Confermazione: Detta anche Conformazione e più comunemente Cresima, è il rito in uso nella Chiesa cattolica per confermare l’appartenenza definitiva del battezzato al corpo della chiesa, imprimendogli il carattere indelebile di cristiano. È di norma amministrata dal vescovo, che unge con il crisma (v.) la fronte del cresimato. La forma attuale della C. è stata fissata dal Concilio di Firenze (1438-45), e confermata da quello di Trento (1535-63), in risposta alla tesi di Lutero che, con la dottrina della giustificazione esterna, escludeva qualsiasi trasformazione interiore dell’anima mediante la grazia, e quindi rifiutava l’efficacia della C.

Confessione Augustana:  Professione di fede protestante promulgata ad Augusta dall'umanista e teologo Melantone (v.), presentata il 25 giugno 1530 alla dieta convocata dall'imperatore Carlo V. Fu sottoscritta da molti principi tedeschi di tendenza luterana moderata, e rifiutata dai rappresentanti delle correnti estremiste di Strasburgo, di Costanza e di Lindau, nonché dai delegati di Zwingli (v.). Dopo l'approvazione di Lutero, il 30 giugno fu presentata nella stessa dieta all'imperatore Carlo V. Conteneva molti principi luterani, tra i quali quelli relativi alla fede, alle opere, all'Eucarestia (v.) nelle due specie, al celibato ecclesiastico, alla confessione, alla messa (v.) ed ai voti claustrali. Secondo il Bainton (Lutero, Torino, 1960), «La C. fu di grande importanza nel consolidamento del protestantesimo, e per distinguerlo chiaramente dal Cattolicesimo. Il 25 giugno 1530, giorno in cui essa fu resa pubblica, può essere considerato la data del crollo definitivo del Sacro Romano Impero. È da allora che cattolici e protestanti si fronteggiano apertamente, pronti e decisi alla tenzone».

Confessioni: Opera in tredici libri di Aurelio Agostino (Confessiones), scritte nei primi anni del suo episcopato (398-400 d.C.). Rappresentano l’opera chiave della personalità di grande pensatore di questo grande Dottore della Chiesa, in cui egli non solo descrive con rara potenza d’introspezione le vicende della propria vita esterna ed interna, ma anche e soprattutto risolve i propri assillanti problemi interiori. La narrazione della sua vita dall’infanzia alla sua conversione al Cristianesimo occupa i primi nove libri. Negli ultimi quattro libri dell’opera, di carattere più propriamente filosofico, dedicati all’analisi ed all’esposizione del problema della conoscenza, sono in particolare esaminati ed approfonditi i concetti di memoria e di tempo. Le C., pur riflettendo nella forma e nei mezzi espressivi un’educazione letteraria fondata sulla cultura classica, rappresentano qualcosa di totalmente nuovo nella letteratura latina, un modello destinato a provocare un fiorire diffuso di opere rivolte all’analisi interiore, ed in questo senso aprono una nuova era, sia nella storia letteraria che in quella del pensiero speculativo moderno.

Confraternita: Corporazione ecclesiastica, composta di fedeli in prevalenza laici, canonicamente eretta e governata da un superiore competente, con lo scopo promuovere la vita cristiana per mezzo di particolari opere di culto o di carità. Le C. devono avere sede in una chiesa od in un oratorio pubblico, e sono aperte a tutti i cattolici. L’origine della C. risale all’VIII secolo, in Francia, poi al movimento dei Flagellanti o Disciplinati (sorto a Perugia nel XII secolo, poi diffusosi in tutti i paesi) e alle varie C. fondate nelle diverse nazioni per aiutare i più poveri fra i loro pellegrini. Sorse così la C. di Santa Maria dei Teutonici per i Tedeschi, di San Giuliano dei Belgi, di San Luigi dei Francesi, ecc. I membri della C., quando partecipano a funzioni sacre o compiono gli atti inerenti il loro istituto, indossano un abito caratteristico, talvolta munito anche di cappuccio ricoprente l’intero volto, come la C. della Misericordia per il trasporto dei defunti, oppure portano un distintivo ben visibile. Le C., che nel corso dei secoli avevano acquistato grande potenza ed accumulate sostanziose ricchezze, furono soppresse dalla Rivoluzione francese, salvo quelle di carità che però passarono sotto l’amministrazione dello Stato. In Italia, per una legge del 1867, se le C. erano di beneficenza i loro beni furono assorbiti dalle congregazioni di carità, se erano di culto il loro fine poteva essere trasformato. Nei Patti Lateranensi del 1929, e secondo l’art. 29 del Concordato, è stato stabilito che le C. di culto, non più soggette a trasformazioni, dipendono dall’autorità ecclesiastica, quelle di beneficenza sono soggette a controlli governativi.

Confucianesimo: Scuola etico-politica cinese che, fondata sul pensiero di Confucio (v.), è stata alla base dell’organizzazione sociale dell’impero cinese nei suoi duemila anni di vita. Non si tratta di una religione, poiché mancano quasi interamente i riferimenti al sacro, ma solo allo stato. La dottrina fu introdotta con estrema naturalezza e semplicità, ovvero gentilmente, un metodo particolarmente compatibile con la natura ed il temperamento del popolo cinese. Infatti Confucio, con l’innata e profonda umiltà che lo distinse, si é sempre definito "uno che trasmette, mai uno che crea", poiché intendeva riportare in vigore sistemi di vita di 5-6 secoli prima, cioè dei primi Chou risalenti appunto al 1027 a.C.. Confucio era il povero discendente della famiglia reale Shang-Yin, e ci ha tramandato il suo pensiero attraverso i Lun-Yu (o dialoghi), e va considerato puramente come riformatore politico e non religioso. Secondo i suoi insegnamenti, l’uomo deve vivere avendo come ideale la mediocrità aurea, il Chung-Yung (o giusto mezzo), nel pieno rispetto dei riti. Sono leggi non scritte della società, che si inquadra così in un ordine superiore identificabile con il Cosmo. Primo imperativo dell’essere uomo dev’essere l’altruismo, detto Yen, l’opposto dell’egoismo, nonché il principio "non fare agli altri quanto non si vorrebbe fosse fatto a sé stessi". È proprio dalla conoscenza della sostanza di questi due principi fondamentali che i primi missionari gesuiti in Cina hanno potuto sottolineare, nei loro rapporti, l'evidente cristianità del C. I più gravi delitti condannati dal C. sono: · 1) offendere il cielo e la terra; · 2) insegnare e diffondere la ribellione allo stato; · 3) rompere i rapporti esistenti tra gli esseri umani; · 4) turbare l’ordine civile; · 5) uccidere. Evidente trattarsi di un vero e proprio culto dello Stato, elevato ad inespressi livelli sacri, in cui la moralità dei sudditi dipende dalle virtù del Principe, il quale riceve il proprio mandato dal Cielo. Dalla perdita di tale mandato traggono origine le rivoluzioni, ed il mandato può essere revocato soltanto dal Cielo che l’aveva concesso, in seguito a colpa del Principe per indegnità, incapacità, pazzia od abuso di potere. Punto base della filosofia é costituito dal Chung-Tzu (od essere superiore), che con il suo retto vivere diventa fonte stessa di leggi, influenzando moralmente quanti gli sono sottoposti. Da qui la superfluità e la dannosità delle leggi scritte e codificate. La burocrazia é ammessa unicamente nella varietà colta, in quanto formata da letterati che fanno carriera superando esami di difficoltà vieppiù crescenti. Tale "Geniocrazia" costituisce la grande novità introdotta da Confucio, una forma selettiva che ha aperto, attraverso la cultura, la direzione dello Stato ad ogni ceto sociale, implicando un continuo e democratico ricambio di uomini politici ai vertici della guida della nazione. Unico aspetto negativo di questa filosofia é rappresentato dalla passività, dall’immobilismo, forse causato dalla sua ispirazione nel passato, ovvero sulla pura e semplice tradizione, il che aveva dato origine ad un sistema destinato al progressivo irrigidimento nel tempo, fenomeno puntualmente verificatosi in Cina. Insomma, il C. costituisce un sistema filosofico e morale della società e della civiltà, che per oltre 40 generazioni si é rivelato sufficiente alla soddisfazione di ogni bisogno, sostituendosi vantaggiosamente a qualsiasi religione, un fatto davvero unico nella storia dell’uomo. Un sistema rivelatosi però impotente, allorché confrontato con le nuove realtà extracinesi, che portavano a minacciare i plurisecolari rapporti tra sudditi e stato, particolarmente nelle diffusissime strutture paternalistiche. Allora si imponevano nuove regole per la produzione della ricchezza, sull’esempio dei popoli di vocazione colonialistica di origine occidentale. Aveva così inizio l’inevitabile declino di questo eccezionale sistema di moralità, identificato come "sentiero dell’armonia", codificato dai classici predicanti la benevolenza, la pietà filiale e la lealtà verso il Cielo, che ha sicuramente consentito a miliardi di cinesi Menciò, Mo-Ti, Lao-Tzé e Chiang-Tzè di conseguire in gloria spirituale il sacro Tao (v.).

-Confucio: (K’ung-fu-tzu o Maestro K’ung), eccelso filosofo e statista cinese (551-479 a. C.), creatore della dottrina filosofica che da lui ha preso il nome, il Confucianesimo (v.). Apparteneva ad una famiglia di nobili impoveriti, che vantava una discendenza dalla famiglia reale degli Shang-Yin (1523-1027 a.C.). Diventato presto noto come esperto di riti, C. fece una rapida carriera politica alla corte del duca di Lu. Allontanatosi dal paese in seguito a contrasti ideologici con il duca, vi ritornò in tarda età, ed aprì una scuola dove insegnò i suoi principi. C. ha sempre insistito nella sua non originalità, affermando sempre di essere "uno che trasmette, non uno che crea", in quanto il suo intento era di riportare in vigore i sistemi di vita, via via abbandonati, vigenti ai primi Chou (1027-771 a.C.). Questo suo interesse per il passato si traduce in una ricerca ed in uno studio delle antiche opere letterarie, che fa di lui il primo vero filosofo cinese. Come letterato e uomo politico, C. riuscì a rivendicare per i letterati il diritto di esercitare le cariche politiche. Grazie a lui i letterati si consolidano in una classe destinata a sostituire l’aristocrazia nella conduzione del governo. Delle diverse opere attribuite a lui ed alla sua scuola, l’unica da cui sia possibile ricostruire il pensiero genuino di C. è Lun-yu, discussioni e conversazioni, ovvero Dialoghi. Il suo interesse ed il suo metro è sempre sociopolitico, sia quando si occupa di religione, sia di arte od etica, quindi niente è più lontano da lui che la metafisica. Non è un riformatore religioso, ma un vero riformatore politico. Un uomo deve condurre la sua vita avendo come ideale l’aurea mediocritas (Chung-yung, il giusto mezzo), e rispettando i riti; leggi non scritte della società, che in tal modo si inquadra in un ordine cosmico. Primo imperativo dell’uomo è l’altruismo, ed il non fare agli altri ciò che non si vorrebbe fosse fatto a sé stesso: da ciò i primi missionari gesuiti (primo fra tutti il sinologo Matteo Ricci, 1552-1610, v.) hanno potuto facilmente sottolineare la cristianità del confucianesimo nei suoi principi.

Congedo: Ogni Libero Muratore ha diritto di chiedere d’essere temporaneamente dispensato dalla frequentazione dei Lavori. Secondo l’Art. 8 della Costituzione del Grande Oriente d’Italia può infatti chiedere un periodo di C. Tale diritto è regolamentato dall’Art. 22 del Regolamento dell’Ordine in questi termini: "Il Libero Muratore che debba rimanere temporaneamente assente dall’Oriente della propria Loggia, o che abbia particolari impedimenti, può, a sua domanda, essere dispensato dal frequentare i Lavori. Il Maestro Venerabile determina la durata della dispensa e ne informa la Loggia. La dispensa non può essere concessa per un periodo superiore ai dodici mesi. I Fratelli dispensati sono ugualmente tenuti ad adempiere a tutti gli obblighi, anche finanziari, verso la Loggia, ed a versare l’obolo per il tronco della Beneficenza. I Fratelli di età superiore ai settantacinque anni hanno la facoltà di non frequentare la Loggia".

Congregazionalisti: Comunità protestante che professa l’assoluta indipendenza da ogni altra comunità o congregazione di fedeli, sorta in Inghilterra per separazione sia dalla chiesa anglicana, che aveva conservato alcuni costumi cattolici, come la gerarchia episcopale, sia dal puritanesimo, le cui dottrine erano pervase di calvinismo. I suoi seguaci sostengono che ogni comunità cristiana che segua i precetti del Vangelo costituisce una Chiesa indipendente dalle altre comunità, e pertanto può liberamente darsi l’ordinamento e la giurisdizione che ritiene più opportuni. Ogni congregazione è sotto la diretta autorità di Gesù, ed è perciò responsabile solo dinanzi a Lui. Il principale organizzatore dei C. fu John Robinson (1575-1625), ministro anglicano, che fu costretto a lasciare l’Inghilterra ed a rifugiarsi in Olanda, dove organizzò la spedizione in America (1620-21) dei suoi seguaci e di alcuni profughi puritani detti "padri pellegrini". Stabilitisi nel Massachusetts (1620) e nel Connecticut (16289, i C. diedero poi origine al congregazionalismo americano. I C. furono protetti da Cromwell ma, dopo la restaurazione degli Stuart (1603), furono nbuoivamente perseguitati. Solo nel 1698, con l’Atto di tolleranza, ottennero la libertà di culto. L’organizzazione dei C. è interamente democratica: infatti ogni organismo ecclesiastico gerarchico vi è stato eliminato, nella convinzione che Dio assista direttamente ogni congregazione. (v. Indipendenti)

Consapevolezza: Sviluppare un'esatta C propria e della realtà, è la prima responsabilità di tutti gli esseri viventi. Infatti, questa C. è una necessità per vivere prosperosamente e felicemente. Questa C. può essere disponibile per tutti coloro che esercitano degli sforzi razionali, costanti e mentali per comprendere loro stessi, la realtà e la relazione tra i due. Nessuno può trasmettere la propria C. agli altri. Lo sviluppo di una buona C. propria e della realtà costituisce una grande sorgente di potere attraverso tutta la vita. I mistici fanno di tutto per scansare questo sforzo costante, razionale e mentale, il quale è necessario per valutare onestamente ed accuratamente la propria identità e la realtà. Questa valutazione è l'elemento chiave per essere sufficientemente competenti e per prosperare nel nostro mondo competitivo. Ma i mistici cercano sempre qualcuno o qualcosa che permetta di trasmettere loro una conoscenza già preconfezionata per scansare la fatica richiesta per sviluppare la loro conoscenza e C. Questa è la ragione per cui i mistici abbracciano delle ciarlatanerie come l'astrologia, la grafologia ed i bioritmi, e credono agli indovini, agli psicoanalisti, alla grafologia od a qualsiasi altra corbelleria che li induce nell'errore, dando loro l'impressione di ottenere, senza alcuno sforzo, la conoscenza, la C. ed il controllo. Accettare una tale speciosa C. congetturata da altri, vuol dire scivolare sempre più lontano dalla realtà e divenire sempre più inconsapevoli, infelici ed incompetenti e, nello stesso tempo, vuol dire razionalizzare tutto l'opposto. L'acquisizione della C., della competenza e della felicità è una responsabilità propria che nessuno può trasmettere. Nessuno può trasmettere la C. e la felicità ad altre persone perché nessuno si trova nella posizione di: 1) conoscere la completa personalità di un altro; 2) pensare con competenza e con cognizione di causa alla vita di un altro; 3) controllare le azioni di un altro; 4) integrare la natura di un altro con la realtà dell’insieme. Per chiunque, o per qualsiasi "autorità", essere pienamente consapevoli dello stato di un'altra persona è impossibile. Non importa quanto l'analisi di una coscienza altrui possa presentarsi scientifica e completa (per esempio l'analisi al computer degli oroscopi e dei bioritmi di una persona); tale tipo di analisi sarà sempre non valida e solo mistica. Ogni apparente validità dell'analisi di una coscienza è una falsa illusione che ci conduce ancora più lontano dalla coscienza e dalla C. della realtà, e ci sprofonda nell'ottusità del misticismo che avvelena la vita e l'amore. Completamente diversa dalla falsa C. mistica, è quella che emerge dalla reciproca azione di riflettere il nostro carattere e qualità personali con un nostro amico o un nostro partner in amore romantico. Tale azione di riflesso migliora genuinamente la nostra C., la nostra comunicazione ed i nostri piaceri, specialmente col nostro partner in amore romantico, e si basa direttamente sulla conoscenza intima di noi stessi. Tale azione di riflesso differisce profondamente dalle false C. o conoscenze preconfezionate misticamente, che vogliono riflettere il carattere e le qualità di una persona basandosi sul niente. Come nel caso della felicità, l'auto C. non può essere trasmessa da una persona all'altra. Tuttavia, riflettendo o proiettando i valori personali, si può migliorare l'auto C. di un'altra persona e, analogamente, si può anche migliorare la felicità di un'altra persona (v. anche Nuova C.).

Consiglio dei MM.VV.: I Maestri Venerabili delle Logge operanti in un Oriente si riuniscono e sono costituiti in C.MM.VV. Ad essi compete, in via esclusiva, la cura e l’amministrazione delle Case massoniche comuni a più Logge, e dei beni ad esse relativi, secondo un regolamento da essi predisposto ed approvato dalla Giunta del G.O.I. La costituzione e la gestione del patrimonio viene esercitata dai C.MM.VV. anche mediante mandati fiduciari delegati a terzi. I Maestri Venerabili, per deliberare in ordine ad eventuali contributi straordinari, debbono essere autorizzati dalle Logge in tornata appositamente convocata in Terzo Grado. L’appartenenza all’Ordine massonico non conferisce, in nessun caso, alcun diritto al patrimonio comunque costituito dai C.MM.VV.

Consiglio delle Luci: Nella tradizione della Libera Muratoria, il Maestro Venerabile, il Primo Sorvegliante ed il Secondo Sorvegliante costituiscono il Consiglio delle Luci che, nei casi previsti dal Regolamento dell'Ordine, assume le funzioni di Consiglio di Disciplina (Art. 22 della Costituzione dell'Ordine). Il Primo ed il Secondo Sorvegliante collaborano con il Maestro Venerabile nella conduzione della Loggia e nella stesura dei programmi di Lavoro. Il C. dev'essere riunito dal Maestro Venerabile almeno tre volte l'anno, e nei casi di particolare urgenza ed importanza. Il C. ha la funzione di Consiglio di Disciplina (v.) per provvedere al depennamento dei Fratelli assenti o morosi. Il Maestro Venerabile può disporre che alle riunioni del C. partecipino l'ex M.V., l'Oratore, il Segretario ed il Tesoriere (Art. 48 del Regolamento dell'Ordine).

Consiglio dell’Ordine: Il C. è Organo collegiale e rituale, ed è presieduto dal Gran Maestro (Art. 39 Co.). Il C. è composto dai rappresentanti eletti a suffragio universale dai fratelli maestri delle circoscrizioni massoniche. Partecipano di diritto, senza voto, i Membri della Giunta del G.O.I., i Grandi Maestri Onorari e gli ex Gran Maestri, i componenti effettivi della precedente Giunta, nonché i grandi Architetti revisori in carica. Possono essere letti Consiglieri dell’Ordine i Fratelli che abbiano almeno cinque anni di anzianità nel Grado di maestro, e che abbiano rivestito la dignità di Maestro venerabile per almeno un anno. I Consiglieri dell’Ordine durano in carica cinque anni, e non sono rieleggibili nel quinquennio successivo. La carica di Consigliere dell’Ordine è incompatibile con ogni carica massonica, sia elettiva che di nomina, salvo quelle di cui al successivo Art. 58 (v. Commissioni). Il Regolamento dell’Ordine determina il numero dei Consiglieri dell’Ordine delle Circoscrizioni Massoniche (artt. 122-123 Re.), la modalità di elezione (artt. 124-127 Re.), la formalità delle convocazioni (artt. 128-134 Re.) ed i casi di decadenza (artt. 135 re.) e di sostituzione (Art. 40 Co.). Il C. elegge nel suo seno i propri dignitari. Il C. si riunisce in via ordinaria tre volte l’anno e straordinariamente quando il Gran Maestro lo giudichi opportuno o quando un terzo dei suoi componenti ne faccia richiesta scritta. Il C. è validamente costituito quando sia presente un terzo dei propri componenti. Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti (Art. 41 Co.). Il C.: · a) esprime parere su ogni argomento che gli venga sottoposto dal Gran Maestro; · b) esprime parere preventivo vincolante sulle proposte della Giunta del G.O.I. in ordine all’ammontare di eventuali contributi straordinari dovuti dalle Logge e dai Fratelli; · c) esprime parere preventivo vincolante su ogni spesa non prevista in bilancio e che abbia il carattere della necessità o dell’urgenza; · d) dichiara, a richiesta del Gran Maestro Aggiunto, od in sua assenza, del Gran Dignitario più anziano in grado di Maestro, l’assenza o l’impedimento del Gran Maestro; · e) elegge nel proprio seno i due rappresentanti nella Giunta del G.O.I.; · f) elegge due Fratelli Maestri quali componenti la Commissione Patrimoniale, · g) elegge i Membri delle Commissioni permanenti, scegliendoli fra i nominativi proposti dai Collegi Circoscrizionali; · h) elegge i membri della Commissione per la verifica dei poteri; · i) controlla che le deliberazioni della Gran Loggia vengano eseguite nei modi e nei termini stabiliti; · l) viene informato dal Gran Maestro sull’attività svolta dalla giunta del G.O.I., e può chiedere informazioni; · m) può proporre alla Gran Loggia la nomina di Grandi Maestri Onorari; · n) riferisce alla Gran Loggia dell’attività svolta nell’anno precedente con relazione, preventivamente approvata dal Grande Oratore; · o) può promuovere la convocazione della Gran Loggia straordinaria con la maggioranza dei due terzi dei suoi membri aventi diritto di voto; · p) propone le terne dei nominativi di cui al comma 2 dell’art. 36 (sostituzioni Membri della Gran Giunta) (Art. 42 Co.).

Consiglio di Disciplina: Denominazione assunta dal Consiglio delle Luci della Loggia, costituito dal Maestro Venerabile, dal Primo Sorvegliante e dal Secondo Sorvegliante, allorché assume le funzioni di Consiglio di Disciplina (Art. 22 della Costituzione dell'Ordine). Il C.d.D. ha il compito di provvedere al depennamento dei Fratelli assenti o morosi. Il Maestro Venerabile a sua discrezione può disporre che alle riunioni del C.d.D. partecipino anche l'ex M.V., l'Oratore, il Segretario ed il Tesoriere (Art. 48 del Regolamento dell'Ordine).

Consorteria: Insieme di famiglie nobili che, tra il dissolversi del feudalesimo ed il sorgere dei Comuni, univano in momenti di pericolo case, armi e talvolta anche i rispettivi matrimoni. Gli obblighi ed i diritti reciproci erano normalmente stabiliti in una carta, munita dell’approvazione imperiale, se i contraenti dipendevano dall’impero in qualità di feudatari. Regolate da una carta imperiale ed amministrate da consoli, le C. furono progressivamente eliminate da provvedimenti antimagnatizi emanati per frenare le violenze con cui esse reagivano al rafforzarsi dei ceti popolari, ma erano in declino già prima, per il sovrapporsi di organizzazioni a carattere professionale (associazioni di mestiere).

Consustanziazione: Detta anche Companazione, è una dottrina promulgata da Lutero, secondo la quale il corpo di Cristo nell’Eucarestia coesiste "con il pane, nel pane e sotto il pane". La C. è stata condannata dal Concilio di Trento, stabilendo dogma di fede la Transustanziazione (v.).

Contingente: Nella logica modale il C. viene identificato con il superfluo, oppure con ciò che è superfluo e possibile. Stando a questa seconda accezione, la proposizione C. è quella per stabilire la verità, della quale è decisiva l’esperienza, in quanto non è né tautologico né contraddittorio. Da Aristotele in poi si parla anche di futuro C, come del futuro imprevedibile, in forza di qualche legge scientifica, e quindi senza carattere di necessità.

Contingentismo: Corrente di pensiero basata sul concetto di contingenza (v.), esteso fino a spiegare tutto il reale, in modo che le leggi scientifiche siano sottratte all’universalità ed alla necessità, così come per lo stesso ente reale. Il C. si sviluppa come indirizzo filosofico in Francia, nella seconda metà del XIX secolo, anticipato dalla filosofia della libertà di Lequier e dalla riflessione di Renouvier, che sostiene che la libertà e la contingenza caratterizzano l’esperienza concreta dell’uomo, e quindi propriamente sviluppato dal Boutroux, per il quale la contingenza domina tanto la sfera del reale quanto quella della scienza.

Contingenza: Concetto che si riferisce in generale a ciò che può anche non esistere, e quindi non è necessario. Tale concetto è legato a quello della causalità (v.) e della libertà, e si applica a tutto ciò che è soggetto a mutamento, cioè che non è fisso ed immutabile. In senso logico una proposizione è contingente quando richiede il ricorso all’esperienza. Nel corso della storia del pensiero, il concetto di C. è ampiamente trattato in Aristotele, viene poi ripreso da Leibniz che lo distingue nettamente dalla sfera del necessario, e trova infine una sistemazione nel criticismo kantiano, che ne rifiuta l’ipoteca realistica e ne fa un elemento interno alla categoria della modalità.

Controriforma: Termine creato dai teologi tedeschi nella seconda metà del XVII secolo, per poter individuare il tentativo da parte cattolica, riuscito solo parzialmente, di riconquistare i territori in cui si era diffusa la Riforma (v.) protestante. La C. è ricca di risvolti teologici, disciplinari, culturali e politici. La fioritura di nuovi ordini religiosi durante il XVI secolo ed il travaglio interno al mondo cattolico, largamente presente anche prima della Riforma, dimostra che la C. non fu soltanto una risposta a livello polemico-dottrinale alle tesi riformate, ma ebbe anche un suo significato autonomo, impegnato nel tentativo di restaurare i valori di unità, di vita comunitaria, di prassi disciplinare e di tradizione della Chiesa di Roma. La C. trovò i suoi più validi divulgatori nei Gesuiti (v.) della Compagnia di Gesù, rigida assertrice dell’ortodossia tridentina emanata dal concilio di Trento (1545-1563), nel corso del quale furono riaffermati il principio dell'unità indissolubile della Chiesa, la supremazia del pontefice sul Concilio ed il dogma cattolico. Vi furono anche adottati particolari strumenti di prevenzione e di repressione, come la creazione del Sant'Uffizio (1542) e dell'Indice (1557). Figura di massimo rilievo fu il cardinale Carlo Borromeo che, dopo aver condotto a buon fine il Concilio, applicò con zelo le decisioni sulla riforma del culto e del clero. Principalmente ai Gesuiti spettò l’azione di riconquista dell’Europa mediterranea ed occidentale: Spagna, Francia, Baviera, Austria ed Italia; protestanti rimasero Inghilterra, Olanda e Germania centro-settentrionale. La più valida mossa cattolica fu la riconquista della Polonia. Aspetti decisamente negativi furono l’intransigenza, gli eccessi di fasto e di lusso nella liturgia (sfociati nel campo artistico con il Barocco), l’ipocrita copertura (per non dare scandalo) delle gravi storture morali assai diffuse in quasi tutti gli ambienti cattolici. Y (Storia) La prima azione controriformatrice fu promossa da Adriano VI, per arginare e combattere la riforma di Lutero, già dilagante nei paesi germanici. Spettò poi al Concilio di Trento di dare alla C. quella base dogmatica e disciplinare che influenzò la vita della Chiesa cattolica nei secoli successivi, fino ad oggi. Circa il dogma, la C. ha ristabilito i principi della dottrina intaccati dalla Riforma, come il peccato originale, la predestinazione, i sacramenti, il purgatorio, la venerazione dei santi, il culto della Madonna e le indulgenze. Vietò inoltre la libera interpretazione delle Sacre Scritture, stabilendo l’elenco del testi sacri definiti ispirati. Nel campo disciplinare la C. si manifestò soprattutto nell’accanita e sistematica persecuzione agli eretici, costituendo il Tribunale dell’Inquisizione (v.), che si servì poi di tutti i mezzi repressivi dell’epoca. Contemporaneamente veniva istituita la commissione dell’Indice dei libri proibiti, con un compito preventivo e repressivo nei confronti della stampa. La C. ebbe anche notevoli riflessi politici con l’esplodere delle guerre di religione, dove spesso il motivo religioso era una semplice copertura per contrasti di potere politico e territoriale. Queste guerre, che ebbero per campo principale la Germania, durarono per oltre cento anni, dalla formazione della lega smalcaldica (XVI secolo) sino alla fine del XVII (pace di Westfalia). Anche in Francia il movimento della C. si complicò con questioni dinastiche e politiche, ed ebbe la sua manifestazione più cruenta nella notte di s. Bartolomeo (1572), in cui la regina Caterina de’ Medici fece uccidere oltre ventimila ugonotti (calvinisti). In campo strettamente religioso, la C. accentuò l’ascetismo della vita religiosa, rivalutò l’importanza del sacerdozio, organizzò in modo forte e disciplinato i diritti della gerarchia ecclesiastica, ed affermò particolarmente con estrema fermezza il primato papale.

Controversie fra L.M. - Il Giurì d'Onore: (G.O.I.) I Liberi Muratori hanno l'obbligo di informare di qualsiasi controversia con altri Fratelli il Maestro Venerabile, affinché questi possa tentare il componimento amichevole. Ove non si consegua tale risultato, i Liberi Muratori hanno l'obbligo di deferire le controversie che attengano alla dignità ed al decoro della persona, ad un Giurì d'Onore composto da tre Fratelli Maestri (Art. 14 della Costituzione dell'Ordine).

Conventi Massonici: Adunanze o Convegni convocati nella corso della storia della Libera Muratoria universale per discutere argomenti istituzionali particolarmente importanti. In ordine di tempo i C. più importanti sono stati quelli di Altenberg, di Kohlo, di Brunswick, di Lione e di Wilhelmsbad (v.).

Convulsionari di San Medardo:  Setta religiosa di estrazione giansenistica (v. Giansenismo) sorta a Parigi nel XVIII secolo nel cimitero di San Medardo, da cui prese il nome. Sulla tomba del giansenista François de Paris (m. 1727) i seguaci si abbandonavano a manifestazioni convulsive. Esibendo uno sfrenato fanatismo, essi affermavano che su quella tomba erano avvenute alcune miracolose guarigioni. La setta si diffuse rapidamente in tutto il territorio francese, ma venne definitivamente soppressa dalla Rivoluzione francese.

Copertura: Termine massonico impiegato per indicare la protezione del Tempio da elementi esterni, che potrebbero compromettere la sicurezza dei Fratelli e la riservatezza dei Lavori rituali. Viene assicurata attraverso l'intervento congiunto di due Fratelli muniti di spada, ovvero del Tegolatore o Copritore Esterno e del Copritore Interno della Loggia: Quest'ultimo ricopre essenzialmente l'incarico ufficiale di vigilare l'ingresso del Tempio, affinché nessuno possa disturbare i Lavori. Tale carica può essere ricoperta soltanto da un Fratello Maestro (v. anche Coprire il Tempio e Tempio coperto).

Coppa delle Libagioni: Vari studiosi attribuiscono l’impiego della C. (o del Giuramento) al mito Orfico ed al rituale pitagorico di iniziazione, collegandolo alle due sorgenti dell’Ade: quella del Lete e quella di Mnemosine. La prima produceva un’acqua amara che generava l’oblio facendo perdere la memoria del passato, la seconda un’acqua dolce che rafforzava il ricordo risvegliando il neofita nella sua nuova condizione iniziatica. Secondo il Reghini (Il Rituale dell’Apprendista libero muratore, Napoli), "L’orfico, bevendo alla pura sorgente di Mnemosine, sfuggiva alle acque del letem e diveniva immortale, figlio non più della sola terra, ma di Urano stellato. Così l’iniziando nasce ad una vita sotto il cielo stellato del tempio massonico, e diviene Massone, che sta tra Squadra e Compasso, ovvero tra la terra ed il cielo". La massoneria impiega la C. nel corso dell’iniziazione al Grado di Apprendista Libero Muratore, allorché il Maestro Venerabile dice all’iniziando: "Io debbo esigere da voi una promessa solenne prestata sulla C. Acconsentite a prestarla"? Dopo di che invita il Maestro delle Cerimonie a portare la C., che il Fratello esperto porgerà poi al profano, invitandolo a bere. Bevuta l’acqua dolce, sul suo onore promette solennemente di mantenere il silenzio più assoluto su tutti i particolari delle prove subite; quindi il Maestro Venerabile gli dice: "Profano, voi dovete conoscere tutta l’importanza di una promessa solenne. Se voi mancaste alla parola così solennemente data … bevete!", e gli si fa bere l’acqua amara. Infine il Maestro Venerabile conclude dicendo: "Che questo liquido che da dolce è diventato amaro sia per voi il simbolo dell’amarezza e dei rimorsi dai quali sarebbe invaso il vostro cuore se lo spergiuro avesse sfiorato le vostre labbra".

Coprire il Tempio: Espressione massonica impiegata nel corso dei Lavori Rituali, indicante l’uscita dal Tempio. Per nessun motivo o giustificazione, un Fratello può uscire dal Tempio di sua iniziativa; per cui deve esserne richiesta autorizzazione al Maestro Venerabile che, dopo rapida valutazione del fondamento di tale richiesta, può concederla o negarla.

Copritore Esterno: I rituali massonici prevedono che un Fratello prenda posto fuori dalla porta della Loggia e, armato di una spada, tenga lontani eventuali profani che intendessero entrare nel Tempio. È Ufficiale di Loggia, denominato anche Tegolatore, in quanto ha anche il compito di verificare la regolarità dei Fratelli visitatori che richiedessero di accedere ai Lavori. Secondo il Powell (La Magia della Framassoneria, Ediz. Aryasanga, Roma, 1968) "Il Fratello C.E. rappresenta il corpo fisico, ovvero l’elemento più esterno della personalità e, per questo motivo, opera fuori della Loggia. Pur trovandosi in una condizione di esilio dai suoi Fratelli, nessuna Loggia è completa senza di lui. Primo e costante dovere di ogni Loggia è quindi di assicurarsi che egli si trovi al suo posto, poiché i Lavori non possono essere aperti in assenza del C.E. Dev’essere sempre vigile e pronto ad intervenire. Non deve mai deporre la propria spada, e dev’essere dotato di ben precise qualità, quali vigilanza, rapidità, forza, abilità, decisione istantanea e coraggio". Occorre peraltro rilevare che in effetti tale carica non viene ricoperta nel corso dei normali Lavori Rituali, onde non escludere alcun Fratello dalle Tornate; la presenza del C.E. è invece indispensabile nel Rituale di Iniziazione come nei passaggi di Grado.

Copritore Interno: Ufficiale di Loggia, avente la funzione di controllo del livello qualitativo dei Lavori. Pertanto è tenuto ad informare il Maestro Venerabile sull’opportunità di continuare od interrompere i Lavori stessi. Esplica quindi la verifica costante dello stato di coscienza dei Fratelli e degli effetti del Lavoro di Catena. L’espressione "coprire il Tempio" (v.) non vuole significare soltanto uscirne o vigilarne l’accesso, ma essere sicuri che le volontà e le energie dei Fratelli siano in perfetta sintonia, in armonia tra loro ed orientate verso il medesimo scopo costruttivo. Il C.I. è il guardiano della soglia del Tempio, cioè il tramite ed il divisorio tra il mondo profano e la Loggia, tra una realtà fisica ed una metafisica, ovvero tra il sacro ed il profano, esattamente come il Giano bifronte. Il C.I. si ricollega all’Aria seconda di Bilancia (elevazione intellettuale), ed è in grado di alimentare in modo costante il Fuoco primo di Ariete del Maestro Venerabile, rispetto al quale è in opposizione lungo l’asse equinoziale. Secondo i principi della dottrina alchemica, il C.I. è: · il coperchio del forno Athanor, quindi della Loggia, che va chiusa ermeticamente; · il responsabile del punto di cottura e di fusione dell’Opera, quindi sovrintende all’integrità dell’Athanor affinché questo non si rompa; · lo specchio od il riverbero del Maestro Venerabile. Per l’estrema importanza di tali funzioni per la vita stessa della Loggia e per il suo sviluppo in quanto Officina, la carica di C.I. dev'essere ricoperta da un ex Maestro Venerabile, ma comunque almeno da un Maestro Massone. Il C.I. è munito di una spada e di una chiave, strumenti impiegati nel compito di Copertura della Loggia (v.). Y (G.O.I.) La carica di C.I. può essere ricoperta soltanto da un Fratello Maestro (Art. 45 del Regolamento dell'Ordine).