Alessandrino, Codice:  Manoscritto biblico redatto in lingua greca (v. Codice Alessandrino).

Alfabeto Massonico: La Massoneria, fin dalla sua costituzione all'inizio del XVIII secolo, ha adottato un alfabeto suo proprio, impiegato per ragioni di riservatezza. La sua chiave criptografica consiste in crociere, diritte ed oblique (a croce di sant'Andrea) nei cui anfratti sono posti puntini particolari progressivi. Ciascuno di tali segni identifica una lettera dell'alfabeto. Mentre per le prime diciotto lettere non esistono problemi o dubbi d'interpretazione, per le ultime cinque esistono almeno due diverse chiavi di lettura. La chiave che riporta la lettera "Z" in basso è dovuta sia al Reghini che a Boucher, mentre quella a destra ("X" in basso) è l'interpretazione del Bacci. Ai giorni nostri l'Alfabeto massonico è ben poco utilizzato, ma spesso la lettera "L" viene ancora usata per indicare la Loggia, mentre la lettera "I" (per Iniziatico) viene usata nell'indirizzo della corrispondenza, ad indicare il contenuto massonico della missiva.

All'Ordine:  Espressione rituale massonica pronunciata nel Tempio dal Maestro Venerabile, seguita dall’assunzione da parte di tutti i Fratelli della posizione relativa. Tale posizione, diversa a seconda del Grado in cui si svolgono i Lavori, comporta una posizione particolare delle braccia e delle mani: viene assunta in piedi, con i piedi divaricati a squadra e rivolgendosi all’Oriente (Rituale Simbolico o Moderno). Soltanto i tre primi Dignitari di Loggia lo eseguono portando il maglietto all’altezza del petto, mentre il Maestro delle Cerimonie porta il bastone cerimoniale davanti a sé, con entrambe le braccia distese e le mani saldamente afferrate al bastone stesso, quella sinistra al di sopra di quella destra, col pollice lungo il bastone. Nel Rito Scozzese Antico ed Accettato esiste una posizione particolare per ciascun Grado in cui si opera (v. Ordine).

-Allah: Termine arabo che significa Dio, in senso monoteistico. Nato con l'Islamismo (v.), si è diffuso presso tutti i popoli di estrazione araba, fino all'India. Viene considerato una contrazione di al-Ilah, il dio per eccellenza. Il nome Ilah corrisponde all'ebraico eloah ed all'aramaico 'elah, e come queste forme deriva dalla radice proto semitica il, dio. Il divario fra Ilah ed A. viene evidenziato nella professione di fede dell'islamismo, urlata dai muezzin dall'alto del minareto: "la ilah illa Allah, Muhammad rasul Allah", ovvero non v'è dio all'infuori di Dio, Maometto è l'inviato di Dio. Il vocabolo A. entra come secondo componente in alcuni nomi propri, come in 'Abd Allah (servo di Dio) ed in 'Uhaid Allah (il piccolo servo di Dio).

Alleanza Evangelica:  L'unione dei Protestanti dei vari paesi, organizzata nel 2826 a Londra per affermare l'Unità essenziale della Chiesa di Dio, realizzata attraverso la soppressione delle sette. L'A. ebbe effetti positivi nei Paesi di lingua inglese, nonché in alcune regioni del continente europeo. Viene considerato uno dei più validi tentativi effettuati per realizzare il Movimento Ecumenico Internazionale (v. Ecumenismo).

Allegoria: Allusione. Descrizione di una cosa sfruttando l'immagine di un'altra. Rappresentazione mediante messaggio figurato di qualcosa suggerito, intuìto ma non definito. Rappresentazione di idee, di concetti e di azioni mediante simboli e figurazioni, impiegata e sfruttata nella letteratura, nelle arti figurative, nei discorsi e nei riti. Nelle antiche religioni rappresentava un sistema esplicativo, usato per configurare, sotto forme immaginarie, verità e messaggi astratti di contenuto filosofico, onde renderne comprensibile il significato occulto alle masse popolari. Y (Mitologia) L'A. viene considerata l'interpretazione fantastica prestata dall'ingenua umanità primitiva ai fenomeni fisici e spirituali più imponenti e misteriosi della natura, nonché all'infinita varietà dei sentimenti che questi ispiravano, personificandoli. Questo spiega determinate stranezze e certe apparenti immoralità che si incontrano nelle leggende classiche, spesso stravaganti, che vennero poi trasfigurate dai poeti. È di tali trasfigurazioni che è composta l'A. la diffusione successiva del cristianesimo non ne comportò la scomparsa, anzi le contaminò adattandole alle sue, anche perché si erano tanto eternate con le più alte ed immortali opere d'arte espressiva figurativa e plastica da renderle insopprimibili, almeno per guadagnare credibilità alle loro dottrine innovatrici. La Natura era infatti raffigurata come figlia di Giove, una donna dotata da una duplice e bizzarra fila di mammelle turgide di latte. Con questo ingenuo simbolo di fecondità veniva identificata la perenne nutrice del genere umano. Anche l'Eternità era simbolicamente raffigurata da un serpente che si morde la coda, formando così un cerchio nel cui centro veniva collocata una clessidra, simbolo della fugacità del tempo. Infine sono considerate figure allegoriche l'Occasione (il dio Kairos), l'Abbondanza (la capra Amaltea), la Fama (messaggera di Giove), la Vittoria (la dea alata comparsa dopo la guerra contro i Titani), la Pace (la giovane figlia di Giove, munita d'un ramo d'ulivo e di un caduceo) e la Persuasione (la giovane Pitho greca o Suada romana, velata d'oro e col capo coperto da una lingua umana). Molte virtù venivano personificate presso gli antichi. Così l'Innocenza (giovane biancovestita, che si lava le mani, avendo al fianco un candido agnello), il Pudore (giovane con un giglio in mano, che nasconde il viso dietro l'altra mano), la Prudenza (donna con due facce, la consapevolezza del passato e la previdenza del futuro), l'Onore (un guerriero armato di lancia e scudo, adornato da una catena e con un bracciale d'oro), la Fedeltà (due mani congiunte oppure giovane con chiave in mano e cane al guinzaglio), la Pietà (donna velata appoggiata al capo d'un fanciullo, simbolo dell'amore reverente dovuto dai figli ai genitori, e dall'uomo verso i suoi simili), la Beneficenza (donna che distribuisce doni stringendo al seno un alcione, ad accreditare la favola secondo cui la femmina assiste amorevolmente il maschio quando la vecchiaia lo rende incapace di auto alimentarsi), la Clemenza (aquila posata su un fulmine intrecciato con un ramo d'ulivo) e la Carità (donna con un cuore in mano che stringe al seno un fanciullo). Ovviamente anche i maggiori vizi erano simbolicamente personificati. Y (Esoterismo) Non essendo possibile comunicare direttamente a parole il significato di esperienze esistenziali, si tende a proporre condizioni simili tramite esempi che possano facilitare un collegamento esistenziale ad esperienze già in qualche modo vissute. In tale opera le A. si integrano con i Simboli. A. se ne possono trovare di vari tipi. Ognuna può proporre, in diversa misura, aspetti di volta in volta più orientati a sequenze di eventi piuttosto che a particolari idee. Ne consegue che alcune interpretazioni possono essere apparentemente viziate da una prima lettura non sufficientemente approfondita. In generale dovrebbero essere sempre privilegiati gli aspetti esistenziali ed i modi d'essere (v. Comportamento) ad essi associati. Spesso, letture successive chiariscono e svelano aspetti nascosti. È per questo che tradizionalmente viene raccomandato il detto lege, lege, relege (leggi, leggi e rileggi). I Pitagorici celavano i propri sentimenti verso la natura dietro il velo di A. divine. Accusati di empietà dalla casta sacerdotale, si esposero per questo alla persecuzione furiosa del mondo profano. Con la simbologia, è il metodo comunicativo preferito dalla Massoneria.

Allegorismo: Termine con cui viene identificato un sistema esplicativo delle religioni antiche, secondo il quale i fondatori di sistemi religiosi avrebbero configurato, sotto forme immaginarie, e quindi allegoriche, verità e messaggi astratti di contenuto filosofico, per renderne accessibile la comprensione alle masse popolari.

Allegoristi:  Seguaci di una corrente di esegeti biblici che interpretarono le Sacre Scritture (v.) in modo simbolico ed allegorico, pur riconoscendo la verità storica degli eventi in sé stessi. Siffatta interpretazione della Bibbia, che aveva avuto origine tra gli antichi Ebrei, si diffuse nel corso del II secolo specialmente per opera della Scuola di Alessandria.  

Alleluia:  Espressione di origine ebraica, derivata da Hallelu-Jah, a sua volta da hallelu, imperativo di hillel, lodare con senso di giubilo, e Jah, abbreviazione di Jahveh (v.). Acclamazione religiosa ebraica trasferitasi poi nella liturgia cristiana. Nell'Antico Testamento (v.) ricorre negli ultimi due libri del Salterio, mentre nel testo ebraico vi sono otto Salmi con A. iniziale e finale, e cinque con A. solo finale. Nella Vulgata (v.) esiste il duplice A. soltanto negli ultimi quattro Salmi. L'A. ha valore di una piccola dossologia (v.). Il brevissimo Salmo 177 ne è una specie di commento. Sant'Agostino chiama alleluiaci i salmi con l'A. Probabilmente l'A. era già introdotto nella liturgia cristiana primitiva (Apocalisse 19, 1-6). Al tempo di Sant'Agostino l'A. era diventato canto popolare dei fedeli. Nelle celebrazioni liturgiche l'A. divenne espressione rituale di giubilo, specie nella solennità pasquale. Al tempo di papa Damaso I (366-384) l'A. era cantato fino alla Pentecoste. Nel rito bizantino l'A. era ammesso anche in quaresima e nella liturgia funebre. Nella liturgia romana (San Gregorio Magno, 604, v.), l'A. fu introdotto in tutte le messe dell'anno, eccetto in tempo quaresimale. Nella messa pasquale, dopo l'Epistola, l'A. viene cantato solennemente tre volte, sia dal sacerdote officiante che dal clero.

Allontanamento dai Lavori di Loggia: (G.O.I.) Il Libero Muratore che perseveri in un comportamento tale da turbare l'armonia dei lavori di loggia, può essere allontanato per un periodo non superiore a tre mesi (Art. 13 della Costituzione dell'Ordine). Nell’ipotesi prevista dall’art. 13 della Costituzione, il Consiglio delle Luci, dopo inutile diffida scritta, propone l’allontanamento del Fratello alla Loggia , che delibera in Terzo Grado. Ove la Loggia, per i motivi indicati dagli art. 12 e 13 della Costituzione, abbia deliberato la decadenza o l’allontanamento del Fratello, il Maestro Venerabile dà immediata notizia del provvedimento alla Grande Segreteria ed alla Segreteria del collegio Circoscrizionale. Durante il periodo di allontanamento, il Libero Muratore non può frequentare i Lavori della sua Loggia di appartenenza né quelli di alcuna altra Loggia della Comunione (Art. 24 del Regolamento dell’Ordine).