Acacia: Albero od arbusto di origine africana ed australiana, della famiglia delle Mimosaceae. Ha foglie pennate. Vi sono circa 500 specie di acacia, distribuite in tutto il mondo. Le comuni robinie, come anche la mimosa, il carrubo e l'albero di Giuda, appartengono alla famiglia delle acacie. Il suo tipico colore verde, simbolo della esistenza e della vita, ne fa il simbolo dell'immortalità e dell'incorruttibilità. Nell'antichità era considerato anche simbolo del legame tra il visibile e l'invisibile. Viene considerato sacro soprattutto perché sistematicamente impiegato dai Giudei nella fabbricazione di vari accessori del Tabernacolo.  Y  (Massoneria) Simbolo particolarmente importante nell'Istituzione Muratoria, nel rituale d'iniziazione (od elevazione) al Grado di Maestro Massone. Infatti l'A. è al centro della leggenda di Hiram dal cui corpo germoglia, consentendo poi ai Maestri che lo ricercano di individuarne la sepoltura e di identificare i Compagni che lo hanno ucciso. L'A. è anche considerata emblema: dell'iniziato che esce dalla bara di Osiride (v.) per trasformarsi in Horus (v.); dell'Agnello di Dio (Cristo) che resuscita; della resurrezione (morte e rinascita) che ogni uomo dovrebbe operare in sé superando i vizi e le passioni umane. Secondo il Wirth l'A. è emblema della sicurezza e della certezza, poiché la morte simbolica di Hiram, come quella di Osiride e di Cristo, non rappresenta il disfacimento dell'essere, ma una trasformazione che conduce alla Luce (v.), che il colore giallo dei suoi fiori sembra preannunciare. Secondo le tradizioni, dal tronco dell'A. si irradiano tre diversi rami: uno di fico, la Massoneria Egiziana; uno di A., la Massoneria Scozzese; uno di quercia, la Massoneria Svedese. Da notare che l'Arca dell'Alleanza (v.) fu costruita con legno di A. (Esodo 37, 1-6, 10-11, 15).

Accademia:  Nome indicante il tempio dedicato ad Atena, situato a circa un chilometro da Atene, in cui era venerato il mitico Academo, dal quale deriva il nome stesso. Vi erano i dodici ulivi sacri ed il Ginnasio, fatto costruire da Platone (v.) nel 387 a.C., nel quale il filosofo teneva le sue lezioni, e dove egli fu sepolto. Fu per nove secoli il centro della cultura filosofica greca, e venne soppressa dall'imperatore romano Giustiniano nel 529 d.C. Il termine A. passò in seguito ad indicare una società di studiosi che si proponevano di approfondire lo studio delle arti, delle lettere e delle scienze, come pure un istituto superiore, a livello universitario, di scienze navali, militari, artistiche, ecc.

Accettato: Accolto, ammesso, approvato, gradito, ricevuto, accreditato. Consenso dato all'ammissione, richiesta con mente costruttiva e condiscendente. Si dice che i moderni Massoni speculativi (o Moderns) furono accettati dagli operativi (Ancients) quasi tre secoli orsono, creando la moderna Libera Muratoria. In realtà i Massoni operativi erano in forte declino, anche per mancanza di lavoro. Gli esoterici speculativi, specie i Rosa+Croce, si imposero facilmente su di questi, adottando la loro simbologia operativa ed imponendo i propri rituali, allegorie e metodi di ricerca interiore per l'evoluzione degli Iniziati. La corrente denominazione completa della Fratellanza è "Antica Massoneria Libera ed Accettata".

Acciaio dei Saggi: Sostanza alchemica generata dall’unione dello Zolfo (v.) con l’Allume (v.), oppure dal Fuoco (v.) con l’Antimonio (v.). Indica una sostanza speciale che circola intorno all’iniziato, durante il processo di purificazione con il Fuoco celeste.

Acclamazione: Manifestazione verbale di consenso e di plauso, effettuata in una pubblica adunanza. Approvazione. Presso i Romani si salutava con l’A. l’ascesa al trono di un imperatore, il suo apparire ai pubblici spettacoli, oppure il trionfo di un condottiero distintosi per il suo valore in una campagna bellica. Era molto usata nelle cerimonie cortigiane e chiesastiche di Bisanzio. Nei primi secoli cristiani e nel Medioevo vennero eletti per A. papi Gregorio VII) e vescovi (Ambrogio). Con una grande A. fu salutata la incoronazione di Carlo Magno, avvenuta in San Pietro il Natale dell’800. Negli ambienti parlamentari viene impiegata per l'unanime approvazione verbale di una proposta. Si tratta di un metodo generalmente disapprovato, di norma ignorato da tutti i Corpi massonici.

Accolito: Termine derivato dal greco acoluqoz, compagno di viaggio, fu il più elevato dei quattro ordini minori creato nella Chiesa latina dal papa Vittore (186-197), noto in oriente ai soli Armeni. Si divisero poi in A. palatini, al servizio del Papa, A. stazionari, al servizio delle chiese, A. regionari, aiutanti dei diaconi. Attualmente l’ordine viene conferito facendo toccare all’ordinando una piccola ampolla vuota ed un candelabro con la candela spenta. Le funzioni dell’A. sono molto limitate: accendere e portare i lumi liturgici, porgere vino ed acqua per il sacrificio eucaristico.

Accordo: Intesa, consenso, assenso, patto, trattato, concordato, accomodamento, assonanza, all'unanimità. Piena approvazione volontaria. Idealmente implica una peculiare prerogativa dell'essere umano, ovvero il fare determinate cose di propria libera e spontanea volontà, senza riserve mentali, sotterfugi o secondi fini.

Acemeti:  Termine di derivazione greca dal significato di senza sonno o non dormienti. Indica i monaci greci appartenenti ad un ordine istituito da Sant'Alessandro oppure da San Marcello di Apamea. Tali monaci erano dediti alla recita ininterrotta di preghiere alternati all'intonazione di canti sacri, operazione che veniva condotta a gruppi alternati. Purtroppo molti di loro aderirono al Nestorianesimo (v.), per cui furono scomunicati da papa Giovanni II (532-535). Gli A. nelle loro pratiche di fede si ispiravano ai Salmi, che tra l'altro recitano «Canterò al Signore per tutta la vita, celebrerò il mio Dio finché vivrò» (104, 33) e «Lodate il Signore, proclamate il Suo nome, annunziate ai popoli le sue gesta» (105, 1).

Acefali: Termine derivato dal greco acejaloz, senza capo, che identifica quei monofisiti che rifiutarono la formula di fede dell’Enotico di Zenone (482). Rappresentavano la maggioranza dei monaci di Egitto e Palestina, ma staccati dai cinque patriarchi. Di qui il nome, che rimase anche quando, revocato l’Enotico da Giustino I, gli A. ebbero i patriarcati di Alessandria, Costantinopoli ed Antiochia. Celebravano l’Eucarestia cospargendo di farina le specie sacre. Sopravvissero fino al IX secolo, epoca in cui San Teodoro Studita scrisse un trattato contro di loro. I maggiori esponenti furono Severo d’Antiochia, Filosseno di Mabbug e Pietro l’Iberiano. Secondo il diritto canonico, sono chierici secolari non incardinati in una diocesi (clerici vagantes).

Acheropita: Termine derivato dal greco aceiropoihta, non fatto da mano (umana). Indica alcune immagini di Cristo o della Madonna ritenute, per tradizione, autentiche e di origine preternaturale. Le più note sono la Sindone di Torino, la Veronica della Basilica di San Pietro, quelle di Kamulià, di Edessa e del Sancta Sanctorum del Laterano (tavola del VI secolo), raffigurante Cristo barbuto e nimbato.