. Un tale nucleo ci appare di volta in volta sotto diversi aspetti. Ne possiamo avere coscienza come entità pensante, ma ci può anche apparire come sinonimo di un'irripetibile individualità. La nostra E. ci sembra infine dotata di una sorta di Fuoco interiore. Le manifestazioni dei nostri modi di essere nelle forme, prendono l'E. come ideale modello interiore di riferimento. Tuttavia, l'E. individuale profonda non sembra coincidere con l'individualità manifestata, salvo in alcuni rari momenti di grande intensità. Ma anche in tale ultimo caso la forma appare sempre come un attributo dell'essenza. V. Essenzialismo.

Essenzialismo: Ogni concezione filosofica che ammette la priorità ontologica dell'essenza rispetto all'esistenza. V. Ontologia.

Essoterismo:  Termine derivato dal greco Exotericos, esterno, coniato dai discepoli di Pitagora (v.) all'inizio dell'avviamento scientifico, per definire quanto caratterizzante le modalità di esposizione dei concetti e dei principi filosofici al mondo profano, ovvero a quanti non erano iniziati alla comprensione del linguaggio dei discepoli. Rappresentava quindi il contrario di «esoterismo» (v.), ed essoteriche erano definite le lezioni della scuola peripatetica di più facile ascolto, da cui l'attributo passò poi alle opere aristoteliche destinate al grosso pubblico. L'E. comprende quanto attiene al patrimonio mistico, e quindi all'insegnamento religioso che le varie confessioni hanno tramandato attraverso i secoli (L. Troisi). Secondo la Qabbalah (v.), i classici messaggi indirizzati da Gesù Cristo a Pietro, come «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei Cieli. Ed io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Matteo 16, 17-18), ed ancora «A te darò le chiavi del regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Matteo 16, 19). Questi sono esempi significativi dell'insegnamento iniziatico fornito all'Apostolo per la diffusione tra gli uomini. Pietro sarebbe quindi il depositario dell'E., mentre Giovanni lo sarebbe per l'Esoterismo. Molto genericamente il termine essoterico (od exoterico) indica quanto è dotato di caratteristiche popolari o volgari.

Estasi: Dal greco ecstasiz e poi da ecsisthmi, essere fuori di sé. Il termine definisce la condizione di sospensione dell'esperienza comune, propria dell'atteggiamento mistico, il quale si concentra esclusivamente sopra un oggetto soprannaturale di natura divina. L'E. dev'essere preparata, secondo il pensiero mistico (Plotino ed Eckhart), attraverso un atto di volontà che rende astratta e pura l'anima (uno sprofondarsi dell'io al di fuori dell'esperienza, dell'empiria), ma può essere considerata come un effetto, o grazie, del tutto estranea all'intervento umano. L'esperienza estatica è una delle tematiche più ricorrenti e rilevanti del pensiero religioso orientale, specie nel buddhismo e nel taoismo. La psicologia considera l'E. un fenomeno psichico contraddistinto da uno stato di torpore e da immobilità fisica e sensitiva. Il soggetto è estraniato dal mondo che lo circonda, assorto in pensieri religiosi che gli permettono talvolta di raggiungere intuizioni profonde sulle verità più inaccessibili. Un'E. patologica dove assieme alla gioia si mescolano sofferenza e depressione, è presente negli isterici, deliranti, allucinati e schizofrenici. In genere scaturisce da insoddisfazioni sessuali od affettive. Per gli studiosi l’E. resta un disinnesto delle attività ordinarie e dai moduli di risposta determinanti dall’ego, per ricevere informazioni dal divino. Uno stato di grazia quindi, accessibile a tutti, semplicemente ognuno a modo suo, perché il sentiero è unico e personale. La cornice di riferimento è definita dal rituale, dal respiro, dal viaggio o dalla danza sciamanica adottata.